“A Day of Fallen Night”: la recensione del sontuoso libro fantasy di Samantha Shannon


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Ed è finalmente giunto il momento di dedicare un po’ di spazio alla recensione di “A Day of Fallen Night”, aka “Un Giorno di Notte Cadente“, il nuovo romanzone fantasy di Samantha Shannon!

Il prequel de “Il Priorato dell’Albero delle Arance” è sempre stato uno degli epic fantasy più attesi del 2023. E a buon ragione, direi!

Si tratta senz’altro di una delle uscite imprescindibili di quest’anno; un libro destinato a far parlare di sé per parecchio tempo a venire.

Un lunghissimo, struggente “slow burn”, che non ha paura di confrontarsi con le più scottanti tematiche d’attualità.

Senza tralasciare di evocare i demoni della pandemia, in tutta la loro gloriosa e distruttiva magnificenza…


La trama

500 anni prima dell’inizio degli avvenimenti narrati ne “Il Priorato dell’Albero delle Arance”, il mondo ideato da Samantha Shannon è un concentrato di nazioni e culture isolate.

A Inys, la patria del Santo (o del grande Bugiardo, a seconda delle interpretazioni…), Sabran l’Ambiziosa regna al fianco del nuovo Re di Hroth, un territorio barbarico che ha da poco deciso di piegarsi alla religione monoteista degli occidentali. Insieme, i due monarchi cercano di preparare la figlia Glorian per l’ascesa al trono che le spetta di diritto.

Ma, a Inys, il primo e più importante dovere di una regina è sempre stato quello di generare e partorire un’erede. Vale a dire, la figlia destinata a trasformarsi nell’ennesimo anello della “catena” di protezione che, stando alle leggende, dovrebbe impedire all’antica creatura conosciuta come il “Senza Nome” di tornare a mietere distruzione.

Glorian trascorre i suoi giorni nello sgomento assoluto. Se il suo utero – il suo stesso corpo – appartengono al regno, cosa rimane di lei, in realtà? Se la sua vita non è abbastanza – se, al contrario, riesce ad assumere un valore soltanto in virtù del potenziale nascosto nel suo grembo – come potrà mai sperare di offrire alla sua terra la protezione e la guida di cui Inys ha così disperatamente bisogno?

Nella valle di Lasia, intanto, Tunava, influente sorella del Priorato dell’Albero delle Arance e custode della tomba in cui riposa Cleolind, si sforza di ricordare alle altre guerriere il compito sacro affidato loro dalla Madre in persona: imparare a usare i propri poteri e addestrarsi per combattere i “vermi”, i draghi giganti che, un giorno, torneranno a mettere a ferro e fuoco il mondo intero.

Ma le sorelle più giovani hanno smesso da tempo di credere in questa versione. Secondo loro, il Male antico non farà più ritorno. Alcune ragazze sospettano, anzi, che tutti i racconti relativi al Senza Nome e alle imprese di Cleolind facciano soltanto parte di un mito…

A est, sull’isola di Seiki, una sacerdotessa di montagna di nome Dumai scopre di essere destinata a cose molto più grandi del semplice eremitaggio. Quando l’Imperatore chiede il suo aiuto, la giovane non può fare a meno di rispondere al suo appello… Per difendere il Trono d’Arcobaleno delle mire di un clan di nobili rivali, e cercare di ristabilire il contatto spirituale con gli dei addormentati della sua terra.

A Hroth, il giovane soldato Wulf combatte per difendersi dai pregiudizi di alcuni commilitoni. A causa del suo passato misterioso, infatti, i membri più bigotti della sua squadra lo squadrano con sospetto, e lo accusano addirittura di essere il figlio segreto dell’infame “Strega di Inysca”, la terrificante creatura pagana che dimora fra boschi millenari…

Al risveglio delle viverne, il destino di tutti questi personaggi si intreccerà nei modi più imprevedibili, generando un complesso e avvincente racconto corale di sopravvivenza, coraggio, orrore, intrighi e magia.



 “A Day of Fallen Night”: la recensione

Ricordi quando abbiamo riportato alcune dichiarazioni di Samantha Shannon in merito all’ imminente uscita di “A Day of Fallen Night”?

Secondo l’autrice, questo prequel sarebbe stato un libro più lungo e politicamente complesso rispetto a “Il Priorato”. Dotato di un cast più ampio, e fornito di un maggior numero di scenari.

Bè…

Posso confermarti che la Shannon diceva la pura e sacrosanta verità!

Sia messo agli atti: “A Day of Fallen Night” è un libro infinitamente più denso, intricato e dettagliato del suo predecessore.

Mi è capitato di consigliare la lettura de “Il Priorato” ad amici con zero interesse nei confronti dell’epic fantasy, e di fare centro su tutta la linea. Del resto, la scorrevolezza dello stile e la natura relativamente “pop” dei suoi (grandiosi) personaggi mi hanno sempre permesso di lanciarmi nell’esperimento senza troppe riserve.

Non mi azzarderei MAI a replicare l’impresa con “A Day of Fallen Night”: un romanzo dall’anima moderna e dall’impianto estremamente “classico”, che si regge su un worldbuilding a prova di bomba e su un apparato descrittivo compatto come un muro di cemento.

Il prequel de “Il Priorato dell’Albero delle Arance” è un romanzo monumentale, che si muove a passo di marcia e non fa prigionieri. L’ho amato profondamente – per la sua immersività, la sua affascinante mitologia, le sue tematiche provocatorie, i suoi protagonisti meravigliosi ecc – ma mentirei se affermassi di non averlo trovato un po’ eccessivo, in alcuni punti.

Intendiamoci: il (certosino) livello di dettaglio geo-storico-politico non basterà certo a scoraggiare un fan hardcore del genere!

Ma non posso neanche fare a meno di chiedermi fino a che punto quest’ultimo abbia finito con il pregiudicare il ritmo della narrazione…


“Roots of Chaos: Vol. 0” – I personaggi del prequel

Si può scrivere una recensione di “A Day of Fallen Night”, senza soffermarsi un momento a tessere le lodi del suo strepitoso cast di personaggi?

Ma certo che no.

In realtà, ho apprezzato le quattro “storyline” principali del romanzo (quasi) nella stessa misura. Mi sia concessa, in via del tutto eccezionale, un pizzico di preferenza per il PoV di Dumai. Dopotutto, i draghi “buoni” e il trope dell’enemies-to-lovers sono un mio grandissimo punto debole, e Seiki offre la cornice ideale per alcune delle mie nuove scene preferite della saga.

Glorian è, probabilmente, il personaggio che mi ha creato un po’ più di difficoltà. Ritrovarmi, ancora una volta, alle prese con i devoti fanatici del Santo e con il loro aborrente zelo pro-life ha messo a dura prova la salute del mio stomaco. Per fortuna, Glorian appartiene a Inys soltanto per metà – suo padre, infatti, è una sorta di “re vichingo” che, nel corso della sua vita, ha sempre fatto del proprio meglio per insegnare alla figlia a pensare con la sua testa.

C’è da dire che, dopo 800 pagine e rotte, sono riuscita ad affezionarmi a Glorian come agli altri. Ci è voluto del tempo, sicuro…

Sta’ di fatto che l’epilogo della sua storia mi ha emotivamente devastato, e sarà, probabilmente, quello che mi porterò dentro più a lungo.

Wulf, dal canto suo, si è rivelato una piacevolissima sorpresa. Un eroe maschile profondamente diverso da quelli a cui siamo abituati a imbatterci nel campo dell’epic fantasy. Ma comunque un uomo eccezionale, valoroso e ricchissimo di umanità!

Per quanto riguarda, invece, la storyline di Tuva… Sai che qual è la cosa che mi è piaciuta di più? La sottotrama relativa a Canthe, un personaggio che qualsiasi lettore de “Il Priorato”, sospetto, sarebbe in grado di riconoscere in un lampo.

Devo dire che la sua ambiguità, la sua solitudine, i suoi insondabili misteri, stavolta sono riusciti a conquistarmi.

Non posso fare a meno di immaginare – e di sperare – che la rivedremo presto, magari già nel corso del terzo volume della serie…


Maternità, libero arbitrio e resistenza

“A Day Of Fallen Night” è un libro che va assaporato, lentamente, come se si trattasse di un sontuoso pasto da banchetto matrimoniale. Cercare di divorarlo in fretta vuol dire mettersi nei guai; ritrovarsi satolli, dopo 300 o 400 pagine, e non avere più la forza di continuare a masticare.

Il rapporto genitori/figli rappresenta il suo più autentico nucleo tematico e, come immaginerai, non si tratta assolutamente di un argomento leggero o privo di ramificazioni.

Samantha Shannon riesce a esplorarlo, in tutte le sfaccettature, senza mai ricorrere a banalizzazioni o stereotipi di sorta. E io le sono profondamente grata per questo.

Come accennavo nell’introduzione, è probabile che la recente pandemia abbia influenzato profondamente la genesi e la stesura di quest’opera. Non so se “A Day of Fallen Night” sia l’unico libro fantasy incentrato sulle gesta di cavalieri medievali che combattono indossando la mascherina che leggerai mai… ma probabilmente sì.

In realtà, assimilare il messaggio del libro – comprendere la prospettiva della Shannon sulla questione, “resistere” al fianco dei suoi eroi immaginari – mi ha fatto sentire stranamente sollevata. Meno sola, in un certo senso.

Perché forse è vero che bastano cinque minuti di sole, per far sì che la maggior parte della gente scelga di ignorare il male che il nostro stile di vita dissennato continua a seminare.

Ma finché ci sarà qualcuno disposto ad attenersi a una qualsiasi versione del fatidico motto – “Mother, we are your daughters. We remember. We remain.” – il resto di noi non si lascerà cogliere del tutto impreparato.

Resisteremo. Combatteremo. E, forse, sopravvivremo…


Ti ricordo che l’edizione italiana di “A Day of Fallen Night” si chiamerà “Un Giorno di Notte Cadente“. Il prequel de “Il Priorato dell’Albero delle Arance” sarà tradotto, ancora una volta, dalla fenomenale Benedetta Gallo.

“Un Giorno di Notte Cadente” sarà disponibile, in libreria e su Amazon, a partire dal 28 novembre 2023.


*Se hai apprezzato la complessità e gli ambiziosi scopi di “A Day of Fallen Night”, potresti essere pronto per tuffarti nelle imponenti “Cronache della Folgoluce” di Brandon Sanderson!


E tu? Cosa ne pensi della mia recensione di “A Day of Fallen Night”?

Leggerai il prequel de “Il Priorato dell’Albero delle Arance”? 🙂


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