“Fourth Wing”: la recensione del libro romantasy di Rebecca Yarros


fourth wing recensione - rebecca yarros

La recensione di “Fourth Wing” è rimasta “in caldo” per un sacco di tempo. Adesso che la data d’uscita italiana (7 novembre 2023) è dietro l’angolo, però, direi che è arrivato finalmente il momento di vuotare il sacco: cosa penso dell’attesissimo, chiacchieratissimo, super-popolare romanzo di Rebecca Yarros?

Innanzitutto, parliamoci chiaro: “Fourth Wing” è un pageturner, e chiunque sostenga il contrario… bè, forse farebbe meglio a evitare di appoggiare una mano sulla Bibbia al cospetto di un giudice!

Eppure, sospetto che sarai d’accordo con me: di solito, esiste una bella differenza fra “guilty pleasure” e “miglior libro fantasy del 2023”…  quale che sia, a fine anno, il verdetto dei famosi “Goodreads Choice Awards”!


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La trama

A vent’anni, Violet Sorrengail sta per entrare a far parte del Quadrante degli Scribi: l’obiettivo per cui si è preparata per tutta la vita e che, in teoria, rappresenta la miglior garanzia di ottenere un futuro tranquillo, all’insegna di libri e manuali di storia. Tuttavia, il generale comandante delle forze armate della nazione– una donna a cui Violet è solita riferirsi anche con il nome di “mamma” – è di tutt’altra opinione.

Ed è proprio lei a ordinare alla figlia minore di unirsi alle centinaia di candidati che, ogni anno, si sottomettono a una competizione spietata per entrare a far parte della forza militare d’elite di Navarre: i cavalieri dei draghi.

Ma quando sei più esile di chiunque altro, e il tuo corpo si rifiuta di comportarsi a dovere, la morte è sempre a un tiro di schiocco… soprattutto perché i draghi rifiutano di legarsi agli uomini che considerano “fragili”.

E, nel momento in cui negano loro la propria alleanza, reagiscono anche in una maniera piuttosto scortese: in effetti, li inceneriscono.

Come se non bastasse, i cadetti si sentono in dovere di ammazzare chiunque minacci la stabilità dell’esercito o, più in generale, chiunque commetta l’errore di entrare in competizione con loro. Il resto dei cavalieri? Ucciderebbe Violet per il semplice fatto di essere figlia di sua madre: a partire da Xaden Riorson, il più potente e spietato capo-ala del Quadrante dei Cavalieri.

Se vuole sperare di assistere alla prossima alba, Violet dovrà ricorrere a ogni singola oncia del suo ingegno…

Amici, nemici, amanti. Tutti, al Collegio Militare Basgiath, hanno un piano segreto. Perché, una volta entrato a far parte della scuola, puoi sperare di uscirne soltanto in un modo: da diplomato, o da morto.



“Fourth Wing”: la recensione

Se mai dovessi sentire il bisogno di trovare una conferma all’intrinseca falsità dell’equazione “tomazzo molto lungo = romanzo impegnativo”, ti autorizzo personalmente a usare l’esempio offerto dal romanzo di Rebecca Yarros.

L’edizione americana di “Fourth Wing” (quella che ho letto io) conta quasi 600 pagine; la versione Sperling & Kupfer, se non sbaglio, si aggirerà attorno alle 520: una lunghezza considerevole, per un libro che – acrobatiche scene di sesso a parte – in realtà ha tutte le carte in regola per candidarsi al rango di perfetto prototipo di YA.

Eppure, posso assicurarti che il primo volume della serie “Empyrean” si legge veramente d’un fiato! La scorrevolezza della narrazione, la velocità dell’azione, la familiarità delle avventure, i dialoghi frizzanti… ogni elemento concorre a favorire il fattore “immersione”, rendendo l’esperienza di lettura piacevole e avvincente.

In realtà, ho apprezzato parecchie elementi di questo libro (voglio dire, vogliamo parlare del bellissimo rapporto fra Violet e i draghi?!). Eppure, in questa mia recensione di “Fourth Wing”, sono soprattutto due i punti sui quali mi piacerebbe soffermare l’attenzione: da una parte, la grande forza d’attrazione rappresentata dalla tematica principale e, dall’altra, l’esperta, scaltrissima gestione della componente romantica.


Tu chiamalo, se vuoi, “escapismo” allo stato puro…

Nella sua essenza basilare, questo clamoroso bestseller si limita a recuperare una serie di tropes da una caterva di successi internazionali (“Hunger Games”, “Il Trono di Ghiaccio”, “Harry Potter”, “Divergent”, “Eragon”, “La Guerra dei Papaveri” ecc.) e a riproporli al lettore… così, nell’esatta forma in cui l’autrice li ha trovati! Vale a dire, senza rielaborarli in chiave personale e, soprattutto, senza apportare alcun tipo di contributo significativo alla loro evoluzione.

Questo, va da sé, non costituisce necessariamente un male. A mio avviso, significa semplicemente che, da qui a quattro, cinque, anni, faremo fatica anche soltanto a ricordare l’esistenza di un romanzo chiamato “Fourth Wing”.

Che non è, a mio avviso, una buona ragione per rischiare di perderti l’adrenalinico concentrato di intrattenimento e passioni che il libro di Rebecca Yarros è in grado di offrirti adesso

Sì, perché il nocciolo della questione è questo: “Fourth Wing” è un libro tamarro e fracassone, sguaiato e… posso dirlo? Sì, perfino un po’ cazzaro: l’equivalente letterario di uno show della CW, se vogliamo. Ma è anche una lettura che stupisce e diverte, colpisce e appassiona; consegnandoti, al tempo stesso, un ottimo “strumento” per evadere dalla quotidianità per qualche ora.


L’ uovo del cuculo (ovvero, la nobile arte di infiltrarsi nel nido della narrativa fantastica per adulti)

In fondo, mi pare difficile che un lettore decida di accostarsi al sottogenere del “romantasy” perché desidera, in quel momento, imbattersi in una protagonista dal profondo spessore psicologico, o in uno stile infarcito di arguti virtuosismi retorici.

E comunque, per come la vedo io, un po’ di sano trash non ha mai fatto del male a nessuno. Dopotutto, sfiderei chiunque a negare la magnetica alchimia che lega Violet al suo LI, la spassosa spigliatezza del loro “banter” o l’energica “presenza scenica” dei draghi più importanti della storia.

Peraltro, il romanzo di Rebecca Yarros si avvale di una struttura bilanciatissima, costruita attorno a quello che rappresenta indubbiamente il “perno” tematico della narrazione: vale a dire, la possibilità che esista un tipo di forza, più travolgente di qualsiasi altra, che non ha nulla a che spartire con la prodezza fisica.

Prima di chiudere la mia (probabilmente ridondante) recensione di “Forth Wing”, vorrei aggiungere soltanto un’altra cosa: mi sarei volentieri risparmiata le venti o trenta pagine di inserto a luci rosse. Non tanto per evitare di urtare il mio delicato senso del pudore (ah!), quanto proprio per una questione di coerenza narrativa: Rebecca Yarros può chiamarlo come preferisce, e lo stesso vale per gli editori internazionali… sotto qualsiasi punto di vista che conti qualcosa, “Fourth Wing” è un romanzo young adult.

Lo testimoniano gli argomenti trattati (dinamiche famigliari, coming-of-age, amore, amicizia ecc.), la relativa semplicità del worldbuilding, e perfino la cifra stilistica adottata. Perché, allora, provare a spacciarlo per qualcosa di diverso?

Ah, già, giusto… Lo spicy (eye-roll insert)!


Ti ricordo che l’edizione italiana di “Fourth Wing” è disponibile in libreria e su Amazon. Il sequel, “Iron Flame“, è invece atteso in italiano per il 30 gennaio 2024.


*Come dici? Il romantasy non basta mai? E tu dai un’occhiata a questi 5 titoli usciti di recente per Queen Edizioni! ;D


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