Archivi categoria: Film e serie tv

Da “Vicious” a “M3GAN 2.0”, 5 film horror che ho recuperato in tv a inizio ottobre


Vicious: I tre doni del Male

Sai che, nonostante le sue imperfezioni, il film Vicious: I tre doni del male si è rivelata una piacevole sorpresa? In un’ora e quaranta, Dakota Fanning mette su un one woman show davvero niente male: la sua interpretazione ti tiene incollata allo schermo e ti fa alzare le palpitazioni, nonostante la premessa assurda da cui parte la trama e tutti i jumpscares da due soldi che costellano buona parte della pellicola…

Il concept di Vicious, per chi non lo sapesse, richiama in parte quello del film The Box, ma viene rielaborato in modo più originale e intrigante, con qualche contaminazione da “curse horror” più recenti tipo Smile o It Follows. Questo fa sì che la visione si trasformi in un’esperienza molto più claustrofobica e bizzarra, naturalmente…

Ma, a dire il vero, ciò che ho apprezzato maggiormente è stato il modo in cui l’opera di Bryan Bertino rappresenta il disturbo d’ansia: vale a dire, non soltanto come un aspetto della personalità della protagonista, un quirk o un tratto bizzarro da superare, ma come questa sorta di forza catastrofica, apparentemente onnipotente, che è in grado di stravolgere completamente la percezione della realtà di chi ne soffre.

Anche il finale, che potrebbe apparire sibillino a una prima lettura, mi è sembrato sorprendentemente positivo e intelligente. Soprattutto perché si tratta di una chiusura che lascia spazio all’interpretazione, sì, ma in realtà ha un significato molto forte: a volte, lasciare che i cattivi pensieri ti scorrano nella testa senza toccarti (e, soprattutto, senza reagire) è davvero l’unico modo per uscire dal tunnel…

I libri che ti consiglio di leggere se ti è piaciuto Vicious:

Diavola di Jennifer Thorne oppure La Scatola dei Bottoni di Gwendy di Stephen King e Richard Chizmar.


Until Dawn: Fino all’alba

until dawn fino all'alba - film

Per quanto io possa amare l’applicazione del trope del loop temporale al genere slasher, non posso fare a meno di domandarmi che senso abbia alterare così profondamente il plot di un videogioco di successo, quando il tuo obiettivo ultimo è comunque quello di ricavarne un film così sciatto e pieno di cliché…

Magari i fan più appassionati del survival horror in chiave teen saranno in grado di apprezzare alcuni aspetti di questa pellicola, diretta dallo stesso David F. Sandberg di Annabelle: Creation (e se non è un avvertimento questo…). In Until Dawn, alcune morti sono rese in maniera spettacolare e la trama si rivela abbastanza semplice da seguire. A patto, ovviamente, di accettare fin da subito che nessuno degli eventi in scena avrà un senso, e che la spiegazione dietro ai numerosi fenomeni sovrannaturali in atto è la prima cosa che verrebbe in mente a uno studente alle prese con il suo primo mese di corso di sceneggiatura.

Personalmente, ho odiato ogni singolo personaggio (ma proprio al punto che schioccavo la lingua in preda alla delusione ogni volta che uno di loro tornava in vita!) e credo fermamente che il direttore del casting, chiunque lui/lei sia, meriti una bella ramanzina per aver preso alcune delle peggiori decisioni nella storia dell’horror.

Insomma, fra tutti gli adattamenti di videogiochi che mi vengono in mente… Bè, diciamo che forse Until Down non è abbastanza cringe da riuscire a battersela con altri “capolavori” del genere quali Borderlands o Five Night’s at Freddie. Eppure riesce, secondo me, ad annoiare il pubblico addirittura più di entrambi…

I libri che ti consiglio di leggere se ti è piaciuto Until Dawn: Fino all’alba:

How to Survive Your Murder di Danielle Valentine o Le Sette Morti di Evelyn Hardcastle di Stuart Turton.


Final Destination: Bloodlines

final destination bloodlines

Esattamente come nel caso di Vicious: I tre doni del male, devo dire che non mi aspettavo moltissimo dal nuovo capitolo della saga Final Destination… E invece ho cambiato rapidamente idea!

Fin dalla sua scena d’apertura carica di adrenalina, Bloodlines dimostra che questo franchise potrebbe avere ancora molto da offrire ai suoi fan, regalando brividi intensi e un alto livello di intrattenimento, proprio come è successo con Scream.

La sceneggiatura del film si distingue per la sua straordinaria creatività, e non solo per la sua capacità di orchestrare una serie di dipartite esponenzialmente più brillanti e cruente. I registi Zach Lipovsky e Adam Stein riescono a catturare in maniera magistrale l’essenza del primo Final Destination – un film che ormai è riuscito a imporsi con prepotenza all’interno dell’immaginario pop dei millenial – rielaborandola in modo tale da renderla appetitosa non soltanto per gli appassionati storici della saga, ma anche per le nuove generazioni.

Un obiettivo che, chiaramente, viene facilitato dalla stessa natura del franchise: la paura della Morte, con il suo manto carico di potenziali fatalità e la sua falce rapida, indiscriminata e implacabile, rappresenta probabilmente la fobia più universale e trasversale che sia mai esistita…

Tuttavia, il rischio che questo nuovo film precipitasse nella banalità o, peggio ancora, in una sorta di autoreferenzialità forzata, era davvero molto alto. Bloodlines supera questi ostacoli in maniera brillante, e si candida a diventare una delle visioni più gustose di questo Halloween!

I libri che ti consiglio di leggere se ti è piaciuto Final Destination: Bloodlines:

My Heart is a Chainsaw di Stephen Graham Jones o Il Tristo Mietitore di Terry Pratchett

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Da “Wednesday S2” a “Drop: Accetta o Rifiuta”: 5 cose che ho recuperato in tv all’inizio di settembre 2025


Wednesday (Stagione 2)

wednesday 2 - recensione

Netflix ci ha fatto aspettare tre anni per otto episodi, ma ne è davvero valsa la pena: la seconda stagione di Wednesday è un trionfo! Una di quelle ottime serie per ragazzi che puoi guardare anche da adulto perché è davvero irresistibile e divertente, ben lontana dal solito fuoco di paglia fatto di adolescenti che si ubriacano e strombazzano in giro.

Ancora una volta la produzione è riuscita a valorizzate gli elementi tipici del dark academia, introducendo tanti personaggi nuovi e affascinanti. A prescindere dai grandi nomi coinvolti, come Lady Gaga, Steve Buscemi, Thandiwe Newton, Billie Piper ecc., ho amato in modo particolare la new entry Agnes (Evie Templeton), che fra l’altro mi ha aiutato a superare il forte shock causato dall’atteggiamento inqualificabile di Enid nei primi quattro episodi.

Fortunatamente, l’evoluzione del personaggio di Emma Myers (Come Uccidono le Brave Ragazze) trova finalmente senso nell’ultima parte di questa seconda stagione di Wednesday. Speriamo che, nella terza, gli sceneggiatori abbandonino una volta per tutte queste inutili complicazioni sentimentali a base di triangoli e bellocci senza personalità (che, in ogni caso, non hanno mai fatto parte dell’universo della famiglia Addams).

Per il resto, Jenna Ortega è una Mercoledì sempre più iconica, senza dubbio la degna erede spirituale di Christina Ricci. Nell’episodio sei, uno dei più esilaranti di questa seconda stagione, il suo talento emerge in modo straordinario, anche perché la sua improvvisa esplosione di energia travolgente ti lascia davvero senza parole.

Apprezzatissimo anche l’ampliamento del ruolo di Morticia (Catherine Zeta-Jones) e l’approfondimento del suo complicato rapporto con la figlia. Non vedo l’ora di scoprire di più sul conto di Ophelia, ma soprattutto… deve assolutamente tornare la Weems di Gwendoline Christie! <3

I libri che ti consiglio di leggere se ti è piaciuto Wednesday S2:

Gli Incubi di Hazel di Leander Deeny, A Deadly Education di Naomi Novik o Gideon la Nina di Tamsyn Muir. Se ti piacciono i Marvel comics, potresti dare anche un’occhiata alla simpaticissima serie House of Harkness, disponibile su Marvel Unlimited.


Lilo & Stitch

Ogni volta che la Disney annuncia un remake in live action, faccio fatica a comprenderne il senso. L’unica eccezione è Lilo & Stitch: per qualche motivo, l’idea di questo adattamento con attori in carne e ossa, con l’ausilio di CGI, mi ha sempre entusiasmata. Non sono andata al cinema a vederlo soltanto perché temevo l’inevitabile affollamento di bambini esuberanti e genitori chiacchieroni. Ma adesso che ho potuto recuperarlo su Disney+, posso confermare di averlo trovato un adorabile mix di simpatia e tenerezza!

Ciò che mi ha colpito di più è il modo in cui il film riesce a rimanere fedele allo spirito del classico originale, pur assumendosi il coraggio di rielaborare alcuni aspetti della trama e di approfondire la caratterizzazione di Lilo (Maia Kealoha) e Nani (Sydney Elizebeth Agudong).

Ogni singola scelta di casting si è rivelata azzeccata e la sceneggiatura riesce a trasmettere il messaggio più importante – ohana – nel modo più caloroso e commovente possibile.

Quindi, per una volta, possiamo gridarlo dall’alto dei tetti: ben fatto, Disney! Così si aggiorna un classico…

I libri che ti consiglio di leggere se ti è piaciuto il film Lilo & Stitch:

Qualcuno in cui Fare il Nido di John Wiswell oppure La Casa Sotto il Cielo Stellato di Sangu Mandanna.


Babygirl

babygirl film

Passare da Lilo & Stitch a Wednesday 2 a Babygirl richiede una considerevole capacità di saltare di palo in frasca, lo so…

Eppure, come avrai notato, sono una spettatrice abbastanza onnivora, e qualsiasi genere è potenzialmente in grado di attirare il mio interesse.

Di Babygirl si è discusso molto al momento dell’uscita in sala. La trama, però, non mi convinceva: il tema della crisi matrimoniale borghese sembra essere diventatata un’ossessione abituale nella filmografia di Nicole Kidman. Trovo piuttosto deprimente che Hollywood continui a imprigionare una delle attrici più talentuose della sua generazione in questi ruoli ricorrenti: i soliti panni della donna ricca e insoddisfatta che cerca di nascondere le sue frustrazioni esistenziali (o sessuali, come in questo caso) dietro una staccionata bianca.

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Da “Thunderbolts” a “Death of a Unicorn”: 5 film che ho recuperato in tv questa settimana


Thunderbolts (aka New Avengers)

Thunderbolts film

Per la prima volta dopo tanti anni ho saltato un’uscita Marvel al cinema. Stavolta è toccato a Thunderbolts subire il peso della mia stanchezza da cinecomic; e, a posteriori, ammetto che mi dispiace un sacco, perché il film di Jake Schreier è davvero notevole e Florence Pugh è senza dubbio una delle mie attrici emergenti preferite.

Ma l’unico progetto della Fase 5 che avevo amato davvero, fino a questo punto, era stato Agatha All Along. E il film Black Widow avrà sempre un posto speciale all’interno del mio cuore, ma all’inizio non ero sicura che, senza il supporto della sua indimenticabile sorella maggiore, il personaggio di Yelena sarebbe stato abbastanza forte da giustificare la creazione di un team completamente nuovo.

Per farla breve: mi sbagliavo! Thunderbolts è un film costruito e realizzato benissimo, uno dei primi titoli Marvel a trattare con sensibilità un tema complesso come la depressione e i disturbi dell’umore. Il villain del film, Sentry (interpretato da Lewis Pullman, che ci aveva già conquistati in Lezioni di Chimica), non è il solito malvagio interdimensionale deciso a conquistare il Multiverso senza motivo. Invece, è un uomo profondamente solo e spezzato, che alla fine necessita di più aiuto di tutti gli abitanti di New York messi insieme.

Non sorprende affatto che il suo vuoto interiore rispecchi quello che Ylena prova dopo la perdita di Natasha. Quando la solitudine ti avvolge, dopotutto, è come se i tuoi peggiori errori tornassero a sfilarti continuamente davanti agli occhi. Un’infinita parata di fantasmi pronti a tormentarti…

Per fortuna, nella maggior parte dei casi, un improbabile team di supereroi (i tuoi amici) si mobilita immediatamente per venire a ripescarti dal baratro, qualunque cosa accada.

Un leitmotiv con cui chiunque di noi, indipendentemente dall’età, dal sesso o dall’orientamento personale, potrà immedesimarsi. Ed ecco perché Thunderbolts riesce a compiere ciò che nessun altro film di questa Fase ha saputo fare: raggiungere il cuore dello spettatore…

I libri che ti consiglio di leggere se ti è piaciuto Thunderbolts:

Long Live Evil di Sarah Rees Brennan e I Malefici Sette di Cameron Johnson.


Sinners – I Peccatori

sinners - i peccatori - film

Dal Tramonto all’Alba in versione black movie, ambientato negli anni Trenta e arrichito da una superlativa colonna sonora.

Perfetto per chi ama i folk horror e i film d’azione in cui il protagonista macho si aggira di qua e di là, sterminando il Male in canottiera. Un po’ meno per chi tiene alle sottigliezze e alla coerenza narrativa.

Mi è piaciuto, ma, a dire il vero, mi guardo bene dal gridare al miracolo. Ho amato soprattutto soprattutto l’estetica suggestiva di alcune scene visivamente spettacolari, come quelle in cui il menestrello Remnick incanta i suoi seguaci attorno al falò nei campi. Ma ho apprezzato anche l’umorismo tagliente delle battute in stile Jordan Peele e la possibilità di rivedere Hailee Steinfeld, che adoro dai tempi di Dickinson e non vedo l’ora di ritrovare nei panni di Kate Bishop (per ricollegarci anche a Thunderbolts di cui abbiamo parlato poco fa).

I libri che ti consiglio di leggere se ti è piaciuto Sinners:

sicuramente Le Calde Mani degli Spiriti di Katherine Arden. Ma anche Where Shadows Meet di Patrice Caldwell e Bury Our Bones in the Midnight Soil di Victoria Schwab.


Anora

anora - film

Iniziamo con una piccola confessione: Anora era un film che non mi attirava nemmeno lontanamente. La prima volta che ho visto il trailer, in sala, poco prima dell’inizio dei titoli di testa di Heretic (se ricordo bene), ho pensato soltanto: “Mio Dio, che caos di stereotipi e personaggi demenziali è mai questo?”.

Poi Mikey Madison ha vinto l’Oscar, sottraendo l’ambita statuetta a Demi Moore (e The Substance è davvero un signor film, ragazzi!), mentre Anora ha addirittura sbaragliato la concorrenza nella categoria “Miglior film”.

Così, questa settimana ho finalmente deciso di recuperarlo. E, al termine della visione, il mio pensiero è stato esattamente: “Mio Dio, che caos di stereotipi e personaggi demenziali è mai questo?“.

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“The Monkey”: la recensione della commedia horror ispirata a un racconto di Stephen King


the monkey recensione - film banner

The Monkey potrebbe tranquillamente essere il film più convenzionale e meno assurdo che Oz Perkins abbia mai diretto.

E questo la dice lunga, considerando lo spropositato livello di assurdità e nonsense previsto dalla sceneggiatura…

C’è da dire, comunque, che soltanto un individuo come Perkins – regista e sceneggiatore di piccoli, incomprensibili cult quali Sono la Bella Creatura che Vive in Questa Casa e Longlegs – poteva pensare di trasformare un inquietante e surreale racconto di Stephen King in una scombinata dark comedy a metà strada fra Megan e Final Destination


The Monkey: la trama del film

Un giorno, rovistando tra gli effetti del padre scomparso (Adam Scott), i gemelli Hall e Bill (Christian Convery) scoprono una buffa scimmietta dall’aspetto insolito e un po’ grottesco.

Spinto dalla curiosità, il più timido e riservato dei due decide di caricare la molla che mette in funzione il meccanismo dello strano oggetto. Ignora, però, che dietro il ghigno beffardo della scimmietta si cela una maledizione dai risvolti imprevedibili…

E così, dopo la scomparsa dell’amata madre (Tatiana Maslany), i due fratelli si trovano costretti a liberarsi del malefico artefatto…

Molti anni dopo, però, la scimmietta si prepara a fare il suo ritorno nella vita di Hall (Theo James), ormai adulto e alle prese con il complicato rapporto con il figlio adolescente Petey (Colin O’Brien).

Il loro organizzato (e un po’ deprimente) road trip si trasformerà, ovviamente, in un bagno di sangue


The Monkey: la recensione

Toy splatter

Nel bene o nel male, il miglior consiglio che posso darti è questo: non aspettarti che The Monkey assomigli troppo a Longlegs o February.

In effetti, le atmosfere surreali e i personaggi fuori dalle righe rimangono gli stessi. Tuttavia prevalgono, in The Monkey, uno spirito giocoso e una vena beffarda, ironica e sorniona, che si distanziano nettamente dagli horror precedenti della filmografia di Perkins.

Lo percepisci già dalla prima scena del film, con protagonista il sempre bravo e autoironico Adam Scott: un antefatto che promette numerosi jumpscare e una valanga di frattaglie. Il resto della pellicola mantiene esattamente questa promessa, offrendo agli spettatori non tanto un sottile brivido di inquietudine, quanto una risata nervosa e leggermente elettrizzata, quale soltanto i più esagerati effettacci splatter sono in grado di evocare.

Teste esplose, api assassine, viscere che si srotolano come salsicce…

Pur di intrattenere il pubblico con qualcosa di sconvolgente, insomma, Perkins sguinzaglio l’intero repertorio di incidenti fatali alla Final Destination e non sta lì a perdersi in dettagli che gli sembrano superflui: la psicologia dei personaggi e la mitologia della scimmia maledetta non gli interessano affatto.

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“Echo Valley”: la recensione del film disponibile su AppleTV+


echo valley recensione - film - apple tv+

In rete sono già apparse parecchie recensioni di Echo Valley.

Ho avuto l’impressione che la maggior parte di quelle disponibili nella nostra lingua fossero negative; oltreoceano, la stampa specializzata si è dimostrata forse un filo più generosa, disposta a riconoscere i grandi meriti delle due attrici protagoniste del film, se non quelli della produzione e della direzione artistica.

Per quanto mi riguarda, devo ammettere di essere rimasta piuttosto delusa dalla pellicola di Michael Pearce. Se c’è un difetto di Echo Valley sul quale non si può sorvolare, infatti, è proprio la sceneggiatura, vale a dire quell’elemento cruciale che, solitamente, rappresenta la parte che più mi affascina in ogni progetto cinematografico.

Voglio dire, Julianne Moore e Sydney Sweeney sono straordinarie in questo thriller che pone il travagliato legame madre-figlia al centro di ogni cosa! Ma perfino l’estro creativo di due interpreti eccezionali è destinato ad arrivare soltanto fino a un certo punto, quando il plot insiste a concentrarsi sui dettagli sbagliati, perdendosi in una selva nera di tropes affastellati senza criterio…


Di cosa parla Echo Valley?

Dopo aver perso la moglie a causa di un tragico incidente, l’allevatrice di cavalli Kate (Julianne Moore) vive da sola e stenta a mandare avanti l’azienda con le sue sole forze.

L’unica luce rimasta nella sua vita è rappresentata dalla figlia, la problematica Claire (Sydney Sweeney). Ma si tratta di una luce oscura: la ragazza, infatti, è rimasta invischiata in una burrascosa relazione sentimentale con Ryan (Edmund Donovan), un deliquente di bassa tacca, e ha già cominciato a manifestare segnali di dipendenza.

Come se non bastasse, sembra che Ryan e Claire abbiano fatto un pericoloso sgarro a Jackie (Domhnall Gleeson), un potente spacciatore locale, e l’uomo non fa mistero dei suoi propositi di vendetta.

Kate, però, farebbe qualsiasi per il bene della sua bambina. Letteralmente.

Perfino se questo significasse arrivare a occultare le prove di un crimine orrendo, o uscire nel cuore della notte per seppellire un cadavere insanguinato nel folto degli alberi…


La recensione di Echo Valley

Cuore di mamma

Sia messo agli atti: Echo Valley non è un film terribile. Non è neanche brutto, e i suoi colpi di scena, per quanto vagamente assurdi, in un certo senso riescono a intrattenere lo spettatore. Cioè, se l’obiettivo è semplicemente quello di trascorrere una serata rilassante in compagnia di un tipico thriller estivo, ti assicuro che tu e il tuo telecomando potreste fare scelte peggiori!

Il primo atto, in modo particolare, fila quasi liscio come l’olio. Quasi. È difficile tracciare un confine netto, perché Julianne Moore domina la scena, come in qualsiasi progetto porti il suo nome (lo sa bene chi ha avuto modo di vedere, su Netflix, la recente e brillante miniserie Sirens). E Sydney Sweeney, nel ruolo della sua biondissima e dispotica figlia, è semplicemente magnetica.

Nutro un’ammirazione profonda nei confronti di entrambe queste attrici e confesso che il puro piacere di vederle recitare insieme— per immergersi in una dinamica così viscerale e sfumata, poi!—potrebbe aver leggermente offuscato la mia capacità di giudizio.

Non a caso, la mia soglia di attenzione ha iniziato a dare segni di cedimento nel momento preciso in cui Sydney – che fra l’altro è stata protagonista di uno dei miei horror religiosi preferiti degli ultimi anni, Immaculate: La prescelta – è uscita (temporaneamente) di scena.


Una visione fumosa

A essere sinceri, però, credo che quella sia stata solo la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Come ti anticipavo poco fa, Echo Valley presenta dei seri problemi a livello di scrittura. Questi difetti emergono chiaramente nella seconda metà del secondo atto perché… beh, è proprio la fase di ogni storia in cui, se hai commesso degli errori importanti in precedenza, se non hai saputo disseminare bene tutte le tue piccole briciole di pane, ogni nodo narrativo finisce inevitabilmente per arrivare al pettine!

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“Fear Street: Prom Queen”: la recensione del film horror targato Netflix


fear street prom queen recensione - film horror netflix

Scrivere una recensione di Fear Street – Prom Queen vuol dire, prima di tutto, confrontarsi con una domanda amletica: quanto è brutto, da uno a dieci, questo ennesimo slasher prodotto e distribuito da Netflix?

Il mio parere personale? Il film di Matt Palmer raggiunge il punteggio massimo nei campi dell’inutilità, della mancanza di ispirazione e della sciatteria. Essendo una grande fan della trilogia cinematografica “originale” di Fear Street, devo ammettere che questa critica mi pesa in modo particolare.

Ma quando ti trovi davanti a un pasticcio del genere, diventa davvero difficile giustificare un’assenza di idee così plateale; senza contare la mediocrità del cast e l’incredibile banalità della sceneggiatura…


Di cosa parla Prom Queen?

Il quarto capitolo del franchise Fear Street, ambientato nel 1988, segue l’aspirante reginetta del ballo Lori (India Fowler), una liceale tormentata da uno scabroso passato. Lori è sempre stata un’emarginata, ignorata da tutti tranne che da Megan (Suzanna Son), la sua inseparabile amica del cuore goth.

Lori si iscrive alla competizione con la speranza di riscattare il proprio nome e conquistare Tyler (David Iacono), il belloccio dagli occhi tristi di cui è sempre stata innamorata.

Ma la nostra eroina sta per scoprire che il ballo dell’ultimo anno è un affare che gli studenti e il corpo insegnante della scuola superiore di Shadyside prendono piuttosto sul serio.

Così, quando un assassino mascherato comincia a eliminare le concorrenti al prestigioso titolo di reginetta, Lori e Megan si troveranno ad affrontare una minaccia ben più pericolosa delle prepotenze della perfida Tiffany (Fina Strazza) e della sua banda di bulle…


Prom Queen: la recensione del quarto film della serie Fear Street

Lo spauracchio e le reginette del ballo

Essere magnanimi significa essere disposti a riconoscere che la seconda parte di Prom Queen funziona (anche se solo un po’) meglio della prima. Tuttavia, ammetto di aver faticato ad arrivare a questa conclusione : per quanto possa apprezzare i b-movie, i teen-slasher e le numerose assurdità scaturite dalla fervida immaginazione di R. L. Stine, non credo si possa fare a meno di storcere il naso di fronte all’invasione di cliché che infarcisce la sceneggiatura dl film di Matt Palmer, o trattenersi dall’alzare gli occhi al cielo al cospetto dell’estrema prevedibilità di buona parte dei suoi twist.

Guardare Prom Queen, in un certo senso, ti fa pensare a Mean Girls (mi riferisco al cult originale del 2004, ovviamente…), più che a Carrie o a So Cosa Hai Fatto. La differenza sta nel fatto che le battute non fanno ridere, e la totale mancanza di originalità delle scene rischia di trascinarti in uno stato di torpore assoluto.

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9 film simili a “Un Piccolo Favore” da recuperare in streaming


Trovare film simili o affini a Un Piccolo Favore non è la cosa più semplice del mondo, perché il thriller psicologico di Paul Feig ha una personalità molto forte e delle vibes piuttosto inconfondibili.

Tuttavia, all’interno di ciascuno dei titoli che sto per consigliarti, riconoscerai degli elementi che richiamano alcune delle caratteristiche principali di Un Piccolo Favore e del suo divertente sequel (ti ho proposto la recensione di Un Altro Piccolo Favore soltanto pochi giorni fa, ricordi?).

Perciò, che si tratti di un’amicizia tossica ma-inossidabile, delle disavventure di una spericolata antieroina disposta a tutto pur di raggiungere i suoi obiettivi, o di un avvincente mistero hitchcockiano da svelare a colpi di rivelazioni al vetriolo… preparati: il colpo di scena sbalorditivo è sempre dietro l’angolo!


9 film thriller simili a Un Piccolo Favore

I Care a Lot

film simili a un piccolo favore - i care a lot

Una tutrice legale corrotta, che ha l’abitudine di svuotare i risparmi degli anziani che assiste, si trova di fronte a una sfida inaspettata nel momento in cui incontra una donna, apparentemente intenzionata a truffarla, che si rivela molto più astuta e pericolosa di quanto sembri.

Per citare Screen Rant, esattamente come in Un Piccolo Favore, la protagonista di I Care a Lot è un personaggio che farebbe qualsiasi cosa pur di mantenere il suo status. Il film di J. Blakeson si divertente a sbeffeggiare lo spettatore mentre denuncia le magagne del sistema di assistenza americano (e non), proponendoci il duello senza esclusioni di colpi fra Maria (interpretata da una squisita, sgradevolissima e biondissima Rosamund Pike), la pensionata senza famiglia Jennifer (Dianne West) e il figlio mafioso di quest’ultima, Roman (Peter Dinklage).

Divertente e godibile, il film inciampa un po’ nel finale… Ma lascia il pubblico in preda a un’apprezzabile sensazione di (divertito) stordimento e dolceamara complicità.


Saltburn

Proseguiamo la nostra carrellata di film simili a Un Piccolo Favore parlando di un titolo che mette al centro un altro rapporto d’amicizia ambiguo, tossico e disturbante.

Ambientato a Oxford e nel Northamptonshire, la chiacchieratissima opera di Emerald Fennell segue la storia di uno studente di Oxford che sviluppa un’ossessione per un compagno di studi popolare e aristocratico, il quale lo invita poi a trascorrere l’estate nella tenuta della sua eccentrica famiglia.

Ricchissima di scene iconiche e indifferente alla prospettiva di ogni possibile controversia, la sceneggiatura di Saltburn brilla soprattutto per i suoi dialoghi sferzanti e per la sbalorditiva interpretazione di Barry Keoghan, qui nei panni di un novello Mr Ripley dall’ammaliante potere mimetico.

Da non perdere!


The Wasp

Carla, incinta di sette mesi e madre di quattro figli avuti da padri diversi, lavora come cassiera a Bath, in Inghilterra. Un giorno riceve un messaggio da Heather, sua migliore amica ai tempi della scuola, con cui non aveva più avuto contatti da anni. Heather, che ha provato senza successo a rimanere incinta insieme al marito Simon, chiede a Carla un favore inquietante: eliminare Simon, convinta che questi la tradisca…

Il thriller psicologico The Wasp, basato su uno spettacolo teatrale di Morgan Lloyd Malcom, si avvale delle preziose interpretazioni di Naomi Harris e Natalie Dormer. Essendo un film ricco di colpi di scena e momenti sorprendenti, il modo migliore per apprezzarlo appieno è iniziare la visione avendo familiarità soltanto con quegli elementi davvero essenziali della sua trama imprevedibile.

Se pensi che il rapporto fra le due protagoniste di Un Piccolo Favore si trovi a un solo passo dall’abuso psicologico e che la Emily di Blake Lively sia una bulla fatta e finita, bè… Tu aspetta di conoscere Carla e Heather!


Eileen

film simili a un piccolo favore - eileen

In Massachusetts, nel 1964, un’eccentrica guardia carceraria di nome Eileen si divide fra le responsabilità di una vita lavorativa monotona e degradante e la cura del padre, un ex-capo della polizia alcolizzato e sempre pronto a sfogare le sue paranoie su di lei.

Un giorno, però, al penitenziario arriva una giovane psicologa di nome Rebecca che, con i suoi modi da femme fatale raffinata ed elegante, cattura immediatamente l’immaginazione di Eileen e riesce a sedurla. Nessuna delle due, però, può immaginare l’entità delle conseguenze che questo incontro travolgente scatenerà…

Sardonico e riflessivo, il thriller psicologico Eileen ipnotizza lo spettatore grazie alle interpretazioni magnetiche di Anne Heathway e Thomasine McKenzie, ai suoi ritmi dilatati e alla sua fotografia patinata, esteticamente immersiva e coinvolgente… per poi spezzare la trance con un twist finale folgorante, scagliando chi guarda in un limbo di dubbi, catarsi e suspense mozzafiato!


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“Un Altro Piccolo Favore”: la recensione del film con Blake Lively e Anna Kendrick


 un altro piccolo favore recensione - prime video

Scrivere e pubblicare la recensione di Un Altro Piccolo Favore vuol dire, per prima cosa, riconoscere il mio profondo affetto per la filmografia di Paul Feig.

Un regista veterano di commedie “ibride” che, pur non avendo ancora girato capolavori assoluti della settima arte, ha dimostrato, nel tempo, di poter conquistare il pubblico con la sua firma inconfondibile: un mix di humor dissacrante, una notevole capacità di orchestrare la messa in scena e una sensibilità particolare per la psicologia femminile.

Da questo punto di vista, Un Altro Piccolo Favore, sequel dell’adattamento del bestseller di Darcey Bell, non rischia assolutamente di deludere le aspettative. Ami il carismatico duo formato da Blake Lively e Anna Kendrick? Vai pazza per l’esplosiva dinamica fra i loro personaggi, fatta di battibecchi graffianti e una “strana” tensione che sembra alimentare ogni loro bisticcio e conversazione?

Non perderti questo film su Prime Video, allora. E preparati a fare una bella scorpacciata di gag irresistibili, misteri inspiegabili e glamour a volontà…


Di cosa parla Un Altro Piccolo Favore?

Stephanie (Kendrick) ha pubblicato un libro tru-crime ispirato alle sue passate vicende con Emily (Lively). Tuttavia, il successo previsto dagli editori tarda a materializzarsi, lasciandola alle prese con la difficoltà di conciliare la cura del figlio e la gestione del suo vlog dedicato alle mamme appassionate di misteri.

Un giorno, però, Emily fa irruzione nel corso della presentazione della sua opera e si prepara a mandare di nuovo a gambe all’aria la vita della sua ex-migliore amica: Emily, infatti, annuncia di essere sul punto di convolare a nozze con Dante Versano (Michele Morrone), un aitante milionario italiano.

Emily vuole che Stephanie sia la sua damigella d’onore e che la segua immediatamente sull’isola di Capri, nello splendido resort turistico in cui sta per tenersi il matrimonio.

Stephanie ha tutte le ragioni del mondo per diffidare della “bionda senza volto” che la ha stravolto l’esistenza e temere che Emily si stia preparando a tenderle un altro dei suoi machiavellici tranelli.

Nonostante questo, tentata dall’opportunità di ottenere nuova visibilità per il suo lavoro, decide di fare le valige e seguire la sua nemesi in capo al mondo…


Un Altro Piccolo Favore: la recensione del film

Sospetto che gli amanti del thriller troveranno la prima parte di Un Altro Piccolo favore avvincente e suggestiva, e la seconda metà… un po’ meno brillante, soprattutto dal punto di vista dello showdown e della risoluzione del mistero. E, sì… Tutte quelle battute sull’incesto, verso il finale, hanno iniziato a lasciare un po’ perplessa anche me.

A mio avviso, però, i pregi del film superano di gran lunga i difetti. Soprattutto dal momento che la pellicola riesce a svolgere benissimo il suo compito: tenere lo spettatore incollato allo schermo e strappargli qualche brivido di anticipazione, un paio di sospiri/sussulti di tensione e parecchie risate!

La pellicola riesce a centrare l’obiettivo, fra l’altro, malgrado i vari passi falsi di una sceneggiatura fin troppo incline all’assurdità e agli inside joke fra personaggi e spettatore. Gran parte del merito va attribuita al fascino magnetico del cast, senza dubbio… ma anche alla capacità di Feig di coordinare e dirigere ogni membro del gruppo. Feig riesce, infatti, a valorizzare le intuizioni di ciascun attore senza cedere il controllo della narrazione e, soprattutto, mantenendo ben saldo il timone della storia.

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5 film (o serie tv) tratti dai libri che vedremo in streaming a maggio 2025


Quali film o serie TV, ispirati ai libri, ci attendono a maggio 2025 sulle numerose piattaforme di streaming a nostra disposizione?

L’elenco che segue non pretende certo di essere completo (anche perché non è possibile escludere altre aggiunte dell’ultima ora, all’interno dei rispettivi cataloghi…). Eppure, tra le tante opzioni a nostra disposizione, per ora sono questi i titoli che hanno acceso la mia curiosità e che sembrano spiccare per appeal e potenzialità…


Maggio 2025: le serie tv e i film ispirati ai libri che potremo vedere su Netflix, Prime ecc.

Fear Street: Prom Queen

film maggio 2025 in streaming - prom queen

Regia: Matt Palmer

Genere: Horror YA

Piattaforma: Netflix

Da quale libro è tratto: Tutti i film della serie Fear Street (per ora, 1994, 1978, 1666 e Prom Queen…) si ispirano a uno o più titoli dell’omonima collana per ragazzi di R. L. Stine. In particolare, Prom Queen è l’adattamento del libro intitolato L’Ultimo Ballo (pubblicato in Italia da Mondadori e disponibile su Amazon).

Una curiosità interessante a proposito di Stine: sapevi che, soltanto pochi mesi fa, è approdata su Disney+ la seconda stagione di Goosebumps – Piccoli Brividi, lo show ispirato ad alcuni dei suoi romanzi più iconici degli anni Novanta?

Di cosa parla Prom Queen?

Bentornati a Shadyside! In questa nuova puntata della sanguinosa saga di Fear Street, la stagione dei balli di fine anno alla Shadyside High è iniziata e le ragazze più popolari hanno già fatto branco, impegnate nelle loro solite, dolci ed efferate campagne per la corona.

Ma quando una coraggiosa outsider viene inaspettatamente nominata alla corte e le altre ragazze iniziano a scomparire misteriosamente, la classe dell’88 si ritrova improvvisamente a vivere una serata di ballo… da urlo!

Prom Queen arriverà su Netflix il 23 maggio. La mia recensione ti aspetta QUI.


Un Altro Piccolo Favore

un piccolo favore - poster prima video

Regia: Paul Feig

Genere: Thriller

Piattaforma: Prime Video

Da quale libro è tratto? Bè, tecnicamente parlando, Un Altro Piccolo Favore non è proprio l’adattamento diretto di un romanzo specifico. Tuttavia, ho scelto di segnalarlo fra i film di maggio 2025 per un motivo ben preciso: i personaggi principali sono gli stessi del primo film, Un Piccolo Favore, tratto dall’avvincente thriller di Darcy Bell e attualmente disponibile su Amazon in edizione tascabile Bur.

Di cosa parla Un Altro Piccolo Favore?

Prima di dedicarsi all’attesissimo adattamento del bestseller Una di Famiglia, con protagoniste Sidney Sweeney e Amanda Seyfried, il regista Paul Feig torna a esplorare la complessa rete di intrighi, tradimenti e bugie intessuta dalle celebri antieroine di Un Piccolo Favore.

Blake Lively e Anna Kendrick riprendono i ruoli iconici che hanno segnato le loro carriere. In Un Altro Semplice Favore, Stephanie Smothers, ora affermata autrice di romanzi gialli, si ritrova nuovamente coinvolta nella turbolenta vita di Emily Nelson. Appena uscita dal carcere, Emily chiede a Stephanie di essere la sua damigella d’onore per un sontuoso matrimonio a Capri. L’evento, però, si trasforma rapidamente in un vortice di omicidi e tradimenti, mentre Stephanie svela nuovi oscuri segreti sul passato di Emily e sui suoi misteriosi legami con la mafia italiana.

Cosa ne penso?

Un film divertente e intrigante, che riesce a valorizzare le interpretazioni delle sue due splendide protagoniste e ad abbracciare in pieno la sua anima di thriller sui generis, totalmente eccentrico e strampalato… Fra le pagine del blog, troverai la mia recensione completa del film.

Ti ricordo che potrai guardare Un Altro Piccolo Favore su Prime Video a partire dal primo maggio.


Murderbot – Prima Stagione

serie tv e film maggio 2025 tratte dai libri - murderbot

Numero di episodi: 10 episodi

Genere: Sci-Fi

Piattaforma: Apple TV

Da quale libro è tratto? Il volume della Mondadori Murderbot: I Diari della Macchina Assassina racchiude i primi romanzi della fortunata saga di Martha Wells, vincitrice del Premio Nebula nel 2018 per All Sistems Red. Nel 2021, l’autrice del notevole Il Re Strega ha replicato l’impresa con la pubblicazione di Network Effect. Su Amazon puoi acquistare la tua copia digitale di Murderbot.

Di cosa parla la serie tv Murderbot?

Un cyborg di sicurezza parzialmente biologico, noto con il nome di Murderbot, deve celare la sua autonomia di pensiero mentre affronta missioni rischiose. Diviso tra la curiosità per gli esseri umani e il disgusto per la loro vulnerabilità, si trova a navigare in un mondo complesso e imprevedibile.

I primi due episodi della prima stagione di Murderbot saranno disponibili su AppleTv a partire dal 16 maggio.


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“Heretic”: la recensione del divertente horror religioso con Hugh Grant


heretic recensione film horror

Lo ammetto: sono andata a vedere “Heretic” soprattutto perché il mio livello di fedeltà nei confronti delle star di “Yellowjackets“, ormai, sta raggiungendo delle proporzioni davvero difficili da circoscrivere!

Ma anche perché mi entusiasmava l’idea di vedere Hugh Grant alle prese con il ruolo del villain. E, sì, perché il concept alla base di questa ironica semi-commedia horror (diretta dai registi/sceneggiatori Scott Beck e Bryan Woods) mi sembrava particolarmente divertente…

Tirando le somme, sono convinta di aver avuto un’ottima intuizione: “Heretic”, infatti, non soltanto è riuscito a offrirmi un’esperienza visiva dal taglio coinvolgente e originale, arricchita da un cast eccellente e da una scenografia affascinante… ma, in modo quasi inaspettato, devo ammettere di aver trovato la sceneggiatura sorprendentemente stimolante anche dal punto di vista intellettuale!


Di cosa parla “Heretic“?

Sorella Barnes (interpretata da un’intensa e sempre brava Sophie Tatcher, già protagonista della consigliatissima rom-com horror “Companion“) e Sorella Paxton (Chloe East) sono due giovani mormoni dagli obiettivi molto chiari: convincere il maggior numero di persone possibili a convertirsi alla loro fede.

Addestrate al lavoro missionario di “miliziane di Dio”, si presentano porta a porta con la Bibbia in mano e una fede (più o meno) salda nei confronti della loro organizzazione nel cuore.

Un giorno, però, le due ragazze bussano alla porta dell’enigmatico e istrionico Signor Reed (Hugh Grant), un uomo di mezza età che le invita a varcare le porta della sua dimora per approfondire il discorso apostolico.

Per Sorella Barnes e Sorella Paxton, l’esperienza si trasformerà nell’inizio di un terribile incubo. Una discesa nella mente di un uomo brillante e disturbato, che le costringerà a ingaggiare una furiosa battaglia di ingegno e a mettere in discussione tutto ciò in cui hanno sempre creduto.


Heretic“: la recensione

Su una nota personale, devo ammettere di aver trovato il personaggio di Hugh Grant in “Heretic” assolutamente irresistibile. In parte, forse, perché non mi era mai capitato di sentire le stesse argomentazioni che ronzano nella mia testa di atea uscire dalla bocca di un villain da film dell’orrore (un’esperienza esilarante che consiglio a chiunque: di fatto, ho continuato a ridacchiare fra me e me, nella mia miglior imitazione di Winifred Sanderson, almeno fino all’intervallo…).

Ma ciò che rende il tutto davvero indimenticabile, secondo me, è la performance magnetica dell’attore britannico, un perfetto connubio fra l’umorismo macabro di uno Zio Tibia incarognito e la vena sadico-pedagogica del primo Saw l’Enigmista.

Non avrei dovuto aspettarmi niente di meno, probabilmente. Soprattutto dopo aver visto Grant alle prese con l’eccentrico ruolo dell’Umpa Lumpa nel prequel “Wonka” e nei panni dell’assurdo politicante Forge Fitzwilliam in “Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri“…


Something wicked this way comes…

Le due giovani co-protagoniste di “Heretic”, dal canto loro, “assecondano” il flusso con invidiabile scioltezza, e si lasciano guidare dalle imbeccate di Grant senza troppi problemi.

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