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“Fear Street: Prom Queen”: la recensione del film horror targato Netflix


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Scrivere una recensione di Fear Street – Prom Queen vuol dire, prima di tutto, confrontarsi con una domanda amletica: quanto è brutto, da uno a dieci, questo ennesimo slasher prodotto e distribuito da Netflix?

Il mio parere personale? Il film di Matt Palmer raggiunge il punteggio massimo nei campi dell’inutilità, della mancanza di ispirazione e della sciatteria. Essendo una grande fan della trilogia cinematografica “originale” di Fear Street, devo ammettere che questa critica mi pesa in modo particolare.

Ma quando ti trovi davanti a un pasticcio del genere, diventa davvero difficile giustificare un’assenza di idee così plateale; senza contare la mediocrità del cast e l’incredibile banalità della sceneggiatura…


Di cosa parla Prom Queen?

Il quarto capitolo del franchise Fear Street, ambientato nel 1988, segue l’aspirante reginetta del ballo Lori (India Fowler), una liceale tormentata da uno scabroso passato. Lori è sempre stata un’emarginata, ignorata da tutti tranne che da Megan (Suzanna Son), la sua inseparabile amica del cuore goth.

Lori si iscrive alla competizione con la speranza di riscattare il proprio nome e conquistare Tyler (David Iacono), il belloccio dagli occhi tristi di cui è sempre stata innamorata.

Ma la nostra eroina sta per scoprire che il ballo dell’ultimo anno è un affare che gli studenti e il corpo insegnante della scuola superiore di Shadyside prendono piuttosto sul serio.

Così, quando un assassino mascherato comincia a eliminare le concorrenti al prestigioso titolo di reginetta, Lori e Megan si troveranno ad affrontare una minaccia ben più pericolosa delle prepotenze della perfida Tiffany (Fina Strazza) e della sua banda di bulle…


Prom Queen: la recensione del quarto film della serie Fear Street

Lo spauracchio e le reginette del ballo

Essere magnanimi significa essere disposti a riconoscere che la seconda parte di Prom Queen funziona (anche se solo un po’) meglio della prima. Tuttavia, ammetto di aver faticato ad arrivare a questa conclusione : per quanto possa apprezzare i b-movie, i teen-slasher e le numerose assurdità scaturite dalla fervida immaginazione di R. L. Stine, non credo si possa fare a meno di storcere il naso di fronte all’invasione di cliché che infarcisce la sceneggiatura dl film di Matt Palmer, o trattenersi dall’alzare gli occhi al cielo al cospetto dell’estrema prevedibilità di buona parte dei suoi twist.

Guardare Prom Queen, in un certo senso, ti fa pensare a Mean Girls (mi riferisco al cult originale del 2004, ovviamente…), più che a Carrie o a So Cosa Hai Fatto. La differenza sta nel fatto che le battute non fanno ridere, e la totale mancanza di originalità delle scene rischia di trascinarti in uno stato di torpore assoluto.

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9 film simili a “Un Piccolo Favore” da recuperare in streaming


Trovare film simili o affini a Un Piccolo Favore non è la cosa più semplice del mondo, perché il thriller psicologico di Paul Feig ha una personalità molto forte e delle vibes piuttosto inconfondibili.

Tuttavia, all’interno di ciascuno dei titoli che sto per consigliarti, riconoscerai degli elementi che richiamano alcune delle caratteristiche principali di Un Piccolo Favore e del suo divertente sequel (ti ho proposto la recensione di Un Altro Piccolo Favore soltanto pochi giorni fa, ricordi?).

Perciò, che si tratti di un’amicizia tossica ma-inossidabile, delle disavventure di una spericolata antieroina disposta a tutto pur di raggiungere i suoi obiettivi, o di un avvincente mistero hitchcockiano da svelare a colpi di rivelazioni al vetriolo… preparati: il colpo di scena sbalorditivo è sempre dietro l’angolo!


9 film thriller simili a Un Piccolo Favore

I Care a Lot

film simili a un piccolo favore - i care a lot

Una tutrice legale corrotta, che ha l’abitudine di svuotare i risparmi degli anziani che assiste, si trova di fronte a una sfida inaspettata nel momento in cui incontra una donna, apparentemente intenzionata a truffarla, che si rivela molto più astuta e pericolosa di quanto sembri.

Per citare Screen Rant, esattamente come in Un Piccolo Favore, la protagonista di I Care a Lot è un personaggio che farebbe qualsiasi cosa pur di mantenere il suo status. Il film di J. Blakeson si divertente a sbeffeggiare lo spettatore mentre denuncia le magagne del sistema di assistenza americano (e non), proponendoci il duello senza esclusioni di colpi fra Maria (interpretata da una squisita, sgradevolissima e biondissima Rosamund Pike), la pensionata senza famiglia Jennifer (Dianne West) e il figlio mafioso di quest’ultima, Roman (Peter Dinklage).

Divertente e godibile, il film inciampa un po’ nel finale… Ma lascia il pubblico in preda a un’apprezzabile sensazione di (divertito) stordimento e dolceamara complicità.


Saltburn

Proseguiamo la nostra carrellata di film simili a Un Piccolo Favore parlando di un titolo che mette al centro un altro rapporto d’amicizia ambiguo, tossico e disturbante.

Ambientato a Oxford e nel Northamptonshire, la chiacchieratissima opera di Emerald Fennell segue la storia di uno studente di Oxford che sviluppa un’ossessione per un compagno di studi popolare e aristocratico, il quale lo invita poi a trascorrere l’estate nella tenuta della sua eccentrica famiglia.

Ricchissima di scene iconiche e indifferente alla prospettiva di ogni possibile controversia, la sceneggiatura di Saltburn brilla soprattutto per i suoi dialoghi sferzanti e per la sbalorditiva interpretazione di Barry Keoghan, qui nei panni di un novello Mr Ripley dall’ammaliante potere mimetico.

Da non perdere!


The Wasp

Carla, incinta di sette mesi e madre di quattro figli avuti da padri diversi, lavora come cassiera a Bath, in Inghilterra. Un giorno riceve un messaggio da Heather, sua migliore amica ai tempi della scuola, con cui non aveva più avuto contatti da anni. Heather, che ha provato senza successo a rimanere incinta insieme al marito Simon, chiede a Carla un favore inquietante: eliminare Simon, convinta che questi la tradisca…

Il thriller psicologico The Wasp, basato su uno spettacolo teatrale di Morgan Lloyd Malcom, si avvale delle preziose interpretazioni di Naomi Harris e Natalie Dormer. Essendo un film ricco di colpi di scena e momenti sorprendenti, il modo migliore per apprezzarlo appieno è iniziare la visione avendo familiarità soltanto con quegli elementi davvero essenziali della sua trama imprevedibile.

Se pensi che il rapporto fra le due protagoniste di Un Piccolo Favore si trovi a un solo passo dall’abuso psicologico e che la Emily di Blake Lively sia una bulla fatta e finita, bè… Tu aspetta di conoscere Carla e Heather!


Eileen

film simili a un piccolo favore - eileen

In Massachusetts, nel 1964, un’eccentrica guardia carceraria di nome Eileen si divide fra le responsabilità di una vita lavorativa monotona e degradante e la cura del padre, un ex-capo della polizia alcolizzato e sempre pronto a sfogare le sue paranoie su di lei.

Un giorno, però, al penitenziario arriva una giovane psicologa di nome Rebecca che, con i suoi modi da femme fatale raffinata ed elegante, cattura immediatamente l’immaginazione di Eileen e riesce a sedurla. Nessuna delle due, però, può immaginare l’entità delle conseguenze che questo incontro travolgente scatenerà…

Sardonico e riflessivo, il thriller psicologico Eileen ipnotizza lo spettatore grazie alle interpretazioni magnetiche di Anne Heathway e Thomasine McKenzie, ai suoi ritmi dilatati e alla sua fotografia patinata, esteticamente immersiva e coinvolgente… per poi spezzare la trance con un twist finale folgorante, scagliando chi guarda in un limbo di dubbi, catarsi e suspense mozzafiato!


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“Un Altro Piccolo Favore”: la recensione del film con Blake Lively e Anna Kendrick


 un altro piccolo favore recensione - prime video

Scrivere e pubblicare la recensione di Un Altro Piccolo Favore vuol dire, per prima cosa, riconoscere il mio profondo affetto per la filmografia di Paul Feig.

Un regista veterano di commedie “ibride” che, pur non avendo ancora girato capolavori assoluti della settima arte, ha dimostrato, nel tempo, di poter conquistare il pubblico con la sua firma inconfondibile: un mix di humor dissacrante, una notevole capacità di orchestrare la messa in scena e una sensibilità particolare per la psicologia femminile.

Da questo punto di vista, Un Altro Piccolo Favore, sequel dell’adattamento del bestseller di Darcey Bell, non rischia assolutamente di deludere le aspettative. Ami il carismatico duo formato da Blake Lively e Anna Kendrick? Vai pazza per l’esplosiva dinamica fra i loro personaggi, fatta di battibecchi graffianti e una “strana” tensione che sembra alimentare ogni loro bisticcio e conversazione?

Non perderti questo film su Prime Video, allora. E preparati a fare una bella scorpacciata di gag irresistibili, misteri inspiegabili e glamour a volontà…


Di cosa parla Un Altro Piccolo Favore?

Stephanie (Kendrick) ha pubblicato un libro tru-crime ispirato alle sue passate vicende con Emily (Lively). Tuttavia, il successo previsto dagli editori tarda a materializzarsi, lasciandola alle prese con la difficoltà di conciliare la cura del figlio e la gestione del suo vlog dedicato alle mamme appassionate di misteri.

Un giorno, però, Emily fa irruzione nel corso della presentazione della sua opera e si prepara a mandare di nuovo a gambe all’aria la vita della sua ex-migliore amica: Emily, infatti, annuncia di essere sul punto di convolare a nozze con Dante Versano (Michele Morrone), un aitante milionario italiano.

Emily vuole che Stephanie sia la sua damigella d’onore e che la segua immediatamente sull’isola di Capri, nello splendido resort turistico in cui sta per tenersi il matrimonio.

Stephanie ha tutte le ragioni del mondo per diffidare della “bionda senza volto” che la ha stravolto l’esistenza e temere che Emily si stia preparando a tenderle un altro dei suoi machiavellici tranelli.

Nonostante questo, tentata dall’opportunità di ottenere nuova visibilità per il suo lavoro, decide di fare le valige e seguire la sua nemesi in capo al mondo…


Un Altro Piccolo Favore: la recensione del film

Sospetto che gli amanti del thriller troveranno la prima parte di Un Altro Piccolo favore avvincente e suggestiva, e la seconda metà… un po’ meno brillante, soprattutto dal punto di vista dello showdown e della risoluzione del mistero. E, sì… Tutte quelle battute sull’incesto, verso il finale, hanno iniziato a lasciare un po’ perplessa anche me.

A mio avviso, però, i pregi del film superano di gran lunga i difetti. Soprattutto dal momento che la pellicola riesce a svolgere benissimo il suo compito: tenere lo spettatore incollato allo schermo e strappargli qualche brivido di anticipazione, un paio di sospiri/sussulti di tensione e parecchie risate!

La pellicola riesce a centrare l’obiettivo, fra l’altro, malgrado i vari passi falsi di una sceneggiatura fin troppo incline all’assurdità e agli inside joke fra personaggi e spettatore. Gran parte del merito va attribuita al fascino magnetico del cast, senza dubbio… ma anche alla capacità di Feig di coordinare e dirigere ogni membro del gruppo. Feig riesce, infatti, a valorizzare le intuizioni di ciascun attore senza cedere il controllo della narrazione e, soprattutto, mantenendo ben saldo il timone della storia.

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5 film (o serie tv) tratti dai libri che vedremo in streaming a maggio 2025


Quali film o serie TV, ispirati ai libri, ci attendono a maggio 2025 sulle numerose piattaforme di streaming a nostra disposizione?

L’elenco che segue non pretende certo di essere completo (anche perché non è possibile escludere altre aggiunte dell’ultima ora, all’interno dei rispettivi cataloghi…). Eppure, tra le tante opzioni a nostra disposizione, per ora sono questi i titoli che hanno acceso la mia curiosità e che sembrano spiccare per appeal e potenzialità…


Maggio 2025: le serie tv e i film ispirati ai libri che potremo vedere su Netflix, Prime ecc.

Fear Street: Prom Queen

film maggio 2025 in streaming - prom queen

Regia: Matt Palmer

Genere: Horror YA

Piattaforma: Netflix

Da quale libro è tratto: Tutti i film della serie Fear Street (per ora, 1994, 1978, 1666 e Prom Queen…) si ispirano a uno o più titoli dell’omonima collana per ragazzi di R. L. Stine. In particolare, Prom Queen è l’adattamento del libro intitolato L’Ultimo Ballo (pubblicato in Italia da Mondadori e disponibile su Amazon).

Una curiosità interessante a proposito di Stine: sapevi che, soltanto pochi mesi fa, è approdata su Disney+ la seconda stagione di Goosebumps – Piccoli Brividi, lo show ispirato ad alcuni dei suoi romanzi più iconici degli anni Novanta?

Di cosa parla Prom Queen?

Bentornati a Shadyside! In questa nuova puntata della sanguinosa saga di Fear Street, la stagione dei balli di fine anno alla Shadyside High è iniziata e le ragazze più popolari hanno già fatto branco, impegnate nelle loro solite, dolci ed efferate campagne per la corona.

Ma quando una coraggiosa outsider viene inaspettatamente nominata alla corte e le altre ragazze iniziano a scomparire misteriosamente, la classe dell’88 si ritrova improvvisamente a vivere una serata di ballo… da urlo!

Prom Queen arriverà su Netflix il 23 maggio. La mia recensione ti aspetta QUI.


Un Altro Piccolo Favore

un piccolo favore - poster prima video

Regia: Paul Feig

Genere: Thriller

Piattaforma: Prime Video

Da quale libro è tratto? Bè, tecnicamente parlando, Un Altro Piccolo Favore non è proprio l’adattamento diretto di un romanzo specifico. Tuttavia, ho scelto di segnalarlo fra i film di maggio 2025 per un motivo ben preciso: i personaggi principali sono gli stessi del primo film, Un Piccolo Favore, tratto dall’avvincente thriller di Darcy Bell e attualmente disponibile su Amazon in edizione tascabile Bur.

Di cosa parla Un Altro Piccolo Favore?

Prima di dedicarsi all’attesissimo adattamento del bestseller Una di Famiglia, con protagoniste Sidney Sweeney e Amanda Seyfried, il regista Paul Feig torna a esplorare la complessa rete di intrighi, tradimenti e bugie intessuta dalle celebri antieroine di Un Piccolo Favore.

Blake Lively e Anna Kendrick riprendono i ruoli iconici che hanno segnato le loro carriere. In Un Altro Semplice Favore, Stephanie Smothers, ora affermata autrice di romanzi gialli, si ritrova nuovamente coinvolta nella turbolenta vita di Emily Nelson. Appena uscita dal carcere, Emily chiede a Stephanie di essere la sua damigella d’onore per un sontuoso matrimonio a Capri. L’evento, però, si trasforma rapidamente in un vortice di omicidi e tradimenti, mentre Stephanie svela nuovi oscuri segreti sul passato di Emily e sui suoi misteriosi legami con la mafia italiana.

Cosa ne penso?

Un film divertente e intrigante, che riesce a valorizzare le interpretazioni delle sue due splendide protagoniste e ad abbracciare in pieno la sua anima di thriller sui generis, totalmente eccentrico e strampalato… Fra le pagine del blog, troverai la mia recensione completa del film.

Ti ricordo che potrai guardare Un Altro Piccolo Favore su Prime Video a partire dal primo maggio.


Murderbot – Prima Stagione

serie tv e film maggio 2025 tratte dai libri - murderbot

Numero di episodi: 10 episodi

Genere: Sci-Fi

Piattaforma: Apple TV

Da quale libro è tratto? Il volume della Mondadori Murderbot: I Diari della Macchina Assassina racchiude i primi romanzi della fortunata saga di Martha Wells, vincitrice del Premio Nebula nel 2018 per All Sistems Red. Nel 2021, l’autrice del notevole Il Re Strega ha replicato l’impresa con la pubblicazione di Network Effect. Su Amazon puoi acquistare la tua copia digitale di Murderbot.

Di cosa parla la serie tv Murderbot?

Un cyborg di sicurezza parzialmente biologico, noto con il nome di Murderbot, deve celare la sua autonomia di pensiero mentre affronta missioni rischiose. Diviso tra la curiosità per gli esseri umani e il disgusto per la loro vulnerabilità, si trova a navigare in un mondo complesso e imprevedibile.

I primi due episodi della prima stagione di Murderbot saranno disponibili su AppleTv a partire dal 16 maggio.


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“The Gorge – Misteri dal Profondo”: la recensione del film sci-fi con Anya Taylor-Joy e Miles Teller


the gorge - misteri dal profondo recensione

Per chi non avesse avuto occasione di guardarlo, “The Gorge: Misteri dal Profondo” è un film romantico/sci-fi diretto da Scott Derrickson. In Italia (così come, presumo, in buona parte del resto del mondo…), il lungometraggio è stato caricato direttamente sulla piattaforma streaming Apple+.

La data prescelta per il lancio di questo rocambolesco blockbuster si è rivelata tutt’altro che casuale: dopotutto, non credi anche tu che il 14 febbraio sia un giorno migliore di tanti altri, quando si tratta di proporre ai propri abbonati un titolo che sembra “Passengers” incontra “Monster Hunter“?

Devo ammettere, però, che non è stato il genere di “The Gorge” ad attirare la mia attenzione. Devi sapere, infatti, che la sottoscritta ha sempre profondamente ammirato il lavoro di Anya Taylor-Joy. Finora, non ho mai corso il rischio di perdermi una delle sue grintose, brillanti interpretazioni! Inoltre Derrickson, nel 2021, ha pur sempre diretto quel gioiellino della suspense chiamato “The Black Phone“…

Insomma, nutrivo delle moderate aspettative nei confronti di “The Gorge“…

Invece, mi sono ritrovata a seguire le vicende dei due protagonisti in preda a una sorta di stuporosa sonnolenza; una sensazione di imbambolamento relativamente piacevole che, sospetto, non ha tantissimo a che spartire con le romantiche emozioni che la sceneggiatura si aspettava, forse, di riuscire a suscitare…


Di cosa parla “The Gorge: Misteri dal Profondo“?

Levi (Miles Teller) e Drasa (Anya Taylor-Joy) hanno ricevuto dai rispettivi Paesi l’incarico di sorvegliare i due versanti opposti di una misteriosa gola avvolta dalle nebbie.

Le loro postazioni sono munite di un arsenale di armi ed esplosivi di ogni tipo: fa parte dei loro doveri, infatti, assicurarsi che niente e nessuno riesca a emergere dal fondo del baratro. Su questo punto, il boss di Levi (Sigourney Weaver) è stato particolarmente chiaro: bisogna assolutamente assicurarsi che le pareti della gola restino indisturbate. A qualsiasi costo.

Si prevede che Levi e Drasa trascorrano il loro anno in servizio nel più totale isolamento, ciascuno arroccato sul proprio versante della gola.

Invece, non appena riescono a escogitare un modo per comunicare a distanza, i due iniziano ad avvicinarsi sempre di più, fino a innamorarsi


The Gorge: Misteri dal Profondo“: la recensione

In realtà, “The Gorge” ha il grande merito di riuscire a coniugare (moderatamente) bene la sua doppia anima: film romantico e monster movie. Due generi che, a prima vista e malgrado l’esistenza di alcuni illustri precedenti, potrebbero anche non risultare così immediatamente compatibili.

Il difetto principale, invece, consiste forse nella totale incapacità di eccellere nell’uno o nell’altro campo: perché Levi e Drasa rimangono, molto semplicemente, due personaggi troppo abbozzati per riuscire a instillare nello spettatore un grande senso di entusiasmo nei confronti della loro love story, mentre le numerose scene d’azione distribuite nel corso nella seconda parte si limitano a rifarsi ai capisaldi del genere e a riciclare un paio di tropes familiari al grande pubblico (senza riuscire a dare prova, però, di un’esecuzione particolarmente creativa).

Gli attori, dal canto loro, ce la mettono davvero tutta, per riuscire a conferire un po’ di anima ai loro personaggi. Ma, purtroppo, non basta guardare una scena in cui Teller suona la batteria (come faceva in “Whiplash“…), o un’altra in cui la nostra Regina degli Scacchi si concede una partita, per evocare una caratterizzazione degna di questo nome.

Dello spreco di potenziale insito nel personaggio interpretato dall’immensa Sigourney Weaver, poi, preferisco non prendermi neanche la briga di parlare…


Vi bastan… poche briciole, lo stretto indispensabile…

Ma non è questo, naturalmente, l’unico aspetto del film sul quale sento di nutrire alcune riserve. Per come la vedo io, infatti, “The Gorge” è un film leggero, simpatico, che si propone/riesce a compiere il minimo indispensabile su quasi tutti i fronti (regia, scenografia, effetti speciali ecc. )… ma pochissimo più di questo.

Una pigrizia di fondo che faccio fatica a tollerare, considerando l’indiscutibile appeal del concept e il piccolo elenco di grandi nomi coinvolti.

La fotografia, forse, ha effettivamente una marcia in più, dal momento che alcune scene, esteticamente intriganti, riescono a colpire in maniera significativa l’attenzione dello spettatore. Ma la sceneggiatura, per quanto dotata di beat veloci e dialoghi frizzanti, risente di crepe logiche grosse quanto un camion, mentre il terzo atto offre una vagonata di cliché in rapida successione.

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“Companion”: la recensione del divertente film con Sophie Thatcher e Jack Quaid


companion - recensione film horror 2025

Nella settimana che ha segnato il ritorno delle “Yellowjackets” sul piccolo schermo, la visione in sala di “Companion” mi è sembrata praticamente obbligata…

Un film che si è rivelata un’ottima scelta, fra l’altro: la pellicola horror/sci-fi di Drew Hancock, infatti, offre allo spettatore un’ora e mezzo di puro intrattenimento intelligente, grazie alla sua sceneggiatura graffiante, al suo spirito irriverente e al suo cast di attori brillanti.

Fra tutti spicca – ovviamente – la nostra giovanissima Sophie Thatcher, finora nota soprattutto per il ruolo della teen-Natalie in “Yellowjackets” e di Sadie nell’adattamento del racconto di Stephen King “The Boogeyman” (ma l’abbiamo intravista anche sullo sfondo dell’esplosivo slasher “Maxxine“, e la rivedremo, prestissimo, al fianco di un mefistofelico Hugh Grant nell’imminente horror “Heretic“…)


Companion“: di cosa parla il film di Drew Hancock?

Una cosa è certa: meno informazioni avrai al momento della visione, più le disavventure dei due piccioncini Iris e Josh riusciranno a travolgerti!

Se poi riesci addirittura a trattenerti dal guardare il trailer… Bè, meglio ancora! Il teaser non ha il potere di spoilerare nessuno dei twist principali del film, se ricordo bene, ma la versione estesa è un’altra storia.

Ad ogni modo, la trama verte su questa coppia di fidanzati che decide di raggiungere gli amici di lui in un’isolata baita circondata dai boschi. Iris è agitata, un po’ perché teme di non essere accolta a braccia spalancate dalla combriccola e un po’ perché sospetta che una certa Kat (Megan Suri) nutra un’ostilità immotivata nei suoi confronti. Che sia segretamente innamorata di Josh anche lei, e decisa a portarglielo via?

E poi, perché anche gli altri due membri del gruppo, Eli (Harvey Guillen) e Patrick (Lukas Cage), sembrano guardare Iris con una certa aria di compatimento?

Nella baita, insomma, aleggia una strana tensione, e Iris è sempre più turbata.

Tuttavia, sarà soltanto nel momento in cui un ambiguo trafficante russo entrerà a far parte del mix di (fatali) ingredienti della vacanza, che la situazione per la povera ragazza inizierà a farsi davvero esplosiva…


Companion“: la recensione

In tanti hanno paragonato “Companion” ai migliori episodi della serie tv cult “Black Mirror“. Si tratta di un’analogia tutt’altro che azzardata: anzi, non mi sorprenderebbe affatto scoprire che parte dell’ispirazione per la storia di Iris e Josh deriva proprio dal famoso show di Charlie Brooker!

In realtà, oltre alle vibes e alla particolare natura delle sua premessa narrativa, “Companion” sembra condividere anche l’ironia e il dissacrante spirito da satira sociale tipici di “Black Mirror“.

Un film che inizia con il più zuccheroso e sdolcinato dei meet-cute hollywoodiani, e che piano piano si trasforma in…

Bè, in fondo basta interrogarsi un attimo sulla prima battuta in assoluto del film, scandita dalla voce fuori campo della Thatcher («There were two times I felt truly happy. First, the day I met Josh; second, the day I killed him…») per farsi un’idea di quale potrebbe essere la piega degli eventi!


La rom-com che ti… graffia!

Di “Companion” ho amato – oltre alla sua protagonista e al suo umorismo tagliante – soprattutto i divertenti dialoghi e il montaggio a prova di bomba. Perché ti assicuro che non troverai una sola scena di questo film che non abbia una sua precisa, deliberata funzione narrativa: che si tratti di usare un tocco di foreshadowning per gettare i semi di qualche imprevedibile colpo di scena futuro, o di mostrare la canna ancora fumante della tua imprevedibile pistola di Cechov.

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“Wicked: Parte 1”: la recensione del film che riscrive la storia delle streghe di Oz


wicked parte 1 recensione

Ho visto il film musical sulla strega verde e mi è piaciuto un sacco: questa è la frase che incarna, in soldoni, tutta l’essenza della mia recensione di “Wicked: Parte 1”!

Prima di andare avanti a leggere l’articolo, ti invito a tenere conto di due semplici fatti:

1) L’autrice di questo articolo, una millenial palesemente disadattata, adora andare a vedere i musical al cinema e ha fatto in modo di non perdersene uno dai tempi dell’uscita del “Moulin Rouge!”. Ciononostante, ci tengo a precisare che non ho mai assistito a uno spettacolo dal vivo e che le mie competenze musicali equivalgono a quelle di un ragazzino delle medie alle prese con la sua prima lezione di flauto…

2) Non mi è mai andato particolarmente a genio il libro di Gregory Maguire a cui “Wicked” è ispirato. Probabilmente perché si tratta di uno scritto che si legge, più che come un romanzo vero e proprio, come una graffiante satira politica e un arguto commentario sociale.

Per fortuna, alla resa dei conti, l’affinità fra il libro e il film si rivela abbastanza marginale… Perciò, se ti aspetti un adattamento fedele (o se, dopo aver adorato questa prima parte della storia di Elphaba e Galinda in versione cinematografica, ti è venuta una mezza tentazione di acquistare lo splendido volume targato Mondadori…) tieni conto delle debite differenze e non rischierai di imbatterti in qualche (evitabilissima) delusione.


Di cosa parla “Wicked: Parte 1”?

La versione cinematografica di “Wicked”, al pari della sua controparte teatrale, si concentra sulla complessa storia d’amicizia, complicità e rivalità fra le due streghe di Oz Elphaba (Cynthia Erivo) e Galinda (Ariana Grande).

In particolare, questo primo film segue gli anni giovanili della loro formazione e i loro studi presso la prestigiosa accademia di magia Shiz.

A causa di un momento di disattenzione da parte di sua madre, Elphaba, la futura Strega dell’Ovest, nasce con la pelle verde e un destino che sembra già segnato da pregiudizio, oscurità e miseria. Tuttavia, nel momento in cui la stimatissima Madame Morrible (Michelle Yeoh) si rende conto dello straordinario potenziale magico di Elphaba, la ragazza viene caldamente invitata a iscriversi alla Shiz e a coltivare il suo talento verso le complesse arti stregonesche.

Nel giro di poco tempo, la sua indole introversa e anticonformista la renderà un facile bersaglio per lo scherno dei compagni.

Tuttavia, grazie all’incontro/scontro con l’eterea e popolare Galinda (la futura “Strega Buona” del mondo di Oz…), la vita della solitaria Elpheba andrà incontro a una svolta imprevista…


“Wicked: Parte 1” – la recensione

Hai presente quando si parla di quei rari momenti-cardine nella vita di ciascuno di noi?

Uno di quei cinque o sei eventi di natura straordinaria, attorno ai quali il resto della nostra esistenza e della nostra personalità sono destinate a strutturarsi?

Ecco. Per le protagoniste di “Wicked: Prima Parte”, uno di questi “perni” coincide senz’altro con l’incontro fra Elphaba e Galinda. Un “meet-cute che rappresenta, ovviamente, soltanto il primo beat dello sfiziosissimo trope “Golden Retriever X Black Cat“; un pattern che la sceneggiatura porta avanti, con deliberata consapevolezza e il pieno supporto del suo cast artistico, fino al commovente finale, passando per l’emotivamente carico midpoint (l’iconica scena del ballo).

Non c’è bisogno che sia io a dirtelo: nulla di tutto questo sarebbe stato possibile, se le due attrici protagoniste non avessero dimostrate di essere praticamente nate per questi due ruoli. O se Erivo e Grande non avessero instaurato una chimica incredibile sul set di “Wicked”, riuscendo ad armonizzare le loro voci e le loro interpretazioni in maniera strepitosa.

In effetti, attraverso lo schermo, hai l’impressione di riuscire a cogliere l’immenso livello di devozione riversaton all’interno di questo progetto non soltanto da loro, ma anche da parte degli altri attori e del cast tecnico.

Il risultato, magnetico e coinvolgente, è un blockbuster che riesce a tenerti incollato alla poltrona per centossessanta minuti e a lasciarti senza fiato, soprattutto al cospetto dell’inevitabile cliffhanger di fine prima parte…


Una possibilità di volare

Se hai un’indole giocosa, una vivida immaginazione e un grande amore per la musica, non puoi rischiare di perderti “Wicked: Parte 1” sul grande schermo.

Questo film è una festa sensoriale, una spettacolare ostentazione di sinergia, passione e talento, amalgamate insieme a creare un’esplosione di movimento, suono e colori. Un grande, irresistibile “giocattolone” concepito per emozionare e divertire. Ma anche un tripudio di effetti speciali, coreografie pazzesche e scenografie eccentriche, che rischiano di passare in secondo piano soltanto perché, fortunatamente, la colonna sonora si rivela all’altezza delle aspettative e la storia cattura alla perfezione.

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“Immaculate: La Prescelta”: la recensione del film horror con Sidney Sweeney


immaculate film horror - recensione

Vuoi sapere se ti consiglio la visione di “Immaculate: La Prescelta“, il film horror con Sidney Sweeney ambientato in un claustrofobico convento italiano?

Bè, direi che dipende.

Hai già visto “Omen: L’Origine del Presagio”, al cinema o su Disney+? Allora puoi anche lasciar stare: dopotutto, “Immaculate” segue più o meno la stessa trama. E, benché si tratti di un film di qualità ampiamente superiore – a mio avviso – rispetto a quel banalissimo prequel, alla fine non è in grado di aggiungere nulla di particolarmente innovativo al canovaccio che ti aspetteresti.

Se, invece, la tua risposta è no, e hai intenzione di guardare soltanto una fra queste due pellicole così simili… scegli pure “Immaculate”, finalmente disponibile su Prime Video!

Leggi il resto dell’articolo per scoprire perché…


Una suora americana a Roma

A conti fatti, tre sono gli elementi che mi spingono a considerare “Immaculate” un film interessante, e comunque estremamente godibile dal punto di vista di un fan dell’horror: il primo, ovviamente, ha a che fare con l’ottima interpretazione di Sidney Sweeney (che rivedremo presto, a quanto pare, nell’adattamento del thriller “Una di Famiglia” di Freida McFadden).

Sul sitoThe Guardianè apparsa una recensione di “Immaculate” a quattro stelle, che elogia con entusiasmo il lavoro della giovane star. Una presa di posizione che condivido in pieno.

In “Immaculate”, infatti, la Sweeney interpreta Cecilia, un’angelica e ingenua suora americana che si trasferisce in un lugubre convento italiano con lo scopo di adempiere alla sua chiamata divina.

Come l’autore della recensione si premura di farci notare, si tratta di un ruolo insolito per l’attrice, nota presso il pubblico dei giovanissimi soprattutto per la sua personalità dirompente (che, perfino in scena, a volte sembra avere qualche difficoltà a scomparire: vedi il caso dell’effervescente romcom “Tutti Tranne Te“…) e le sue voluttuose forme da pin-up anni Cinquanta.

E tuttavia, in questo caso, il netto contrasto fra l’innegabile fisicità dell’attrice e il candore imposto dal ruolo di Cecilia sembra aver giocato in netto favore della sua prova.


Sangue, tematiche d’attualità e frattaglie

Perché “Immaculate” è, sopra ogni altra cosa, un film che si diverte a punzecchiare il pubblico sul tema dell’oggettificazione femminile e su quel particolare senso di arroganza che spinge certi bigotti (individui, ma anche politici, istituti religiosi ecc.) a credere di avere il diritto di mettere il becco su cosa una donna sceglie di fare o non fare del suo corpo.

(Basti pensare all’orrido commento del poliziotto italiano che, all’inizio del film, squadrando il corpo della protagonista da capo a piedi e prendendo nota della sua tonaca, alla fine si lascia sfuggire un rammaricato: «Che Spreco…!»).

Non deve essere stato troppo difficile per la Sweeney (costantemente al centro dell’attenzione mediatica, con schiere di giornalisti misogini pronti ora a lucrare sul suo aspetto meraviglioso, il minuto successivo a criticarla per il suo fisico non affetto da anoressia…) identificarsi con queste tematiche e apportare il suo personale e grintoso contributo alla caratterizzazione del personaggio di Cecilia.

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“Hold Your Breath”: suspence, tempeste di polvere e archetipi ancestrali nel film con Sarah Paulson


Hold your breath - film horror 2024

Titolo: Hold Your Breath

Regia: Karrie Crouse e William Joines

Anno: 2024

Genere: Horror

Cast: Sarah Paulson, Amiah Miller, Alona Jane Robbins, Ebon Moss-Bachrach

Disponibile su: Disney+


“Hold Your Breath”: cosa ne penso del film

La sceneggiatura del film “Hold Your Breath” riesce a fare tante cose male, ma anche alcune bene. A essere sinceri, trovo che gli elementi poco riusciti della pellicola abbiano a che fare più con la regia e il montaggio, che non con la costruzione della trama.

Perché l’idea di ricorrere a un montaggio sincopato e stordente per sottolineare la graduale perdita di percezione della realtà a cui va incontro la protagonista non è necessariamente una scemenza, anzi. Ma diventa un errore nel momento in cui permette allo spettatore di smarrire completamente il filo della storia, minando la sua capacità di empatia nei confronti dei protagonisti e degli eventi narrati.

Del resto, non fa un gran bene al film neanche il denso (eccessivo?) simbolismo che permea le sue scene. Fra tempeste di proporzioni bibliche, sibilline apparizioni dell’Uomo Grigio e soffocanti mascherine che cercano di richiamare in ogni modo la recente pandemia, il film rischia di smarrire il focus un po’ troppo spesso, e senza neanche accorgersi delle cose importanti che si sta lasciando alle spalle… vale a dire, in primo luogo, l’attenzione e la curiosità dello spettatore.


Lode alla regina delle scream queen!

Tuttavia, per come la vedo io, “Hold Your Breath” – un film horror tutto sommato godibile, per certi versi addirittura intrigante – può contare anche su due grandissimi punti di forza. Il primo, ovviamente, è il cast, capitanato dalla nostra scream queen televisiva preferita, la magnifica Sarah Paulson (che rivedremo presto, forse, in una delle prossime stagioni di “American Horror Story“).

Ho trovato valida anche l’interpretazione della giovanissima Amiah Miller (“L’Esorcismo della Mia Migliore Amica“), nei coinvolgenti panni di una ragazzina abbandonata dagli adulti e costretta a prendere ogni sorta di decisione impossibile.

Interessante anche il personaggio di Ebon Moss-Bachrach, che in “Hold Your Breath” interpreta un predicatore dalla parlantina d’argento e i modi estremamente ambigui.


Suggestioni, spauracchi e polvere

Tuttavia, vorrei soffermarmi un momento a considerare l’altro elemento in cui “Hold Your Breath” riesce a eccellere: la costruzione dell’atmosfera. Un traguardo non da poco, considerando che stiamo parlando di un horror/thriller psicologico che ambisce a inquietare il suo pubblico in maniera disturbante e allusiva, senza stare lì a scomodare jumpscares e twist al cardiopalma.

Ma in che modo “Hold Your Bteath”, nelle sue sequenze più riuscite, riesce a farci spostare sul ciglio della poltrona, in preda a un’ansia smodata? A spingerci a trattenere il fiato, mangiucchiandoci le unghie, insieme ai suoi ambigui (e travagliati) personaggi?

Bè, a livello narrativo, secondo me le tecniche più significative sono soprattutto tre:

  • ricorso al narratore inaffidabile;
  • esasperazione del conflitto Uomo VS Natura;
  • sapiente uso degli archetipi (soprattutto nella definizione del suo villain e, se non hai ancora visto il film, ti avverto: questo è decisamente il momento di smettere di leggere l’articolo e correre ai ripari!).
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“Una di Famiglia”: Sidney Sweeney e Amanda Seyfried nel cast del film tratto dal bestseller di Freida McFadden


Una di Famiglia il film - il cast

Il cast del film tratto da “Una di Famiglia” (“The Housemaid“) ha già trovato due interpreti di primissimo livello.

La notizia, riportata da Deadline, farà sicuramente la gioia dei fan di Freida McFadden: la giovanissima star Sidney Sweeney (“Madame Web“) vestirà i panni della protagonista Millie, una domestica pronta a lasciarsi coinvolgere dai pericolosi intrighi della sua nuova famiglia, mentre Amanda Seyfried (“L’Apparenza delle Cose“) sarà Nina, la sua ambigua e benestante datrice di lavoro.

Entrambe le attrici ricopriranno anche il ruolo di produttrici esecutive. Al timone del progetto troveremo, invece, il regista veterano Paul Feig… Una scelta artistica che, nel mio piccolo, non posso fare a meno di lodare. A breve, ti spiegherò il perché!


“Una di Famiglia”: la trama del libro

Ogni giorno, Millie pulisce da cima a fondo la bellissima casa dei Winchster. Va a prendere la loro figlioletta a scuola, cucina dei pranzetti deliziosi per l’intera famiglia prima di ritirarsi a mangiare, da sola, nella sua stanzetta all’ultimo piano.

Cerca di ignorare il modo in cui Nina si diverte a sporcare tutto soltanto per la gioia di guardarla pulire. O le bugie che racconta in giro, sul conto della sua stessa figlia. O l’aspetto sempre più distrutto di suo marito, Andrew.

Eppure, mentre guarda nei giganteschi occhi castani di Andrew, Millie non riesce a fare a meno di chiedersi come sarebbe vivere la vita di Nina. Con il gigantesco armadio, la macchina di lusso e il suo marito perfetto.

Così, un giorno, Millie commette l’errore di provarsi uno degli abiti di Nina. Soltanto una volta, ma è abbastanza: la padrona di casa se ne accorge subito. Il tempo di realizzare che qualcosa non va, e la porta della stanza di Millie comincia ad aprirsi soltanto dall’esterno.

Ma niente paura. I Winchster non sanno che Millie non è chi dice di essere.

E non hanno la più pallida idea di cosa sia capace


I libri di Freida McFadden

Il super-bestseller “Una di Famiglia” è rimasto ai primi posti della classifica del New York Times per oltre un anno consecutivo.

In Italia, il libro rivelazione di Freida McFadden è stato tradotto da Newton Compton ed è disponibile su Amazon, sia in formato digitale che in edizione cartacea. Al momento in cui scrivo (9 ottobre 2024), è possibile anche leggerlo in ebook, attraverso l’abbonamento al servizio Kindle Unlimited.

Le disavventure di Millie proseguono nel sequel “Nella Casa dei Segreti“, un nuovo mistery pubblicato in Italia nel marzo di quest’anno. La traduzione del terzo libro della serie, “The Housemaid Is Watching“, sarà disponibile prossimamente.

Fra le novità thriller di settembre è comparso, invece, “Non Mentire“, un thriller incentrato sulla storia di una donna che, dopo essersi imbattuta per caso in una stanza segreta, inizia ad ascoltare le registrazioni audio dei pazienti di una psichiatra misteriosamente svanita nel nulla.


Quando uscirà il film?

Le riprese sono iniziate all’inizio di gennaio 2025, e si prevede che si concludano entro la fine di febbraio.

Negli USA, il film debutterà nelle sale il 25 dicembre 2025; una data non casuale, che ci comunica tutte le aspettative che i produttori e lo studio cinematografico ripongono su questa attesissima uscita.

Di recente, Deadline ci ha confermato anche che l’attore italiano Michele Morrone (noto per aver interpretato il ruolo di Massimo Torricelli nel film “365 giorni“) farà parte del cast. Mentre il ruolo di Andrew, il marito di Nina, è stato assegnato al Brandon Sklenar di “It Ends With Us: Siamo Noi a Dire Basta“, il fortunatissimo (quanto al centro di innumerevoli controversie) adattamento dell’omonimo bestseller di Colleen Hoover.


Chi è Paul Feig, il regista del film tratto da “Una di Famiglia“?

Nel corso della sua carriera, il regista e attore Paul Feig ha diretto parecchie commedie e pellicole di genere degne di nota. Da “Corpi da Reato” al Ghostbusters” al femminile del 2016, fino ad arrivare al recentissimo e irriverente action “Jackpot – Se vinci ti uccido!“, il film con Awkwafina e John Cena disponibile su Prime Video.

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