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“La Abuela” su Midnight Factory: recensione dell’inquietante film horror di Paco Plaza

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La Abuela” è un film horror di Paco Plaza, regista spagnolo dell’acclamata trilogia “Rec” e della piccola rivelazione “Veronica”.

Il suo lavoro più recente è una pellicola a metà strada fra “Hereditary” e “The Taking of Deborah Logan”; un convincente (e inquietante!) horror generazionale con qualche sorprendente tocco à la “Rosemary’s Baby”.

In Italia, il film è disponibile sul “canale” streaming Midnight Factory di Prime Video o Mediaset Infinity.

Se stavi pensando di attivare l’abbonamento, sappi che questo potrebbe essere il momento giusto per iscriverti: “La Abuela” è esattamente quel genere di titolo – disturbante, spregiudicato e ipnotico – che i fan del genere non dovrebbero rischiare di lasciarsi scappare…

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“First Kill” (recensione): la serie tv che tutti i fan dell’urban fantasy stavano aspettando

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“First Kill” è una serie tv di genere horror/action, indirizzata al pubblico dei giovanissimi e approdata su Netflix all’inizio di giugno.

La trama è tratta da un omonimo (e adorabile!) racconto di V. E. Schwab, contenuto nell’antologia “Vampires Never Get Old: Tales With Fresh Bite”.

La sceneggiatura del primo episodio (sempre firmata dalla popolare autrice dei romanzi “La Vita Invisibile di Addie LaRue” e “Gallant“…), offre una trasposizione fedelissima della breve storia originale.

In effetti, al pilot bastano una manciata di minuti per sfoggiare il divertente high concept, presentare le due protagoniste e il loro vivace ambiente famigliare, introdurre l’incidente scatenante (galeotto fu il gioco della bottiglia…) e stabilire le irresistibili tonalità in stile “campy horror” della serie.

Un impeccabile esempio di storytelling? Mmm…

Probabilmente no, ma sospetto che perfino il più accanito detrattore dello show rischierebbe di trovarsi in cattive acque, se cercasse di negare l’evidenza: “First Kill” è una serie che si dimostra in grado di anticipare i desideri del suo target con un livello di chiarezza preternaturale, e di consegnargli ciò che vuole praticamente su un piatto d’argento

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“Vampire in the Garden” (recensione): amore, guerra e vampiri nell’anime di Netflix

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Vampire in the Garden” è un anime in 5 episodi disponibile su Netflix.

La serie sfoggia un’estetica horror alla “Devil May Cry” e una tipica ossatura da racconto distopico. Da un punto di vista strutturale, però, incarna due generi completamente diversi: la STORIA DI FORMAZIONE e la LOVE STORY.

Questo che cosa implica?

Bè, tanto per cominciare, che non dovresti lasciarti ingannare dai dettagli visul-gore delle animazioni e dall’eccitante taglio in stile action della premessa!

Non fraintendermi: la trama di “Vampire in the Garden” si rivela sicuramente in grado di offrire parecchie gustose scene di intrattenimento ad alto tasso di adrenalina.

Ma la sua costruzione tende ad appoggiarsi soprattutto sulla componente romantica e sul viaggio di crescita interiore delle due protagoniste, concedendo poco spazio all’approfondimento del wordlbuiling e alla qualità dei colpi di scena

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“The Wicked and the Willing”: la recensione del romanzo gotico di Lianyu Tan

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The Wicked and the Willing” è il secondo libro di Lianyu Tan, autrice che nel 2020 ci aveva già “scioccato” con il suo dark romance fantasy “Prigioniera negli Inferi”.

La sua nuova opera è un romanzo horror storico ambientato a Singapore, nel bel mezzo dei ruggenti anni Venti.

Al cuore della trama, la relazione abusiva fra una carismatica vampira britannica e una docile domestica dal passato tormentato.

Inquietante, seducente e brutale, “The Wicked and the Willing” rappresenta un enorme passo in avanti rispetto alla semplice parata di «piaceri perversi» offerti nel precedente retelling della Tan.

Una storia gotica a tinte forti, contrassegnata da un potentissimo nucleo tematico (l’ordalia della violenza domestica) e ispirata tanto ai grandi classici del gotico (“Dracula” e “Carmilla”), quanto al viscerale cinema “a impatto” di Park Chan-wook (“The Handmaiden”).

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