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“The Fireborne Blade”: la recensione del libro fantasy di Charlotte Bond


the fireborne blade recensione - charlotte bond

La recensione di “Fireborne Blade” è dedicata a tutti gli amanti delle storie di draghi!

Il romanzo breve di Charlotte Bond ha sicuramente un impianto “epico” dal taglio molto classico – la nostra eroina, del resto, è un cavaliere alle prese con la tradizionale quest della caccia al drago – ma può contare su un ottimo twist e su un promettente cast di protagonisti.

Avrei preferito che il libro si/ci concedesse qualche capitolo in più, magari per approfondire un po’ le relazioni fra i personaggi e il worldbuilding? Senz’ombra di dubbio!

Ma “Fireborne Blade” resta un libricino divertente, avvincente e, soprattutto, infarcito di taaaanta dragon-lore


La trama

Maddileh è un cavaliere. Nella sua professione è piuttosto raro trovare una donna, e le sembra spesso che sopportare il disprezzo e i commenti taglienti dei suoi pari sia ancora più difficile che stanare e uccidere draghi pericolosi.

Ma Maddileh è un cavaliere, e può affrontare di tutto.

Un giorno, però, un’infrazione minore la costringe all’esilio. Per rientrare nelle grazie dei regnanti, Maddileh è costretta a trovare un modo per redimere il proprio onore, peraltro nella maniera più drammatica possibile. Per riuscirci, decide di ritrovare la leggendaria Fireborne Blade.

La spada, però, è custodita dalla Dama Bianca, uno dei draghi più antichi e scaltri attualmente in circolazione. Il tentativo potrebbe facilmente costarle la vita. Anche perché, se la storia ci insegna qualcosa, è che, di solito, la parte che recita “o muori provandoci” è quella che finisce per avverarsi…


“The Fireborne Blade”: la recensione

Malgrado il taglio classico della trama, “The Fireborne Blade” si avvale di un tocco di light academia che assolve, in maniera egregia, il duplice obiettivo di modernizzare la narrazione e rendere l’intreccio più inaspettato e misterioso.

Anche perché la componente avventurosa si rivela senz’altro predominante (dopotutto, “The Fireborne Blade” si svolge, per i tre quarti, all’interno del dungeon costituito dal covo di un temibile drago sputafuoco…), ma è grazie all’elemento psicologico che la storia di Charlotte Bond riesce a distinguersi.

E, in realtà, sono proprio i numerosi brani di “scienza draconica applicata” che intervallano l’odissea di Maddileh a tenere insieme le fila del piccolo mistero che si dipana ai margini della trama.

Ovviamente, se sei alla ricerca di un plot characters-driven, questo non è assolutamente il romanzo che fa per te! Intendiamoci: i personaggi risultano un po’ abbozzati, ma presentano senz’altro dei tratti interessanti. Non li reputo malvagi: Maddileh, ad esempio, mi ha ricordato una sorta di via di mezzo fra la Alanna di Tamora Pierce e l’indimenticabile Lady Brienne di Tarth di George R. R. Martin.

Il suo arcigno (e imbranato) scudiero mi ha fatto pensare a una versione meno simpatica e ingenua del Maximus di “Fallout”. Saralene, invece…

Mmm. In realtà, devo ancora inquadrare bene il personaggio della maga: anche perché mi aspettavo qualcosa in più dal punto di vista del romance, e non ho ancora capito se si tratta di una fantasia mia o se, effettivamente, le cose prenderanno una piega diversa a partire dal prossimo volume.

Ma devo dire che ho comunque apprezzato la sfrenata ambizione e la sfrontata capacità di Saralene di sfidare ogni convenzione…


Nella tana della bestia (aka “Toccata e fuga”)

Azione veloce, mostri in agguato nell’ombra e colpi di scena inaspettati: sono queste le parole-chiave della nostra recensione di “The Fireborne Blade”!

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“Little Thieves”: la recensione del retelling fantastico di Margaret Owen


little thieves recensione - c'era una volta una ragazza cattiva margaret owen

Ravviviamo il blog con la recensione di “Little Thieves: C’era Una Volta Una Ragazza Cattiva”, l’incantevole retelling in salsa fiabesca di Margaret Owen.

Un libro che tutti i fan di autrici come Noami Novik e Katherine Arden farebbero bene a recuperare. Perché, per tematiche e atmosfere, “Little Thieves” ricorda moltissimo i classici “Uprooted” e “L’Orso e l’Usignolo”. Con un surplus di umorismo contagioso e un (bel) po’ di romance


La trama

Vanja Schmidt sa che nessun dono viene elargito a titolo gratuito, nemmeno l’amore di una madre… e il debito in cui si trova adesso? L’ha appena spiaggiata in un mare di guai!

Fino all’anno scorso, Vanja, figlia adottiva della Morte e della Fortuna, era la devota servitrice della Principessa Gisele. Ma le madri sovrannaturali di Vanja hanno chiesto un prezzo troppo alto da pagare per la loro premura, e così la ragazza è stata costretta a ingegnarsi per riappropriarsi del suo futuro… rubandolo a Gisele.

Prendere il suo posto è stata facile, tutto considerato. Il filo di perle incantate della principessa l’aiuta a tenere in vita l’illusione. Perciò, adesso, Vanja conduce una doppia vita, solitaria ma estremamente remunerativa, interpretando Gisele di giorno e una leggendaria ladra di gioielli di notte. L’obiettivo è quello di derubare l’infida nobiltà cittadina, fino a mettere via abbastanza denaro da levare definitivamente le tende.

Ma poi, a un colpo dal traguardo, Vanja si ritrova a contrariare la dea sbagliata. Una terribile maledizione si abbatte su di lei, portandola rapidamente incontro a un tragico destino: trasformarsi in una pila di gioielli, una pietra scintillante alla volta, fino a svanire completamente.

Vanja ha soltanto due settimane per capire come neutralizzare la maledizione e organizzare la sua fuga. E così, per mettersi al riparo dagli schemi del suo fidanzato e sopravvivere al maleficio, Vanja dovrà imbastire la più clamorosa truffa della sua carriera. Per fortuna, lungo la strada, potrà contare sull’aiuto di una creatura semi-divina dai tratti alquanto “bestiali” (ma estremamente adorabili!), di una principessa infuriata e di un sottoprefetto che non vede l’ora di acciuffarla.


“Little Thieves”: la recensione

“Little Thieves: C’era una Volta Una Ragazza Cattiva” è un romanzo denso di intrighi, avventure, scambi di identità, amore e magia. La premessa mi ha fatto pensare – inevitabilmente – alla cornice dell’indimenticabile “Il Racconto dei Racconti” di Giambattista Basile: con questa “perfida” serva che decide di approfittare della fiducia della sua padrona, una gentile e coraggiosa principessa, per rubare la sua vita, il suo palazzo e il suo regale fidanzato.

Ovviamente, nell’irriverente romanzo di Margaret Owen, le cose non stanno esattamente come sembrano, e ti garantisco che i twist incredibili non tarderanno ad arrivare!

A essere del tutto onesta, i personaggi secondari sono quelli che mi hanno fatto innamorare di questo titolo.

Perché Vanya, sì, ha una voce inconfondibile, e i suoi (innumerevoli) errori mi hanno aiutato a entrare particolarmente in sintonia con le sue battaglie e il suo tormentato percorso di crescita. Margaret Owen sa come si scrive un coming-of-age. Sa anche come si scrivono dei dialoghi effervescenti e carichi di sottotesto, cosa che non guasta.

Ma sono state soprattutto le vivaci e affascinanti dinamiche che l’eroina riesce a instaurare con TUTTI i personaggi del cast – e quindi, non soltanto quelle con il suo LI – a spingermi a investire le mie emozioni e il mio entusiasmo nella storia.

Margaret Owen, poi, gestisce l’elemento folcloristico con un’abilità da manuale. La narrazione risulta abbastanza avvincente da darti in pasto alla costante illusione di viaggiare attraverso foreste, vicoli oscuri e scenari incantati in compagnia di Vanya e dei suoi amici.

Un’immersione sensoriale definitiva, guastata appena un po’, secondo me, da un leggero eccesso di dettagli in alcuni punti, oltre che da un’inopportuna dilatazione del ritmo nel corso della seconda metà del secondo atto.


La storia di una ragazza cattiva… o solo di una “piccola ladra”?

Un’altra cosa fantastica di “Little Thieves”, secondo me, è che il libro si può tranquillamente leggere come se fosse autoconclusivo. Cioè, negli USA è già uscito il sequel (“Painted Devils”) e nel 2025 arriverà “Holy Terrors”, il terzo capitolo della saga. Eppure, posso assicurarti che il finale di “C’era Una Volta Una Ragazza Cattiva” si rivela così soddisfacente da rendere l’attesa per il libro successivo una passeggiata nel parco: non ci sono, infatti, subdoli cliffhanger, subplot importanti lasciasti in sospeso o cose così.

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“The City of Stardust”: un viaggio ai confini dell’immaginazione nel libro fantasy di Georgia Summers


the city of stardust - georgia summers - quando esce in italiano

The City of Stardust” è l’atteso romanzo d’esordio di Georgia Summers.

Anche se bisognerà aspettare un po’ per poterlo leggere in italiano, il libro è già stato annunciato per il nostro mercato. Negli USA e in Gran Bretagna, invece, debutterà il 25 gennaio 2024.

A metà strada fra storia di formazione, fantasy e romanzo d’avventura, la trama ruoterà attorno alle peripezie di una giovane donna pronta a oltrepassare i confini della terra, pur di spezzare la terribile maledizione che affligge la sua famiglia da generazioni…


“The City of Stardust”: la trama

Per secoli, i migliori e i più brillanti fra gli Everly hanno continuato a svanire nel nulla. Portati via per un crimine che nessuno è in grado di ricordare, per motivi che nessuno comprende.

La fonte del loro tormento è Penelope, una donna che non invecchia, che non si ammala mai – e che non dimentica mai un debito.

Violet Everly era una bambina il giorno in cui sua madre, nel corso di una notte buia e tempestosa, uscì di casa, determinata a spezzare la maledizione. Marianne non è mai più tornata. Penelope le ha quindi imposto un ultimatum: Violet ha dieci anni di tempo per trovare sua madre, dopodiché sarà tenuta a prenderne il posto.

Violet è l’ultima discendente degli Everly, l’ultima a soffrire. A meno che non riesca a trovare il modo di infrangere la maledizione, prima.

La sua caccia la conduce in un mondo nascosto, magico e seduttivo, popolato da accademici affamati di potere, divinità imprevedibili e mostri a caccia di vendetta. E sul sentito di Aleksander, il silenzioso assistente di Penolope. Un giovane di cui Violet sa di non potersi fidare, e che pure trova innegabilmente attraente.

Adesso, il suo tempo è sul punto di scadere. Violet dovrà viaggiare ai confini del mondo per trovare Marianne e la chiave della città leggendaria, ammantata di polvere di stelle, in cui la storia della sua famiglia è iniziata.


Le mille avventure di Georgia Summers

Si direbbe che la trama di “The City of Stardust” rifletta la personalità e il grande spirito d’avventura della sua autrice!

Georgia Summers, che si definisce “per metà britannica, per metà di Trinidad”, ha trascorso la maggior parte della sua vita in giro per il mondo. Fra i Paesi in cui ha soggiornato (e che hanno influenzato la sua scrittura) troviamo la Russia, la Colombia, gli Stati Uniti, la Scozia e la Svizzera. Ha lavorato come editor e come libraia e ha studiato l’arte di curare i libri antichi. Fra i suoi hobby principali figurano l’uncinetto, il pianoforte, dipingere e parecchie altre cosine.

Per quanto riguarda, invece, il target di riferimento di “The City of Stardust”, quello che sappiamo è che il romanzo  dovrebbe essere rivolto a un pubblico di lettori adulti. Ma c’è da precisare che in molti hanno già descritto questo titolo come «la lettura ideale per i fan de “La Vita Invisibile di Addie LaRue, “Gallant e “Il Mare Senza Stelle»: il che mi spinge a pensare che il libro possa rappresentare un’ottima scelta anche per gli appassionati di YA!


“The City of Stardust”: quando esce in Italia il libro di Georgia Summers?

In Italia, “The City of Stardust” uscirà per la Harper Collins e sarà disponibile a partire dal 30 aprile 2024.

La traduzione sarà a cura di Ilaria Katerinov. Il sottotitolo del romanzo sarà “La Maledizione degli Everly“; il titolo vero e proprio, invece, resterà inalterato.

Puoi già acquistare la tua copia su Amazon, disponibile sia in formato digitale che in cartaceo.


E tu? Cosa ne pensi del libro d’esordio di Georgia Summers?

Sei felice di sapere che “The City of Stardust” uscirà anche in italiano? 🙂


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“The Dragons of Deepwood Fen”: la recensione del libro fantasy di Bradley P. Beaulieu


the dragons of deepwood fen recensione - bradley p beaulieu

Nel corso della recensione di “The Dragons of Deepwood Fen”, libro fantasy di Bradley P. Beaulieu, ci imbatteremo in un mucchio di intrighi, tanti draghi, innumerevoli PoV, e… persino qualche simpatico riferimento alla più recente trilogia di “Jurassic Park”!


La trama

Lorelei Aurelius è la più sveglia fra gli Inquisitori di Ancris. Quando una misteriosa soffiata la conduce ad assistere all’incontro clandestino fra alcuni esponenti della Chiesa e gli odiati Red Knives, una banda di ribelli/combattenti per l’indipendenza, la giovane scopre un complotto che minaccia non soltanto la sua patria, ma l’Impero nella sua interezza.

La sua pista la spinge a incrociare la strada di Rylan Holbrooke, un famigerato ladro camuffato da “addomesticatore” di draghi. Rylan, infatti, è giunto ad Ancris proprio per risolvere il mistero in cui si è imbattuta lei. Sapendo che l’incarcerazione di Rylan potrebbe aiutare i Red Knives a ottenere i loro loschi scopi, Lorelei prende una decisione pericolosa: gli offre la libertà.

Mentre l’Impero si lancia all’inseguimento, considerandoli due traditori, la coppia fugge dalla città e si reca nella massiccia foresta conosciuta con il nome di “The Holt”. Qui, però, Lorelei e Rylan scoprono qualcosa di terribile.

I Red Knives stanno preparando la resurrezione di una potente semidivinità, prigioniera in uno dei santuari più sacri di Ancris. E, per qualche insondabile ragione, la Chiesa sembra ansiosa di aiutarli a ottenere il loro obiettivo…


“The Dragons of Deepwood Fen”: la recensione

“The Dragons of Deepwood” è quel genere di romanzo fantasy, corposo e denso di sottotrame, che impiega un po’ a scaldare i motori. I primi cinque, dieci capitoli sono quelli che mettono maggiormente alla prova le capacità d’attenzione del lettore.

La frenetica successione di PoV (punti di vista) sembra la principale responsabile di questa “confusione”: in un mondo letterario nuovo di zecca, Bradley P. Beaulieu introduce semplicemente troppi personaggi, troppo velocemente.

Ciò potrebbe facilmente dimostrarsi un deterrente per il lettore dalle inclinazioni più “casual”. Inutile negare l’ovvio: soprattutto perché almeno la metà di queste voci narranti appartiene ai vari villain della storia, numerosi come mosche e altrettanto determinati a rendere impossibile la vita dei protagonisti.

Il problema principale? Tutti questi loschi figuri iniziano a cospirare e a tessere le loro trame prima ancora che il lettore capisca chi diamine siano gli eroi, o per quale ragione dovremmo curarci di loro.

Superato lo scoglio delle cento pagine, le cose iniziano a farsi interessanti. A poco a poco, infatti, l’intreccio si dipana e l’ambientazione prende ad assumere una forma più intrigante. Il conflitto principale ricorda, alla lontana, quello avvenuto fra l’impero romano e i popoli celtici; mentre, a livello di trama e di respiro, ” The Dragons of Deepwood Fen” fa pensare a una sorta di “A Game of Thrones” epurato della maggior parte delle sue complessità psicologiche.

Con l’aggiunta, in compenso, di parecchie scene d’azione e combattimento. Spiccano, ovviamente, quelle dedicate alle battaglie fra i draghi: sicuramente il “piatto forte” della narrazione, insieme alle originali sfumature noir che arricchiscono l’atmosfera…

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“What the River Knows”: l’avventura fantasy-romantica di Isabel Ibanez


what the river knows - isabel ibanez

What the River Knows” è il nuovo libro fantasy dell’autrice americana Isabel Ibanez.

Descritto come una sorta di punto di incontro fra le atmosfere de “La Mummia” e i personaggi di “Assassinio sul Nilo”, il romanzo è ambientato in Egitto e verte, fra le altre cose, intorno al classico trope romantico dell’enemies-to-lovers.

Nelle librerie britanniche, “What the River Knows” esordirà il 14 novembre 2023. Negli USA, ha debuttato invece il 30 ottobre, piazzandosi ai primi posti delle classifiche di vendita e diventando ufficialmente un bestseller


“What the River Knows”: la trama

Inez Olivera appartiene alla scintillante alta società della Buenos Aires del diciannovesimo secolo. La sua città vibra della stessa magia da vecchio mondo che, in tanti, ultimamente stanno cercando di lasciarsi alle spalle.

Inez ha tutto quello che una ragazza potrebbe desiderare. Bè, magari eccetto quello che desidera di più: la vicinanza dei suoi genitori. Una coppia che viaggia di continuo, ai quattro angoli del globo, e senza mai curarsi di portare la figlia con sé.

Non appena riceve notizia della loro tragica morte, Inez eredita la loro considerevole fortuna e un misterioso guardiano, un archeologo in società con il suo fratellastro egiziano.

Inez è disperata. Dal momento che brama risposte a domande che osa a malapena formulare, salpa per Il Cairo, portando con sé il suo blocco per appunti e un anello d’oro inviatole dal padre prima di morire. L’uomo, infatti, intendeva assicurarsi che Inez tenesse l’artefatto al sicuro.

Non appena Inez arriva a destinazione, la magia collegata all’anello inizia ad attirarla verso un sentiero misterioso, corredato da una scoperta sconcertante: a quanto pare, la scomparsa dei genitori è stata tutt’altro che accidentale, e… adesso, la ragazza rischia di trasformarsi nella prossima pedina di un gioco che potrebbe facilmente costarle la vita!



I Segreti del Nilo

“What the River Knows” sarà il primo volume della dilogia “Secrets of Nile” (letteralmente, “Segreti del Nilo”).

Si tratta del quinto romanzo di Isabel Ibanez, autrice, graphic designer e illustratrice. Figlia di immigrati boliviani, la scrittrice ha compiuto il suo debutto letterario nel 2019 con “Woven in Moonlight”, libro di genere fantastico ispirato alla storia e al corso della politica del Paese d’origine della sua famiglia.

Nel 2022, è invece uscito il suo romanzo autoconclusivo “Together We Burn”; libro apprezzato, fra gli altri, da Stephanie Garber (autrice di “Caraval”). La trama di “Together We Burn” verte intorno alle avventure di una diciottenne ballerina di flamenco, figlia del più grande dragonador del mondo conosciuto. E se vuoi sapere cos’è un “dragonador“, tu prova a immaginare il tizio che si batte contro il toro nelle corride, solo… con i draghi!

Il primo bestseller di Isabel Ibanez, “What the River Knows” è stato descritto da alcuni come «la sua lettera d’amore nei confronti della Storia, in modo particolare quella egizianaKirkus Review l’ha definito invece come «un’avventura romantica, da batticuore», elogiando l’alchimia che lega i due membri della ship principale e la capacità della Ibanez di dar vita a un worldbuilding particolarmente ricco e articolato.

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“The Adventures of Amina al-Sirafi”: la recensione del libro fantasy di Shannon Chakraborty


the adventures of amina al-sirafi recensione - shannon Chakraborty

La recensione di “The Adventures of Amina al-Sirafi” arriva sul blog, con il suo bastimento carico carico di… pirati, jinn, contrabbandieri pazzi, stregoni, reliquie occulte e chi più ne ha, più ne metta!

Il romanzo di Shannon Chakraborty è sicuramente uno dei migliori fantasy di quest’anno. Una piccola rivelazione, peraltro infinitamente più accattivante, immersiva e coinvolgente rispetto alla sua serie precedente (la trilogia di Daevabad, composta dai libri “La Città di Ottone“, “Il Regno di Rame” e “L’Impero di Oro“).

“The Adventures of Amina al-Sirafi” apre una nuova saga fantastica a cavallo fra storia, mitologia islamica e sinistre istanze lovecraftiane.

Intorno al dodicesimo secolo, una donna di mezza età, ex-pirata e protagonista di infinite leggende, viene costretta a tornare in servizio: la figlia di un suo vecchio amico è scomparsa nel nulla. Rapita, a quanto pare, da un mercante cristiano fin troppo intrigato dalle antiche storie di demoni, miracoli e forze occulte che contrassegnano il passato delle più ricche terre affacciate sull’Oceano Indiano.

Per salvare la ragazza, Amina dovrà recuperare la sua nave e reclutare la sua vecchia squadra.

Eppure, si sa, nessuna buona azione è destinata a restare impunita a lungo…



La trama

Amina al-Sirafi dovrebbe essere soddisfatta.

Dopo una carriera avvincente e scandalosa come uno dei più noti pirati dell’Oceano Indiano, è sopravvissuta a tradimenti, tentativi di accoltellamento dietro la schiena, principi vendicativi, svariati mariti, e perfino a un autentico demone!

Adesso si è ritirata e conduce una vita pacifica in compagnia della sua famiglia. La sua è un’esistenza all’insegna della maternità e della devozione, che non concede il benché minimo spazio per qualsivoglia attività sovrannaturale.

Ehm…

Bè, almeno, questo è ciò che Amina ama ripetere a se stessa.

Ma quando la ricca madre di un membro del suo vecchio equipaggio riesce a rintracciarla, Amina si vede offrire un lavoro che nessun bandito potrebbe rifiutare: ritrovare la figlia smarrita del suo vecchio compagno, in cambio di una somma principesca.

La possibilità di vivere un’ultima avventura al fianco della sua ciurma si mescola al desiderio di rimediare a un antico torto. E così, Amina cerca di convincersi che accettare l’incarico significhi assecondare la volontà di Dio.

Ma più Amina comincia a immergersi nella sua nuova missione, e più si accorge che c’è qualcosa che non va. Qualcosa che le è stato tenuto nascosto.

Perché c’è sempre un margine di rischio, quando scegli di inseguire la gloria e trasformarti in una leggenda vivente.

Il tutto, allo scopo assaporare ancora un po’ di potere…

Ma il prezzo, stavolta, potrebbe essere la sua stessa anima.


“The Adventures of Amina al-Sirafi”: la recensione

Leggere “The Adventures of Amina al-Sirafi” significa levare l’ancora e salpare per un’emozionante quest traboccante di sense of wonder, dialoghi esilaranti e divertimento scatenato.

Non credo che riuscirò mai a sottolineare abbastanza questo punto: il libro di Shannon Chakraborty è un’autentica delizia! Corposo, lussureggiante, denso di creature mitologiche favolose e di scene d’azione travolgenti…

Una storia inconcepibilmente spassosa, che non potrai fare a meno di divorare, probabilmente con un gran sogghigno da Stregatto stampato in faccia per tutto il tempo!

La trama, congegnata a meraviglia, sembra richiamata la complessa struttura a incastro de “Le Mille e una Notte“. Nella storia di Amina convergono, infatti, quelle di tanti altri personaggi: i suoi ex-compagni di ventura, tanto per cominciare, dalla sardonica “Maestra dei Veleni” Delilah al sensibile schiavo liberato Timbu.

Ma trovano posto anche l’epopea sanguinosa di un ex-soldato crociato, le difficoltà di una giovane donna che non riesce a conformarsi alle aspettative del suo tempo e le millenarie paure di un jinn irresistibile, ma decisamente troppo preso da se stesso.

La narrazione, in prima persona, procede briosa e spedita, senza arenarsi neanche per un attimo. Merito dell’inconfondibile voce narrante di Amina; una protagonista eccellente, giusto-un-pochino-tormentata-ma-non-troppo.

Una donna passionale, perennemente in bilico fra virtù e tentazione. Un comandante impavido, il corpo già afflitto dai primi malanni dell’età. Una madre disposta a tutto, per il bene di sua figlia (una ragazzina che, forse, non è poi così inerme e umana come la sua preoccupata famiglia sembra ostinarsi a pensare).

Ma anche una devota credente, pronta a trarre sostentamento da tutte le parti vitali e nutrienti della sua fede… senza permettere a nessuno di mettere in dubbio le sue radici, il suo libero arbitrio e la sua compassione.

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“L’Erede Rapito”: recensione, data di uscita italiana e cover del libro di Holly Black


l'erede rapito recensione - holly black - uscita italiana

La mia recensione de “L’Erede Rapito” si basa sull’edizione originale americana del libro di Holly Black.

La traduzione italiana di “The Stolen Heir”, invece, uscirà il 9 maggio 2023 per Mondadori, e sarà a cura di Francesca Novajra.

Come ricorderai, in un precedente articolo del blog, abbiamo già parlato diffusamente di questo avventuroso e romantico romanzo spin-off della trilogia de “Il Principe Crudele”. Tuttavia, dal momento che sono finalmente disponibili nuove informazioni circa l’uscita italiana de “L’Erede Rapito” (data, copertina, titolo ecc), ho pensato valesse la pena tornare sull’argomento.

Sei pronto? ;D

Allora, per prima cosa, diamo un’occhiata da vicino alla sinossi e ai nuovi personaggi creati da Holly Black…


La trama

La protagonista de “L’Erede Rapito” si chiama Ren, l’ex “regina-bambina” della Corte dei Denti.

Sono passati otto anni dalla fine degli avvenimenti narrati ne “Il Re Malvagio“. Da allora, Jude e Cardan hanno regnato su Elfhame in nome del loro successore ufficiale, il Principe Oak. All’epoca della Battaglia del Serpente, infatti, il legittimo erede al trono era poco più di un poppante, del tutto impreparato all’arte del governo.

Per tutto questo tempo, Ren – la figlia di due alti traditori – ha continuato a vivere in perfetta clandestinità, nella speranza che, a poco a poco, perfino il ricordo del suo nome finisca con l’essere spazzato via dalla memoria dei suoi nemici. E quale rifugio migliore del mondo degli umani, con i suoi boschi isolati, le sue città caotiche e perennemente avvelenate dal sentore dal ferro?

In realtà, la vita di Ren è un inferno, a malapena sopportabile. Oltre a subire i tormenti dell’isolamento, infatti, la ragazza è perseguitata dai fantasmi di un’infanzia trascorsa all’insegna di traumi e crudeltà infinite.

Tuttavia, proprio quando comincia a pensare di essersi definitivamente liberata dalla nefasta influenza dei genitori naturali, Ren viene a sapere che sua madre, Lady Nore, ha escogitato un piano per reclamare la sua vecchia Cittadella. Da lì, la tiranna intende lanciare un nuovo attacco contro la corte di Elfhame

Uno che, se le preoccupazioni del Principe Oak si rivelassero fondate, potrebbe tranquillamente trasformarsi in una condanna definitiva per il Popolo dell’Aria.

Ren è l’unica persona al mondo in grado di esercitare – letteralmente – il potere necessario a fermare Lady Nore. Per questo, Oak ha bisogno di lei. Il principe, infatti, ha intenzione di imbarcarsi in una pericolosa missione per la salvezza del regno.

Se Ren accetterà di aiutarlo, Elfhame potrebbe ancora avere una speranza.

Ma il piccolo Oak di un tempo è cresciuto, trasformandosi in un ragazzo affascinante, arrogante, ambiguo e manipolatorio. Riuscirà Ren a resistere al suo fascino, schermando il proprio cuore dalla minaccia rappresentata dalla crescente attrazione che prova nei confronti dei Principe?

E cosa accadrà, nel momento in cui sarà costretta a confrontarsi con sua madre e con gli inenarrabili orrori nascosti nel suo passato?



“L’Erede Rapito”: la recensione

A patto di non aspettarsi l’impossibile (tipo: Holly Black che decide di prendersi una vacanza dal solito copione…), la nuova duologia ambientata a Elfhame si apre in maniera decisamente soddisfacente.

Non so fino a che punto l’esigenza di raccontare una nuova storia sia dovuta scendere a patti con quella di regalare ai lettori un’altra avventura in un mondo tanto amato e famigliare. Resta il fatto che la nuova eroina della Black è riuscita a convincermi al 100% e che, a lettura ultimata, posso dichiararmi ufficialmente pronta a macerarmi nella curiosità di scoprire cosa le accadrà nel finale del prossimo volume.

Il ritmo della narrazione, martellante e adrenalinico, riuscirà a conquistare i fan del genere senza troppi problemi. La trama, per quanto semplice e lineare, si ritaglia un posto all’interno del classico modello della “quest” da libro fantasy per ragazzi: provvedono i numerosi travagli interiori dei personaggi, e le belle tematiche affrontate (traumi infantili, relazioni abusive, eredità famigliari indesiderate ecc.) a infondere un pizzico di profondità in più a un intreccio che si basa, essenzialmente, sui concetti di “amori proibiti, magia perversa e azione rutilante”.

Altra nota a favore de “L’Erede Rapito”, il fatto che l’estrema scorrevolezza del testo, per una volta, sia stata integrata da una serie di descrizioni che, per quanto fluide e dinamiche, aiutano il lettore a visualizzare le creature e i magici scenari dell’ambientazione in maniera vivida e convincente….

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“Le Navi d’Ossa”: pirati, draghi e battaglie nel libro fantasy di R. J. Barker


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Le Navi d’Ossa”, traduzione italiana di “The Bone Ships” di R. J. Barker, arriverà in Italia grazie alla casa editrice Meridiano Zero.

Il romanzo – primo volume di una trilogia fantasy di nicchia, ma molto apprezzata dai fan britannici – arriverà in libreria il 31 marzo 2023. L’uscita segnerà il gradito ritorno in Italia dell’autore de “L’Età degli Assassini”, storia dai toni grimdark approdata da noi nel 2017, per opera della Mondadori.


“Le Navi d’Ossa”: la trama

Per generazioni, le Cento Isole hanno continuato a costruire le loro navi a partire dalle ossa di antichi draghi ormai estinti. Il tutto, allo scopo di portare avanti una guerra interminabile, che si trascina da generazioni e generazioni.

Perché i draghi saranno anche scomparsi… ma la battaglia per la supremazia persiste da tempo immemore.

Sennonché adesso, per la prima volta dopo secoli, un drago vivente è stato avvistato nelle acque distanti. E, naturalmente, adesso entrambe le parti del conflitto vedono in questa scoperta l’opportunità di ribaltare le sorti del conflitto a proprio favore.

È in queste circostanze che Joron Twiner, capitano in disgrazia di una nave maledetta, incrocia il sentiero della determinata dama di nave “Lucky” Meas, pronta a requisire il comando dell’imbarcazione nera per dare la caccia al drago.

Ma, per avere qualche speranza di acciuffare la creatura mitologica che tutti stanno cercando, i due reietti dovranno unire le forze e affidarsi a un pericoloso equipaggio di criminali ed emarginati…



La trilogia “The Child Tide”

Ti dirò: quando l’autrice della saga “I Mercanti di Borgomago” si spinge al punto di definire “brillante” un romanzo fantasy a tema piratesco, solitamente mi sento piuttosto incline a drizzare la antenne.

Del resto, Robin Hobb non è stata l’unica a spendere parole di lode nei confronti della trilogia “The Tide Child” di Barker. Anche John Gwynne, Tasha Suri, Evan Winter e Adrian Tchaikovsky hanno espresso tutto il loro entusiasmo nei confronti di questa saga.

E, ammettiamolo…

Draghi, pirati, avventure, battaglie, una coppia di outsider al comando di un’imbarcazione piena di tagliagole?

Se non è questa la ricetta per un romanzo fantasy esplosivo, non saprei proprio cos’altro chiedere…

Va precisato che ne “Le Navi d’Ossa”, secondo una recensione pubblicata sull’imprescindibile sito “Publisher Weekly”, R. J. Baker dedica un’inusuale livello di attenzione alla cura del dettaglio, soprattutto per quanto riguarda la descrizione della vita marinaresca in tutte le sue sfumature. Tant’è che, verso la fine, l’autore dell’articolo arriva a paragonare il libro a una delle saghe nautiche del famoso romanziere Patrick O’Brian.

Colgo anche l’occasione per ricordare che “Navi d’Ossa” è riuscito ad aggiudicarsi, nel 2020, il British Fantasy Award per il miglior romanzo, sbaragliando la competizione offerta da concorrenti del calibro de “Le Diecimila Porte di January” di Alix E. Harrow, “The Migration” di Helen Marshall e “The Poison Song” di Jen Williams.

La trilogia “The Child Tide” comprende i libri:

  1. The Bone Ships (Le Navi d’Ossa, 2022, Meridiano Zero);
  2. Call of the Bone Ships;
  3. The Bone Ship’s Wake.

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“Emily Wilde’s Encyclopaedia of Faeries”: la recensione del libro fantasy di Heather Fawcett


Emily Wilde's Encyclopaedia of Faeries - recensione - heather fawcett

Dopo l’annuncio dell’uscita USA e quella italiana, ormai imminente, arriva la recensione di “Emily Wilde’s Encyclopaedia of Faeries”, libro fantasy sulle fate firmato dall’autrice canadese Heather Fawcett.

Un romanzo dolcissimo (ma tutt’altro che zuccheroso!), avventuroso e ricco di verve, al perfetto crocevia fra cozy fantasy e light academia.

Sai che ti dico?

Per una volta, voglio proprio sbilanciarmi: siamo ancora a febbraio, ma scommettiamo che “L’Enciclopedia delle Fate di Emily Wilde” sarà una delle mie letture preferite del 2023?


La trama

Emily Wilde è una rispettata accademica di Cambridge, una delle massime esperte di folclore e “driadologia”, la scienza che studia gli usi e i costumi delle varie specie fatate disperse ai quattro angoli del globo.

Una sorta di “zoologia” delle fate, insomma.

L’unica cosa che manca alla sua carriera?

Riuscire a firmare la primissima Enciclopedia interamente dedicata al mondo dei faery.

Per questo, Emily ha deciso di dedicare gli ultimi nove anni della sua vita alla stesura di un’immensa guida sul campo, a cui non manca ormai che l’ultimo capitolo… una sezione che Emily intende riservare ai “Nascosti”, una dispettosa razza fatata che vive solo nelle più gelide selve incontaminate dei Paesi del Nord.

La nostra eroina parte dunque alla volta dell’isolato villaggio di Hrafnsvik, determinata a consacrarsi alle sue ricerche e a tenersi alla larga dai curiosi abitanti locali.

In effetti, Emily ama considerarsi un vero e proprio “lupo solitario”. Burbera, goffissima e sorprendentemente incline a dire sempre la cosa sbagliata nel momento più inopportuno, non ha amici all’infuori del suo bizzarro e affettuoso cane nero, Shadow.

Emily non vede motivo di cambiare abitudini. Dopotutto, sta benissimo per conto suo… O così ha sempre pensato.

Almeno fino a quando Wendell Bambleby – il suo solare, esasperante e tragicamente comico rivale accademico – non decide di raggiungerla in città, pronto ad affiancarla nella ricerca sui Nascosti.

La presenza dell’uomo sul posto sortisce il doppio effetto di frustrare e confondere Emily. Anche perché, per la maggior parte del tempo, la studiosa non riesce a decidere se preferirebbe baciare Wendell, oppure strozzarlo con le sue mani.

Tuttavia, mentre si avvicina alla scoperta che le permetterà di svelare i segreti dei Nascosti, la nostra eroina si ritrova improvvisamente per le mani un altro mistero: chi diavolo è Wendell Bambleby, in realtà?

Da dove viene? E, soprattutto, che cosa vuole?

Perché è chiaro che l’affascinante collega le sta nascondendo qualcosa…

Eppure, per trovare le risposte che cerca, Emily stavolta dovrà risolvere il mistero più grande di tutti… il suo stesso cuore.



“Emily Wilde’s Encyclopaedia of Faeries”: la recensione

Nel remoto caso in cui non si fosse capito, nutro un debole irrazionale per i libri fantasy che parlano del Piccolo Popolo. Sempre stato così, da che sia in grado di ricordare.

Eppure, sulle prime, temevo che “Emily Wilde’s Encyclopaedia of Faeries” potesse rappresentare un’immersione un po’ troppo drastica nel regno del romance (anche se sapevo già che il trope romantico principale avrebbe ruotato attorno alla classica dinamica del “GrumpyXSunshine”, peraltro una delle mie preferite).

E Invece…!

Devo ammettere che, nel giro di pochissimi capitoli, il libro di Heather Fawcett è riuscito a rapirmi, regalandomi un intreccio avventuroso e vivace, un’incantevole ambientazione nordica e un’atmosfera degna di alcune delle mie storie fantasy preferite: mi vengono in mente “Cuore Oscuro” di Naomi Novik e “L’Orso e l’Usignolo” di Katherine Arden, tanto per cominciare; ma anche (e, forse, soprattutto…) l’adorabile “Legends and Lattes” di Travis Baldree.

Parte del mio livello di gradimento va senz’altro attribuito all’ottima costruzione dei personaggi. Emily è una protagonista meravigliosa, forte e al tempo stesso incredibilmente cocciuta, stravagante e piena di insicurezze.

Wendell Bambleby, dal canto suo, è probabilmente il più originale, esilarante e convincente interesse romantico maschile di cui abbia letto negli ultimi anni! Un eroe che ama cucire, riordinare la casa e poltrire sopra ogni cosa; ma che si rivela anche capace, all’occorrenza, di tirare fuori una grinta e un coraggio invidiabili.

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“Vespertine”: la recensione del libro fantasy di Margaret Rogerson


vespertine recensione - libro margaret rogerson

Iniziamo la recensione di “Vespertine”, nuovo romanzo fantasy YA di Margaret Rogerson, partendo da una piccola conferma alle tue impressioni più immediate: ebbene , Amico Lettore… effettivamente, questo libro contiene una bella sintesi di elementi tratti dal film “Venom: La Furia di Carnage”, “Sabriel” di Garth Nix  e “L’Orso e l’Usignolo” di Katherine Arden!

Una storia a tinte action dalla trama abbastanza caotica e improvvisata, che riesce tuttavia a riscattarsi in virtù della sua freschezza e dalle sue spassose parentesi umoristiche


La trama

Artemisia si sta addestrando per diventare una Sorella Grigia, una suora che ha il compito di purificare i corpi dei deceduti affinché le loro anime abbiano la possibilità di passare oltre.

In caso contrario, quelle anime si solleverebbero e si trasformerebbero in spiriti pronti a infestare il mondo dei viventi.

A causa di un traumatico passato, Artemisia è di indole schiva e solitaria; in effetti, la ragazza preferirebbe di gran lunga trascorrere il resto della sua vita a occuparsi dei morti, piuttosto che essere costretta a trattare con la gente che ancora respira!

Ma quando il suo convento viene attaccato da un drappello di soldati posseduti, Artemisia difende le altre suore risvegliando l’antico spirito che dimora in una sacra reliquia. Si tratta di un “revenant”, un’entità malevola e bizzarra che continua a minacciare di impossessarsi del suo corpo, nell’istante stesso in cui la ragazza commetterà l’errore di abbassare la guardia.

Usare i formidabili poteri della creatura richiederà un dazio spaventoso sul corpo e sulla mente di Artemisia, cominciando ben presto a consumarla dall’interno.

Ma la morte è giunta a Loraille, e ormai soltanto una “Vespertine” – una sacerdotessa addestrata per imbracciare il potere di una sacra reliquia – potrebbe avere il potere di fermare il massacro.

Tuttavia, poiché l’arcana conoscenza alla base della magia delle Vespertine è andata perduta nel corso dei secoli, Artemisia non avrà altra scelta: dovrà rivolgersi all’unica autorità sul campo rimasta in circolazione.

Vale a dire, il revenant stesso.

Così, mentre svela un sinistro mistero a base di santi, segreti e magia oscura, a poco a poco Artemisia scopre che affrontare questo male nascosto potrebbe richiedere da parte sua un aperto tradimento nei confronti di tutto ciò che conosce…

Sempre ammesso, certo, che non sia il revenant a tradirla per primo.



“Vespertine”: la recensione

“Vespertine” è il primo romanzo di una nuova serie fantasy.

Il punto è che quasi non lo diresti, leggendo il romanzo di Margaret Rogerson: non tanto perché sarebbe facile, in fondo, considerare la storia come autoconclusiva, quanto per il fatto che, almeno per il momento, non sembra che la trama stia andando da qualche parte.

In effetti, mi è capitato di leggere su Tumblr che la stessa autrice non ha la più pallida idea di quanti volumi conterrà in totale la serie: sarà una duologia? Una trilogia? Altro? La Rogerson al momento non lo sa e, a quanto pare, la stessa cosa vale per il suo pubblico e per il suo editore.

In realtà, “Vespertine” mi ha garantito diverse ore di lettura spensierata. È un libro fantasy per ragazzi dal taglio molto “old school”, se riesci a immaginarlo: il che vuol dire che combattimenti, battaglie, inseguimenti ed effetti speciali la fanno da padrone in ogni momento, e che le uniche tematiche ammesse sono quelle tipiche di ogni storia di formazione.

L’intreccio, dal canto suo, è estremamente semplice, e tutti i personaggi secondari, in qualche modo, sembrano intenti a danzare sulla delicata linea di confine che separa il regno degli archetipi da quello degli stereotipi.

Tuttavia, bisogna anche dire che la dinamica fra Artemisia e il suo “revenant” (irriverente, buffo e sboccato: un perfetto prototipo di “spalla” Marvel!) funziona e coinvolge a meraviglia, regalando al lettore una tonnellata di siparietti comici e dialoghi spassosi.

Non solo: posso assicurarti che il loro legame di “riluttante condivisione/amicizia con riserva/bizzarra simbiosi” riserva più di una sorpresa e riesce a sfiorare corde anche piuttosto emozionali, infondendo nella trama quella specifica componente di originalità che basta a rendere la lettura del libro della Rogerson un’esperienza così fresca e piacevole

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