Archivi tag: fantasy

I libri di Nahoko Uehashi, l’antropologa giapponese che si è “reinventata” autrice di fantasy YA


i libri fantasy di Nahoko Uehashi

Di recente, ben due nuovi romanzi fantasy di Nahoko Uehashi sono riusciti a trovare la strada per le nostre librerie: il primo si chiama “La Ragazza Venuta da Occidente: Kokun“, ed è uscito per i ragazzi di Ne/oN Edizioni alla fine del 2024; il secondo è “Erin: The Beast Player“, una delle novità di gennaio 2025 più interessanti previste dalla Fazi.

Ma chi è Nahoko Uehashi, esattamente? Quali sono le sue opere più conosciute in Occidente, e quali sono gli autori che l’hanno ispirata di più?

Mossa dalla mia (solita) curiosità, ho pensato bene di fare qualche ricerca sul conto di questa pluripremiata autrice giapponese di libri per ragazzi. Anche perché ricordo di aver letto con grandissimo entusiasmo “Moribito: Il Guardiano dello Spirito“, quando, nell’ormai “lontano” 2009, la casa editrice Salani decise di proporci un’incantevole edizione di quello che può essere considerato, ancora oggi, come uno dei più popolari romanzi fantasy nipponici per ragazzi mai tradotti in lingua italiana…


Chi è Nahoko Uehashi?

Nahoko Ueashi è un’etnologa specializzata nello studio della cultura degli aborigeni d’Australia.

Al suo lavoro accademico, Nahoko Uehashi ha presto deciso di affiancare una carriera da scrittrice fantasy, e di affrontare questo peculiare genere letterario da un punto di vista quanto mai affascinante e originale: quello dell’antropologia culturale.

Come ci ricorda il magazine “The Japan Times“, «Nahoko Uehashi ha rivoluzionato il genere fantasy in Giappone, grazie alle sue opere di fiction a sfondo naturalistico, usando il suo background di antropologa per realizzare dei mondi immaginari ma realistici, che le hanno guadagnato legioni di fedeli fan, a prescindere dal loro genere e dalla loro età.

«Dopo aver pubblicato, nel 1989, “The Sacred Tree” mentre era ancora una studentessa specializzanda, Nahoko Uehashi ha continuato il suo lavoro di insegnante universitaria per decadi, mentre intanto continuava a produrre, instancabilmente, una serie di storie, dalla saga in 12 volumi “Moribito“, vincitrice di diversi premi, a “Beyond the Fox Whistle” del 2003, per cui ha vinto il Noma Children’s Literature Award, fino ad arrivare al più recente “The Deer king” (2014).

«La serie “Moribito”, da sola, ha ispirato uno show radiofonico, una serie tv animata e una in live action, conferendo all’autrice uno status culturale di regina del pop che trascende il campo della mera letteratura per bambini

L’assegnazione del Premio Hans Christian Andersen, nel 2014, ha sancito per Nahoko Ueashi il momento del meritato riconoscimento internazionale ufficiale.


Erin: The Beast Player“: edizione italiana e influenze letterarie

Diamo un’occhiata più da vicino ai libri di Nahoko Ueashi, a partire dalla sua uscita italiana più recente, alias “Erin: The Beast Player“.

Da questo punto di vista, potrebbe rivelarsi sicuramente illuminante leggere la corposa intervista rilasciata da Cathy Hirano, la traduttrice dell’edizione in lingua inglese di “The Beast Player“.

L’intervistatore, David Jacobson, fa subito notare alla Hirano che il romanzo in questione accoglie al suo interno il popolare trope della “scuola magica”.

Si prende quindi la briga di chiederle se, secondo lei, Nahoko Ueashi non abbia per caso contratto uno specifico “debito” nei confronti della serie di Harry Potter.

La risposta della traduttrice non lascia adito a dubbi: «No, niente affatto. Ai tempi della stesura di “The Beast Player”, Uehashi non aveva nemmeno letto J. K. Rowling. Uehashi ha sempre sostenuto di voler creare storie e mondi che nessuno aveva mai visto prima, e che le più grandi influenze sul suo lavoro provengono da “Il Signore degli Anelli” di Tolkien, dai romanzi storici di Rosemary Sutcliff e dalla saga di “Earthsea” di Ursula Le Guin. E, personalmente, riesco a vedere l’influenza di Tolkien nella vastità e nell’ampio respiro del mondo che ha creato, la stessa attenzione per il dettaglio realistico della Sutton e la Le Guin nella sua voce letteraria.»


La Ragazza Venuta da Occidente

la ragazza venuta da occidente - i libri di Nahoko Uehashi

Secondo la Hirano, i più grandi punti di forza di “Erin: The Beast Player” risiedono nel worldbuilding, perché la conoscenza e l’esperienza di antropologa di Nahoko Uehashi pervadono e danno forma suoi mondi incantati. «Il libro non è ambientato in Giappone o ovunque altro sulla Terra», spiega la traduttrice, «eppure, il mondo e la sua società sembrano così autentici da darmi la sensazione di poterci camminare in mezzo.»

Diventa facilissimo, considerando queste premesse, immaginare come gli interessi dell’autrice si siano riflessi sulla stesura del suo romanzo “La Ragazza Venuta da Occidente: Kokun“, primo volume della saga “La Dea dei Profumi“.

Crisi dell’ecosistema, solitudine esistenzialista e spiritualismo (tre temi particolarmente cari al mondo dell’antropologia, probabilmente fin dai tempi della “fondazione” ufficiale di questa meravigliosa disciplina… ) rappresentano, infatti, le colonne tematiche portanti di questa nuova, affascinante serie fantasy di Nahoko Uehashi.


Moribito: Il Guardiano degli Spirito”

Anche se nessuna casa editrice ha mai (ancora) provveduto a portare in Italia uno qualsiasi dei suoi numerosi sequel, la buona notizia è che “Moribito: Il Guardiano dello Spirito” è dotato di un finale perfettamente soddisfacente. Per cui, si può tranquillamente leggere come se si trattasse di un romanzo autoconclusivo!

Da una mia vecchia (arcaica?) recensione, ho recuperato alcune memorie di lettura semidimenticate, da cui si evince chiaramente che: a) la trama di “Moribito” segue le avventure di una granitica (ma sensibile) guerriera di nome Balsa, determinata a salvare il figlio posseduto da un demone di un malvagio imperatore; b) il worldbuiling e il sistema magico, con la loro suggestiva sovrapposizione fra mondo fisico (Sugu) e mondo spirituale (Nayugu), rappresentano senz’altro l’elemento della narrazione che colpisce di più!

Continua a leggere

5 libri fantasy ispirati a “I Sette Samurai” di Akira Kurosawa


Dedichiamo l’articolo di oggi a cinque libri fantasy ispirati a “I Sette Samurai“, per omaggiare l’imminente ritorno in sala (09/01/25) della versione restaurata del celebre film di Akira Kurosawa…

Il mio obiettivo, ovviamente, è soprattutto quello di fornire qualche piacevole spunto di lettura a tutti coloro che amano profondamente il genere dello sword and sorcery! Insomma, se il trope della “suicide squad” è la tua passione, e le storie d’azione, (dis-)onore e dedizione ti forniscono lo stesso carburante che ti fa battere il cuore, preparati a fare un tuffo in queste adrenaliniche, incandescenti storie fantastiche…


Libri ispirati a “I Sette Samurai“: “I Malefici Sette” di Cameron Johnston

i malefici sette - libri fantasy ispirati a i sette samurai

Quando rimani a corto di eroi, un manipolo di villains disadattati è tutto quello che ti rimane…

Black Herran era una temuta demonologista, nonché il più spietato generale di tutta Essoran.

Aveva riunito sei fra i più formidabili guerrieri del mondo conosciuto per capeggiare le sue armate: una necromante, un signore dei vampiri, un semidio, una leader degli orchi, una regina pirata e un diabolico alchimista. Insieme, i Malefici Sette erano riusciti a mettere in ginocchio l’intero continente… Fino al giorno in cui Black Herran non ha abbandonato la sua stessa armata, e proprio alla vigilia della vittoria totale!

Quarant’anni più tardi, cause di forza maggiore costringono Black Herran a mettere di nuovo insieme la squadra: i vecchi compagni d’armi costituiscono, infatti, la sua unica speranza di difendere la minuscola cittadina di Tarnbrooke… l‘ultimo bastione rimasto contro un nuovo, fanatico nemico, determinato a devastare la terra e a portare a termine l’opera di distruzione iniziata da Black Herran.

Sette mostri assetati di sangue. Una città. L’ultima speranza per l’intera umanità…

Il romanzo grimdark di Cameron Johnston è un divertente fantasy militare “vecchio stampo”, ironico e popolato da una combriccola di irresistibili canaglie e antieroi. In Italia, “I Malefici Sette” è disponibile in formato digitale Kindle. Puoi acquistarlo su Amazon.

Fra le pagine del mio blog precedente, il “Laumes’s Journey“, puoi leggere la mia recensione dell’opera (che fa riferimento, però, all’edizione in lingua originale inglese del libro, “The Maleficent Seven“).


Kindling” di Traci Cheee

Dalla stessa autrice de “La Lettrice“, una storia ricca di combattimenti, conflitti e magia proibita!

Un tempo, la guerra è stata combattuta dai Kindlings, guerrieri d’elite in grado di battersi usando la magia. I loro devastanti poteri, però, richiedevano un prezzo terrificante: le loro stesse, giovani vite.

A conflitto ultimato, questi guerrieri magici sono stati messi da parte: la loro magia messa al bando, le loro abilità ritenute datate, le loro formidabili armi immesse sul mercato come reliquie o souvenir.

La violenza, però, imperversa ancora per la campagna, e ricordi terrificanti perseguitano i sopravvissuti. Quando le porte di un villaggio vengono prese d’assedio, sette Kindlings ricevono l’opportunità inaspettata di riunirsi e combattere insieme, per l’ultima volta.

La guerra, però, ha profondamente cambiato questi guerrieri. E, per rivendicare ciò che erano un tempo, i Kindlings saranno costretti a confrontarsi con il proprio passato, i propri traumi, e l’infame destino che li ha condotti a ritrovarsi dopo tanto tempo…

L’edizione in lingua originale inglese di “Kindling” ti sta già aspettando su Amazon!


Never Die” di Rob J. Hayes

never die - libri simili a i sette samurai

In questo terzo libro fantasy ispirato a “I Sette Samurai“, troviamo shinigami, missioni impossibili e spiriti vendicativi!

Ein ha ricevuto una missione da Dio. Un dio della morte.

Per l’Imperatore dei Dieci Re, infatti, è finalmente giunta l’ora della resa dei conti, e tocca a un ragazzino, assassinato a otto anni, l’ingrato compito di recapitare il giudizio divino sulla sua soglia. Ein, ovviamente, si rende conto di non poter compiere l’impresa facendo affidamento soltanto sulle sue forze.

L’imperò, però, trabocca di eroi che possono essere reclutati e messi al servizio della sua causa. C’è un solo minuscolo, insignificante problema…

Prima di poter prendere parte alla missione assegnata dal dio della Morte, questi eroi dovranno, a loro volta, perdere la vita. E toccherà a Ein ucciderli

Puoi acquistare “Never Die” su Amazon, sia in edizione cartacea che in formato digitale Kindle. Con disponibilità, per il momento, esclusivamente in lingua originale inglese.


Continua a leggere

Tutte le prossime uscite di Brandon Sanderson in Italia (2025)


Ti è venuta la curiosità di scoprire quali saranno le prossime uscite di Brandon Sanderson in Italia?

Ho grandi notizie per te: è stato lo stesso autore di “Mistborn” a fornire la risposta a questo quesito, attraverso un recente articolo pubblicato sul suo sito personale (“State of the Sanderson“).

A quanto pare, infatti, la Mondadori ha già confermato di aver messo in cantiere per il 2025 ben due dei suoi più recenti progetti. Il primo sarà, ovviamente, la traduzione italiana di Wind and Truth“, il quinto volume della monumentale serie “The Stormlight Archive“.

Ma ci verrà fornita l’occasione di leggere nella nostra lingua anche “The Frugal Wizard’s Handbook for Surviving Medieval England“, il secondo dei “Secrets Project” di Sanderson ad arrivare da noi dopo “Tress of the Emerald Sea“!


Le prossime uscite di Brandon Sanderson in Italia: quando esce “Wind and Truth“?

brandon sanderson prossime uscite italia - wind and truth

A sentire Sanderson, l’uscita italiana di “Wind and Truth” è prevista per giugno 2025!

La trama di questo nuovo, adrenalinico “romanzone” fantasy recita così: Dalinar Kholin ha sfidato il malvagio dio Odium a prendere parte a un torneo il cui premio in palio consiste nel futuro della stessa Roshar. I Knights Radiant hanno soltanto dieci giorni per prepararsi – e, adesso, l’improvvisa ascensione del malvagio e scaltro Taravangian ha mandato ogni piano nello scompiglio.

Nel frattempo, combattimenti disperati si succedono in ogni parte del mondo: Adolin ad Azimir, Sigzil e Venli presso le Shattered Plains e Jasnah a Thaylen City. Szeth, l’ex assassino, deve ripulire la sua patria di Shinovar dall’oscura influenza dell’Unmade. Lo accompagna Kaladin, che affronta una nuova battaglia mentre aiuta Szeth a sconfiggere i suoi demoni… e che deve fare lo stesso per l’Araldo pazzo dell’Onnipotente, Ishar.

Nello stesso momento, Shallan, Renarin e Rlain lavorano per sbrogliare il mistero di Ba-Ado-Mishram. E Dalinar e Navani cercano di ottenere un vantaggio contro il campione di Odium, che può essere trovato solo nel Reame Spirituale, in cui memoria e possibilità si combinano nel caos.

Come è facile intuire, stavolta, il fato dell’intero universo Cosmere è a repentaglio…


The Stormlight Archive“: la fine del primo ciclo

Wind and Truth” segna la fine della prima “sequenza” dell’ambiziosissima saga “The Stormilight Archive“.

Brandon Sanderson ci conferma che, con la pubblicazione di questo volume, è «finalmente giunto il momento di far passare Stormlight nelle retrovie per un po’.»

Sono stati necessari quindici anni di lavoro per arrivare a questo punto, e l’autore ammette di aver bisogno di staccare la spina da questo titanico sforzo creativo per qualche tempo.

Per cui, inizierà a scrivere i prossimi libri della saga dopo aver finito di lavorare alle sue nuove priorità: “Ghostbloods” (alias i libri della serie “Mistborn: Era Three“), “Elantris 2” ed “Elantris 3“.

Ti ricordo che, in italiano, la serie “The Storlight Archive” è meglio conosciuta con il nome de “Le Cronache della Folgoluce”:

  • La Via dei Re” (Vol. 1, Mondadori)
  • Parole di Luce” (Vol. 2, Mondadori)
  • Giuramento” (Vol. 3, Mondadori)
  • Il Ritmo della Guerra” (Vol. 4, Mondadori)
  • Wind and Truth” (Vol. 5, TBA Mondadori)

The Frugal Wizard’s Handbook for Surviving Medieval England“: la trama

Brandon Sanderson prossime uscite Italia - the frugal wizards handbook for surviving medieval england

Un’altra delle prossime uscite di Brandon Sanderson in Italia sarà “The Frugal Wizard’s Handbook for Surviving Medieval England“, probabilmente in arrivo a settembre 2025.

In questo volume, un uomo si sveglia in una radura, apparentemente nel bel mezzo dell’Inghilterra medievale, senza riuscire a ricordare nulla a proposito della sua identità, del luogo dal quale proviene o delle ragioni che l’hanno condotto lì.

Braccato da un gruppo che proviene dalla sua stessa epoca, ha soltanto una speranza: recuperare i suoi ricordi perduti, procurarsi degli alleati in mezzo agli abitanti locali e, forse, imparare perfino a confidare nei loro frequenti attacchi di superstizione.

Il suo unico aiuto dal mondo reale avrebbe dovuto essere un manuale intitolato “The Frugal Wizard’s Handbook for Surviving Medieval England“… solo che, a quanto pare, la sua copia è esplosa durante il transito!

I pochi frammenti rimasti riescono a fornirgli qualche indizio su come gestire la situazione. Ma riuscirà il nostro eroe a decifrarli in tempo, prima che per lui sia troppo tardi?


I nuovi progetti: la Terza Era e il film di “Mistborn”

La Terza Era di “Mistborn” è il progetto a cui Brandon Sanderson intende dedicarsi nell’immediato futuro. L’obiettivo è quello di pubblicare tutti e tre i volumi della nuova trilogia in rapida successione, concedendosi soltanto una pausa per lavorare a una nuova novella.

«Questa serie segnerà il ritorno di alcuni personaggi familiari (per quanto riempiti di chiodi) provenienti dall’Era Uno, insieme a dei personaggi nuovi. Seguirà, come indica il titolo, i Ghostblood e le loro attività su Scadrial, più o meno cinquant’anni dopo la fine dell’Era Due.» Brandon Sanderson

Continua a leggere

I migliori libri fantasy in uscita a gennaio 2025


Le prime info sui numerosi libri fantasy in arrivo a gennaio 2025 cominciano a trapelare.

E, quindi, direi che è arrivato il momento di iniziare a scoprire insieme che fine faranno i nostri sudati risparmi all’inizio del nuovo anno, fra scommesse già vinte in partenza (Rebecca Yarros e Jennifer Armentrout) e tante nuove stelle ancora in attesa di essere scoperte dal grande pubblico (Saara El-Arifi, Mai Corland ecc)…


I libri fantasy di gennaio 2025: “Cinque Lame Spezzate” di Mai Corland

cinque lame spezzate - libri fantasy gennaio 2025

Iniziamo la nostra rassegna di libri fantasy in uscita a gennaio 2025 con una bella novità targata Salani: lo storico editore di “Harry Potter”, infatti, porterà in libreria “Cinque Lame Spezzate”, il romanzo di Mai Corland che è rimasto, per parecchie settimane, in cima alle classifiche di vendita del New York Times.

I cinque più pericolosi bugiardi del regno sono stati convocati per formare una squadra e lavorare insieme. Il loro obiettivo? Niente di più semplice: uccidere l’onnipotente Dio-Re Joon.

Lui se l’è meritato, intendiamoci. Sotto la sua implacabile mano immortale, i nobili hanno prosperato, ma i poveri e gli innocenti sono finiti in rovina, oppure sono stati imprigionati e venduti al migliore offerente. Ma le cinque Lame Spezzate si stanno preparando a portargli il conto: dopotutto, ciascuno di loro ha un motivo personale per sconfiggerlo… e nessuno di loro può resistere alla dolce, gelida tentazione della vendetta.

Cinque Lame Spezzate”, nella splendida edizione che vedi illustrata qui sopra, sarà disponibile in libreria e su Amazon a partire dal 28 gennaio 2025.


“Quando Sei Tra i Corvi” di Veronica Roth

Il nuovo romanzo di Veronica Roth sta per uscire in italiano. Il che mi pone un dilemma di natura personale: perché, se da una parte è vero che la trama mi ispira un bel po’, dall’altra non sono ancora riuscita a perdonare alla Roth quel piccolo “sgorbio” di libro chiamato “The Chosen Ones“.

E quindi, probabilmente stavolta farei meglio a passare… Oppure no?

Ad ogni modo, il primo volume della serie “When Among Crows” segue le avventure di Dymitr, l’ultimo di una lunga stirpe di cacciatori disposti a sacrificare la propria anima pur di annientare i mostri. Stavolta, però, Dymitr ha ricevuto una missione letale: trovare e uccidere la leggendaria strega Baba Jaga.

Ala, invece, ha ricevuto soltanto un’eredità di dolore. Non avendo più niente da perdere, non aspetta altro che di trovare la morte per mezzo della maledizione che la tormenta. Così, quando Dymitr le offre una cura in cambio del suo aiuto, non ha altra scelta se non accettare.

Insieme, i due dovranno combattere contro il tempo e sfidare le ire del pericoloso mondo sotterraneo di Chicago...

Potrai acquistare “Quando Sei Tra i Corvi” su Amazon o in libreria, a partire dal 21 gennaio 2025.


“Faebound” di Saara El-Arifi

Se hai letto la mia recensione di “Faebound”, sai già che ho adorato il romantasy di Saara El-Arifi che riesce a combinare tutti i migliori tropes sui Fae e a fare del fattore trash un’arte in grado di conquistare qualsiasi fan di titoli come “Fourth Wing” e “Lore of The Wilds”.

Yeeran è una guerriera dell’armata degli elfi e, per tutta la sua vita, non ha conosciuto altro se non violenza e conflitti. Sua sorella minore, Lettle, sta cercando, invece, di guadagnarsi da vivere imparando l’arte della divinazione, alla ricerca di (impossibili) profezie su un futuro migliore.

Ma quando Yeeran commette un errore fatale, entrambe sono costrette ad avventurarsi nelle terrificanti terre selvagge oltre il confine. Lì, dovranno fronteggiare pericoli innominabili e si imbatteranno nell’impossibile: la leggendaria corte dei Fae

L’edizione italiana di “Faebound“, edita da Ne/oN, sarà disponibile in libreria e su Amazon a partire dal 15 gennaio 2025.


“Erin: The Beast Player” di Nahoko Uehashi

libri fantasy gennaio 2025 - erin the beast player

Sulla cover di uno dei libri fantasy previsti per gennaio 2025 compare anche un nome noto a chiunque ricordi l’incantevole romanzo giapponese “Moribito: Il Guardiano dello Spirito” (edito in Italia dalla Salani nel 2009).

La famiglia di Erin ha una responsabilità molto importante: occuparsi dei terrificanti serpenti acquatici che formano il nucleo dell’armata dell’impero. Ma quando alcune delle creature muoiono in maniera misteriosa, sua madre viene condannata a morte; con il suo ultimo respiro, la donna fa appena in tempo a mettere al sicuro sua figlia.

Sola e lontana da casa, Erin scopre presto di essere in grado di comunicare con i serpenti acquatici e con le maestose bestie volanti che proteggono la sua regina. Questa abilità le concede un grande potere, ovviamente. Ma la scaglia anche al centro di trame che potrebbero costare la sua vita…

L’edizione Fazi di “Erin: The Best Player” sarà disponibile su Amazon e in libreria a partire dal 14 gennaio 2025.


Continua a leggere

“L’Ultima Ora Tra i Mondi”: la recensione del rocambolesco (e romantico) libro fantasy di Melissa Caruso


l'ultima ora tra i mondi - melissa caruso - fazi

L’Ultima Ora Tra i Mondi” è il libro che segna il debutto italiano di Melissa Caruso, autrice di saghe fantasy piuttosto apprezzate negli USA (“Swords and Fire“, “Rooks and Ruin“).

Nel primo volume della sua nuova dilogia (“The Last Hour Beetween Worlds“) seguiamo una tenace investigatrice prodigio e la sua acerrima rivale, mentre si imbarcano in uno spericolato viaggio attraverso gli strati della realtà. Il tutto, con l’obiettivo di salvare la città, il mondo, e… il loro complicatissimo, irresistibile legame di amore e odio!

Per la serie: dopo la Giunti, anche la Fazi spalanca le porte al “sapphic fantasy“… E se questa non è una piccola vittoria, amico lettore, io davvero non so come altro chiamarla!


La trama

Per la prima volta, la mamma single Kembral Thorne sta per trascorrere qualche ora preziosa lontana dalla sua bimba appena nata, Emmie, ed è determinatissima a divertirsi il più possibile al ballo per l’inizio del nuovo anno. Ma quando gli ospiti cominciano a morire come mosche, Kem non ha altra scelta: deve rimettersi al lavoro.

Sebbene la sua licenza per la maternità sia ancora valida, Kem è ancora un membro della Gilda dei Segugi, dopotutto, e non riesce proprio a fare a meno di seguire la scia del pericolo. Soprattutto quando c’è di mezzo la sua nemesi personale e professionale, la famigerata ladra Rika Nonesuch. Una donna imprevedibile e davvero esasperante, che, forse, nasconde più di un asso nella manica…

Al cuore del pandemonio, ad ogni modo, si staglia un misterioso orologio che sembra in grado di scagliare la sala da ballo in uno strano e soprannaturale strato della realtà a ogni suo nuovo rintocco.

E così, mentre il party sprofonda in una serie di versioni sempre più pericolose e distorte della metropoli di Acantis che tutti conoscono, Kem potrà contare soltanto sul suo ingegno – e su Rika – per sbrogliare il mistero, prima che la catastrofe definitiva si sguinzagli sul mondo.


L’Ultima Ora Tra i Mondi“: la recensione

Non posso farci niente, è più forte di me: ogni volta che leggo la trama de “L’Ultima Ora Tra i Mondi” penso allo Spiderverse, a Jessica Drew e alla sua pausa-maternità forzata dall’Olimpo dei supereroi!

Piccole parentesi nerd a parte, ammetto di aver accolto l’annuncio della Fazi con suprema soddisfazione: tanto più che il romanzo di Melissa Caruso è arrivato nelle librerie italiane il 19 novembre 2024, addirittura con qualche giorno di anticipo rispetto alla data d’uscita in lingua originale.

In realtà, la recensione de “L’Ultima Ora Tra i Mondi” che stai per leggere fa riferimento all’edizione UK del libro. Cerca di capirmi: ho ricevuto la mia copia del romanzo nella box mensile targata Illumicrate e mi sono talmente innamorata delle fan-art pubblicate all’interno da non riuscire più praticamente a staccare loro gli occhi di dosso…

Mi sono ripromessa, però, di auto-regalarmi per Natale anche una copia della versione in traduzione (a opera di Veronica La Peccerella). Dopotutto, sento assolutamente il bisogno di supportare, nel mio piccolo, la scelta editoriale della Fazi: ho adorato questo strampalato, caotico, caleidoscopico e super-romantico romanzo fantasy di Melissa Caruso…


A spasso nel tempo con Kem e Rika!

Come accennavo poco fa, “L’Ultima Ora Tra i Mondi” rappresenta il primo volume di una nuova dilogia chiamata “Echo Archives“.

Ma, in realtà, Melissa Caruso è un’autrice che ha già all’attivo una mezza dozzina di pubblicazioni.

Tuttavia, rispetto alle sue opere precedenti, “L’Ultima Ora Tra i Mondi” ha sicuramente un taglio molto più rocambolesco e “cinematografico”.

Continua a leggere

“Gli Straordinari Fallimenti di Leopold Berry”: la nuova serie YA di Ransom Riggs arriva in Italia


gli straordinari fallimenti di Leopold Berry - Ramson Riggs

Gli Straordinari Fallimenti di Leopold Berry” è il libro fantasy che segna l’inizio della nuova saga per giovani lettori firmata da Ransom Riggs.

Due anni dopo l’addio (definitivo?) a Miss Peregrine e alla sua vivace covata di Bambini Speciali, l’autore americano si accinge, infatti, a inaugurare un nuovo, elettrizzante capitolo della sua carriera.

Il primo volume del ciclo (denominato “Sunderworld“) introdurrà il personaggio del giovane Leopold Berry – meglio conosciuto come “Larry”. Leopold è un ragazzo di Los Angeles tormentato da una serie di angoscianti allucinazioni, talmente potenti e sibilline da costringerlo a mettere in dubbio la sua stessa sanità mentale…


“Gli Straordinari Fallimenti di Leopold Berry”: la trama

Il diciasettenne Leopold Berry ha ricominciato a vedere delle cose molto strane intorno a Los Angeles.

Un uomo che infila un dente in un parchimetro. Una botola scintillante in un parcheggio. Un procione semi-meccanico dalla coda in fiamme, che si rifiuta di lasciarlo in pace.

Ogni allucinazione sembra ispirata a una sdolcinata serie televisiva degli anni Novanta chiamata “Le Avventure di Max a Sunderworld“. E, in realtà, è esattamente da lì che provengono le visioni di Leopold.

Non è un ottimo segno.

Nelle confuse settimane che seguono alla morte di sua madre, Leopold si è ritrovato a frugare in una scatola piena di cianfrusaglie già pronte per la spazzatura. E’ stato così che si è imbattuto in alcune videocassette della sola e unica stagione mai prodotta di quella serie. Da allora, il ragazzo si è ritrovato totalmente ossessionato dallo show.

Anche perché perdersi a Sunder gli ha sempre permesso di evitare due cose: il terribile dolore per la perdita della madre e l’amarezza derivata dalla consapevolezza di essersi trasformato in una terribile delusione per suo padre.

Ma poi le sue visioni tornano all’attacco, e Leopold chiede aiuto al suo amico Emmet. Insieme, i due scoprono che Sunder è sempre stato molto più di un semplice show televisivo, e che la stessa città di Los Angeles nasconde segreti molto più oscuri del previsto.


Visioni, avventure e roditori meccanici a Sunder

L’editore americano ha messo a disposizione, su Reactor una parte del primo capitolo del nuovo romanzo “The Extraordinary Disappointments of Leopold Berry”.

Una manciata di pagine che si rivelano più che sufficienti, secondo me, a riconoscere la peculiare “impronta” stilistica di Ransom Riggs.

Il suo nuovo eroe, Leopold, è un ragazzo introverso e follemente appassionato di un vecchio show televisivo fantasy che sembra incarnare appieno il concetto di “vintage”. Nel primo capitolo del romanzo, lo vediamo annaspare per sottrarsi all’influenza del padre, un self-made man dall’indole ambiziosa e tirannica.

Quest’ultimo, infatti, non sogna altro che di vedere il figlio iscriversi all’università per diventare un avvocato d’alto profilo o, magari, un esperto in transazioni finanziarie.

Il cuore di Leopold, in realtà, batte soltanto per l’arte del montaggio cinematografico e per l’immaginaria Sunder. Ma l’autorità paterna sembra talmente spropositata da rischiare di schiacciare la personalità del ragazzo…

Dal brano, del resto, possiamo ricavare anche un primo assaggio delle vivide allucinazioni di Barry, le stesse citate in quarta di copertina.

Per quanto mi riguarda, devo ammettere che mi ha incuriosito moltissimo la recensione de “Gli Straordinari Fallimenti di Leopold Berry” pubblicata su Publisher Weekly:

«Lo storytelling di Riggs è incandescente, il suo worldbuilding squisito, e la sua vivida caratterizzazione dei personaggi inaugura una serie propulsiva che sovverte il trope del Prescelto attraverso l’inserimento di un eroe che si costruisce da solo, imparando a scegliere se stesso.»

Continua a leggere

“Daughter Of The Bone Forest”: la recensione del romantasy di Jasmine Skye


Daughter of the Bone Forest recensione - Jasmine Skye

Non si sta parlando neanche remotamente abbastanza di “Daughter Of The Bone Forest” di Jasmine Skye, e nulla mi toglierà mai dalla mente questa semplice verità.

Eppure, nonostante si tratti di un romanzo d’esordio, ti assicuro che il primo volume della dilogia “Witch Hall” si è rivelato davvero buono: avvincente, scorrevole, ravvivato da tematiche interessanti e corredato da un sistema magico che rispetta ogni singola Regola della Magia di Brandon Sanderson.

Come potrebbe – e, soprattutto, perché mai dovrebbe – un affezionato lettore di YA commettere l’errore di non aggiungere questo titolo in wish-list?

Certo, a patto di amare gli animali. E il trope dell’accademia magica. E l’estetica della “dark forest“. Ma siamo onesti… chi è che non stravede per queste cose? ;D


La trama

Rosy è un famiglio delle ossa, dotata del potere di trasformarsi in animale. Trascorre la maggior parte dei suoi giorni all’interno della Foresta delle Ossa, prendendosi cura di sua nonna, una veterana dell’esercito che tende a sprofondare spesso in uno stato aggressivo e ferale.

La nonna ha insegnato a Rosy che nascondere l’entità dei suoi poteri è l’unico modo per restare al sicuro e assicurarsi di evitare la coscrizione nell’esercito del Re delle Streghe. E Rosy è fin troppo felice di compiacere la nonna… almeno fino a quando la Principessa Shaw, unica figlia ed erede del Re, non si reca in visita nella Foresta.

Non appena Rosy salva la vita di Shaw, la principessa – una potente necromante – le offre la possibilità di frequentare la prestigiosa Witch Hall, una scuola di magia riservata all’istruzione delle streghe e dei loro famigli.

Nonostante si trovi a diffidare delle reali intenzioni di Shaw, Rosy non riesce a resistere alla tentazione offerta da un’opportunità del genere: dopotutto, a Witch Hall potrebbe essere disponibile l’unica cura esistente contro gli episodi maniacali di sua nonna…

Tuttavia, una volta giunta all’accademia, Rosy si ritrova invischiata in giochi politici che non è in grado di comprendere. Shaw vorrebbe che la ragazza entrasse a far parte del suo entourage, o addirittura che si legasse a lei, diventando il suo famiglio e accettando di vivere e combattere al suo fianco per il resto delle loro vite.

Ma, con la minaccia di una guerra sanguinaria all’orizzonte, Rosy desidera soltanto tenersi fuori dai guai fino al giorno del diploma e trovare un modo per salvare sua nonna. Tuttavia, neppure lei può negare la crescente attrazione che prova per Shaw, o la rassicurante sensazione di calore che la magia della necromante riesce a risvegliare in lei…


“Daughter Of The Bone Forest”: la recensione

Il romanzo di Jasmine Skye va a collocarsi felicemente all’interno di molti dei nuovi trend dominanti in materia di romantasy. La sovrapposizione fra i due generi (fantasy e romance) si dimostra pienamente efficace e più che palese, dal momento che la relazione fra Rosy e Shaw (che sarà, a quanto pare, la protagonista assoluta del secondo tomo della dilogia, “Daughter of the Cursed Kingdom“…) rappresenta il cuore pulsante della narrazione.

Tuttavia, non si può negare che il “retroterra” di “Daughter Of The Bone Forest” affondi le sue radici in alcuni elementi strettamente legati al genere del fantasy classico. Tanto per cominciare, fra le sue pagine non è possibile rinvenire traccia di tutti quei contenuti sessuali espliciti che, nell’era del BookTook post-Cinquanta Sfumature di Grigio, sembrano andare tanto per la maggiore.

L’autrice predilige, semmai, giocarsi la carta dell’affinità e della compatibilità caratteriale, offrendo ai lettori il ritratto di una relazione tormentata da mille sfumature emotive e contrastata da ostacoli esterni e interni di ogni tipo.

Nel procedere su questa strada, calca la mano sulla componente avventurosa e lavora tantissimo sul worldbuilding e sul sistema magico, attualizzando la maggior parte dei tropes legati alla narrativa fantastica di stampo “tradizionale” (non per niente, Jasmine Sky cita Tamora Pierce e Robin McKinley fra le sue autrici del cuore…) ed evocando un mondo che, pur rifiutando con forza di aderire a qualsiasi forma di razzismo, misoginia o eteronormatività, le permette comunque di esplorare le universali tematiche del pregiudizio, del classismo, dell’attivismo e dell’eterna lotta del Bene contro il Male.


Una variante intrigante sul tema dei “soulmates”…

Bisognerebbe assolutamente inventare un nome per l’alternativa saffica al trope dell’“he fells first“…

Ad ogni modo, sappi che, in “Daughter Of The Bone Forest”, è Shaw, la principessa necromante, a innamorarsi per prima di Rosy, questa simpatica e rubizza “horse girl” cresciuta in un ranch e capace di trasformarsi nel più protettivo e feroce dei lupo stregati.

L’arco trasformativo di Rosy non mi ha convinto proprio al 100%, perché… Bè, senti, sono la prima a sostenere la necessità di lasciar commettere una carovana di errori a un personaggio, prima di permettergli di imparare la lezione. Ma esiste un limite oltre al quale a qualsiasi lettore viene spontaneo farsi domande circa le facoltà cognitive dell’eroe/eroina in questione… potrebbe essere meglio, per un autore, non arrischiarsi a superare quel confine.

Ho apprezzato molto, in ogni caso, la caratterizzazione di Rosy, estremamente vivida e dotata di una concretezza rarissima da trovare all’interno di un romanzo fantasy. Ancora di più mi è piaciuta l’idea di creare un mondo tutto organizzato attorno a questi simbiotici (e viscerali) legami fra strega e famiglio, che vanno un po’ a sostituire/integrarsi con il classico trope dei “soulmates” predestinati.

Continua a leggere

“Wicked: Parte 1”: la recensione del film che riscrive la storia delle streghe di Oz


wicked parte 1 recensione

Ho visto il film musical sulla strega verde e mi è piaciuto un sacco: questa è la frase che incarna, in soldoni, tutta l’essenza della mia recensione di “Wicked: Parte 1”!

Prima di andare avanti a leggere l’articolo, ti invito a tenere conto di due semplici fatti:

1) L’autrice di questo articolo, una millenial palesemente disadattata, adora andare a vedere i musical al cinema e ha fatto in modo di non perdersene uno dai tempi dell’uscita del “Moulin Rouge!”. Ciononostante, ci tengo a precisare che non ho mai assistito a uno spettacolo dal vivo e che le mie competenze musicali equivalgono a quelle di un ragazzino delle medie alle prese con la sua prima lezione di flauto…

2) Non mi è mai andato particolarmente a genio il libro di Gregory Maguire a cui “Wicked” è ispirato. Probabilmente perché si tratta di uno scritto che si legge, più che come un romanzo vero e proprio, come una graffiante satira politica e un arguto commentario sociale.

Per fortuna, alla resa dei conti, l’affinità fra il libro e il film si rivela abbastanza marginale… Perciò, se ti aspetti un adattamento fedele (o se, dopo aver adorato questa prima parte della storia di Elphaba e Galinda in versione cinematografica, ti è venuta una mezza tentazione di acquistare lo splendido volume targato Mondadori…) tieni conto delle debite differenze e non rischierai di imbatterti in qualche (evitabilissima) delusione.


Di cosa parla “Wicked: Parte 1”?

La versione cinematografica di “Wicked”, al pari della sua controparte teatrale, si concentra sulla complessa storia d’amicizia, complicità e rivalità fra le due streghe di Oz Elphaba (Cynthia Erivo) e Galinda (Ariana Grande).

In particolare, questo primo film segue gli anni giovanili della loro formazione e i loro studi presso la prestigiosa accademia di magia Shiz.

A causa di un momento di disattenzione da parte di sua madre, Elphaba, la futura Strega dell’Ovest, nasce con la pelle verde e un destino che sembra già segnato da pregiudizio, oscurità e miseria. Tuttavia, nel momento in cui la stimatissima Madame Morrible (Michelle Yeoh) si rende conto dello straordinario potenziale magico di Elphaba, la ragazza viene caldamente invitata a iscriversi alla Shiz e a coltivare il suo talento verso le complesse arti stregonesche.

Nel giro di poco tempo, la sua indole introversa e anticonformista la renderà un facile bersaglio per lo scherno dei compagni.

Tuttavia, grazie all’incontro/scontro con l’eterea e popolare Galinda (la futura “Strega Buona” del mondo di Oz…), la vita della solitaria Elpheba andrà incontro a una svolta imprevista…


“Wicked: Parte 1” – la recensione

Hai presente quando si parla di quei rari momenti-cardine nella vita di ciascuno di noi?

Uno di quei cinque o sei eventi di natura straordinaria, attorno ai quali il resto della nostra esistenza e della nostra personalità sono destinate a strutturarsi?

Ecco. Per le protagoniste di “Wicked: Prima Parte”, uno di questi “perni” coincide senz’altro con l’incontro fra Elphaba e Galinda. Un “meet-cute che rappresenta, ovviamente, soltanto il primo beat dello sfiziosissimo trope “Golden Retriever X Black Cat“; un pattern che la sceneggiatura porta avanti, con deliberata consapevolezza e il pieno supporto del suo cast artistico, fino al commovente finale, passando per l’emotivamente carico midpoint (l’iconica scena del ballo).

Non c’è bisogno che sia io a dirtelo: nulla di tutto questo sarebbe stato possibile, se le due attrici protagoniste non avessero dimostrate di essere praticamente nate per questi due ruoli. O se Erivo e Grande non avessero instaurato una chimica incredibile sul set di “Wicked”, riuscendo ad armonizzare le loro voci e le loro interpretazioni in maniera strepitosa.

In effetti, attraverso lo schermo, hai l’impressione di riuscire a cogliere l’immenso livello di devozione riversaton all’interno di questo progetto non soltanto da loro, ma anche da parte degli altri attori e del cast tecnico.

Il risultato, magnetico e coinvolgente, è un blockbuster che riesce a tenerti incollato alla poltrona per centossessanta minuti e a lasciarti senza fiato, soprattutto al cospetto dell’inevitabile cliffhanger di fine prima parte…


Una possibilità di volare

Se hai un’indole giocosa, una vivida immaginazione e un grande amore per la musica, non puoi rischiare di perderti “Wicked: Parte 1” sul grande schermo.

Questo film è una festa sensoriale, una spettacolare ostentazione di sinergia, passione e talento, amalgamate insieme a creare un’esplosione di movimento, suono e colori. Un grande, irresistibile “giocattolone” concepito per emozionare e divertire. Ma anche un tripudio di effetti speciali, coreografie pazzesche e scenografie eccentriche, che rischiano di passare in secondo piano soltanto perché, fortunatamente, la colonna sonora si rivela all’altezza delle aspettative e la storia cattura alla perfezione.

Continua a leggere

“Qualcuno in cui fare il nido”: la recensione del “mostruoso” (ma bellissimo!) libro di John Wiswell


qualcuno in cui fare il nido recensione - fantasy - john wiswell

Se ti è capitato di leggere altre recensioni di “Qualcuno in cui fare il nido”, probabilmente sai già che si tratta di un libro un po’ matto.

E, tanto per mettere in chiaro le cose, non sarò certo io a smentire questa impressione: il romanzo del bravissimo John Wiswell è davvero qualcosa di eccentrico, peculiare, pazzesco… ma si dà il caso che sia anche dolcissimo, intimista, commovente, vagamente creepy e una testimonianza diretta della straordinaria sensibilità del suo autore.

Insomma, uno di quei rari libri che non leggi tanto perché la trama ti ispira, o per via dei tropes e delle vibes accattivanti, quanto perché sospetti che riuscirà a lasciarti in eredità un’emozione profonda e duratura


La trama

Shesheshen è una mutaforma, felice di vivere sotto le sembianze di un globo informe in fondo a un maniero in rovina. Soltanto quando il suo riposo viene interrotto da un gruppo di scortesi cacciatori di mostri, inizia a costruirsi un corpo usando i resti dei suoi pasti passati: una catena di metallo a mo’ di spina dorsale, delle ossa prese in prestito come arti, e una trappola per orsi come bocca extra.

A causa dei cacciatori, Shesheshen rimane gravemente ferita. Per fortuna, a prendersi cura di lei provvede Homily, un’umana dall’indole gentile e il cuore gigantesco. Nel giro di poco tempo, Shesheshen si rende conto che Homily potrebbe diventare una splendida co-genitrice; il suo corpo, caldo e accogliente, il “luogo” ideale in cui deporre le sue uova, in modo tale che i loro piccoli possano nutrirsi di Homily al momento della nascita.

Eppure, non appena le due cominciano ad avvicinarsi, Shesheshen si rende conto che divorare la sua ragazza non è un’opzione accettabile.

Ma proprio nel momento in cui Shesheshen sta per confessare la sua identità, Homily le rivela qualcosa di altrettanto sorprendente: anche lei si è messa a caccia di una creatura mutaforma… la stessa che, a quanto pare, in passato ha lanciato una terribile maledizione sulla sua famiglia e decretato la rovina della sua dinastia. Non è che per caso Shesheshen l’ha vista da qualche parte, vero?

Dal momento che Shesheshen non ha maledetto proprio nessuno, toccherà a lei scoprire perché l’abusiva famiglia di Homily pensa che l’abbia fatto. Ma mentre la caccia va avanti, e si fa sempre più letale, la sfida più grande di tutte rimarrà sempre la stessa: imparare, finalmente, a costruirsi una vita insieme – piuttosto che dentro – la donna che ama.


“Qualcuno in cui fare il nido”: la recensione

L’umanità, vista da fuori: da chi umano non è, non sarà mai e non è mai stato.

Quali sarebbero, secondo te, le prime idiosincrasie dell’umanità a saltare all’occhio?

Impossibile prevedere la risposta, ma qualcosa mi dice che potrebbe assomigliare, in maniera scandalosa, a quella punta di mostruosità che, ormai, facciamo sempre più fatica a ignorare perfino dall’interno.

Da parte di John Wiswell, affidare il punto di vista della narrazione alla “creatura mostruosa” Shesheshen – una sorta di “blob” mutaforma, fagocita-carcasse e dotato di uno spassosissimo black humor – si è rivelata senz’altro la scelta vincente.

Non per niente, la protagonista di questa storia è uno dei personaggi non-umani e sprovvisti di cuore più sensibili e umani di cui io abbia mai letto. E se ti sembra un po’ un ossimoro, bè, probabilmente è perché lo è, ma tu prova a leggere “Qualcuno in cui fare il nido” e capirai perfettamente che cosa intendo!

Ora…

Questa nuova pubblicazione targata Ne/oN Edizioni si avvale di una struttura characters-driven; il che vuol dire che non si tratta di una storia, necessariamente, adatta ai gusti del pubblico in senso più largo. Dopotutto, la storia affronta tematiche difficili e si concentra molto sul concetto di trauma, soprattutto nella sua variante generazionale.

I protagonisti, poi, non sono i tuoi classici, avvenenti e ammiccanti eroi da romantasy in cima alle classifiche di vendita del New York Times; sono, semmai, degli adulti complicati, danneggiati, dolorosamente consapevoli delle imperfezioni dei rapporti che ci legano.

Imperfezioni che, in realtà, rendono le nostre relazioni più forti e più autentiche, proprio perché non esiste strumento di guarigione più potente dell’empatia che risiede alla base di ogni (vera) storia d’amore…


Il cozy fantasy con… la pelliccia e i denti!

“Qualcuno in cui fare il nido” incarna l’essenza di un cozy fantasy, letto però dalla prospettiva di una (specie di) viverna: il che vuol dire che, assieme ai fuochi scoppiettanti, alle pozioni e ai cestini ricchi di vivande, potrai aspettarti di trovare al suo interno orde di corpi sventrati, grumi di frattaglie grigiastre pronte a trasformarsi in companion e accoglienti fonti sotterranee traboccanti di resti umani.

A mo’ di aggiunta, un paio dei miei archetipi da villain preferiti: la Madre Soffocante e due Sorelle Sadiche, accompagnate da un intero esercito di soldatini pusillanimi tutti-da-detestare.

Continua a leggere

“Agatha All Along”: la recensione della serie tv Marvel che ha (finalmente!) riportato le streghe in tv


Agatha all along banner

Da quanto tempo stavo aspettando di pubblicare la recensione di “Agatha All Along”?

Quasi un mese, ormai. Mi sono ufficialmente trasformata nella proverbiale tizia incaricata di chiudere la parata; e c’è da dire che, nel caso specifico in questione, mi rammarico del ritardo addirittura più del solito.

Anche perché ti assicuro che ho seguito fedelmente, ogni settimana, gli episodi rilasciati su Disney+. Anzi… La verità è che mi sono ritrovata a fagocitarli, in preda a un considerevole livello di adorazione!

E… sì, lo so: dal mio punto di vista personale, pare abbastanza chiaro che “Agatha All Along” poteva soltanto ambire diventare LA serie Marvel per antonomasia. La prima e unica pensata, scritta a interpretata avendo la sottoscritta come rappresentante del proprio pubblico ideale, anziché il classico trentenne maschio che va a letto indossando i boxer di Spider-Man e sognando di avere il savoir faire di Iron-Man (ehi, guarda che non sto mica criticando, eh? Sarà dal 2019 che vado a dormire ogni sera indossando la mia t-shirt viola di Captain Marvel…).

Voglio dire, quando gli ingredienti di uno show televisivo sono:

  • una squinternata congrega di streghe;
  • delle irresistibili vibes in stile “Hocus Pocus”;
  • una protagonista moralmente ambigua, trickster e queer;
  • un pizzico di sapphic yearning;
  • Kathryn Hahn + Aubrey Plaza = ♥…

… come diavolo puoi spettarti di piazzare me davanti al televisore e non fare centro?

Eh, già. La cosa che mi ha intrippato di più, però? Una volta tanto, ho potuto condividere il mio entusiasmo per qualcosa di eccentrico, ben fatto e diverso con il resto del grande pubblico…


Di cosa parla “Agatha All Along”?

“Agatha All Along” è uno spin-off della monumentale miniserie “WandaVision“, a sua volta disponibile sulla piattaforma streaming Disney+.

Dopo la partenza di Wanda (Elizabeth Olsen) da Westview, la strega Agatha è rimasta in città, prigioniera di un incantesimo dalle condizioni alquanto peculiari.

Agatha ha perso buona parte della sua magia. Non ha memoria del suo passato e si crogiola in una lunga serie di allucinazioni derivate dalla sua vasta conoscenza di telefilm polizieschi e/o a sfondo procedurale (qualcuno ha detto “Mare of Easttown“, per caso?).

Tuttavia, l’arrivo di una vecchia nemesi e di un misterioso ragazzino la spingeranno a formare una nuova congrega e a imbarcarsi in una lunga e pericolosa quest per la riconquista dei suoi poteri…


Giù, giù, giù per la Strada della Strega…

Prima di “Agatha All Along”, diciamo che non avevo proprio litigato con il MCU. Ma quasi.

Non mi è piaciuto il modo in cui hanno gestito la metà dei progetti post-Endgame. E sì, sto deliberatamente includendo nella lista il simpatico “The Marvels“: perché, anche se l’ho trovato divertente, piacevolmente fresco e genericamente ca**one, sappiamo tutti che il film avrebbe potuto ambire a rappresentare l’inizio di qualcosa di grande, anziché accontentarsi di incarnare una momentanea parentesi di leggerezza e demenzialità.

Miss Marvel“, dal canto suo, rappresenta forse un’iniezione di contagioso ottimismo multiculturale; ma la forzata giovialità di “She-Hulk” risulta deprimente persino per una millenial abituata agli exploit di “Ally McBeal”, mentre “Moon Knight” ha segnato la più importante scoperta contro l’insonnia dai tempi della creazione del Valium.

Di “Quantumania“, onestamente, mi rifiuto anche soltanto di parlare.

Insomma, ultimamente era andata così.

E poi, d’un tratto, dal nulla, eccoti arrivare una piccola bomba del calibro di “Agatha All Along”. Con la sua sceneggiatura brillante e i suoi dialoghi esilaranti, i suoi personaggi larger-than-life e il suo tormentone autunnale degno della Digital Song Chart Record…

Pronta a dimostrare, semmai ce ne fosse stato bisogno, che i troll della domenica sera non hanno mai capito una cippa. Non è del ritorno trionfale di quel bolso di Robert Downey Jr. nei panni del Doctor Doom, che il MCU ha bisogno; né di qualsiasi altro patetico stunt pubblicitario dello stesso tipo.

E’ soltanto di buone storie, che noi fan di vecchia data abbiamo bisogno. Di tematiche universali, scene d’azione che non siano lì soltanto per fare “boom” e “bang” , e di archetipi in grado di risuonare con i nostri con i nostri sogni, le nostre paure e le nostre esperienze.

E, soprattutto, di registi e sceneggiatori che, come Jac Schaeffer e la sua squadra, dimostrino una grande consapevolezza di quelle che sono le aspettative del pubblico e delle varie potenzialità espressive in dotazione ai loro medium…


Chi non risica, non rosica?

Da questo punto di vista, “Agatha All Along” ha rappresentato, forse, una scommessa rischiosa per la Marvel. Lo testimoniano il budget moderato, e la lunga serie di flop che ha preceduto il debutto dei suoi primi episodi.

Eppure, a mio avviso, la scarsità di fondi (relativamente parlando, si capisce…) in realtà ha soltanto giocato a favore dello show, perché ha costretto la showrunner a concentrarsi su ciò che conta davvero: un buon uso delle tecniche di storytelling, un intreccio in grado di stimolare le capacità deduttive dello spettatore, e un cast di attori che sembrano praticamente nati per interpretare i ruoli assegnati loro in questa serie!

Continua a leggere