“Immortal”: la recensione del romantasy di Sue Lynn Tan


immortal recensione - sue lynn tan

Se, da una parte, “Immortal” garantisce ai fan de “La Figlia della Dea della Luna” l’opportunità di compiere un altro viaggio attraverso i deliziosi scenari della dilogia precedente, dall’altro offre anche a Sue Lynn Tan una preziosa occasione per “agganciare” nuovi lettori e coinvolgerli nelle sue avventure.

Il libro, infatti, non intrattiene alcun collegamento diretto con i suoi predecessori e non può essere classificato come uno spin-off vero e proprio. Inoltre, pur essendo collocato nello stesso universo, è ambientato in regni diversi e presenta un cast di personaggi nuovi di zecca!

La trama di “Immortal” si concentra, in modo particolare, sulla tormentata storia d’amore fra il dio della guerra e una regina disposta a rischiare qualsiasi cosa, pur di liberare il suo popolo dai capricci degli immortali e dal peso della servitù…


“Immortal”: la trama

Quando Liyen ascende al trono di Tianxia, giura a se stessa di porre fine gli obblighi che il suo regno ha contratto nei confronti dei volubili immortali che, un tempo, hanno protetto il suo popolo dalla pericolosa invasione degli spiriti Wuxin. La ragazza è convinta che siano proprio gli immortali, infatti, i principali responsabili della morte del nonno da cui ha eredito il trono, e non vede l’ora di esigere la sua vendetta.

Così, non appena riceve una convocazione per il Reame Immortale, decide di accoglierla con l’unico scopo di imparare i segreti degli immortali e sfruttarli contro di loro. La chiave del successo? Recuperare un antico e potente scudo magico sottratto al popolo di Tianxia decadi prima…

Per riuscirci, però, Liyen dovrà forgiare una tenue e fragile alleanza con l’immortale che dovrebbe temere (e di cui, forse, dovrebbe diffidare) di più: lo spietato e affascinante dio della guerra.

L’inaspettata scintilla di attrazione che scatta fra di loro, invece, innesca una catena di eventi rocamboleschi e drammatici. Tanto più che il popolo degli Wuxin, aiutato dalla tribù dei Demoni Alati, ha ricominciato a tramare dall’ombra, avvicinandosi sempre di più ai confini di Tianxia. E minacciando la sacra montagna di Kunlun, che le truppe del regno proteggono da generazioni…

Per salvare la sua gente da un fato indicibile, Liyen sarà costretta a mettere a repentaglio ogni cosa… incluso il suo stesso cuore.


Immortal“: la recensione

A differenza delle precedenti opere di Sue Lynn Tann (“La Figlia della Dea della Luna” e “Il Cuore del Guerriero del Sole“, entrambi editi in Italia da Oscar Vault Mondadori), “Immortal” è un fantasy romantico autoconclusivo.

A parer mio si tratta di uno young adult, più che di un romanzo per adulti; tuttavia, lo stile ricercato e lussureggiante contribuisce sicuramente a evocare in chi legge una sensazione di “densità” familiare ai fan del fantasy epico di stampo un po’ più maturo.

Di “Immortal“, da un punto di vista personale, ho amato soprattutto lo stupefacente worldbulding e il ritmo infervorato. Infatti, sebbene la trama di questo avvincente stand-alone risulti fortemente incentrata sulla sua componente romantica, salta decisamente all’occhio anche il livello di attenzione riversato dall’autrice nella definizione dell’ambientazione e dell’estetica.

Leggendo “Immortal“, scoprirai che gli scenari che avrai occasione di “visitare” possiedono delle qualità tali da renderli, al tempo stesso, vastissimi, pittoreschi e fortemente influenzati dal ricco patrimonio di leggende offerto dalla mitologia cinese.

Inoltre, la narrazione – sebbene intralciata da una serie di infodump e recap-via-dialogo che, a volte, sembrano usciti direttamente dalla sceneggiatura di una serie in onda sulla tv generalista – procede per lo più spedita, supportata da un numero esorbitante di colpi di scena e da mille peripezie a rotta di collo a spasso per diversi reami…


Il peso della corona

Non mi considero una grande fan di Liyen, la protagonista di “Immortal“. Soprattutto perché la sua caratterizzazione all’inizio, tende a farla sembrare infantile e immatura; una sorta di Pollyanna, capricciosa e piena di ottimismo ingiustificato!

Tuttavia, perfino io mi vedo “costretta” ad ammettere che la sua evoluzione, nel corso della storia, si rivela avventurosa, dinamica e coinvolgente; tant’è che non ho potuto fare a meno di provare una punta di soddisfazione, leggendo il terzo atto, al cospetto della sua crescita interiore e delle sue scelte coraggiose.

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“La Ragazza Che Annega: il capolavoro weird/horror di Caitlín R. Kiernan arriva in Italia grazie a Mercurio


la ragazza che annega - caitlin kiernan

La Ragazza Che Annega“: ecco svelato il titolo della traduzione italiana di “The Drowning Girl”, uno straordinario capolavoro della narrativa weird/horror in arrivo il 14 febbraio 2025 per Mercurio Books.

Sono passati quasi 15 anni dall’uscita in lingua originale dell’eccentrico, folle e magnetico libro di Caitlín R. Kiernan, una pluripremiata autrice irlandese di cui nel nostro Paese non si sente neanche remotamente parlare abbastanza.

Eppure, a partire dal 2012 il suo romanzo, visionario e struggente, è entrato a far parte un pochino anche di me.

Quello, infatti, fu l’anno in cui per la prima volta lessi le parole: «There’s always a siren, singing you to shipwreck. Some of us may be more susceptible than others are, but there’s always a siren. It may be with us all our lives, or it may be many years or decades before we find it or it finds us. But when it does find us, if we’re lucky we’re Odysseus tied up to the ship’s mast, hearing the song with perfect clarity, but ferried to safety by a crew whose ears have been plugged with beeswax. If we’re not at all lucky, we’re another sort of sailor stepping off the deck to drown in the sea

Fu una folgorazione. L’epifania di cui avevo bisogno e che stavo aspettando, senza nemmeno sapere fino a che punto, o essere del tutto consapevole di quanto disperatamente avessi continuato a cercare un romanzo in grado di esprimere questo concetto e tradurlo in un linguaggio umano!

Del resto, prima di quel momento, non avevo mai letto un libro di speculative fiction in grado di confrontarsi con il tema dei disturbi mentali con un simile livello livello di empatia e profondità. Né, del resto, mi era mai capitato di imbattermi in una scrittrice in grado di emulare Shirley Jackson e dimostrare, senza colpo ferire, di essere riuscita ad assimilare ogni singola lezione mai impartita dall’autrice di “Lizzie“…


La Ragazza Che Annega“: la trama

Se leggerai “La Ragazza Che Annega“, ti renderai rapidamente conto di quanto sia inutile (oltre che utopistico…) cercare di ricapitolare i punti salienti della sua trama.

La sinossi “ufficiale” del romanzo, ad ogni modo, recita così: “India Morgan Phelps, detta “Imp”, sente il richiamo dell’abisso, l’ha sempre sentito. La follia scorre nel sangue della sua famiglia, canta con voce di sirena, e ogni notte la invita a perdersi per sempre, come in passato è già successo alla nonna Caroline e alla madre Rosemary Anne.

È vero che un dipinto infesta la vita di India da quando aveva undici anni? È vero che una notte di novembre ha incontrato una donna nuda sul ciglio di una strada del New England? O era luglio? Oppure non era una donna, ma un lupo, una sirena?

E poi c’è dell’altro, un’altra voce: Imp, il doppio, la personalità che manda in crisi ogni possibile appiglio alla realtà che la circonda. Raccontare la sua verità è però l’unico modo per incontrare ancora la donna che ama: una storia labirintica, un libro infetto, dove tutto smargina in una fantasmagoria gotica e seducente, in cui sirene e lupi mannari, oceano e neve, pittura e letteratura s’incontrano e confondono.”


«Nessuno ha mai detto che devi essere morto e sepolto, per essere un fantasma…»

Devo ammetterlo: è passato un po’, dalla mia ultima rilettura dell’edizione in lingua originale de “La Ragazza Che Annega“.

Perciò, temo che non sarò in grado di offrirti una vera e propria recensione di questo libro. Dopotutto, non so tu, ma io ho sempre pensato che una recensione sia un pezzo da scrivere “a caldo”. Soltanto così, infatti, è possibile rendere conto delle turbolente emozioni che una lettura, idealmente parlando, dovrebbe sempre essere in grado di suscitare.

Quello che sicuramente posso fare, però, è offrirti qualche considerazione di natura un po’ più generale, in modo tale da illustrarti le caratteristiche principali della storia. E, chissà… Magari anche convincerti a concedere un’opportunità a questo romanzo così avvincente, originale e “diverso” rispetto a tutti quelli in cima alle classifiche dettate dai trend del Booktok!


«Nessuna storia ha un inizio, e nessuna storia ha una fine»

La prima cosa che devi sapere è questa: Caitlín R. Kiernan, regina assoluta del gothic weird, ha sempre descritto “La Ragazza Che Annega” come una sorta di “autobiografia” sui generis. Il che vuol dire che, fra le sue pagine, incontrerai sirene e lupi mannari, fantasmi e assassini, artisti pazzi e figli illegittimi di Dagon… E non capirai mai quanto ci sia di vero in questi racconti, perché il concetto di “fattualità”, qui, è del tutto secondario.

Perché il punto è che ciascuna di queste creature è reale per Imp. Un “bestiario” di creature che fanno totalmente parte di lei, in un certo senso… E vale la pena ricordare che, nel corso della lettura, noi avremo modo di fare esperienza della cosiddetta “realtà” soltanto attraverso i suoi occhi. Una lente deformante, inevitabilmente, che ci porterà più volte a mettere in dubbio la nostra stessa sanità mentale. Ma anche rivelante, potremmo dire, perché ci permetterà di notare emozioni, percezioni, piccoli dettagli dolceamari delle nostre vite, di cui la nostra esasperata razionalità non ci avrebbe mai permesso di accorgerci…

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“A Language of Dragons”: la recensione del libro fantasy YA di S. F. Williamson


a language of dragons - s f williamson

La scorsa settimana, “A Language of Dragons” è diventato, ufficialmente, un bestseller del New York Times.

Una notizia che mi rallegra in modo particolare: infatti, contro ogni aspettativa, mi sono ritrovata ad apprezzare davvero moltissimo questo movimento YA di S. F. Williamson a tema traduzioni, rivalità accademiche, draghi e complotti!

Una lettura leggera, ma intelligente e, soprattutto, divertente, che riesce a coniugare le tematiche “ribelli” di “Babel” con l’azione adrenalinica di “Fourth Wing“; le vibes di “Hunger Games” con il sense of wonder in salsa academy di “Emily Wilde e l’Enciclopedia delle Fate“…


A Language of Dragons“: la trama

Londra, 1923. I draghi sono i padroni del cielo e le proteste infuriano per le strade, ma Vivien Featherswallow non è affatto preoccupata. Ha intenzione di seguire le regole, ottenere un tirocinio nel campo dei suoi sogni – lo studio delle lingue dei draghi – e assicurarsi che la sua sorellina, Ursa, non debba mai correre il rischio di diventare una cittadina di Terza Classe.

Eppure, entro mezzanotte, Viv inizierà una guerra civile.

Infatti, non appena i suoi genitori vengono arrestati per sedizione, Viv capisce che tutta la sicurezza per cui ha lavorato così duramente sta per scomparire. Così, quando le viene offerta l’occasione di salvarsi attraverso un nuovo, misterioso lavoro, Viv non esita ad accettare. Anche se lasciare Londra significa “abbandonare” Ursa e affidare la sua sicurezza nelle mani dei genitori dell’amica che ha pugnalato alle spalle.

Al suo arrivo a Bletchley Park, Viv scopre di essere stata reclutata per decifrare un codice segreto draconico e aiutare lo sforzo bellico. Se avrò successo, lei e la sua famiglia potranno tornare a casa. In caso contrario, moriranno tutti.

All’inizio, Viv si convince che l’impresa di scoprire i segreti del linguaggio proibito dei draghi sia un’impresa perfettamente alla sua portata. Dopotutto, ha dedicato la sua intera esistenza allo studio delle lingue, ed è sempre stata considerata il più giovane prodigio della sua generazione.

Invece, più impara, e più Viv inizia a realizzare che la bolla nella quale cui è cresciuta non è il luogo confortevole e sicuro che immaginava. Il governo non ha necessariamente a cuore gli interessi dei cittadini. O almeno… non di tutti cittadini, in perfetto accordo con quella massima di George Orwell che recita: «Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri.»

Finché, alla fine, Viv dovrà prendere una decisione: che genere di guerra ha intenzione di combattere, esattamente? Per chi – e per cosa – vale davvero mettere in gioco la propria vita?


A Language of Dragons“: la recensione

Non appena ho letto le parole «L‘ultimo drago professore è stato rimpiazzato con un insegnante umano all’inizio dell’anno», la mia mente è volata a “Wicked: Parte 1“. Del resto, “A Language of Dragons” è un romanzo che affronta, pressappoco, le medesime tematiche di quel bellissimo musical del 2024: lotta al privilegio, battaglie per i diritti degli animali (draghi, in questo caso…) e resistenza tenace a un governo oppressivo.

Anche se nulla di tutto questo rappresenta una novità agli occhi del lettore “veterano” di narrativa fantastica, la Williamson riesce a confezionare una storia dal taglio particolarmente intrigante e avvincente, a metà strada fra suggestioni distopiche e dark academia. L’estetica del libro richiama un po’ “Divini Rivali“, un po’ certe “fumose” pellicole di spionaggio in bianco e nero…mentre la giovanissima protagonista, Violet, si pone al centro di una serie di dilemmi etici particolarmente delicati e difficili.

La cosa davvero bella di “A Language of Dragons“, secondo me, riguarda il fatto che, a prescindere dalle numerose scene adrenaliniche di tradimenti, colpi di scena e voli mozzafiato a dorso di drago, la narrazione si concentra sull’arco trasformativo di Violet con una cura particolare, permettendoci di calarci davvero nei suoi panni.

Ad esempio, non abbiamo alcun motivo per descrivere il suo cambio di prospettiva come “repentino”, “sbrigativo” o “immotivato”. Al contrario: la nostra eroina comincia ad abbandonare la sua ingenua visione in bianco e nero della società e del mondo in maniera graduale, attraverso le esperienze che si accumulano ogni giorno davanti ai suoi occhi… Un continuo percorso di tribolazioni, prove ed errori, che rende il suo viaggio di crescita interiore particolarmente dinamico ed emozionante da seguire!


L’amore ai tempi dei draghi

A Language of Dragons” è corredato da una bella love story a tema slowburn. Alcuni lettori hanno tirato in ballo il trope dell’enemies-to-lovers, ma, francamente, non potrei essere più in disaccordo di così: Violet e Atlas attraverseranno pure i loro momenti di contrasto e incomprensione, nel corso di questo primo volume della saga, ma, di sicuro, non sono mai stati “nemici”. Almeno, non nel senso canonico del termine…

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Tutti i libri fantasy in uscita a febbraio 2025


Quali nuovi libri fantasy leggeremo, in italiano, a febbraio 2025?

Fra attesi sequel e novità assolute, pare proprio che, anche questo mese, ci imbatteremo in tantissime “chicche” e titoli golosi. Mmm… Non so, qualcosa mi dice che avremo di che rimpolpare le nostre collezioni e le nostre wish-list!

Per cui, se fra i tuoi fioretti per il nuovo anno rientrava anche il (dissennato) proposito di non acquistare volumi nuovi… Scappa, finché sei in tempo!

(…)

Ma come? Sei ancora qui?

Poi non dire che non ti avevo avvertito, però, eh? ;D


Tutti i libri fantasy in arrivo a febbraio 2025: “Il Re Strega” di Martha Wells

libri fantasy febbraio 2025 - il re strega

Cominciamo con un titolo che ho avuto modo di leggere, in lingua originale, lo scorso anno: “Il Re Strega“, alias “The Witch King” di Martha Wells

Un romanzo fantasy scritto un po’ come se fosse uno sci-fi. In effetti, non lo considero adatto a ogni tipo di palato; considera che io stessa ho avuto qualche problemino, all’inizio, a lasciarmi travolgere dal flusso della narrazione: puoi leggere la mia recensione de “Il Re Strega per averne conferma! Eppure, si tratta senz’altro di un libro originalissimo, dotato di un formidabile worldbuilding e di un solidissimo cast di personaggi!

La trama recita così: dopo essere stato assassinato, Kai apre gli occhi e si ritrova alla presenza di un mago minore che, contro ogni buon senso, sta cercando di imbastire un rituale per imbrigliare i suoi straordinari poteri. Un atto che non è destinato a finire bene.

Ma per quale motivo Kai è stato ucciso e imprigionato, il suo io cosciente reso dormiente e inconsapevole dello scorrere del tempo? Cosa è cambiato nel mondo, dai tempi del suo assassinio? E perché l’influenza della Coalizione del Mondo Nascente sta acquistando delle proporzioni così spropositate?

Ti garantisco che troverai la risposta a questi (e molti altri) pressanti interrogativi nell’edizione Ne/oN de “Il Re Strega“, disponibile in libreria e su Amazon a partire dal 12 febbraio 2025!


The Night Ends With Fire” di K X Song

I Tre Regni sono in guerra, ma il padre di Meilin si rifiuta di rispondere alla chiamata alle armi imperiale. Schiavo della sua dipendenza da oppio, progetta di vendere Meilin per la sua dote, invece. Tuttavia, non appena scopre che il suo futuro marito è un uomo violento e dal temperamento imprevedibile, la ragazza decide di prendere in mano le redini della sua situazione.

E così, il giorno seguente, si traveste da ragazzo e si arruola al posto di suo padre.

Nell’esercito, il duro lavoro di Meilin le procura riconoscimento, amicizia e… una crescente vicinanza con Sky, il principe che si è trasformato nel suo compagno di addestramento. Eppure, mentre il suo regno si precipita incontro alla distruzione, Meilin dovrà decidere di chi fidarsi: Sky, che inspira in lei lealtà e amore; lo spirito di un drago acquatico con il potere di garantirle una magia impossibile; oppure, un irritante quanto irresistibile principe nemico, che la spinge a mettere in dubbio tutto ciò che credeva di sapere a proposito del suo regno, della sua lealtà e del suo stesso cuore.

La bellissima edizione decorata di “The Night Ends With Fire“, targata DeA, ti aspetterà in libreria e su Amazon a partire dall’11 febbraio 2025.


La Spada di Kaigen” di M.L. Wang

la spada di kaigen - libri fantasy febbraio 2025

Fra i nuovi libri fantasy di febbraio 2025, compare anche – finalmente! – questo attesissimo romanzo di M. L. Wang. Un’opera che molti lettori (e scrittori) internazionali descrivono come un autentico capolavoro…

Sul fianco di una montagna, ai confini dell’Impero Kaigenese, vivono i più potenti guerrieri del mondo; dei veri e propri super-umani, in grado di sollevare le acque e brandire lame di ghiaccio.

Per centinaia di anni, i combattenti della Penisola Kusanagi sono riusciti a tenere a bada i nemici dell’Impero, guadagnando alla loro landa gelata il titolo de ‘La Spada di Kaigen’.

Nato nella leggendaria dinastia Matsuda, il quattordicenne Mamoru ha sempre conosciuto il proprio scopo: imparare a padroneggiare le tecniche di combattimento della sua famiglia e difendere la sua patria. Ma quando uno straniero interviene a distruggere la presunta era di pace di Kaigen, Mamoru realizza di non avere più tempo per diventare il guerriero che ha sempre pensato di dover essere.

Peggio ancora, verrà assillato da una terribile domanda: e se, in realtà, l’intero impero che è stato generato per difendere fosse essere stato costruito su una rete di oscurità e menzogne?

Potrai acquistare l’edizione Mondadori de “La Spada di Kaigen” a partire dal 18 febbraio 2025. Disponibile su Amazon o direttamente in libreria.


Quel Che La Magia Rivela” di Isabel Ibañez

E se a gennaio 2025 abbiamo visto arrivare in libreria una vera e propria montagna di sequel di titoli popolari, bè… Anche il mese di febbraio sembra pronto a difendersi benino, non trovi?

Ad esempio, in questo secondo – e ultimo – volume della serie “Secrets of the Nile” di Isabel Ibañez ritroveremo il personaggio di Inez Olivera, intenta a confrontarsi con le conseguenze dell’omicidio di sua cugina Elvira e con il tradimento di sua madre.

E così, quando suo zio Ricardo le issa un ultimatum a proposito della sua eredità, a Inez non rimane che un’unica, funesta opzione da considerare: accettare un’alleanza con Whitford Hayes, in precedenza suo nemico mortale…

Quel Che La Magia Rivela” arriverà su Amazon e in libreria, sempre a opera della Mondadori, a partire dal 18 febbraio 2025.


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“Faebound”: la recensione del libro romantasy di Saara El-Arifi


faebound recensione - saara el-arifi

Finalmente, l’edizione italiana di “Faebound” è arrivata in libreria! Una grande notizia per tutti i fan del romantasy in generale, e per gli estimatori di grandi titoli come “Fourth Wing” e “Il Principe Crudele” in particolare!

Il libro di Saara El-Arifi, infatti, si legge tutto d’un fiato: un vero e proprio concentrato di azione, romance e magia.

Al centro dell’intreccio si dipana l’emozionante storia di due sorelle estremamente diverse fra loro, eppure legate del fato. A causa di un imprevedibile incidente, le ragazze si ritrovano travolte da un turbine di sinistre profezie e costrette a lasciarsi alle spalle tutto ciò che credevano di conoscere… per piombare, nella miglior tradizione delle opere di Holly Black, al centro di una misteriosa, suggestiva corte fatata.

Un luogo denso di pericoli, rivelazioni magiche, macchinazioni politiche e principi (ma anche principesse!) prodigiosamente inclini a ritrovarsi in varie condizioni di semi-nudità…

Con l’aggiunta di un ottimo worldbuilding e di un (bel) po’ di spicy!


La trama

Yeeran è nata sul campo di battaglia, ha vissuto sul campo di battaglia e, un giorno, morirà sul campo di battaglia.

O, almeno, questo è ciò che ha sempre pensato.

Dopo aver raggiunto il grado di colonnello nell’armata degli elfi della tribù Waning, Yeeran si sente particolarmente orgogliosa della sua carriera. Essere costretta a combattere al fianco di bambini-soldato e sterminare creature magiche, al fine di garantire altro potere alla leader della sua fazione? Si tratta soltanto dell’inevitabile prezzo da pagare per la vittoria.

Dopotutto, Yeeran non ha mai conosciuto altro che guerra, morte e una fame spietata. Mentre sua sorella minore, Lettle, sta cercando di guadagnarsi da vivere diventando una divinatrice; perennemente alla ricerca di profezie in grado di annunciare un futuro migliore.

Eppure, non appena un fatale errore da parte di Yeeran spinge il comandante della sua tribù a bandirla per sempre dalle terre degli elfi, le due sorelle si ritrovano in balia degli eventi. Non c’è scelta, adesso: per cercare di sopravvivere, bisognerà avventurarsi nelle terrificanti terre desolate al di là dei confini.

Sarà proprio lì che avrà luogo un incontro l’impossibile: quello con la temuta corte dei Fae. Un popolo che si credeva estinto da un millennio, e sul cui conto circolano parecchie voci inquietanti. Yeeran e Lettle saranno costrette a immergersi nel loro mondo seduttivo e misterioso.

Ciò che troveranno – amore, tradimento, misteri e segreti arcani – cambierà per sempre il loro destino.


Faebound”: la recensione

Negli USA, “Faebound” è stato un bestseller, oltre che una delle uscite più chiacchierate del 2024 sul BookTook… Un successo più che meritato, a parer mio!

Dopotutto, la voce limpida, suadente e magnetica di Saara El-Arifi riesce a trasformare perfino un intreccio relativamente “semplice” in un pageturner dal taglio, forse, poco sofisticato, ma decisamente irresistibile.

L’estetica di “Faebound”, a mio avviso, ricorda un po’ quella de “Il Priorato dell’Albero delle Arance”, un po’ i libri di Rebecca Yarros e Sarah J. Maas, e un po’… la serie tv “The Chronicles of Shannara”, se per caso ti è mai capitato di seguirne qualche episodio nel 2016-2017.

Un formato dinamico e accattivante che, con la sua tavolozza di colori sgargianti e le sue succulente patentesi al limite del trash, richiama i ritmi sincopati di un videoclip musicale. Ma che riesce anche a fare tesoro – bisogna dirlo – di ogni singola, buona regola della narrazione, garantendo all’all’autrice la possibilità di confezionare un prodotto di intrattenimento di ottima qualità.

Senza dimenticare, ovviamente, un certo numeroso di concessioni ai principali tropes amati dal pubblico (in primis, il sempreverde enemies-to-lovers e il tema dell’adorabile magical companion…) e una graditissima aggiunta di queer-normativity.


Quando il cuore ci mette lo zampino…

In “Faebound”, il lettore segue i PoV e gli archi narrativi di due personaggi principali: Yeeran e Lettle. Guerriera indomabile la prima; veggente dai toni profetici la seconda. Il loro legame di sorellanza rappresenta quello che potremmo facilmente descrivere come il “collante” di tutta la storia; di fatto, pur concedendo innumerevoli pagine all’esplorazione dei sentimenti delle ragazze nei confronti dei loro rispettivi love interests, Saara El-Arifi si dimostra estremamente abile nel tenere insieme i vari tasselli dell’intreccio.

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“Goosebumps – The Vanishing”: la recensione della serie tv tratta dai libri di R. L. Stine


goosebumps the vanishing recensione

Ancora oggi, non sarei in grado di spiegarti cosa mi abbia portato a seguire “Goosebumps: The Vanishing“, quando la prima stagione di questa serie horror antologica per ragazzi mi aveva così profondamente e incontestabilmente tediato.

Anzi, no, mi correggo… Ma certo che lo so: è solo che, da brava fan di “Friends“, ho sempre adorato David Schwimmer! L’idea di vederlo tornare sulle scene – nei famigliari panni dello stravagante papà scienziato, peraltro – mi entusiasmava parecchio.

Non sono pentita della mia scelta, perché, tutto considerato, direi che questa nuova stagione è riuscita a garantirmi una bella nidiata di episodi gustosi e scaccia-pensieri, pienamente allineati a quello che è sempre stato lo spirito dei mitici romanzi di R. L. Stine: adulti inquietanti, ragazzini ficcanaso, misteri brividosi e un’autentica valanga di campy horror


Di cosa parla “The Vanishing“, la nuova stagione di “Piccoli Brividi” su Disney+

I gemelli adolescenti Cece (Jayden Bartels) e Devin (Sam McCarthy) Brewer si trasferiscono a casa del padre Anthony (Schwimmer) per un’estate.

Da parte sua Anthony, un brillante botanico, accoglie il ritorno dei figli con grande calore. Ma sembra anche turbato e distratto, perennemente immerso nel suo lavoro e nelle nebbie di un passato che non pare disposto a lasciarlo andare. L’inspiegabile scomparsa dell’amato fratello maggiore, infatti, grava ancora parecchio sulla sua coscienza. Intanto, i suoi ragazzi, all’oscuro della maggior parte di questi eventi, si aggirano per i sobborghi, nel tentativo di (ri-)allacciare amicizie vecchie e nuove.

Un giorno, però, il bellicoso Trey (Stony Blyden), il nuovo ragazzo della prima cotta di Devin, finisce infettato da un morbo misterioso. Si trasforma così in una sorta di aggressivo mostro mutante, catapultando i gemelli e la loro nuova banda di amici al centro di un vortice di avventure e macabri avvenimenti in stile “X-Files“.

Per salvarsi, dovranno unire le forze e svelare il mistero che si cela dietro un’inquietante base militare abbandonata…


Goosebumps – The Vanishing“: la recensione

Ascolta, io la vedo così: puoi ritrovarti ad apprezzare l’inaspettata virata sci-fi intrapresa dalla serie tv antologica sviluppata da Rob Letterman e Nicholas Stoller… oppure no.

Da un punto di vista personale, devo ammettere che la sceneggiatura della prima stagione di “Piccoli Brividi“, pur con tutti i suoi difetti, mi aveva intrigato di più; probabilmente perché rappresentava un concentrato di tutti i miei titoli preferiti della serie di libri di R. L. Stine, da “La Maschera Maledetta” a “Il Pupazzo Parlante“.

In questo caso, invece, ammetto di aver riconosciuto forse la metà dei riferimenti (sicuramente “Il Mistero dello Scienziato Pazzo“, ma anche “Un Barattolo Mostruoso” e “Il Campeggio degli Orrori“…). Per cui, il fattore nostalgia, su di me, in questo caso non è stato in grado di esercitare un grande effetto.

Nonostante ciò (e malgrado la presenza di un plot afflitto da svariate magagne strutturali… ma di questo parleremo fra un istante!), ho trovato “The Vanishing” più divertente e coinvolgente rispetto alla prima stagione.

Probabilmente perché ho apprezzato di più la costruzione dei personaggi (anche se l’arco trasformativo-lampo di Trey rappresenta forse la seconda cosa più ridicola dell’universo, subito dopo gli squinternati baffetti a sopracciglio di Timothée Chalamet…) e le interpretazioni del cast, nonché il drastico ridimensionamento di alcuni determinati, esasperanti patemi sentimentali che, nel corso della prima stagione, sembravano costituire il 90% delle dinamiche fra i protagonisti…


E se il sipario fosse calato… troppo presto?

In effetti, dispiace un po’ pensare che, perfino se lo show dovesse essere rinnovato, difficilmente vedremo tornare in scena Schwimmer, Ana Ortiz (la poliziotta Jen) o uno qualsiasi dei ragazzi di “The Vanishing“.

Perché sarebbe stato senz’altro piacevole avere più tempo a disposizione per imparare ad affezionarsi ai promettenti personaggi secondari dello show. Cosa che sarebbe senz’altro avvenuta, se soltanto la serie avesse permesso allo spettatore di arrivare, piano piano, a investire le proprie emozioni nei loro drammi e nelle loro difficoltà (rapporti con i genitori, legami sentimentali, conflitti economici ecc.).

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“My Darling Dreadful Thing”: la recensione del libro gotico di Johanna van Veen


my darling dreadful thing recensione - johanna van veen

Posso rivelarti un segreto? La lettura di “My Darling Dreadful Thing“, il romanzo gotico d’esordio di Johanna van Veen, mi ha creato più momenti di frustrazione che emozioni, brividi o spunti di riflessione.

In realtà, si tratta di un libro che, all’estero, ha sicuramente riscontrato più pareri positivi che negativi. E non sarò certo io a mettere in discussione i numerosi pregi di questa tragica, semi-delirante storia di dolore, abusi e fantasmi: del resto, Johanna van Veen ci sa sicuramente fare con le parole… Tant’è che, sotto certi aspetti, alcuni passaggi di “My Darling Dreadful Thing” mi hanno addirittura ricordato l’atmosfera vibrante e suggestiva di alcune opere dell’immensa Sarah Waters!

Ma non vedo proprio perché dovrei mentire o sovrastimare il mio livello di coinvolgimento nei confronti di un romanzo che, a conti fatti, è riuscito a trasmettermi soltanto un grandissimo senso di scoraggiamento, noia e delusione…


La trama

Roos Beckman ha uno spirito-companion, una ragazza fantasma che soltanto lei riesce a vedere. Il suo nome è Ruth: una creatura bizzarra, simile a un cadavere ambulante, defunto da secoli.

Ruth è l’unica luce nella vita di Roos. La ragazza, infatti, è stata allevata da una madre abusiva quanto scaltra, che la costringe a esibire le sue notevoli doti di medium/ciarlatana fin dalla più tenera età.

Ruth è sempre stata la sua unica amica. Bè, almeno fino a quando nella sua vita non irrompe, con la forza di un uragano, la ricca e vitale Agnes Knoop, una giovane vedova determinata a mettere alla prova le capacità spirituali di Roos. Basta una singola seduta, infatti, e fra le due giovani donne inizia a instaurarsi una potente, magnetica connessione.

Agnes strappa via Roos dalle grinfie di sua madre e la conduce nella decadente magione che ha ereditato dopo la morte del marito. La sorella di quest’ultimo, Wilhelmine, bellissima e afflitta da una malattia mortale, infesta i corridoi della magione come se fosse già uno spettro. Come se non bastasse, nel cuore della notte strani odori sembrano indugiare nei corridoio, e alcune raccapriccianti statue di santi risiedono nella cappella abbandonata della famiglia, a testimonianza del fanatismo del loro capostipite.

Un’essenza terrificante ammorba l’aria della magione: Roos se ne accorge subito, ma non può negare l’attrazione che sente crescere nei confronti di Agnes.

E così, una notte terribile, la morte si abbatte sul maniero. Qualcuno finisce assassinato. Per provare la propria innocenza – e la propria sanità mentale – Roos sarà costretta a svelare, al di là di ogni dubbio, chi – o cosa – sia stato responsabile di tanta violenza e depravazione. O perdere tutto ciò che ha di più caro nel tentativo.


My Darling Dreadful Thing“: la recensione

Il cult di Shirley Jackson “Abbiamo Sempre Vissuto nel Castello” incontra “Crimson Peak” di Guillermo del Toro: potrebbe essere una descrizione abbastanza accurata per il libro di Johanna van Veen… Anche se, a conti fatti, immagino che nessuno di questi due titoli sia in grado di rendere un’idea del livello di tristume, morbosità e miseria che sembra permeare ogni singola pagina di questo acclamato romanzo gotico del 2024.

A dire il vero, però, mi verrebbe spontaneo fare un paragone soprattutto con il meno conosciuto “Daphne Byrne“, una miniserie a fumetti di Laura Marks e Kelley Jones (pubblicata in Italia da Panini).

Si tratta, ad ogni modo, di una storia che affronta molti temi classici della narrativa gotica, abbracciando la maggior parte dei tropes cari a questo genere e confezionando una storia allucinante e spietata, perennemente in bilico fra veglia e sonno, vita e morte, lucidità e follia.

L’argomento della psicanalisi diventa particolarmente centrale, grazie all’introduzione del personaggio di un tenace dottore determinato a scoprire la brutale “verità” che potrebbe celarsi dietro le apparenti farneticazioni di Roos. Non per niente, i (numerosi) fantasmi di “My Darling Dreadful Thing” sembrano incarnare, più che il “Male” inteso come forza assoluta, i mali della nostra società: abusi sessuali, trauma, pregiudizio, razzismo, omofobia, repressione religiosa ecc.

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I libri di Nahoko Uehashi, l’antropologa giapponese che si è “reinventata” autrice di fantasy YA


i libri fantasy di Nahoko Uehashi

Di recente, ben due nuovi romanzi fantasy di Nahoko Uehashi sono riusciti a trovare la strada per le nostre librerie: il primo si chiama “La Ragazza Venuta da Occidente: Kokun“, ed è uscito per i ragazzi di Ne/oN Edizioni alla fine del 2024; il secondo è “Erin: The Beast Player“, una delle novità di gennaio 2025 più interessanti previste dalla Fazi.

Ma chi è Nahoko Uehashi, esattamente? Quali sono le sue opere più conosciute in Occidente, e quali sono gli autori che l’hanno ispirata di più?

Mossa dalla mia (solita) curiosità, ho pensato bene di fare qualche ricerca sul conto di questa pluripremiata autrice giapponese di libri per ragazzi. Anche perché ricordo di aver letto con grandissimo entusiasmo “Moribito: Il Guardiano dello Spirito“, quando, nell’ormai “lontano” 2009, la casa editrice Salani decise di proporci un’incantevole edizione di quello che può essere considerato, ancora oggi, come uno dei più popolari romanzi fantasy nipponici per ragazzi mai tradotti in lingua italiana…


Chi è Nahoko Uehashi?

Nahoko Ueashi è un’etnologa specializzata nello studio della cultura degli aborigeni d’Australia.

Al suo lavoro accademico, Nahoko Uehashi ha presto deciso di affiancare una carriera da scrittrice fantasy, e di affrontare questo peculiare genere letterario da un punto di vista quanto mai affascinante e originale: quello dell’antropologia culturale.

Come ci ricorda il magazine “The Japan Times“, «Nahoko Uehashi ha rivoluzionato il genere fantasy in Giappone, grazie alle sue opere di fiction a sfondo naturalistico, usando il suo background di antropologa per realizzare dei mondi immaginari ma realistici, che le hanno guadagnato legioni di fedeli fan, a prescindere dal loro genere e dalla loro età.

«Dopo aver pubblicato, nel 1989, “The Sacred Tree” mentre era ancora una studentessa specializzanda, Nahoko Uehashi ha continuato il suo lavoro di insegnante universitaria per decadi, mentre intanto continuava a produrre, instancabilmente, una serie di storie, dalla saga in 12 volumi “Moribito“, vincitrice di diversi premi, a “Beyond the Fox Whistle” del 2003, per cui ha vinto il Noma Children’s Literature Award, fino ad arrivare al più recente “The Deer king” (2014).

«La serie “Moribito”, da sola, ha ispirato uno show radiofonico, una serie tv animata e una in live action, conferendo all’autrice uno status culturale di regina del pop che trascende il campo della mera letteratura per bambini

L’assegnazione del Premio Hans Christian Andersen, nel 2014, ha sancito per Nahoko Ueashi il momento del meritato riconoscimento internazionale ufficiale.


Erin: The Beast Player“: edizione italiana e influenze letterarie

Diamo un’occhiata più da vicino ai libri di Nahoko Ueashi, a partire dalla sua uscita italiana più recente, alias “Erin: The Beast Player“.

Da questo punto di vista, potrebbe rivelarsi sicuramente illuminante leggere la corposa intervista rilasciata da Cathy Hirano, la traduttrice dell’edizione in lingua inglese di “The Beast Player“.

L’intervistatore, David Jacobson, fa subito notare alla Hirano che il romanzo in questione accoglie al suo interno il popolare trope della “scuola magica”.

Si prende quindi la briga di chiederle se, secondo lei, Nahoko Ueashi non abbia per caso contratto uno specifico “debito” nei confronti della serie di Harry Potter.

La risposta della traduttrice non lascia adito a dubbi: «No, niente affatto. Ai tempi della stesura di “The Beast Player”, Uehashi non aveva nemmeno letto J. K. Rowling. Uehashi ha sempre sostenuto di voler creare storie e mondi che nessuno aveva mai visto prima, e che le più grandi influenze sul suo lavoro provengono da “Il Signore degli Anelli” di Tolkien, dai romanzi storici di Rosemary Sutcliff e dalla saga di “Earthsea” di Ursula Le Guin. E, personalmente, riesco a vedere l’influenza di Tolkien nella vastità e nell’ampio respiro del mondo che ha creato, la stessa attenzione per il dettaglio realistico della Sutton e la Le Guin nella sua voce letteraria.»


La Ragazza Venuta da Occidente

la ragazza venuta da occidente - i libri di Nahoko Uehashi

Secondo la Hirano, i più grandi punti di forza di “Erin: The Beast Player” risiedono nel worldbuilding, perché la conoscenza e l’esperienza di antropologa di Nahoko Uehashi pervadono e danno forma suoi mondi incantati. «Il libro non è ambientato in Giappone o ovunque altro sulla Terra», spiega la traduttrice, «eppure, il mondo e la sua società sembrano così autentici da darmi la sensazione di poterci camminare in mezzo.»

Diventa facilissimo, considerando queste premesse, immaginare come gli interessi dell’autrice si siano riflessi sulla stesura del suo romanzo “La Ragazza Venuta da Occidente: Kokun“, primo volume della saga “La Dea dei Profumi“.

Crisi dell’ecosistema, solitudine esistenzialista e spiritualismo (tre temi particolarmente cari al mondo dell’antropologia, probabilmente fin dai tempi della “fondazione” ufficiale di questa meravigliosa disciplina… ) rappresentano, infatti, le colonne tematiche portanti di questa nuova, affascinante serie fantasy di Nahoko Uehashi.


Moribito: Il Guardiano degli Spirito”

Anche se nessuna casa editrice ha mai (ancora) provveduto a portare in Italia uno qualsiasi dei suoi numerosi sequel, la buona notizia è che “Moribito: Il Guardiano dello Spirito” è dotato di un finale perfettamente soddisfacente. Per cui, si può tranquillamente leggere come se si trattasse di un romanzo autoconclusivo!

Da una mia vecchia (arcaica?) recensione, ho recuperato alcune memorie di lettura semidimenticate, da cui si evince chiaramente che: a) la trama di “Moribito” segue le avventure di una granitica (ma sensibile) guerriera di nome Balsa, determinata a salvare il figlio posseduto da un demone di un malvagio imperatore; b) il worldbuiling e il sistema magico, con la loro suggestiva sovrapposizione fra mondo fisico (Sugu) e mondo spirituale (Nayugu), rappresentano senz’altro l’elemento della narrazione che colpisce di più!

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“Le Bugie Sepolte Nel Mio Giardino”: la recensione del thriller psicologico di Kim Jin Yeong


recensione le bugie sepolte nel mio giardino - giunti

Le Bugie Sepolte Nel Mio Giardino” è stato il primo romanzo thriller del 2025 a catturare la mia attenzione.

E… cosa posso dire? Si è trattato certamente di un colpo fortunato, poiché l’ho trovato intrigante e super-coinvolgente! Un titolo dal ritmo incandescente, che riesce ad ammaliare soprattutto in virtù del curatissimo profilo psicologico dei suoi personaggi e della graffiante intelligenza con cui affronta le sue tematiche.

Un libro che, grazie all’adrenalinico taglio cinematografico delle sue scene e ai suoi numerosi rimandi letterari, ha tutte le carte in regola per attirare un pubblico ampio e trasversale, non necessariamente confinato ai soli fedelissimi delle storie ad ambientazione asiatica…


La trama

Ju-ran è convinta di vivere la vita perfetta. A quasi quarant’anni, ha raggiunto tutti gli obiettivi che la sua società considera importanti: un marito medico, disposto a concederle ogni più insignificante capriccio; un figlio belloccio che se la cava bene in matematica; una splendida casa con giardino in un quartiere benestante…

Un giorno, però, Ju-ran inizia a prendere coscienza dello sgradevole odore dolciastro che si insinua dalle finestre. Un fetore che sembra provenire da quella stessa aiuola che suo marito, Jae-ho, pare intenzionato a coltivare con tanta cura.

Jae-ho cerca in ogni modo di convincerla a lasciar perdere. Tuttavia Ju-ran, turbata da uno strano presentimento, inizia a lasciarsi ossessionare dal miasma che aleggia nel suo giardino. Finché, un giorno, la donna non decide di armarsi di pala e di iniziare a scavare…

Sotto uno strato di terra brunastra, Ju-ran rinviene il dito di una persona.

Nello stesso momento, dall’altra parte della città, la spregiudicata Sang-eun affronta le conseguenze di una vendetta che potrebbe costarle ogni cosa. E’ povera, vedova e incinta, e sua madre sta rapidamente perdendo ogni contatto con la realtà a causa di una gravissima malattia degenerativa.

Eh, sì… Il destino ha dispensato a Sang-eun una mano particolarmente sfortunata!

Ma, del resto, una donna come lei – costretta a vendere materassi per sopravvivere, e a ingoiare ogni giorno migliaia di torti e soprusi con un rigido sorriso sulle labbra – ha sempre saputo la verità: il mondo non è un posto gentile con le persone deboli.

Per fortuna, Sang-eun non ha mai nemmeno saputo cosa sia, la debolezza…


Le Bugie Sepolte Nel Mio Giardino“: la recensione

Le Bugie Sepolte Nel Mio Giardino” si pone al crocevia fra thriller psicologico e domestic thriller.

Per trama, velocità narrativa e qualità dei colpi di scena potrebbe ricordare, secondo me, grandi bestseller internazionali del calibro de “La Ragazza del Treno” di Paula Hawkins; ma i suoi personaggi ti fanno pensare anche – e, forse, soprattutto – a certi pungenti romanzi satirici di Gillian Flynn o Sarah Pinborough.

L’amore bugiardo di un matrimonio – anzi, due – come metafora di una società che sembra sempre più pronta a collassare su se stessa, nel narcisistico sforzo di replicare i propri feticci a discapito di ogni morale, legge o semplice buon senso.

Le due protagoniste de “Le Bugie Sepolte Nel Mio Giardino” brillano di un’energia oscura, magnetica, che ti costringe a tifare per loro nonostante la loro deliberata (e innegabile) sgradevolezza. Le loro voci narranti, irresistibili e ben distinte, spalancano una doppia prospettiva sugli eventi, alternando momenti di autentico shock ad altri di profonda, intima e quasi rammaricata comprensione.

Ju-ran, dopotutto, è una donna frivola, superficiale e ipocrita, ma è anche disposta a rinunciare alla sua vita “ideale” pur di svelare la verità; rivelandosi, a più riprese, totalmente incapace di tornare al suo ruolo di mogliettina devota e di “mollare il colpo”….

Sang-eun, d’altro canto, è manipolatoria, ambiziosa e distaccata… ma la bambina che porta in grembo la induce a cedere agli sporadici assalti della sua coscienza, alla faccia di tutti i suoi tortuosi complotti e della sua fame di riscatto.

Nessuna delle due si rende conto, ovviamente, del tormento dell’altra.

Del resto, lo sappiamo tutti come funziona, no?

L’erba del giardino degli altri splende sempre come una cometa, quando ci arroghiamo il privilegio di osservarla da una certa distanza…


«Basta scavare… Non è poi così difficile!»

Come promette la sinossi riportata in quarta di copertina, la brillante scrittrice e sceneggiatrice Kim Jin Yeong riesce a evocare per noi un’ambientazione che tira palesemente in ballo i conflitti sociali e l’abissale divario fra ricchi e poveri di “Parasite“… ma anche le tematiche femministe, la guerra fra i sessi, l’allucinata desensibilizzazione mediatica che ci ha portato a sostituire il concetto di “etica” con quello di “estetica” (e a compiacerci di noi stessi per l’aberrante errore).

L’autrice non cerca di affrontare i punti nevralgici del suo intreccio con un particolare livello di raffinatezza; in effetti, potrei citarti almeno un paio di scene in cui rifiuta palesemente di andarci giù per il sottile (basti pensare alla rievocazione della prima notte di sesso fra Ju-ran e il futuro marito Jae-ho). Ma si tratta di una “schiettezza” sapientemente calibrata, del tutto aderente agli scopi della narrazione, che ha senz’altro il potere di enfatizzare il messaggio e rendere ancora più magnetica la lettura.

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5 libri fantasy ispirati a “I Sette Samurai” di Akira Kurosawa


Dedichiamo l’articolo di oggi a cinque libri fantasy ispirati a “I Sette Samurai“, per omaggiare l’imminente ritorno in sala (09/01/25) della versione restaurata del celebre film di Akira Kurosawa…

Il mio obiettivo, ovviamente, è soprattutto quello di fornire qualche piacevole spunto di lettura a tutti coloro che amano profondamente il genere dello sword and sorcery! Insomma, se il trope della “suicide squad” è la tua passione, e le storie d’azione, (dis-)onore e dedizione ti forniscono lo stesso carburante che ti fa battere il cuore, preparati a fare un tuffo in queste adrenaliniche, incandescenti storie fantastiche…


Libri ispirati a “I Sette Samurai“: “I Malefici Sette” di Cameron Johnston

i malefici sette - libri fantasy ispirati a i sette samurai

Quando rimani a corto di eroi, un manipolo di villains disadattati è tutto quello che ti rimane…

Black Herran era una temuta demonologista, nonché il più spietato generale di tutta Essoran.

Aveva riunito sei fra i più formidabili guerrieri del mondo conosciuto per capeggiare le sue armate: una necromante, un signore dei vampiri, un semidio, una leader degli orchi, una regina pirata e un diabolico alchimista. Insieme, i Malefici Sette erano riusciti a mettere in ginocchio l’intero continente… Fino al giorno in cui Black Herran non ha abbandonato la sua stessa armata, e proprio alla vigilia della vittoria totale!

Quarant’anni più tardi, cause di forza maggiore costringono Black Herran a mettere di nuovo insieme la squadra: i vecchi compagni d’armi costituiscono, infatti, la sua unica speranza di difendere la minuscola cittadina di Tarnbrooke… l‘ultimo bastione rimasto contro un nuovo, fanatico nemico, determinato a devastare la terra e a portare a termine l’opera di distruzione iniziata da Black Herran.

Sette mostri assetati di sangue. Una città. L’ultima speranza per l’intera umanità…

Il romanzo grimdark di Cameron Johnston è un divertente fantasy militare “vecchio stampo”, ironico e popolato da una combriccola di irresistibili canaglie e antieroi. In Italia, “I Malefici Sette” è disponibile in formato digitale Kindle. Puoi acquistarlo su Amazon.

Fra le pagine del mio blog precedente, il “Laumes’s Journey“, puoi leggere la mia recensione dell’opera (che fa riferimento, però, all’edizione in lingua originale inglese del libro, “The Maleficent Seven“).


Kindling” di Traci Cheee

Dalla stessa autrice de “La Lettrice“, una storia ricca di combattimenti, conflitti e magia proibita!

Un tempo, la guerra è stata combattuta dai Kindlings, guerrieri d’elite in grado di battersi usando la magia. I loro devastanti poteri, però, richiedevano un prezzo terrificante: le loro stesse, giovani vite.

A conflitto ultimato, questi guerrieri magici sono stati messi da parte: la loro magia messa al bando, le loro abilità ritenute datate, le loro formidabili armi immesse sul mercato come reliquie o souvenir.

La violenza, però, imperversa ancora per la campagna, e ricordi terrificanti perseguitano i sopravvissuti. Quando le porte di un villaggio vengono prese d’assedio, sette Kindlings ricevono l’opportunità inaspettata di riunirsi e combattere insieme, per l’ultima volta.

La guerra, però, ha profondamente cambiato questi guerrieri. E, per rivendicare ciò che erano un tempo, i Kindlings saranno costretti a confrontarsi con il proprio passato, i propri traumi, e l’infame destino che li ha condotti a ritrovarsi dopo tanto tempo…

L’edizione in lingua originale inglese di “Kindling” ti sta già aspettando su Amazon!


Never Die” di Rob J. Hayes

never die - libri simili a i sette samurai

In questo terzo libro fantasy ispirato a “I Sette Samurai“, troviamo shinigami, missioni impossibili e spiriti vendicativi!

Ein ha ricevuto una missione da Dio. Un dio della morte.

Per l’Imperatore dei Dieci Re, infatti, è finalmente giunta l’ora della resa dei conti, e tocca a un ragazzino, assassinato a otto anni, l’ingrato compito di recapitare il giudizio divino sulla sua soglia. Ein, ovviamente, si rende conto di non poter compiere l’impresa facendo affidamento soltanto sulle sue forze.

L’imperò, però, trabocca di eroi che possono essere reclutati e messi al servizio della sua causa. C’è un solo minuscolo, insignificante problema…

Prima di poter prendere parte alla missione assegnata dal dio della Morte, questi eroi dovranno, a loro volta, perdere la vita. E toccherà a Ein ucciderli

Puoi acquistare “Never Die” su Amazon, sia in edizione cartacea che in formato digitale Kindle. Con disponibilità, per il momento, esclusivamente in lingua originale inglese.


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