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“The Adventures of Amina al-Sirafi”: la recensione del libro fantasy di Shannon Chakraborty


the adventures of amina al-sirafi recensione - shannon Chakraborty

La recensione di “The Adventures of Amina al-Sirafi” arriva sul blog, con il suo bastimento carico carico di… pirati, jinn, contrabbandieri pazzi, stregoni, reliquie occulte e chi più ne ha, più ne metta!

Il romanzo di Shannon Chakraborty è sicuramente uno dei migliori fantasy di quest’anno. Una piccola rivelazione, peraltro infinitamente più accattivante, immersiva e coinvolgente rispetto alla sua serie precedente (la trilogia di Daevabad, composta dai libri “La Città di Ottone“, “Il Regno di Rame” e “L’Impero di Oro“).

“The Adventures of Amina al-Sirafi” apre una nuova saga fantastica a cavallo fra storia, mitologia islamica e sinistre istanze lovecraftiane.

Intorno al dodicesimo secolo, una donna di mezza età, ex-pirata e protagonista di infinite leggende, viene costretta a tornare in servizio: la figlia di un suo vecchio amico è scomparsa nel nulla. Rapita, a quanto pare, da un mercante cristiano fin troppo intrigato dalle antiche storie di demoni, miracoli e forze occulte che contrassegnano il passato delle più ricche terre affacciate sull’Oceano Indiano.

Per salvare la ragazza, Amina dovrà recuperare la sua nave e reclutare la sua vecchia squadra.

Eppure, si sa, nessuna buona azione è destinata a restare impunita a lungo…



La trama

Amina al-Sirafi dovrebbe essere soddisfatta.

Dopo una carriera avvincente e scandalosa come uno dei più noti pirati dell’Oceano Indiano, è sopravvissuta a tradimenti, tentativi di accoltellamento dietro la schiena, principi vendicativi, svariati mariti, e perfino a un autentico demone!

Adesso si è ritirata e conduce una vita pacifica in compagnia della sua famiglia. La sua è un’esistenza all’insegna della maternità e della devozione, che non concede il benché minimo spazio per qualsivoglia attività sovrannaturale.

Ehm…

Bè, almeno, questo è ciò che Amina ama ripetere a se stessa.

Ma quando la ricca madre di un membro del suo vecchio equipaggio riesce a rintracciarla, Amina si vede offrire un lavoro che nessun bandito potrebbe rifiutare: ritrovare la figlia smarrita del suo vecchio compagno, in cambio di una somma principesca.

La possibilità di vivere un’ultima avventura al fianco della sua ciurma si mescola al desiderio di rimediare a un antico torto. E così, Amina cerca di convincersi che accettare l’incarico significhi assecondare la volontà di Dio.

Ma più Amina comincia a immergersi nella sua nuova missione, e più si accorge che c’è qualcosa che non va. Qualcosa che le è stato tenuto nascosto.

Perché c’è sempre un margine di rischio, quando scegli di inseguire la gloria e trasformarti in una leggenda vivente.

Il tutto, allo scopo assaporare ancora un po’ di potere…

Ma il prezzo, stavolta, potrebbe essere la sua stessa anima.


“The Adventures of Amina al-Sirafi”: la recensione

Leggere “The Adventures of Amina al-Sirafi” significa levare l’ancora e salpare per un’emozionante quest traboccante di sense of wonder, dialoghi esilaranti e divertimento scatenato.

Non credo che riuscirò mai a sottolineare abbastanza questo punto: il libro di Shannon Chakraborty è un’autentica delizia! Corposo, lussureggiante, denso di creature mitologiche favolose e di scene d’azione travolgenti…

Una storia inconcepibilmente spassosa, che non potrai fare a meno di divorare, probabilmente con un gran sogghigno da Stregatto stampato in faccia per tutto il tempo!

La trama, congegnata a meraviglia, sembra richiamata la complessa struttura a incastro de “Le Mille e una Notte“. Nella storia di Amina convergono, infatti, quelle di tanti altri personaggi: i suoi ex-compagni di ventura, tanto per cominciare, dalla sardonica “Maestra dei Veleni” Delilah al sensibile schiavo liberato Timbu.

Ma trovano posto anche l’epopea sanguinosa di un ex-soldato crociato, le difficoltà di una giovane donna che non riesce a conformarsi alle aspettative del suo tempo e le millenarie paure di un jinn irresistibile, ma decisamente troppo preso da se stesso.

La narrazione, in prima persona, procede briosa e spedita, senza arenarsi neanche per un attimo. Merito dell’inconfondibile voce narrante di Amina; una protagonista eccellente, giusto-un-pochino-tormentata-ma-non-troppo.

Una donna passionale, perennemente in bilico fra virtù e tentazione. Un comandante impavido, il corpo già afflitto dai primi malanni dell’età. Una madre disposta a tutto, per il bene di sua figlia (una ragazzina che, forse, non è poi così inerme e umana come la sua preoccupata famiglia sembra ostinarsi a pensare).

Ma anche una devota credente, pronta a trarre sostentamento da tutte le parti vitali e nutrienti della sua fede… senza permettere a nessuno di mettere in dubbio le sue radici, il suo libero arbitrio e la sua compassione.

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“L’Erede Rapito”: recensione, data di uscita italiana e cover del libro di Holly Black


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La mia recensione de “L’Erede Rapito” si basa sull’edizione originale americana del libro di Holly Black.

La traduzione italiana di “The Stolen Heir”, invece, uscirà il 9 maggio 2023 per Mondadori, e sarà a cura di Francesca Novajra.

Come ricorderai, in un precedente articolo del blog, abbiamo già parlato diffusamente di questo avventuroso e romantico romanzo spin-off della trilogia de “Il Principe Crudele”. Tuttavia, dal momento che sono finalmente disponibili nuove informazioni circa l’uscita italiana de “L’Erede Rapito” (data, copertina, titolo ecc), ho pensato valesse la pena tornare sull’argomento.

Sei pronto? ;D

Allora, per prima cosa, diamo un’occhiata da vicino alla sinossi e ai nuovi personaggi creati da Holly Black…


La trama

La protagonista de “L’Erede Rapito” si chiama Ren, l’ex “regina-bambina” della Corte dei Denti.

Sono passati otto anni dalla fine degli avvenimenti narrati ne “Il Re Malvagio“. Da allora, Jude e Cardan hanno regnato su Elfhame in nome del loro successore ufficiale, il Principe Oak. All’epoca della Battaglia del Serpente, infatti, il legittimo erede al trono era poco più di un poppante, del tutto impreparato all’arte del governo.

Per tutto questo tempo, Ren – la figlia di due alti traditori – ha continuato a vivere in perfetta clandestinità, nella speranza che, a poco a poco, perfino il ricordo del suo nome finisca con l’essere spazzato via dalla memoria dei suoi nemici. E quale rifugio migliore del mondo degli umani, con i suoi boschi isolati, le sue città caotiche e perennemente avvelenate dal sentore dal ferro?

In realtà, la vita di Ren è un inferno, a malapena sopportabile. Oltre a subire i tormenti dell’isolamento, infatti, la ragazza è perseguitata dai fantasmi di un’infanzia trascorsa all’insegna di traumi e crudeltà infinite.

Tuttavia, proprio quando comincia a pensare di essersi definitivamente liberata dalla nefasta influenza dei genitori naturali, Ren viene a sapere che sua madre, Lady Nore, ha escogitato un piano per reclamare la sua vecchia Cittadella. Da lì, la tiranna intende lanciare un nuovo attacco contro la corte di Elfhame

Uno che, se le preoccupazioni del Principe Oak si rivelassero fondate, potrebbe tranquillamente trasformarsi in una condanna definitiva per il Popolo dell’Aria.

Ren è l’unica persona al mondo in grado di esercitare – letteralmente – il potere necessario a fermare Lady Nore. Per questo, Oak ha bisogno di lei. Il principe, infatti, ha intenzione di imbarcarsi in una pericolosa missione per la salvezza del regno.

Se Ren accetterà di aiutarlo, Elfhame potrebbe ancora avere una speranza.

Ma il piccolo Oak di un tempo è cresciuto, trasformandosi in un ragazzo affascinante, arrogante, ambiguo e manipolatorio. Riuscirà Ren a resistere al suo fascino, schermando il proprio cuore dalla minaccia rappresentata dalla crescente attrazione che prova nei confronti dei Principe?

E cosa accadrà, nel momento in cui sarà costretta a confrontarsi con sua madre e con gli inenarrabili orrori nascosti nel suo passato?



“L’Erede Rapito”: la recensione

A patto di non aspettarsi l’impossibile (tipo: Holly Black che decide di prendersi una vacanza dal solito copione…), la nuova duologia ambientata a Elfhame si apre in maniera decisamente soddisfacente.

Non so fino a che punto l’esigenza di raccontare una nuova storia sia dovuta scendere a patti con quella di regalare ai lettori un’altra avventura in un mondo tanto amato e famigliare. Resta il fatto che la nuova eroina della Black è riuscita a convincermi al 100% e che, a lettura ultimata, posso dichiararmi ufficialmente pronta a macerarmi nella curiosità di scoprire cosa le accadrà nel finale del prossimo volume.

Il ritmo della narrazione, martellante e adrenalinico, riuscirà a conquistare i fan del genere senza troppi problemi. La trama, per quanto semplice e lineare, si ritaglia un posto all’interno del classico modello della “quest” da libro fantasy per ragazzi: provvedono i numerosi travagli interiori dei personaggi, e le belle tematiche affrontate (traumi infantili, relazioni abusive, eredità famigliari indesiderate ecc.) a infondere un pizzico di profondità in più a un intreccio che si basa, essenzialmente, sui concetti di “amori proibiti, magia perversa e azione rutilante”.

Altra nota a favore de “L’Erede Rapito”, il fatto che l’estrema scorrevolezza del testo, per una volta, sia stata integrata da una serie di descrizioni che, per quanto fluide e dinamiche, aiutano il lettore a visualizzare le creature e i magici scenari dell’ambientazione in maniera vivida e convincente….

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“Le Navi d’Ossa”: pirati, draghi e battaglie nel libro fantasy di R. J. Barker


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Le Navi d’Ossa”, traduzione italiana di “The Bone Ships” di R. J. Barker, arriverà in Italia grazie alla casa editrice Meridiano Zero.

Il romanzo – primo volume di una trilogia fantasy di nicchia, ma molto apprezzata dai fan britannici – arriverà in libreria il 31 marzo 2023. L’uscita segnerà il gradito ritorno in Italia dell’autore de “L’Età degli Assassini”, storia dai toni grimdark approdata da noi nel 2017, per opera della Mondadori.


“Le Navi d’Ossa”: la trama

Per generazioni, le Cento Isole hanno continuato a costruire le loro navi a partire dalle ossa di antichi draghi ormai estinti. Il tutto, allo scopo di portare avanti una guerra interminabile, che si trascina da generazioni e generazioni.

Perché i draghi saranno anche scomparsi… ma la battaglia per la supremazia persiste da tempo immemore.

Sennonché adesso, per la prima volta dopo secoli, un drago vivente è stato avvistato nelle acque distanti. E, naturalmente, adesso entrambe le parti del conflitto vedono in questa scoperta l’opportunità di ribaltare le sorti del conflitto a proprio favore.

È in queste circostanze che Joron Twiner, capitano in disgrazia di una nave maledetta, incrocia il sentiero della determinata dama di nave “Lucky” Meas, pronta a requisire il comando dell’imbarcazione nera per dare la caccia al drago.

Ma, per avere qualche speranza di acciuffare la creatura mitologica che tutti stanno cercando, i due reietti dovranno unire le forze e affidarsi a un pericoloso equipaggio di criminali ed emarginati…



La trilogia “The Child Tide”

Ti dirò: quando l’autrice della saga “I Mercanti di Borgomago” si spinge al punto di definire “brillante” un romanzo fantasy a tema piratesco, solitamente mi sento piuttosto incline a drizzare la antenne.

Del resto, Robin Hobb non è stata l’unica a spendere parole di lode nei confronti della trilogia “The Tide Child” di Barker. Anche John Gwynne, Tasha Suri, Evan Winter e Adrian Tchaikovsky hanno espresso tutto il loro entusiasmo nei confronti di questa saga.

E, ammettiamolo…

Draghi, pirati, avventure, battaglie, una coppia di outsider al comando di un’imbarcazione piena di tagliagole?

Se non è questa la ricetta per un romanzo fantasy esplosivo, non saprei proprio cos’altro chiedere…

Va precisato che ne “Le Navi d’Ossa”, secondo una recensione pubblicata sull’imprescindibile sito “Publisher Weekly”, R. J. Baker dedica un’inusuale livello di attenzione alla cura del dettaglio, soprattutto per quanto riguarda la descrizione della vita marinaresca in tutte le sue sfumature. Tant’è che, verso la fine, l’autore dell’articolo arriva a paragonare il libro a una delle saghe nautiche del famoso romanziere Patrick O’Brian.

Colgo anche l’occasione per ricordare che “Navi d’Ossa” è riuscito ad aggiudicarsi, nel 2020, il British Fantasy Award per il miglior romanzo, sbaragliando la competizione offerta da concorrenti del calibro de “Le Diecimila Porte di January” di Alix E. Harrow, “The Migration” di Helen Marshall e “The Poison Song” di Jen Williams.

La trilogia “The Child Tide” comprende i libri:

  1. The Bone Ships (Le Navi d’Ossa, 2022, Meridiano Zero);
  2. Call of the Bone Ships;
  3. The Bone Ship’s Wake.

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“Emily Wilde’s Encyclopaedia of Faeries”: la recensione del libro fantasy di Heather Fawcett


Emily Wilde's Encyclopaedia of Faeries - recensione - heather fawcett

Dopo l’annuncio dell’uscita USA, arriva anche la recensione di “Emily Wilde’s Encyclopaedia of Faeries”, libro fantasy sulle fate firmato dall’autrice canadese Heather Fawcett.

Un romanzo dolcissimo (ma tutt’altro che zuccheroso!), avventuroso e ricco di verve, al perfetto crocevia fra cozy fantasy e light academia.

Sai che ti dico?

Per una volta, voglio proprio sbilanciarmi: siamo ancora a febbraio, ma scommettiamo che “L’Enciclopedia delle Fate di Emily Wilde” sarà una delle mie letture preferite del 2023?


La trama

Emily Wilde è una rispettata accademica di Cambridge, una delle massime esperte di folclore e “driadologia”, la scienza che studia gli usi e i costumi delle varie specie fatate disperse ai quattro angoli del globo.

Una sorta di “zoologia” delle fate, insomma.

L’unica cosa che manca alla sua carriera?

Riuscire a firmare la primissima Enciclopedia interamente dedicata al mondo dei faery.

Per questo, Emily ha deciso di dedicare gli ultimi nove anni della sua vita alla stesura di un’immensa guida sul campo, a cui non manca ormai che l’ultimo capitolo… una sezione che Emily intende riservare ai “Nascosti”, una dispettosa razza fatata che vive solo nelle più gelide selve incontaminate dei Paesi del Nord.

La nostra eroina parte dunque alla volta dell’isolato villaggio di Hrafnsvik, determinata a consacrarsi alle sue ricerche e a tenersi alla larga dai curiosi abitanti locali.

In effetti, Emily ama considerarsi un vero e proprio “lupo solitario”. Burbera, goffissima e sorprendentemente incline a dire sempre la cosa sbagliata nel momento più inopportuno, non ha amici all’infuori del suo bizzarro e affettuoso cane nero, Shadow.

Emily non vede motivo di cambiare abitudini. Dopotutto, sta benissimo per conto suo… O così ha sempre pensato.

Almeno fino a quando Wendell Bambleby – il suo solare, esasperante e tragicamente comico rivale accademico – non decide di raggiungerla in città, pronto ad affiancarla nella ricerca sui Nascosti.

La presenza dell’uomo sul posto sortisce il doppio effetto di frustrare e confondere Emily. Anche perché, per la maggior parte del tempo, la studiosa non riesce a decidere se preferirebbe baciare Wendell, oppure strozzarlo con le sue mani.

Tuttavia, mentre si avvicina alla scoperta che le permetterà di svelare i segreti dei Nascosti, la nostra eroina si ritrova improvvisamente per le mani un altro mistero: chi diavolo è Wendell Bambleby, in realtà?

Da dove viene? E, soprattutto, che cosa vuole?

Perché è chiaro che l’affascinante collega le sta nascondendo qualcosa…

Eppure, per trovare le risposte che cerca, Emily stavolta dovrà risolvere il mistero più grande di tutti… il suo stesso cuore.



“Emily Wilde’s Encyclopaedia of Faeries”: la recensione

Nel remoto caso in cui non si fosse capito, nutro un debole irrazionale per i libri fantasy che parlano del Piccolo Popolo. Sempre stato così, da che sia in grado di ricordare.

Eppure, sulle prime, temevo che “Emily Wilde’s Encyclopaedia of Faeries” potesse rappresentare un’immersione un po’ troppo drastica nel regno del romance (anche se sapevo già che il trope romantico principale avrebbe ruotato attorno alla classica dinamica del “GrumpyXSunshine”, peraltro una delle mie preferite).

E Invece…!

Devo ammettere che, nel giro di pochissimi capitoli, il libro di Heather Fawcett è riuscito a rapirmi, regalandomi un intreccio avventuroso e vivace, un’incantevole ambientazione nordica e un’atmosfera degna di alcune delle mie storie fantasy preferite: mi vengono in mente “Cuore Oscuro” di Naomi Novik e “L’Orso e l’Usignolo” di Katherine Arden, tanto per cominciare; ma anche (e, forse, soprattutto…) l’adorabile “Legends and Lattes” di Travis Baldree.

Parte del mio livello di gradimento va senz’altro attribuito all’ottima costruzione dei personaggi. Emily è una protagonista meravigliosa, forte e al tempo stesso incredibilmente cocciuta, stravagante e piena di insicurezze.

Wendell Bambleby, dal canto suo, è probabilmente il più originale, esilarante e convincente interesse romantico maschile di cui abbia letto negli ultimi anni! Un eroe che ama cucire, riordinare la casa e poltrire sopra ogni cosa; ma che si rivela anche capace, all’occorrenza, di tirare fuori una grinta e un coraggio invidiabili.

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“Vespertine”: la recensione del libro fantasy di Margaret Rogerson


vespertine recensione - libro margaret rogerson

Iniziamo la recensione di “Vespertine”, nuovo romanzo fantasy YA di Margaret Rogerson, partendo da una piccola conferma alle tue impressioni più immediate: ebbene , Amico Lettore… effettivamente, questo libro contiene una bella sintesi di elementi tratti dal film “Venom: La Furia di Carnage”, “Sabriel” di Garth Nix  e “L’Orso e l’Usignolo” di Katherine Arden!

Una storia a tinte action dalla trama abbastanza caotica e improvvisata, che riesce tuttavia a riscattarsi in virtù della sua freschezza e dalle sue spassose parentesi umoristiche


La trama

Artemisia si sta addestrando per diventare una Sorella Grigia, una suora che ha il compito di purificare i corpi dei deceduti affinché le loro anime abbiano la possibilità di passare oltre.

In caso contrario, quelle anime si solleverebbero e si trasformerebbero in spiriti pronti a infestare il mondo dei viventi.

A causa di un traumatico passato, Artemisia è di indole schiva e solitaria; in effetti, la ragazza preferirebbe di gran lunga trascorrere il resto della sua vita a occuparsi dei morti, piuttosto che essere costretta a trattare con la gente che ancora respira!

Ma quando il suo convento viene attaccato da un drappello di soldati posseduti, Artemisia difende le altre suore risvegliando l’antico spirito che dimora in una sacra reliquia. Si tratta di un “revenant”, un’entità malevola e bizzarra che continua a minacciare di impossessarsi del suo corpo, nell’istante stesso in cui la ragazza commetterà l’errore di abbassare la guardia.

Usare i formidabili poteri della creatura richiederà un dazio spaventoso sul corpo e sulla mente di Artemisia, cominciando ben presto a consumarla dall’interno.

Ma la morte è giunta a Loraille, e ormai soltanto una “Vespertine” – una sacerdotessa addestrata per imbracciare il potere di una sacra reliquia – potrebbe avere il potere di fermare il massacro.

Tuttavia, poiché l’arcana conoscenza alla base della magia delle Vespertine è andata perduta nel corso dei secoli, Artemisia non avrà altra scelta: dovrà rivolgersi all’unica autorità sul campo rimasta in circolazione.

Vale a dire, il revenant stesso.

Così, mentre svela un sinistro mistero a base di santi, segreti e magia oscura, a poco a poco Artemisia scopre che affrontare questo male nascosto potrebbe richiedere da parte sua un aperto tradimento nei confronti di tutto ciò che conosce…

Sempre ammesso, certo, che non sia il revenant a tradirla per primo.


“Vespertine”: la recensione

“Vespertine” è il primo romanzo di una nuova serie fantasy.

Il punto è che quasi non lo diresti, leggendo il romanzo di Margaret Rogerson: non tanto perché sarebbe facile, in fondo, considerare la storia come autoconclusiva, quanto per il fatto che, almeno per il momento, non sembra che la trama stia andando da qualche parte.

In effetti, mi è capitato di leggere su Tumblr che la stessa autrice non ha la più pallida idea di quanti volumi conterrà in totale la serie: sarà una duologia? Una trilogia? Altro? La Rogerson al momento non lo sa e, a quanto pare, la stessa cosa vale per il suo pubblico e per il suo editore.

In realtà, “Vespertine” mi ha garantito diverse ore di lettura spensierata. È un libro fantasy per ragazzi dal taglio molto “old school”, se riesci a immaginarlo: il che vuol dire che combattimenti, battaglie, inseguimenti ed effetti speciali la fanno da padrone in ogni momento, e che le uniche tematiche ammesse sono quelle tipiche di ogni storia di formazione.

L’intreccio, dal canto suo, è estremamente semplice, e tutti i personaggi secondari, in qualche modo, sembrano intenti a danzare sulla delicata linea di confine che separa il regno degli archetipi da quello degli stereotipi.

Tuttavia, bisogna anche dire che la dinamica fra Artemisia e il suo “revenant” (irriverente, buffo e sboccato: un perfetto prototipo di “spalla” Marvel!) funziona e coinvolge a meraviglia, regalando al lettore una tonnellata di siparietti comici e dialoghi spassosi.

Non solo: posso assicurarti che il loro legame di “riluttante condivisione/amicizia con riserva/bizzarra simbiosi” riserva più di una sorpresa e riesce a sfiorare corde anche piuttosto emozionali, infondendo nella trama quella specifica componente di originalità che basta a rendere la lettura del libro della Rogerson un’esperienza così fresca e piacevole

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“Lightlark”: la recensione del libro fantasy di Alex Aster


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La mia recensione di “Lightlark” non può che iniziare con un piccolo disclaimer: ho deciso di leggere il chiacchieratissimo romanzo YA fantasy di Alex Aster soltanto dopo l’esplosione di polemiche e gli episodi di review bombing avvenuti ai danni dell’autrice nel corso delle ultime settimane.

Se devo essere sincera, all’inizio la trama di “Lightlark” mi ispirava soltanto fino a un certo punto. Ma sono una persona curiosa per natura e, alla fine, le millemila proteste scandalizzate da parte del piccolo esercito di fan internazionali della Aster sono riuscite ad accendere in me una scintilla di interesse.

Bè, suppongo che, alla resa dei conti, tutto questo polverone sia riuscito a giocare a vantaggio della mia esperienza di lettura! All’inizio, infatti, le mie aspettative nei confronti di questo titolo si attestavano intorno a livelli oscenamente bassi.

Eppure, vuoi sapere un segreto?

“Lightlark” non è affatto il libro fantasy per ragazzi più detestabile, pompato e illeggibile dell’anno.

È soltanto il più anacronistico, tradizionale e superato modello di romanzo YA che un appassionato del genere potrebbe ritrovarsi a leggere nel 2022….


La trama

Ogni 100 anni, le nebbie che avvolgono Lightlark si diradano e l’isola si prepara a ospitare il Centennale, un gioco mortale che prevede la partecipazione dei sovrani dei sei regni.

L’invito è una convocazione – una chiamata ad abbracciare vittoria e rovina, coppe di champagne e litri di sangue.

Il Centennale è anche l’evento che offre ai monarchi un’ultima possibilità di spezzare le terribili maledizioni che continuano a piagare i loro regni da secoli.

Il problema è che ciascuno di questi governanti ha qualcosa da nascondere. E che ogni maledizione si rivela maligna e insidiosa nei modi più insospettati.

Nel regno di Isla Crown, ad esempio, le persone sono obbligate a consumare cuori umani per sopravvivere. Inoltre, chiunque riceva l’amore di uno Wilding può aspettarsi di finire assassinato nel giro di poco tempo.

Per questo motivo, il popolo di Isla viene temuto e disprezzato dal resto del mondo.

Adesso, la loro unica speranza risiede nella loro giovane sovrana, considerata da molti forestieri alla stregua di una tentatrice, una seduttrice, e una villain in attesa di sbocciare.

Soltanto se Isla vincerà il Centennale, la maledizione verrà infranta, e gli Wilding saranno finalmente liberi di tornare a una parvenza di normalità.

Ma, affinché la profezia di salvezza si avveri, uno degli altri sovrani dovrà morire.

E, per sopravvivere, Isla dovrà imparare a mentire, barare e tradire… anche quando interverrà l’amore, nella maniera più inaspettata, a complicare tutto.



“Lightlark”: la recensione

Il libro di Alex Aster è un mix fra la trilogia di “Hunger Games” di Suzanne Collins e il bestseller “Tenebre e Ossa” di Leigh Bardugo.

Individuare le fonti di ispirazione per questo romanzo si rivela un gioco da ragazzi; soprattutto dal punto di vista della struttura, dei personaggi e del romance, se non da quello delle tematiche e dell’ambientazione.

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