“L’Assistente di Volo” (recensione): la seconda stagione della spy story che rovescia tutte le carte in tavola

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Nel 2021, la prima stagione de “L’Assistente di Volo: The Flight Attendant” era riuscita a stupirci, regalandoci otto episodi avvincenti, adrenalinici e ricchi di emozioni. Quest’anno, la serie è tornata sui nostri schermi, in forma smagliante e pronta per il bis!

Per quanto mi riguarda, la spy story con Kaley Cuoco si è confermata una delle sorprese più gradite ed elettrizzanti delle ultime annate televisive.

Non nego di aver temuto, per questo show, una sorta di parabola discendente in stile “Killing Eve”: un tristissimo scivolone dalle stelle alla stalle!

Dopotutto, le due serie hanno in comune parecchie cose: non da ultimo, il fatto di essere state ispirate da libri mediocri, l’originalità del punto di vista femminile e il taglio tragico-comico della narrazione.

Fortunatamente, però, in questo caso lo sceneggiatore originario Steve Yockey e il suo team di collaudati autori sono riusciti a tenersi strette le redini del progetto, e ad approfittare dell’occasione per lavorare in maniera magistrale sul personaggio di Cassie!

Il risultato? Una seconda stagione pienamente all’altezza delle sue premesse, entusiasmante, commovente e ricca di colpi di scena al cardiopalma


La trama

Dopo essersi ritrovata al centro di un intrigo internazionale ed essere sopravvissuta per raccontarlo, Cassie (Kaley Cuoco) ha deciso ufficialmente di voltare pagina.

Perciò, per lei niente più notti brave nei rumorosi locali delle principali capitali del mondo. Niente più scappatelle. Niente più guai.

Al loro posto, una nuova città, un nuovo fidanzato, una nuova vita… e, soprattutto, un’assidua frequentazione delle riunioni dell’Alcolisti Anonimi di Los Angeles.

Tuttavia, Cassie ha scelto di non rinunciare al proprio ruolo di “collaboratrice civile” della CIA. Così, fra un volo e l’altro previsto dalla compagnia, la donna continua a pedinare sospettati, scambiare buste equivoche e consegnare importanti messaggi per conto dei servizi segreti.

Ed è proprio nel corso di una di queste pericolose missioni che la nostra eroina assiste a un terribile omicidio.

La prima sospettata?

Una misteriosa bionda che, guarda caso, le somiglia in maniera inquietante… e che sembra determinata a incastrare Cassie a qualsiasi costo!

Riuscirà la nostra assistente di volo a scagionarsi dalle accuse o, stavolta, nessuno sarà disposto a credere alle sue pretese di sanità mentale?

Ma soprattutto…

Quanto tempo impiegherà il complotto per scaraventare la sua nuova vita in pasto al caos?


“L’Assistente di Volo: La recensione”

L’intreccio della seconda stagione de “L’Assistente di Volo” si serve abbondantemente di espedienti narrativi quali false piste, sottotrame, cliffhanger, personaggi secondari e villain di ogni tipo.

Il fatto che ogni singola storyline ruoti intorno a un esplosivo, sfaccettato e contradditorio personaggio femminile rappresenta, secondo me, uno dei più grandi fiori all’occhiello della serie: tant’è che, dal mio punto di vista, il sottotitolo spirituale dello show resterà sempre “come sottrarre al sottogenere della spy story ogni forma di machismo, e farla franca!”

Per di più, il tema dell’dell’amicizia continua a emergere in maniera completamente naturale, credibile e spontanea.

Le donne dello show potranno anche essere incasinate, squinternate, pericolose, disperate e/o piene di terrori… ma, finché sapranno di poter contare l’una sull’altra, non saranno mai veramente perdute.

E loro lo sanno.

Voglio dire, se non è la quintessenza del femminismo questa…

Inoltre, malgrado il ritmo scoppiettante e l’atmosfera “colorata”, vagamente canzonatoria (impossibile contare i vari “omaggi” alla filmografia di Hitchcook, o alle iconiche serie tv “Alias” e “24”…), “L’Assistente di Volo” riesce a offrire al pubblico parecchi momenti di genuina e autentica commozione.

Sì, lo confesso: sto pensando a te e a quel fatidico schiaffo sulla guancia, Sharon Stone


La verità in fondo al bicchiere

Eppure, continuo a pensare che il 97% del successo di questa seconda stagione derivi dallo straordinario sviluppo dell’arco narrativo di Cassie – sostenuto, ovviamente, dalla travolgente interpretazione di Kaley Cuoco, attrice brillante e sempre più sulla cresta dell’onda.

Ricordi quando abbiamo parlato della “ferita emotiva che dovrebbe influenzare la complessa vita interiore di ogni buon protagonista?

Ecco.

I nuovi episodi de “L’Assistente di Volo” si concentrano sul più insidioso e potente demone che abbia mai piagato la vita di Cassie: il suo alcolismo.

Una tendenza autodistruttiva scaturita dal suo problematico rapporto con il padre (come abbiamo scoperto, tramite flashback, nel corso della prima stagione) e alimentata da una convinzione sbagliata che, nel corso del tempo, si è solidificata dentro di lei, fino a diventare una specie di verità incisa su pietra: «Non potrò mai avere alcun controllo su quello che succede, dunque nulla di quello che succede è colpa mia

Rifugiarsi nelle fantasie è sempre stato facile, per Cassie. Fantasie, o menzogne: in questo caso, è la stessa cosa.

Così, quando un membro un po’ acido dell’Alcolisti Anonimi prende la parola durante una riunione e le dice: «Vedrai che quella nuvola rosa che ti porti sempre appresso si disperderà presto!» (ricordi il beat del “Theme Stated” previsto dal metodo “Save the Cat!”?), Cassie si arrabbia e cerca di negare.

Ma, bada, le sue azioni successive smentiscono ogni protesta.

Perché, in ultima analisi, la sua pericolosa inclinazione all’autosabotaggio è proprio ciò che ha il potere di innescare la stragrande maggioranza delle deliziose, irresistibili, divertentissime complicazioni progressive previste dal suo arco esterno – la trama principale!


Di demoni, spie e doppelganger

Il viaggio interiore di Cassie è ciò che permette allo spettatore di immedesimarsi nei suoi problemi e nelle sue squinternate peripezie a spasso per il mondo.

Dopotutto, non molti di noi possono vantare un profilo simile a quello dell’eroina: un’attraente e disinibita assistente di volo, rimasta più volte invischiata nei loschi affari della CIA e di altre ultrasegrete agenzie governative internazionali.

Cos’è che ci rende il suo personaggio così caro, così credibile e vicino, quindi?

Cos’è che ci spinge a fare il tifo per lei?

Se ti soffermi a pensarci, in realtà è molto semplice.

Abbiamo tutti i nostri demoni. Dipendenze, ansie, ossessioni, lutti mai affrontati, traumi, piccoli e grandi fobie con cui fare i conti… ogni giorno.

E, al cospetto di questi nemici formidabili, capita anche a noi si sentirci inermi. Del tutto impotenti, al cospetto dell’oscurità che emerge dal nostro subconscio: esattamente come Cassie.

Malgrado il suo tripudio di sottotrame, la sceneggiatura de “L’Assistente di Volo” non commette mai l’errore di prendere alla leggera i momenti-chiave dell’arco narrativo della sua protagonista.

Ad esempio, quella sorta di “tribunale” mentale che continua a interrompere il flusso della sua vita quotidiana? I reiterati (e spassosi) litigi con tutte le Cassie “alternative”, quelle che continuano a vivere soltanto attraverso la sua memoria… dentro la sua testa?

Un’impareggiabile espressione simbolica (e visiva) dei suoi turbolenti conflitti interiori!

Il midpoint?

Inesorabile e incalzante, riesce a schiacciare tutti i tasti giusti.

E come non citare il tradizionale (ed epico) momento dell'”all is lost“?

La caduta nel baratro di Cassie coincide con un’autentica EPIFANIA, ragazzi!

Ci sarà una terza stagione de “L’Assistente di Volo”?

Egoisticamente parlando, mi auguro proprio di !

Ma per il bene di Cassie?

Mmm.

Forse, sarebbe meglio evitare di stuzzicare troppo la comprovata vena sadica degli sceneggiatori… 😆


Punti di forza

+ la protagonista è una forza della natura!

+ un irresistibile cast di personaggi femminili

+ una fenomenale gestione dei colpi di scena

+ una regia e un montaggio estremamente raffinati

+ dialoghi briosi e scoppiettanti

+ interpretazioni autentiche e convincenti

Punti deboli

– non tutte le storie secondarie si concludono in maniera soddisfacente

– il ritmo degli ultimi due episodi è abbastanza rapsodico

– il brillante personaggio di Michelle Gomez avrebbe meritato un arco tutto suo!


Cosa ne pensi?

Hai mai visto “L’Assistente di Volo: The Flight Attendant”?

Verrà mai annunciata una terza stagione? 🙂


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