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“Where Shadows Bloom”: la recensione del libro romantasy di Catherine Bakewell


where shadows bloom - recensione

Where Shadows Bloom” è il romantasy che mi servirà da monito: non avrei dovuto imparare, alla mia venerando età, che un libro non si giudica MAI dalla copertina?

Eppure, al di là della splendida cover, stavolta anche la sinossi del nuovo romanzo di Catherine Bakewell ha contribuito a trarmi in inganno… Con tutte quelle promesse di amori proibiti, mostri famelici e capricciosi immortali, infatti, pensavo proprio che questo sarebbe stato il titolo giusto per me.

Ragazzi, se ho preso un abbaglio…!


Where Shadows Bloom“: la trama

Ofelia sogna da sempre di trasferirsi presso il misterioso Le Château Enchanté: una corte dorata, ricca di portenti e meraviglie, che si dice sia stata donata all’onnipotente Re Leo dagli stessi dei immortali.

Il castello, infatti, è l’unico luogo al mondo in cui i mostri che infestano le terre al di là dei confini della proprietà della famiglia di Ofelia non possono arrischiarsi a entrare.

Lope, dal canto suo, si addestra all’uso delle armi fin dalla più tenera età. Non appena ha assunto il rango di cavaliere, è in entrata in servizio a casa di Ofelia e ha consacrato la sua intera esistenza alla missione di tenere la ragazza al riparo da ogni pericolo. Lope, infatti, ama Ofelia con una devozione e una perseveranza incrollabile; se potesse fuggire via con lei e abbandonare la spada per abbracciare, piuttosto, la sua vocazione di poetessa incompresa, Lope sarebbe la fanciulla più felice del mondo…

Un giorno, però, le Ombre che minacciano le terre della madre di Ofelia iniziano ad avvicinarsi un po’ troppo al perimetro della loro proprietà…

Sarà questo evento a segnare l’inizio di un viaggio che condurrà entrambe le ragazze attraverso il cuore della stessa oscurità che piaga il loro regno: l’abbagliante e incantevole Château Enchanté!


Where Shadows Bloom“: la recensione

Analizziamo prima gli aspetti di questo libro che mi hanno convinto, che cosa ne dici?

Diciamo subito che per gli amanti delle ambientazioni eccentriche e delle vibes “whimsical”, “Where Shadows Bloom” potrebbe rappresentare senz’altro un’ottima lettura.

Il worldbuilding, a onor del vero, non sembra particolarmente solido, dal momento che si limita a proporre una sorta di mesh-up di elementi tratti da qualsiasi lingua o cultura venga in mente all’autrice (con una predilezione particolare per la francese e la spagnola). Ma l’estetica del romanzo risulta indubbiamente adorabile, forse addirittura suggestiva, con le sue influenze barocche e la sua capacità di sfruttare la delicata raffinatezza insita nelle proprie “location” per esaltare il “sense of wonder” e il fattore dell’immersività.

Sotto molti aspetti, “Where Shadows Bloom” si legge un po’ come una fiaba, e neanche di quelle particolarmente (ri)elaborate. Il che vuol dire che si lascia divorare rapidamente, senza muovere all’intelletto alcuna sfida particolare e, soprattutto, sforzandosi di fornire ai suoi lettori una chiave di lettura abbastanza inequivocabile.

A Catherine Bakewell, infatti, interessa palesemente confezionare una storia dal gusto semplice e dolce, da cui bandire ogni forma di angst o complessità psicologica.

E l’autrice, nel tentativo di coronare questa ambizione, dimostra di saper giocare bene con gli archetipi tipici del genere favolistico, pigiando soprattutto sul pedale della morale (mai commettere l’errore di scambiare per sinonimi gli aggetti “bello” e “buono”…) e della sognante soavità dell’atmosfera.


Bodyguard trope, o… stereotipo della damina vittoriana?

A essere sinceri, però, “Where Shadows Bloom” mi ha deluso sotto qualsiasi altro punto di vista.

Non mi capita spesso di usare questa parola – “deludente” – all’interno di una recensione, perché ho sempre ritenuto che la qualità di un testo abbia ben poco a che vedere con la portata delle mie aspettative. E lo penso ancora!

Ma c’è sicuramente qualcosa da dire a proposito di un titolo che riesce a pasticciare ben tre dei suoi elementi fondamentali: struttura della trama, caratterizzazione dei personaggi e sviluppo del subplot romantico.

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“Le Calde Mani degli Spiriti”: la recensione del libro fantasy storico di Katherine Arden


the warm hands of ghosts - le calde mani degli spiriti - katherine arden

Le Calde Mani degli Spiriti” è uno straordinario romanzo fantasy storico ambientato fra i brutali e sanguinosi campi di battaglia della prima guerra mondiale.

Dopo la parentesi middle grade incarnata dalla (seppur deliziosa) serie horror per bambini “Small Spaces“, infatti, Katherine Arden torna a dialogare con i suoi lettori adulti, pronta a offrire loro un’altra temeraria cavalcata attraverso la Storia.

Se hai già letto “L’Inverno della Strega” e i suoi due predecessori, in parte sai già cosa aspettarti: uno stupefacente connubio fra immaginazione e amore per la ricostruzione storica! Una calibrata tensione narrativa costruita sulla lacerante contrapposizione fra la “fattualità” della vita di ogni giorno e un fortissimo, insopprimibile gusto per l’allegoria, il “meraviglioso” e tutto ciò che è romanzato…

C’è da dire che il focus principale della storia, stavolta, si concentra più sull’introspezione psicologica dei personaggi che sull’azione. Una scelta che si rivela vincente! Infatti, grazie ai suoi dialoghi graffianti e allo stile lirico della sua autrice, “Le Calde Mani degli Spiriti” riesce a evocare gli orrori della guerra in tutta la loro abietta e brutale impersonalità.

Senza dare sfoggio di retorica e, soprattutto, riuscendo a conferire alla narrazione un sapore gotico-faustiano dagli effetti struggenti…


La trama

Gennaio, 1918. Laura Iven ha servito a lungo nell’esercito, in qualità di venerata infermiera militare.

Tutto è cambiato, però, nel momento in cui le bombe nemiche sono precipitate sulle tende del suo ospedale da campo. Laura, infatti, ha riportato una grave ferita alla gamba ed è stata immediatamente congedata. Per il suo disturbo, è tornata a casa con una medaglia appuntata sul petto e uno stuolo di fantasmi intenti a seguirla ovunque vada.

Il fratello di Laura, Freddie, in quel momento si trova di stanza nelle Fiandre. E’ solo e spaventato, immerso nel fango fino alla vita, e perfettamente consapevole del fuoco dell’Apocalisse che sta per abbattersi su di lui.

Di nuovo a casa, in Canada, Laura riesce a sopravvivere alla tragica morte della sua intera famiglia, spazzata via da un’esplosione accidentale al porto. Pochi giorni dopo, però, l’infermiera riceve notizia della scomparsa di Freddie. Insieme al doloroso annuncio, arrivano anche gli effetti personali dell’adorato fratello… Eppure, in tutta la storia, si nasconde anche qualcosa che non ha senso.

Perché nessuno sembra in grado di raccontarle il modo o le circostanze esatte in cui Freddie è morto?

Determinata a scoprire la verità, Laura decide di ritornare in Belgio, pronta a servire come volontaria presso un ospedale privato.

Subito dopo essere arrivata, però, comincia a intercettare i primi bisbigli relativi a una trincea infestata e a uno strano albergatore, il cui vino ha il potere di concedere ai soldati il dono dell’oblio.

È possibile che Freddie sia riuscito a sfuggire al campo di battaglia, soltanto per cadere nella trappola di… qualcos’altro? Un altro tipo di nemico del genere umano… infinitamente più affascinante, forse, ma anche altrettanto spregiudicato e pericoloso?

Novembre, 1917. Freddie Iven si sveglia dopo un’esplosione, per ritrovarsi intrappolato sotto un fortino. Il suo unico compagno? Un soldato nemico, un tedesco di nome Hans Winter.

Contro ogni aspettativa, i due uomini stringono un’alleanza e riescono a trovare una via di fuga. Incapaci di sopportare il pensiero di tornare sui campi insanguinati, specialmente perché questo li costringerebbe a combattere di nuovo l’uno contro l’altro, i due decidono di accettare l’aiuto di un individuo misterioso.

Uno che potrebbe avere il potere di far sparire per sempre l’orrore della trincea… Ma anche tutto il resto.

Mentre il cielo sopra le Fiandre si riempie di fuoco e i fantasmi continuano ad agitarsi in mezzo ai vivi, i più profondi traumi di Laura e Freddie cominciano a risvegliarsi.

Dovranno essere loro a decidere se il loro mondo merita di essere salvato…

O se non sarebbe meglio, piuttosto, lasciarselo alle spalle una volta per sempre.


Le Calde Mani degli Spiriti“: la recensione

Da qualche parte ho letto che a Katherine Arden piace descrivere “Le Calde Mani degli Spiriti” come una sorta di via di mezzo fra “Tutta la Luce che Non Vediamo” e “La Vita Invisibile di Addie LaRue”, ambientato nel pieno della Seconda Guerra Mondiale.

Non è una brutta descrizione, soprattutto perché riesce a cogliere appieno le due anime del romanzo: quella continua, incessante oscillazione fra vita e morte, luce e ombra, speranza e disperazione sperimentata dai personaggi…

Laura e Freddie, infatti, si aggirano per le strade traboccanti di rovine e spettri urlanti in preda a una sorta di allucinata distorsione sensoriale. Come se la follia che corrode il loro mondo avesse irrimediabilmente “allentato” i bulloni del sipario incaricato di dividere la terra dei miracoli (e degli spiriti) da quella dei viventi.

Una vera e propria alterazione della percezione, insomma, sguinzagliata su di loro dalla crudeltà inumana della guerra. Uno “stato confusionale” che li spinge a mettere costantemente in discussione tutto ciò che vedono, sentono, toccano, annusano… e a trascinare con sé il lettore in una sontuosa, travolgente ordalia di magia, motori ruggenti, anime agonizzanti e demoni-artisti in grado di trasformare l’orrore in bellezza distruttiva.


I due mondi di Katherine Arden

All’apparenza, “Le Calde Mani degli Spiriti” è un romanzo molto diverso, per scopi e intenzioni, dalla precedente trilogia di “Winternight“, con le sue atmosfere fiabesche e il suo romance mozzafiato.

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“La Ragazza Che Annega: il capolavoro weird/horror di Caitlín R. Kiernan arriva in Italia grazie a Mercurio


la ragazza che annega - caitlin kiernan

La Ragazza Che Annega“: ecco svelato il titolo della traduzione italiana di “The Drowning Girl”, uno straordinario capolavoro della narrativa weird/horror in arrivo il 14 febbraio 2025 per Mercurio Books.

Sono passati quasi 15 anni dall’uscita in lingua originale dell’eccentrico, folle e magnetico libro di Caitlín R. Kiernan, una pluripremiata autrice irlandese di cui nel nostro Paese non si sente neanche remotamente parlare abbastanza.

Eppure, a partire dal 2012 il suo romanzo, visionario e struggente, è entrato a far parte un pochino anche di me.

Quello, infatti, fu l’anno in cui per la prima volta lessi le parole: «There’s always a siren, singing you to shipwreck. Some of us may be more susceptible than others are, but there’s always a siren. It may be with us all our lives, or it may be many years or decades before we find it or it finds us. But when it does find us, if we’re lucky we’re Odysseus tied up to the ship’s mast, hearing the song with perfect clarity, but ferried to safety by a crew whose ears have been plugged with beeswax. If we’re not at all lucky, we’re another sort of sailor stepping off the deck to drown in the sea

Fu una folgorazione. L’epifania di cui avevo bisogno e che stavo aspettando, senza nemmeno sapere fino a che punto, o essere del tutto consapevole di quanto disperatamente avessi continuato a cercare un romanzo in grado di esprimere questo concetto e tradurlo in un linguaggio umano!

Del resto, prima di quel momento, non avevo mai letto un libro di speculative fiction in grado di confrontarsi con il tema dei disturbi mentali con un simile livello livello di empatia e profondità. Né, del resto, mi era mai capitato di imbattermi in una scrittrice in grado di emulare Shirley Jackson e dimostrare, senza colpo ferire, di essere riuscita ad assimilare ogni singola lezione mai impartita dall’autrice di “Lizzie“…


La Ragazza Che Annega“: la trama

Se leggerai “La Ragazza Che Annega“, ti renderai rapidamente conto di quanto sia inutile (oltre che utopistico…) cercare di ricapitolare i punti salienti della sua trama.

La sinossi “ufficiale” del romanzo, ad ogni modo, recita così: “India Morgan Phelps, detta “Imp”, sente il richiamo dell’abisso, l’ha sempre sentito. La follia scorre nel sangue della sua famiglia, canta con voce di sirena, e ogni notte la invita a perdersi per sempre, come in passato è già successo alla nonna Caroline e alla madre Rosemary Anne.

È vero che un dipinto infesta la vita di India da quando aveva undici anni? È vero che una notte di novembre ha incontrato una donna nuda sul ciglio di una strada del New England? O era luglio? Oppure non era una donna, ma un lupo, una sirena?

E poi c’è dell’altro, un’altra voce: Imp, il doppio, la personalità che manda in crisi ogni possibile appiglio alla realtà che la circonda. Raccontare la sua verità è però l’unico modo per incontrare ancora la donna che ama: una storia labirintica, un libro infetto, dove tutto smargina in una fantasmagoria gotica e seducente, in cui sirene e lupi mannari, oceano e neve, pittura e letteratura s’incontrano e confondono.”


«Nessuno ha mai detto che devi essere morto e sepolto, per essere un fantasma…»

Devo ammetterlo: è passato un po’, dalla mia ultima rilettura dell’edizione in lingua originale de “La Ragazza Che Annega“.

Perciò, temo che non sarò in grado di offrirti una vera e propria recensione di questo libro. Dopotutto, non so tu, ma io ho sempre pensato che una recensione sia un pezzo da scrivere “a caldo”. Soltanto così, infatti, è possibile rendere conto delle turbolente emozioni che una lettura, idealmente parlando, dovrebbe sempre essere in grado di suscitare.

Quello che sicuramente posso fare, però, è offrirti qualche considerazione di natura un po’ più generale, in modo tale da illustrarti le caratteristiche principali della storia. E, chissà… Magari anche convincerti a concedere un’opportunità a questo romanzo così avvincente, originale e “diverso” rispetto a tutti quelli in cima alle classifiche dettate dai trend del Booktok!


«Nessuna storia ha un inizio, e nessuna storia ha una fine»

La prima cosa che devi sapere è questa: Caitlín R. Kiernan, regina assoluta del gothic weird, ha sempre descritto “La Ragazza Che Annega” come una sorta di “autobiografia” sui generis. Il che vuol dire che, fra le sue pagine, incontrerai sirene e lupi mannari, fantasmi e assassini, artisti pazzi e figli illegittimi di Dagon… E non capirai mai quanto ci sia di vero in questi racconti, perché il concetto di “fattualità”, qui, è del tutto secondario.

Perché il punto è che ciascuna di queste creature è reale per Imp. Un “bestiario” di creature che fanno totalmente parte di lei, in un certo senso… E vale la pena ricordare che, nel corso della lettura, noi avremo modo di fare esperienza della cosiddetta “realtà” soltanto attraverso i suoi occhi. Una lente deformante, inevitabilmente, che ci porterà più volte a mettere in dubbio la nostra stessa sanità mentale. Ma anche rivelante, potremmo dire, perché ci permetterà di notare emozioni, percezioni, piccoli dettagli dolceamari delle nostre vite, di cui la nostra esasperata razionalità non ci avrebbe mai permesso di accorgerci…

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“Faebound”: la recensione del libro romantasy di Saara El-Arifi


faebound recensione - saara el-arifi

Finalmente, l’edizione italiana di “Faebound” è arrivata in libreria! Una grande notizia per tutti i fan del romantasy in generale, e per gli estimatori di grandi titoli come “Fourth Wing” e “Il Principe Crudele” in particolare!

Il libro di Saara El-Arifi, infatti, si legge tutto d’un fiato: un vero e proprio concentrato di azione, romance e magia.

Al centro dell’intreccio si dipana l’emozionante storia di due sorelle estremamente diverse fra loro, eppure legate del fato. A causa di un imprevedibile incidente, le ragazze si ritrovano travolte da un turbine di sinistre profezie e costrette a lasciarsi alle spalle tutto ciò che credevano di conoscere… per piombare, nella miglior tradizione delle opere di Holly Black, al centro di una misteriosa, suggestiva corte fatata.

Un luogo denso di pericoli, rivelazioni magiche, macchinazioni politiche e principi (ma anche principesse!) prodigiosamente inclini a ritrovarsi in varie condizioni di semi-nudità…

Con l’aggiunta di un ottimo worldbuilding e di un (bel) po’ di spicy!


La trama

Yeeran è nata sul campo di battaglia, ha vissuto sul campo di battaglia e, un giorno, morirà sul campo di battaglia.

O, almeno, questo è ciò che ha sempre pensato.

Dopo aver raggiunto il grado di colonnello nell’armata degli elfi della tribù Waning, Yeeran si sente particolarmente orgogliosa della sua carriera. Essere costretta a combattere al fianco di bambini-soldato e sterminare creature magiche, al fine di garantire altro potere alla leader della sua fazione? Si tratta soltanto dell’inevitabile prezzo da pagare per la vittoria.

Dopotutto, Yeeran non ha mai conosciuto altro che guerra, morte e una fame spietata. Mentre sua sorella minore, Lettle, sta cercando di guadagnarsi da vivere diventando una divinatrice; perennemente alla ricerca di profezie in grado di annunciare un futuro migliore.

Eppure, non appena un fatale errore da parte di Yeeran spinge il comandante della sua tribù a bandirla per sempre dalle terre degli elfi, le due sorelle si ritrovano in balia degli eventi. Non c’è scelta, adesso: per cercare di sopravvivere, bisognerà avventurarsi nelle terrificanti terre desolate al di là dei confini.

Sarà proprio lì che avrà luogo un incontro l’impossibile: quello con la temuta corte dei Fae. Un popolo che si credeva estinto da un millennio, e sul cui conto circolano parecchie voci inquietanti. Yeeran e Lettle saranno costrette a immergersi nel loro mondo seduttivo e misterioso.

Ciò che troveranno – amore, tradimento, misteri e segreti arcani – cambierà per sempre il loro destino.


Faebound”: la recensione

Negli USA, “Faebound” è stato un bestseller, oltre che una delle uscite più chiacchierate del 2024 sul BookTook… Un successo più che meritato, a parer mio!

Dopotutto, la voce limpida, suadente e magnetica di Saara El-Arifi riesce a trasformare perfino un intreccio relativamente “semplice” in un pageturner dal taglio, forse, poco sofisticato, ma decisamente irresistibile.

L’estetica di “Faebound”, a mio avviso, ricorda un po’ quella de “Il Priorato dell’Albero delle Arance”, un po’ i libri di Rebecca Yarros e Sarah J. Maas, e un po’… la serie tv “The Chronicles of Shannara”, se per caso ti è mai capitato di seguirne qualche episodio nel 2016-2017.

Un formato dinamico e accattivante che, con la sua tavolozza di colori sgargianti e le sue succulente patentesi al limite del trash, richiama i ritmi sincopati di un videoclip musicale. Ma che riesce anche a fare tesoro – bisogna dirlo – di ogni singola, buona regola della narrazione, garantendo all’all’autrice la possibilità di confezionare un prodotto di intrattenimento di ottima qualità.

Senza dimenticare, ovviamente, un certo numeroso di concessioni ai principali tropes amati dal pubblico (in primis, il sempreverde enemies-to-lovers e il tema dell’adorabile magical companion…) e una graditissima aggiunta di queer-normativity.


Quando il cuore ci mette lo zampino…

In “Faebound”, il lettore segue i PoV e gli archi narrativi di due personaggi principali: Yeeran e Lettle. Guerriera indomabile la prima; veggente dai toni profetici la seconda. Il loro legame di sorellanza rappresenta quello che potremmo facilmente descrivere come il “collante” di tutta la storia; di fatto, pur concedendo innumerevoli pagine all’esplorazione dei sentimenti delle ragazze nei confronti dei loro rispettivi love interests, Saara El-Arifi si dimostra estremamente abile nel tenere insieme i vari tasselli dell’intreccio.

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“My Darling Dreadful Thing”: la recensione del libro gotico di Johanna van Veen


my darling dreadful thing recensione - johanna van veen

Posso rivelarti un segreto? La lettura di “My Darling Dreadful Thing“, il romanzo gotico d’esordio di Johanna van Veen, mi ha creato più momenti di frustrazione che emozioni, brividi o spunti di riflessione.

In realtà, si tratta di un libro che, all’estero, ha sicuramente riscontrato più pareri positivi che negativi. E non sarò certo io a mettere in discussione i numerosi pregi di questa tragica, semi-delirante storia di dolore, abusi e fantasmi: del resto, Johanna van Veen ci sa sicuramente fare con le parole… Tant’è che, sotto certi aspetti, alcuni passaggi di “My Darling Dreadful Thing” mi hanno addirittura ricordato l’atmosfera vibrante e suggestiva di alcune opere dell’immensa Sarah Waters!

Ma non vedo proprio perché dovrei mentire o sovrastimare il mio livello di coinvolgimento nei confronti di un romanzo che, a conti fatti, è riuscito a trasmettermi soltanto un grandissimo senso di scoraggiamento, noia e delusione…


La trama

Roos Beckman ha uno spirito-companion, una ragazza fantasma che soltanto lei riesce a vedere. Il suo nome è Ruth: una creatura bizzarra, simile a un cadavere ambulante, defunto da secoli.

Ruth è l’unica luce nella vita di Roos. La ragazza, infatti, è stata allevata da una madre abusiva quanto scaltra, che la costringe a esibire le sue notevoli doti di medium/ciarlatana fin dalla più tenera età.

Ruth è sempre stata la sua unica amica. Bè, almeno fino a quando nella sua vita non irrompe, con la forza di un uragano, la ricca e vitale Agnes Knoop, una giovane vedova determinata a mettere alla prova le capacità spirituali di Roos. Basta una singola seduta, infatti, e fra le due giovani donne inizia a instaurarsi una potente, magnetica connessione.

Agnes strappa via Roos dalle grinfie di sua madre e la conduce nella decadente magione che ha ereditato dopo la morte del marito. La sorella di quest’ultimo, Wilhelmine, bellissima e afflitta da una malattia mortale, infesta i corridoi della magione come se fosse già uno spettro. Come se non bastasse, nel cuore della notte strani odori sembrano indugiare nei corridoio, e alcune raccapriccianti statue di santi risiedono nella cappella abbandonata della famiglia, a testimonianza del fanatismo del loro capostipite.

Un’essenza terrificante ammorba l’aria della magione: Roos se ne accorge subito, ma non può negare l’attrazione che sente crescere nei confronti di Agnes.

E così, una notte terribile, la morte si abbatte sul maniero. Qualcuno finisce assassinato. Per provare la propria innocenza – e la propria sanità mentale – Roos sarà costretta a svelare, al di là di ogni dubbio, chi – o cosa – sia stato responsabile di tanta violenza e depravazione. O perdere tutto ciò che ha di più caro nel tentativo.


My Darling Dreadful Thing“: la recensione

Il cult di Shirley Jackson “Abbiamo Sempre Vissuto nel Castello” incontra “Crimson Peak” di Guillermo del Toro: potrebbe essere una descrizione abbastanza accurata per il libro di Johanna van Veen… Anche se, a conti fatti, immagino che nessuno di questi due titoli sia in grado di rendere un’idea del livello di tristume, morbosità e miseria che sembra permeare ogni singola pagina di questo acclamato romanzo gotico del 2024.

A dire il vero, però, mi verrebbe spontaneo fare un paragone soprattutto con il meno conosciuto “Daphne Byrne“, una miniserie a fumetti di Laura Marks e Kelley Jones (pubblicata in Italia da Panini).

Si tratta, ad ogni modo, di una storia che affronta molti temi classici della narrativa gotica, abbracciando la maggior parte dei tropes cari a questo genere e confezionando una storia allucinante e spietata, perennemente in bilico fra veglia e sonno, vita e morte, lucidità e follia.

L’argomento della psicanalisi diventa particolarmente centrale, grazie all’introduzione del personaggio di un tenace dottore determinato a scoprire la brutale “verità” che potrebbe celarsi dietro le apparenti farneticazioni di Roos. Non per niente, i (numerosi) fantasmi di “My Darling Dreadful Thing” sembrano incarnare, più che il “Male” inteso come forza assoluta, i mali della nostra società: abusi sessuali, trauma, pregiudizio, razzismo, omofobia, repressione religiosa ecc.

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I libri di Nahoko Uehashi, l’antropologa giapponese che si è “reinventata” autrice di fantasy YA


i libri fantasy di Nahoko Uehashi

Di recente, ben due nuovi romanzi fantasy di Nahoko Uehashi sono riusciti a trovare la strada per le nostre librerie: il primo si chiama “La Ragazza Venuta da Occidente: Kokun“, ed è uscito per i ragazzi di Ne/oN Edizioni alla fine del 2024; il secondo è “Erin: The Beast Player“, una delle novità di gennaio 2025 più interessanti previste dalla Fazi.

Ma chi è Nahoko Uehashi, esattamente? Quali sono le sue opere più conosciute in Occidente, e quali sono gli autori che l’hanno ispirata di più?

Mossa dalla mia (solita) curiosità, ho pensato bene di fare qualche ricerca sul conto di questa pluripremiata autrice giapponese di libri per ragazzi. Anche perché ricordo di aver letto con grandissimo entusiasmo “Moribito: Il Guardiano dello Spirito“, quando, nell’ormai “lontano” 2009, la casa editrice Salani decise di proporci un’incantevole edizione di quello che può essere considerato, ancora oggi, come uno dei più popolari romanzi fantasy nipponici per ragazzi mai tradotti in lingua italiana…


Chi è Nahoko Uehashi?

Nahoko Ueashi è un’etnologa specializzata nello studio della cultura degli aborigeni d’Australia.

Al suo lavoro accademico, Nahoko Uehashi ha presto deciso di affiancare una carriera da scrittrice fantasy, e di affrontare questo peculiare genere letterario da un punto di vista quanto mai affascinante e originale: quello dell’antropologia culturale.

Come ci ricorda il magazine “The Japan Times“, «Nahoko Uehashi ha rivoluzionato il genere fantasy in Giappone, grazie alle sue opere di fiction a sfondo naturalistico, usando il suo background di antropologa per realizzare dei mondi immaginari ma realistici, che le hanno guadagnato legioni di fedeli fan, a prescindere dal loro genere e dalla loro età.

«Dopo aver pubblicato, nel 1989, “The Sacred Tree” mentre era ancora una studentessa specializzanda, Nahoko Uehashi ha continuato il suo lavoro di insegnante universitaria per decadi, mentre intanto continuava a produrre, instancabilmente, una serie di storie, dalla saga in 12 volumi “Moribito“, vincitrice di diversi premi, a “Beyond the Fox Whistle” del 2003, per cui ha vinto il Noma Children’s Literature Award, fino ad arrivare al più recente “The Deer king” (2014).

«La serie “Moribito”, da sola, ha ispirato uno show radiofonico, una serie tv animata e una in live action, conferendo all’autrice uno status culturale di regina del pop che trascende il campo della mera letteratura per bambini

L’assegnazione del Premio Hans Christian Andersen, nel 2014, ha sancito per Nahoko Ueashi il momento del meritato riconoscimento internazionale ufficiale.


Erin: The Beast Player“: edizione italiana e influenze letterarie

Diamo un’occhiata più da vicino ai libri di Nahoko Ueashi, a partire dalla sua uscita italiana più recente, alias “Erin: The Beast Player“.

Da questo punto di vista, potrebbe rivelarsi sicuramente illuminante leggere la corposa intervista rilasciata da Cathy Hirano, la traduttrice dell’edizione in lingua inglese di “The Beast Player“.

L’intervistatore, David Jacobson, fa subito notare alla Hirano che il romanzo in questione accoglie al suo interno il popolare trope della “scuola magica”.

Si prende quindi la briga di chiederle se, secondo lei, Nahoko Ueashi non abbia per caso contratto uno specifico “debito” nei confronti della serie di Harry Potter.

La risposta della traduttrice non lascia adito a dubbi: «No, niente affatto. Ai tempi della stesura di “The Beast Player”, Uehashi non aveva nemmeno letto J. K. Rowling. Uehashi ha sempre sostenuto di voler creare storie e mondi che nessuno aveva mai visto prima, e che le più grandi influenze sul suo lavoro provengono da “Il Signore degli Anelli” di Tolkien, dai romanzi storici di Rosemary Sutcliff e dalla saga di “Earthsea” di Ursula Le Guin. E, personalmente, riesco a vedere l’influenza di Tolkien nella vastità e nell’ampio respiro del mondo che ha creato, la stessa attenzione per il dettaglio realistico della Sutton e la Le Guin nella sua voce letteraria.»


La Ragazza Venuta da Occidente

la ragazza venuta da occidente - i libri di Nahoko Uehashi

Secondo la Hirano, i più grandi punti di forza di “Erin: The Beast Player” risiedono nel worldbuilding, perché la conoscenza e l’esperienza di antropologa di Nahoko Uehashi pervadono e danno forma suoi mondi incantati. «Il libro non è ambientato in Giappone o ovunque altro sulla Terra», spiega la traduttrice, «eppure, il mondo e la sua società sembrano così autentici da darmi la sensazione di poterci camminare in mezzo.»

Diventa facilissimo, considerando queste premesse, immaginare come gli interessi dell’autrice si siano riflessi sulla stesura del suo romanzo “La Ragazza Venuta da Occidente: Kokun“, primo volume della saga “La Dea dei Profumi“.

Crisi dell’ecosistema, solitudine esistenzialista e spiritualismo (tre temi particolarmente cari al mondo dell’antropologia, probabilmente fin dai tempi della “fondazione” ufficiale di questa meravigliosa disciplina… ) rappresentano, infatti, le colonne tematiche portanti di questa nuova, affascinante serie fantasy di Nahoko Uehashi.


Moribito: Il Guardiano degli Spirito”

Anche se nessuna casa editrice ha mai (ancora) provveduto a portare in Italia uno qualsiasi dei suoi numerosi sequel, la buona notizia è che “Moribito: Il Guardiano dello Spirito” è dotato di un finale perfettamente soddisfacente. Per cui, si può tranquillamente leggere come se si trattasse di un romanzo autoconclusivo!

Da una mia vecchia (arcaica?) recensione, ho recuperato alcune memorie di lettura semidimenticate, da cui si evince chiaramente che: a) la trama di “Moribito” segue le avventure di una granitica (ma sensibile) guerriera di nome Balsa, determinata a salvare il figlio posseduto da un demone di un malvagio imperatore; b) il worldbuiling e il sistema magico, con la loro suggestiva sovrapposizione fra mondo fisico (Sugu) e mondo spirituale (Nayugu), rappresentano senz’altro l’elemento della narrazione che colpisce di più!

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“Le Bugie Sepolte Nel Mio Giardino”: la recensione del thriller psicologico di Kim Jin Yeong


recensione le bugie sepolte nel mio giardino - giunti

Le Bugie Sepolte Nel Mio Giardino” è stato il primo romanzo thriller del 2025 a catturare la mia attenzione.

E… cosa posso dire? Si è trattato certamente di un colpo fortunato, poiché l’ho trovato intrigante e super-coinvolgente! Un titolo dal ritmo incandescente, che riesce ad ammaliare soprattutto in virtù del curatissimo profilo psicologico dei suoi personaggi e della graffiante intelligenza con cui affronta le sue tematiche.

Un libro che, grazie all’adrenalinico taglio cinematografico delle sue scene e ai suoi numerosi rimandi letterari, ha tutte le carte in regola per attirare un pubblico ampio e trasversale, non necessariamente confinato ai soli fedelissimi delle storie ad ambientazione asiatica…


La trama

Ju-ran è convinta di vivere la vita perfetta. A quasi quarant’anni, ha raggiunto tutti gli obiettivi che la sua società considera importanti: un marito medico, disposto a concederle ogni più insignificante capriccio; un figlio belloccio che se la cava bene in matematica; una splendida casa con giardino in un quartiere benestante…

Un giorno, però, Ju-ran inizia a prendere coscienza dello sgradevole odore dolciastro che si insinua dalle finestre. Un fetore che sembra provenire da quella stessa aiuola che suo marito, Jae-ho, pare intenzionato a coltivare con tanta cura.

Jae-ho cerca in ogni modo di convincerla a lasciar perdere. Tuttavia Ju-ran, turbata da uno strano presentimento, inizia a lasciarsi ossessionare dal miasma che aleggia nel suo giardino. Finché, un giorno, la donna non decide di armarsi di pala e di iniziare a scavare…

Sotto uno strato di terra brunastra, Ju-ran rinviene il dito di una persona.

Nello stesso momento, dall’altra parte della città, la spregiudicata Sang-eun affronta le conseguenze di una vendetta che potrebbe costarle ogni cosa. E’ povera, vedova e incinta, e sua madre sta rapidamente perdendo ogni contatto con la realtà a causa di una gravissima malattia degenerativa.

Eh, sì… Il destino ha dispensato a Sang-eun una mano particolarmente sfortunata!

Ma, del resto, una donna come lei – costretta a vendere materassi per sopravvivere, e a ingoiare ogni giorno migliaia di torti e soprusi con un rigido sorriso sulle labbra – ha sempre saputo la verità: il mondo non è un posto gentile con le persone deboli.

Per fortuna, Sang-eun non ha mai nemmeno saputo cosa sia, la debolezza…


Le Bugie Sepolte Nel Mio Giardino“: la recensione

Le Bugie Sepolte Nel Mio Giardino” si pone al crocevia fra thriller psicologico e domestic thriller.

Per trama, velocità narrativa e qualità dei colpi di scena potrebbe ricordare, secondo me, grandi bestseller internazionali del calibro de “La Ragazza del Treno” di Paula Hawkins; ma i suoi personaggi ti fanno pensare anche – e, forse, soprattutto – a certi pungenti romanzi satirici di Gillian Flynn o Sarah Pinborough.

L’amore bugiardo di un matrimonio – anzi, due – come metafora di una società che sembra sempre più pronta a collassare su se stessa, nel narcisistico sforzo di replicare i propri feticci a discapito di ogni morale, legge o semplice buon senso.

Le due protagoniste de “Le Bugie Sepolte Nel Mio Giardino” brillano di un’energia oscura, magnetica, che ti costringe a tifare per loro nonostante la loro deliberata (e innegabile) sgradevolezza. Le loro voci narranti, irresistibili e ben distinte, spalancano una doppia prospettiva sugli eventi, alternando momenti di autentico shock ad altri di profonda, intima e quasi rammaricata comprensione.

Ju-ran, dopotutto, è una donna frivola, superficiale e ipocrita, ma è anche disposta a rinunciare alla sua vita “ideale” pur di svelare la verità; rivelandosi, a più riprese, totalmente incapace di tornare al suo ruolo di mogliettina devota e di “mollare il colpo”….

Sang-eun, d’altro canto, è manipolatoria, ambiziosa e distaccata… ma la bambina che porta in grembo la induce a cedere agli sporadici assalti della sua coscienza, alla faccia di tutti i suoi tortuosi complotti e della sua fame di riscatto.

Nessuna delle due si rende conto, ovviamente, del tormento dell’altra.

Del resto, lo sappiamo tutti come funziona, no?

L’erba del giardino degli altri splende sempre come una cometa, quando ci arroghiamo il privilegio di osservarla da una certa distanza…


«Basta scavare… Non è poi così difficile!»

Come promette la sinossi riportata in quarta di copertina, la brillante scrittrice e sceneggiatrice Kim Jin Yeong riesce a evocare per noi un’ambientazione che tira palesemente in ballo i conflitti sociali e l’abissale divario fra ricchi e poveri di “Parasite“… ma anche le tematiche femministe, la guerra fra i sessi, l’allucinata desensibilizzazione mediatica che ci ha portato a sostituire il concetto di “etica” con quello di “estetica” (e a compiacerci di noi stessi per l’aberrante errore).

L’autrice non cerca di affrontare i punti nevralgici del suo intreccio con un particolare livello di raffinatezza; in effetti, potrei citarti almeno un paio di scene in cui rifiuta palesemente di andarci giù per il sottile (basti pensare alla rievocazione della prima notte di sesso fra Ju-ran e il futuro marito Jae-ho). Ma si tratta di una “schiettezza” sapientemente calibrata, del tutto aderente agli scopi della narrazione, che ha senz’altro il potere di enfatizzare il messaggio e rendere ancora più magnetica la lettura.

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5 libri fantasy ispirati a “I Sette Samurai” di Akira Kurosawa


Dedichiamo l’articolo di oggi a cinque libri fantasy ispirati a “I Sette Samurai“, per omaggiare l’imminente ritorno in sala (09/01/25) della versione restaurata del celebre film di Akira Kurosawa…

Il mio obiettivo, ovviamente, è soprattutto quello di fornire qualche piacevole spunto di lettura a tutti coloro che amano profondamente il genere dello sword and sorcery! Insomma, se il trope della “suicide squad” è la tua passione, e le storie d’azione, (dis-)onore e dedizione ti forniscono lo stesso carburante che ti fa battere il cuore, preparati a fare un tuffo in queste adrenaliniche, incandescenti storie fantastiche…


Libri ispirati a “I Sette Samurai“: “I Malefici Sette” di Cameron Johnston

i malefici sette - libri fantasy ispirati a i sette samurai

Quando rimani a corto di eroi, un manipolo di villains disadattati è tutto quello che ti rimane…

Black Herran era una temuta demonologista, nonché il più spietato generale di tutta Essoran.

Aveva riunito sei fra i più formidabili guerrieri del mondo conosciuto per capeggiare le sue armate: una necromante, un signore dei vampiri, un semidio, una leader degli orchi, una regina pirata e un diabolico alchimista. Insieme, i Malefici Sette erano riusciti a mettere in ginocchio l’intero continente… Fino al giorno in cui Black Herran non ha abbandonato la sua stessa armata, e proprio alla vigilia della vittoria totale!

Quarant’anni più tardi, cause di forza maggiore costringono Black Herran a mettere di nuovo insieme la squadra: i vecchi compagni d’armi costituiscono, infatti, la sua unica speranza di difendere la minuscola cittadina di Tarnbrooke… l‘ultimo bastione rimasto contro un nuovo, fanatico nemico, determinato a devastare la terra e a portare a termine l’opera di distruzione iniziata da Black Herran.

Sette mostri assetati di sangue. Una città. L’ultima speranza per l’intera umanità…

Il romanzo grimdark di Cameron Johnston è un divertente fantasy militare “vecchio stampo”, ironico e popolato da una combriccola di irresistibili canaglie e antieroi. In Italia, “I Malefici Sette” è disponibile in formato digitale Kindle. Puoi acquistarlo su Amazon.

Fra le pagine del mio blog precedente, il “Laumes’s Journey“, puoi leggere la mia recensione dell’opera (che fa riferimento, però, all’edizione in lingua originale inglese del libro, “The Maleficent Seven“).


Kindling” di Traci Cheee

Dalla stessa autrice de “La Lettrice“, una storia ricca di combattimenti, conflitti e magia proibita!

Un tempo, la guerra è stata combattuta dai Kindlings, guerrieri d’elite in grado di battersi usando la magia. I loro devastanti poteri, però, richiedevano un prezzo terrificante: le loro stesse, giovani vite.

A conflitto ultimato, questi guerrieri magici sono stati messi da parte: la loro magia messa al bando, le loro abilità ritenute datate, le loro formidabili armi immesse sul mercato come reliquie o souvenir.

La violenza, però, imperversa ancora per la campagna, e ricordi terrificanti perseguitano i sopravvissuti. Quando le porte di un villaggio vengono prese d’assedio, sette Kindlings ricevono l’opportunità inaspettata di riunirsi e combattere insieme, per l’ultima volta.

La guerra, però, ha profondamente cambiato questi guerrieri. E, per rivendicare ciò che erano un tempo, i Kindlings saranno costretti a confrontarsi con il proprio passato, i propri traumi, e l’infame destino che li ha condotti a ritrovarsi dopo tanto tempo…

L’edizione in lingua originale inglese di “Kindling” ti sta già aspettando su Amazon!


Never Die” di Rob J. Hayes

never die - libri simili a i sette samurai

In questo terzo libro fantasy ispirato a “I Sette Samurai“, troviamo shinigami, missioni impossibili e spiriti vendicativi!

Ein ha ricevuto una missione da Dio. Un dio della morte.

Per l’Imperatore dei Dieci Re, infatti, è finalmente giunta l’ora della resa dei conti, e tocca a un ragazzino, assassinato a otto anni, l’ingrato compito di recapitare il giudizio divino sulla sua soglia. Ein, ovviamente, si rende conto di non poter compiere l’impresa facendo affidamento soltanto sulle sue forze.

L’imperò, però, trabocca di eroi che possono essere reclutati e messi al servizio della sua causa. C’è un solo minuscolo, insignificante problema…

Prima di poter prendere parte alla missione assegnata dal dio della Morte, questi eroi dovranno, a loro volta, perdere la vita. E toccherà a Ein ucciderli

Puoi acquistare “Never Die” su Amazon, sia in edizione cartacea che in formato digitale Kindle. Con disponibilità, per il momento, esclusivamente in lingua originale inglese.


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“You’re Dead To Me”: la recensione del libro YA di Amy Christine Parker


you re dead to me recensione - amy christine parker

You’re Dead to Me“, dell’autrice veterana Amy Christine Parker, è un thriller YA che appoggia la maggior parte del peso della sua struttura su due tecniche principali: il cliché e l’effetto jumpscares.

Il risultato è un romanzo dal taglio, a mio avviso, piuttosto mediocre. Soprattutto dal momento che i personaggi si rivelano tragicamente unidimensionali e l’intreccio, pur nel suo vago retrogusto cinematografico, commette l’errore di concedere al lettore un’eccessiva quantità di indizi prematuri, svelando la propria mano troppo presto e compromettendo la riuscita dei principali colpi di scena.

Se hai meno di quattordici anni, i numerosi cliffhanger e twists sparpagliati per tutta la trama potrebbero anche riuscire a prenderti per la gola. In caso contrario… Che ne diresti di un bel rewatch compulsivo di “Gossip Girl“, piuttosto? ;D


La trama

Ruby frequenta la prestigiosa Oleander High School, un’accademia a cui ha avuto accesso grazie a una borsa di studio. In realtà, la sua mamma single annega in un mare di guai finanziari a causa delle conseguenze di un matrimonio sbagliato e della fallimentare attività di famiglia, un parco acquatico/zoo sull’orlo della chiusura.

La maggior parte degli studenti tratta Ruby con condiscendenza a causa delle sue origini. Questo, ovviamente, la indispone profondamente; soprattutto dal momento che l’elite cittadina sembra sempre pronta ad approfittarsi di chiunque si trovi in una posizione più debole per continuare a rimpinguarsi il portafogli.

Ruby attua la sua vendetta attraverso il famoso account locale di gossip, ReputationKiller. Ma quando salta fuori che è lei la responsabile della “caduta” di diversi nomi prominenti in città, l’intera comunità si rivolta contro di lei.

Tuttavia, soltanto nel momento in cui una terrificante visione del suo suo stesso fantasma, avvolto in un abito da ballo impregnato di sangue, si manifesta davanti ai suoi occhi, Ruby inizia a capire fino a che punto la sua situazione personale stia diventando drammatica.

Perché più di una persona ha giurato vendetta contro di lei. E Oleander Bay non è affatto quella pittoresca, tranquilla cittadina da cartolina che si sforza di sembrare.

Qualcuno ha deciso di uccidere Ruby. E, con così tanti segreti, scandali e colpi di scena in ballo, il suo aspirante assassino potrebbe essere, letteralmente… chiunque.


You’re Dead to Me“: la recensione

Fra le (poche) cose che mi sono piaciute di “You’re Dead to Me“, non posso fare a meno di citare la sua torrida, assolata ambientazione: dopotutto, non ho letto tantissimi thriller per ragazzi ambientati nelle Everglades, il caratteristico ecosistema umido e paludoso della Florida.

Coccodrilli e acquitrini giocano un ruolo di primo piano all’interno del romanzo di Amy Christine Parker. E intendo questo da un punto di vista letterale, quanto simbolico, dal momento che l’intreccio pullula di alligatori in giacca, Rolex e cravatta e di pantani traboccanti di menzogne!

Se ti piacciono le storie plot-driven, sospetto che potresti apprezzare anche l’inenarrabile concentrazione di colpi di scena e la catena di morti a casaccio, in perfetto stile slasher, che l’autrice collega all’improbabile subplot di un serial killer mascherato a spasso per la città.

Per quanto mi riguarda, ho avuto la netta impressione che l’autrice stesse cercando di mettere sul fuoco più carne di quanta fosse in grado di masticarne – fra oscuri segreti famigliari, turpi apparizioni di ragazze dai capelli gocciolanti e cloni imbranati di Ghostface – e che la narrazione mancasse drammaticamente di focus.

Probabilmente perché la protagonista di “You’re Dead to Me” è una delle eroine YA più anonime e deludenti di cui abbia letto ultimamente. Non c’è davvero modo di coinvolgere il lettore negli sviluppi del suo “viaggio interiore”; quando la sua caratterizzazione si basa, essenzialmente, su un grappolo di stereotipi presi in prestito da questo o quell’altro trascurabile personaggio televisivo…

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9 libri thriller coreani da leggere il prima possibile


Oggi ho iniziato a leggere “Le Bugie Sepolte nel Mio Giardino“, di Kim Jin Yeong, e immediatamente la mia mente traditrice ha iniziato a formulare una domanda: quanti altri libri thriller coreani sono stati tradotti, di recente? Quanti che valga la pena di aggiungere in wish-list, leggere e/o collezionare?

Il risultato delle mie ricerche ha portato alla compilazione di questa piccola lista, dedicata ai 9 romanzi thriller provenienti dalla Corea del Sud che mi sono parsi più intriganti, misteriosi e interessanti. Se stai leggendo queste parole, e hai una conoscenza più vasta di me sull’argomento, ti invito ovviamente a intervenire e a commentare, per consigliarmi tutti i titoli che ti sono piaciuti di più e anche quelli che mi sono sfuggiti!


9 libri thriller coreani da leggere: “The Hole” di Pyun Hye-young

libri thriller coreani da leggere - the hole

Iniziamo dal famosissimo “The Hole“, un thriller psicologico del 2007 (in Italia, l’edizione Mondadori è arrivata nel 2023).

Oghi si è svegliato dal coma dopo aver causato un devastante incidente automobilistico. Sua moglie ha perso la vita durante la tragedia e lui stesso è rimasto paralizzato e brutalmente sfigurato.

A prendersi cura di lui, adesso, provvede sua suocera, una vedova alle prese con la perdita della sua unica figlia. Oghi viene trascurato e lasciato solo, abbandonato nel suo letto. Il suo mondo si riduce lentamente a una stanza, mentre giace immobile e ripercorre, nei suoi ricordi, la travagliata relazione con sua moglie. Una donna sensibile, intelligente, che si era ritrovata costretta ad abbandonare tutti i suoi obiettivi, eccetto uno: coltivare il giardino di fronte alla loro casa.

Presto, però, Oghi inizia a notare sua suocera in giardino, intenta a sradicare ciò che sua moglie ha piantato con tanto fatica. La donna scava ossessivamente, una fila di buchi sempre più larghi. Quando le viene chiesto cosa stia combinando, risponde soltanto una cosa: sta finendo ciò che sua figlia ha iniziato…

Bestseller in Corea, nonché vincitore del premio Shirley Jackson nel 2018, “The Hole” è disponibile su Amazon. Fortunatamente, anche in lingua italiana…


The Forest of Stolen Girls” di June Hur

Di recente, Giunti ha portato in libreria anche questo originale libro thriller coreano per ragazzi: “The Forest of Stolen Girls“, candidato a diversi premi importanti nel suo anno di pubblicazione originale.

1426, Joseon. Da quando lei e sua sorella minore sono scomparse – per poi venire ritrovate, più tardi, in stato di incoscienza, in una foresta accanto a un’orribile scena del crimine – la famiglia di Hwani non è più stata la stessa.

Anni dopo, il padre di Hwani, il detective Min, scopre che altre tredici ragazze sono recentemente scomparse dalla stessa foresta che aveva rubato le sue figlie. Il detective viaggia verso la loro città di origine, sull’isola di Jeju, per indagare… e poi, svanisce a sua volta.

Determinata a ritrovare suo padre e a risolvere il caso che ha dilaniato la sua famiglia, Hwani cerca di mettere insieme gli indizi. Tuttavia, mentre inizia a scavare nei segreti che affliggono il minuscolo villaggio in questione, Hwani scopre che le risposte alle sue domande potrebbero annidarsi nei suoi stessi ricordi

Puoi acquistare la tua copia di “The Forest of The Stolen Girls“, in lingua italiana, in libreria o direttamente su Amazon.


Le Origini del Male” di You-jeong Jeong

le originio del male - libri thriller coreani da leggere

Quando Yu-jin si risveglia, ricoperto di sangue, e scopre il corpo di sua madre in fondo alle scale, decide di nascondere le prove e mettersi alla ricerca dell’assassino.

Poi, una serie di giovani donne inizia a scomparire dalla sua cittadina della Corea del Sud. A chi sta dando la caccia, Yu-jin? E perché la risposta lo riporta al fratello e al padre che hanno perso la vita tanti anni fa?

Dalla penna di un’autrice più volte paragonata a Patricia Highsmith e a Jo Nesbo, un libro thriller coreano ispirato a una sconcertante storia di cronaca nera. L’edizione Feltrinelli de “Le Origini del Male” è disponibile su Amazon.


Palazzo di Sangue” di June Hur

Joseon, 1758. Presso la capitale, per una figlia illegittima, le opzioni disponibili non sono moltissime. Eppure, attraverso il suo duro studio e il suo diligente lavoro, la diciottenne Hyeon è riuscita a guadagnarsi una posizione come infermiera di palazzo.

Tutto quello che vuole è tenere la testa bassa, esercitare il suo mestiere con dignità e, forse, riuscire finalmente a guadagnarsi l’approvazione del suo distante padre.

Invece, da un momento all’altro, Hyeon viene scaraventata nell’oscuro e pericoloso mondo della politica di corte. Nel corso di una singola notte, qualcuno uccide quattro donne e il primo sospettato è proprio il più caro amico e mentore di Hyeon.

Determinata a provare l’innocenza del suo adorato insegnante, la ragazza deciderà di mettersi a indagare per conto proprio…

Un altro YA firmato June Hur, disponibile in lingua italiana grazie alla casa editrice DeA. Puoi acquistarlo su Amazon in formato cartaceo, oppure in edizione digitale Kindle.


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