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“The Spellshop”: la recensione del cozy fantasy di Sarah Beth Durst


the spellshop recensione - rizzoli - sarah beth durst

Prima di proporti la recensione di The Spellshop, ho deciso di rileggere l’incantevole cozy fantasy di Sarah Beth Durst, dal momento che era trascorso un po’ di tempo dalla mia prima lettura.

La mia opinione non è cambiata: si tratta di un libro carinissimo, che si staglia all’esatto crocevia fra Legends and Lattes di Travis Baldree, L’Enciclopedia delle Fate di Emily Wilde di Heather Walter e Ascendance of a Bookworm di Miya Kazuki.

La protagonista è una bibliotecaria misantropa che, insieme al suo fedele aiutante — una simpatica pianta senziente di nome Caz — è costretta ad abbandonare i suoi amati libri a causa di una rivoluzione che scuote l’Impero. Troverà rifugio nella sua piccola isola natale, dove sarà accolta da una irresistibile comunità di creature magiche.

Ma riuscirà un’introversa e solitaria “donna di città” come Kiela a integrarsi in questo villaggio semplice e comunitario e a trovare la forza di prosperare, nonostante le avversità?


La trama

Kiela ha sempre avuto difficoltà a relazionarsi con gli altri e, come bibliotecaria della Grande Biblioteca di Alyssium, in realtà non ha mai avvertito nemmeno il bisogno di provarci.

Lei e il suo assistente Caz, una pianta ragno senziente, hanno trascorso gli ultimi undici anni isolati tra i preziosi tomi di incantesimi dell’Impero, con l’incarico di proteggere la magia per l’élite cittadina. Ma la rivoluzione si avvicina e così, non appena la biblioteca viene data alle fiamme, a Kiela e a Caz non resta che caricare quanti più libri possibile su una nave e fuggire sull’isola remota in cui Kiela è cresciuta.

Ma con loro grande sorpresa, oltre a un vicino ficcanaso (quanto affascinante), i due trovano la minuscola città in preda al caos.

L’impero, infatti, ha lentamente prosciugato le risorse dell’isola. Dopo aver conosciuto alcuni degli abitanti, Kiela decide di fare del suo meglio per aiutarli a rimettere le cose a posto.

Ma aprire un negozio di incantesimi proibiti comporta grandi rischi: condividere la magia con la gente comune potrebbe costarle la vita. Così, mentre Kiela inizia a farsi accettare dagli abitanti del paese, si rende conto che dovrà abbattere le barriere che ha eretto intorno a sé e mettere in gioco tutto quello che le è più è chiaro… inclusa la sua rinomata inclinazione all’autosufficienza.


The Spellshop: la recensione del libro di Sarah Beth Durst

La magia del cottagecore

Nessun uomo (o donna) è un’isola, ma Kiela – come ogni booklover al mondo prima di lei- all’inizio della sua storia è decisa a compiere un serio tentativo in tal senso. Difficile non immedesimarsi in una premessa così; soprattutto se, come me, hai spesso avuto la tentazione di farti tatuare da qualche parte quella nota citazione di Virginia Woolf che recita: «Talvolta, penso che il paradiso sia leggere continuamente, senza fine…».

Devo ammettere che sono stati i primi capitoli di The Spellshop a conquistarmi, convincendomi ad acquistare un libro che, lo confesso, non ero del tutto sicura potesse fare al caso mio. Soprattutto perché temevo di imbattermi in uno di quei romantasy pieni di scene spicy e dinamiche relazionali tossiche che, ultimamente, dominano le classifiche di vendita sia in Italia che all’estero (The Spellshop è stato un grande bestseller negli USA).

Sono felice di annunciare che fra le pagine di The Spellshop ho trovato, invece, degli ottimi personaggi per i quali tifare, oltre a un calore e una magia straordinari. A trasmettere queste piacevoli emozioni al lettore sono soprattutto loro, il dinamico duo formato da Kaila e Caz: la forza della loro amicizia anticonvenzionale rappresenta, per me, il cuore pulsante della narrazione, ciò che rimarrà impresso nella mia memoria anche tra quattro o cinque anni, quando ogni ricordo dell’irritante e perfettino interesse amoroso della protagonista sarà ormai svanito dalla mia mente…


Lo stereotipo del cinnamon rolls, ovvero… un altro modo di dire “Gary Stu”

In effetti, se prevedi di leggere The Spellshop per la componente romance, temo che potresti restare sinceramente delusa. O forse no: suppongo dipenda molto dai tuoi gusti personali, e da quanto il trope del love interest cinnamon rolls rientri nelle tue corde.

Personalmente, non vedo molta differenza fra Larran e il tuo classico Gary Stu di quartiere: il solito tipo grande, grosso e bonaccione, sensibile ma abile nei lavori manuali, coraggioso e pronto a gettarsi nel fuoco pur di salvare una perfetta estranea, completamente devoto all’eroina e segretamente innamorato di lei fin da quando aveva dodici anni.

Per la serie: Dio mio, che lagna!

Ci sono stati momenti, durante la lettura, in cui ho avuto la sensazione che perfino Sarah Beth Durst fosse consapevole dei limiti di Larran, e che avesse specificamente riservato agli altri straordinari membri del cast di The Spellshop il compito sostenere una narrazione che, del resto, non si preoccupa troppo di focalizzarsi esclusivamente sulla componente romantica…


L’isola dei mille colori

Al cuore di questo delicato, variopinto e tenero cozy fantasy si stagliano, piuttosto, il concetto di comunità e di found family.

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“The Honey Witch”: la recensione del cozy fantasy di Sydney J. Shields


the honey witch recensione - miele e cenere - sydney j shields

La recensione di The Honey Witch: Miele e Cenere promette di regalare una meravigliosa esplosione di dolcezza e romanticismo tra queste righe!

Se anche tu hai sempre sognato di allevare api e usare il loro miele per creare pozioni arcobaleno e lanciare incantesimi d’amore, direi che il libro di Sydney J. Shields è esattamente quello che fa per te.

A patto di amare le streghe, le ambientazioni in stile Regency e il trope del grumpyXsunshine, ovviamente!

Ma diciamoci la verità…

Chi potrebbe resistere a una fusione perfetta di questi tre elementi? 😉


La trama

Marigold Claude, ventunenne inquieta, non si è mai sentita davvero parte del mondo in cui è cresciuta. Ha sempre trovato più conforto nella compagnia degli spiriti della brughiera che in quella dei corteggiatori e degli ospiti ai balli, obblighi sociali a cui è costretta a partecipare nella speranza di assicurarsi un buon matrimonio.

Così, quando sua nonna si presenta alla sua porta e le offre l’occasione di diventare la prossima strega dell’isola di Innisfree – la famigerata e rispettata Strega del Miele – Marigold accetta senza esitare. Anche se la sua nuova magia e l’indipendenza appena acquisita comportano un prezzo da pagare: una terribile maledizione di famiglia, secondo la quale nessuno potrà mai innamorarsi della Strega del Miele.

Ma quando Lottie Burke, una brontolona notoriamente scettica di Innisfree, le annuncia di non credere nella magia, Marigold non riesce a resistere alla tentazione di dimostrarle che si sbaglia di grosso: i suoi poteri sono reali!

Eppure, quella che inizia come una sfida si trasforma, a poco a poco, in qualcosa di più. Finché Marigold non si accorge di provare per Lottie dei sentimenti che non è in grado di controllare.

Così, quando una magia oscura si risveglia nella foresta e minaccia di distruggere la sua casa, Marigold deve imparare a lottare con tutta se stessa per proteggere le cose – e la persona – che ama. A rischio di perdere la sua magia e, forse, il suo stesso cuore.


The Honey Witch: la recensione

Il cozy romantasy di cui avevo bisogno

Il libro d’esordio di Sydney J. Shields ha fatto parte della mia wishlist fin dal giorno in cui è stato annunciato. E questo, nonostante l’opera sia stata spesso definita come una sorta di punto di incontro fra Amori e Incantesimi e Bridgerton – due titoli che, lo ammetto, non occupano alcun posto speciale nel mio cuore.

Eppure, che posso dirti? Sarà stato merito delle incantevoli cozy vibes evocate della cover, oppure della promessa di un grande, struggente amore saffico suggerita dalla sinossi… Sta di fatto che Il titolo The Honey Witch, per me, è sempre stato sinonimo di hype pazzesco!

A lettura ultimata, posso confermarti che si tratta di un libro adorabile e veramente dolcissimo. La prima parte del romanzo si concentra più sul viaggio interiore di Marigold, sulla sua costante sensazione di essere “diversa” da tutti gli altri esponenti del suo ambiente, nonché sul suo bellissimo rapporto con la nonna, una combattiva ed energica strega solitaria.

Lottie entra in scena soltanto parecchi capitoli più tardi. Eppure, bisogna dire che, grazie alla sua personalità dirompente (e alla sua indole simpaticamente arcigna!) la nostra ragazza dai capelli rossi riesce subito a guadagnarsi il nostro affetto.

Anche perché l’alchimia con Marigold è innegabili, tant’è che i loro bisticci/goffi tentativi di attirare l’attenzione l’una dell’altra si rivelano sempre molto teneri e divertenti…

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10 libri cozy fantasy del 2024/2025 da aggiungere in TBR


Ormai sappiamo tutti cosa aspettarci da un bel libro cozy fantasy, no?

Un gatto acciambellato vicino al camino, una strega burbera ma dal cuore segretamente d’oro, qualche omino di marzapane, una coppia di fate madrine piene di brio e, magari, addirittura un torneo di cucina che promette scintille…

In altre parole: tanto slice-of-lice, un happy ending assicurato, una filosofia che abbraccia perfettamente lo stile di vita “high fantasy and low stakes”, il tutto condito da vibes rilassate… meglio ancora se venate di estetica cottagecore!

Fra i libri cozy fantasy più popolari degli anni precedenti troviamo Legend and Lattes di Travis Baldree, The House in the Cerulean Sea e Nella Vita dei Burattini di T.J. Klune, L’Enciclopedia delle Fate di Emily Wilde di Heather Fawcett, A Wizard’s Guide to Defensive Baking di T. Kingfisher e The Tea Dragon Society di Kay O’Neill.

Ma quali sono i libri imperdibili del 2024 e del 2025 che ogni fan del cozy fantasy dovrebbe aggiungere subito alla propria lista dei desideri? E, soprattutto, quanti di questi verranno tradotti in italiano?

Nel resto dell’articolo, troverai una selezione di consigli e alcuni titoli che non vedo l’ora di scoprire. Se ti va, condividi nei commenti la tua opinione e suggerisci i libri cozy fantasy che, secondo te, nessun appassionato dovrebbe lasciarsi sfuggire!


I 5 libri cozy fantasy più promettenti del 2025…

Brigands & Breadknives di Travis Baldree

brigands and breadknives - libri cozy fantasy

Se non hai recuperato Bookshops and Bonedust, il primo prequel/sequel di Legends and Lattes, non hai ancora avuto il piacere di conoscere Fern. Se, invece, hai già avuto l’accortezza di rimetterti in pari con la saga, scommetto che riuscirai a comprendere facilmente il mio esagerato livello di hype nei confronti di Brigands and Breadknives….

In questo volume, infatti, ritroveremo la nostra impavida libraia alle prese con nuove avventure e tante inedite opportunità di dare sfogo alla sua esilarante “boccaccia”!

Fern ha affrontato per decenni le quiete e le tempeste della vita da libraia, ma adesso, schiacciata da una noia soffocante, decide di trasferirsi nella vivace città di Thune. Qui, apre la sua libreria accanto alla caffetteria di un’amica che non vedeva da anni. Un connubio perfetto, non c’è dubbio! E quale rimedio migliore per scacciare i suoi tormenti, se non un’affascinante avventura di ristrutturazione?

Se solo le cose fossero così semplici…

A quanto pare, infatti, sistemare la propria vita non è un’impresa facile quanto un cambio di scenario e una mano di vernice.

Una notte di eccessi e sconforto porta la rattkin a risvegliarsi lontana dalla propria dimora, in compagnia di un leggendario guerriero, un folletto del caos con un’ossessione per l’argenteria, e una sbornia a dir poco micidiale!

Mentre il terzetto unisce le forze per respingere una banda di furfanti spietati decisi a reclamare la taglia legata al goblin, Fern potrebbe finalmente riscoprire la sua vera essenza… se soltanto il lavoro smettesse di ostacolarla!

L’edizione in lingua originale inglese di Brigands & Breadknives sarà disponibile su Amazon a partire dal 13 novembre 2025.


I Got Abducted by Aliens and Now I’m Trapped in a Rom-Com di Kimberly Lemming

Se mai fosse stato avere possibile avere qualche dubbio sul debito di gratitudine che i cozy fantasy nutrono nei confronti delle light novel slice of life, immagino basterebbe dare un’occhiata al titolo della rom-com di Kimberly Lemming per fugarlo del tutto…

Ma di cosa parla questo nuovo libro, dalla copertina così suggestiva e colorata?

Dorothy Valentine è a un passo dal conseguire il dottorato in biologia della fauna selvatica quando la sua vita prende una piega inaspettata: viene attaccata da un leone. La buona notizia? Sopravvive. La cattiva notizia? Viene rapita dagli alieni. Nel corso di una rocambolesca fuga, Dory e il leone riescono a salire a bordo di una capsula di salvataggio, ma finiscono per schiantarsi su un pianeta alieno popolato da… dinosauri?!

Dory e il suo inseparabile amico leone, Toto, vengono strappati al pericolo all’ultimo istante da un enigmatico e affascinante alieno di nome Sol. In un susseguirsi di eventi mozzafiato, si uniscono a Lok, un alleato tanto carismatico quanto letale, la cui vera natura – eroe o criminale di guerra – rimane avvolta nel mistero. Tra segreti, tensioni e un destino imperscrutabile, Dory si ritrova travolta da un’irresistibile attrazione che finisce per intrecciare il loro destino in modo inaspettato…

Durante l’esplorazione del loro nuovo pianeta, questo variegato gruppo di disadattati affronta incredibili avventure. Dory, in particolare, inizia a scoprire i misteri che li hanno portati tutti lì, si ritrova a combattere creature preistoriche che mai avrebbe pensato di incontrare (considerando che non ne aveva immaginate nemmeno una!) e si chiede se desideri davvero tornare sulla Terra…

L’edizione in lingua originale inglese di I Got Abducted By Aliens and Now Am Trapped in a Rom-Com è già disponibile su Amazon.


Coffeeshop in an Alternate Universe di C. B Lee

Quando la connessione internet di Brenda si interrompe poco prima della scadenza di un’importante borsa di studio, la ragazza si imbatte nella caffetteria della famiglia di Kat. Brenda viene travolta dalla fredda e sicura Kat, che è davvero interessata al suo piano in 19 passi per salvare il mondo attraverso la scienza. Nel frattempo, Kat non riesce a smettere di pensare a Brenda, che è intelligente, passionale e non sembra preoccuparsi del fatto che Kat sia la Prescelta profetizzata.

L’unico problema? Kat e Brenda provengono da universi diversi. Nel senso di “universi diversi che richiedono la presenza di un portale per rendere possibile un secondo appuntamento“.

Mentre i loro universi si scontrano e le cose vanno fuori controllo, riuscirà una ragazza determinata a salvare il mondo a trovare l’amore con una ragazza determinata a sfuggire al suo destino?

A partire dal primo luglio 2025, l’edizione in lingua originale inglese di Coffeshop in an Alternate Universe sarà disponibile su Amazon.


A Witch’s Guide to Magical Innkeeping di Sangue Mandanna

a witchs guide to magical innkeeping - libri cozy fantasy

Considerando il mio iperbolico livello di amore per The Very Secret Society of Irregular Witches, il precedente, iconico romanzo cozy fantasy di Sangu Mandanna, è facile intuire il mio livello di curiosità nei confronti della sua prossima opera… che sembra riproporre una ricetta di ingredienti abbastanza golosa e familiare!

Sera Swan era una delle streghe più potenti di tutta la Gran Bretagna. Ma tutto è cambiato quando ha deciso di riportare in vita la sua prozia Jasmine, morta da pochissimo. Quel gesto le è costato quasi tutta la sua magia, l’ha fatta cacciare dalla Gilda e l’ha lasciata con una nuova e inaspettata compagna di avventure: una volpe parlante e semi-malvagia. Adesso Sera si ritrova, non senza una buona dose di riluttanza e malumore, a gestire con Jasmine una locanda incantata nel cuore del Lancashire. Tra ospiti eccentrici, i guai causati dalla volpe e un senso di nostalgia per il futuro brillante che si è sgretolato davanti ai suoi occhi, Sera si sforza di andare avanti. Finch, un giorno, si imbatte in un antico incantesimo che potrebbe nascondere la chiave per riavere indietro il suo potere…

È proprio allora che arriva Luke Larsen. Storico della magia dal fascino glaciale, Luke si presenta alla locanda in una cupa sera d’inverno, portando con sé un’aria di mistero e delle conoscenze che potrebbero essere fondamentali per decifrare l’incantesimo. Luke non ha alcuna intenzione di farsi coinvolgere nei bizzarri drammi della locanda, e di certo non vuole lasciarsi conquistare dal fascino della sua proprietaria. Ma quando accetta di aiutare Sera, nessuno è più sorpreso di lui. E, forse, sotto quel gelo, qualcosa inizia a sciogliersi…

Gestire una locanda, ritrovare la magia perduta e sfuggire all’occhio attento della Gilda sarebbe un’impresa ardua per chiunque. Ma Sera Swan sta per scoprire che non deve affrontarla da sola… e che la straordinaria e insolita famiglia che ha costruito intorno a sé potrebbe rivelarsi la magia più potente di tutte.

A Witch’s Guide to Magical Innkeeping debutterà, in lingua inglese, il 15 luglio 2025. Puoi già preordinarlo/acquistarlo su Amazon.


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“Lore of the Wilds”: la recensione del romantasy di Analeigh Sbrana


lore of the wilds recensione - analeigh sbrana - romantasy

Le premesse per la recensione di Lore of the Wilds: La Biblioteca Maledetta hanno continuato a sobbollire in fondo alla mia mente per qualche giorno. Finalmente, però, mi sento pronta a condividere le mie opinioni su questo avvincente e delizioso romantasy firmato da Analeigh Sbrana!

Un libro avventuroso e divertente che, pur facendo leva su alcuni tropes ben noti e su una serie di dinamiche piuttosto famigliari a chi ama il genere, riesce a distinguersi dalla massa grazie ai suoi numerosi tocchi unici e personali. Qualche esempio?

  • Le incantevoli vibes cottagecore, che illuminano le atmosfere di Lore of the Wilds e riescono a trasmettere al lettore un fortissimo senso di stupore e meraviglia;
  • Una protagonista solare e piena di gioia di vivere, che rifiuta di fare della sassiness forzata il proprio credo e non passa la maggior parte delle sue giornate a recriminare sul suo oscuro passato;
  • Un messaggio forte, incisivo e carico di positività, che inneggia al senso di comunità e alla vicinanza con la natura…

La trama

In una terra dominata da Fae senza pietà, il villaggio della ventunenne Lore Alemeyu è intrappolato in una prigione formata da boschi impenetrabili. Lore sa bene che ogni tentativo di fuga è destinato al fallimento: le cicatrici che segnano la sua pelle raccontano la storia dei suoi tentativi passati. Ma quando una nuova minaccia incombe sul suo villaggio, Lore si trova di fronte a una decisione impossibile: stringere un patto disperato con un signore dei Fae.

Il Lord ordina a Lore di sistemare la sua antica biblioteca, un luogo oscuro e maledetto dove nessun Fae osa avventurarsi. La giovane accetta, fingendo di essere pronta a rischiare la vita in cambio di ricchezze. In realtà, il suo vero obiettivo è un altro: trovare ciò che i Fae desiderano più di ogni altra cosa al mondo… la sua magia.

Mentre Lore si muove nell’ostile mondo esterno, è costretta a fare affidamento soltanto su due misteriosi Fae maschi per sopravvivere.

Ma quando un’irresistibile alchimia comincia a prendere fuoco, Lore non può più ignorare la verità: ora in gioco non c’è più soltanto la sua esistenza… ma anche la sua comunità, il suo universo e quel suo cuore ribelle, sempre più attratto da quelle stesse creature di cui sa di non potersi fidare….


Lore of the Wilds: la recensione del libro di Annaleigh Sbrana

Simple and clean

Se leggi tanti romantasy, è possibile che anche tu abbia cominciata ad avvertire – come tante altre lettrici in giro per il mondo – i primi segnali di una certa fae-fatigue: l’allarmante impressione che ogni singolo libro che leggi ruoti intorno al Piccolo Popolo e che, tutto sommato, non riuscirai mai più a mettere le mani su una storia che non finisca per tirare in ballo queste affascinanti, ma onnipresenti creature.

Mi spiacerebbe molto, però, pensare che tu sia disposta a rinunciare a Lore of the Wilds a causa di queste precedenti “scorpacciate” letterarie. Perché credo davvero che il libro di Anneleigh Sbrana, a differenza di parecchie altre uscite simili, possieda un’anima autentica e, soprattutto, una personalità in grado di renderlo assolutamente unico!

Tanto per cominciare, pur trattandosi di un romanzo d’esordio, è scritto davvero molto bene. Analeigh Sbrana, secondo me, vince la partita nel momento in cui sceglie la strada della semplicità e della spontaneità: due qualità che definiscono non soltanto il suo stile, ma anche lo stesso intreccio della storia, del resto.

Che non è machiavellico e, sì, in alcuni punti, scivola senz’altro in un paio di luoghi comuni. Ma non risulta neanche – mi preme molto sottolinearlo – intasato di flashback interminabili o appesantito da backstory che finiscono per essere più rilevanti e coinvolgenti del plot principale. Un problema che, credimi, sta diventando fin troppo frequente all’interno di questo genere…

Al contrario, la trama di Lore of the Wilds si sviluppa in modo lineare, semplice e coinvolgente. A mio avviso, questo rappresenta il suo più grande punto di forza: puntando tutto sul puro intrattenimento, riesce a offrirti tante scene d’azione super-dinamiche e un triangolo d’amore dal sapore tipicamente hollywoodiano, senza lasciarsi sfuggire l’occasione di trasmettere il suo profondo amore per la natura, la magia e il genere d’avventura


Il Viaggio dell’Eroina

Hai mai sentito parlare del Viaggio dell’Eroina? L’autrice americana Gayle Carriger ha scritto un libro un libro molto affascinante su questo tema. Si tratta di una rivisitazione del classico modello del Viaggio dell’Eroe, declinata però al femminile – un approccio che, bada bene, non coinvolge necessariamente tutte le protagoniste donne.

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“La Mappa dell’Altrove di Emily Wilde”: la recensione del secondo libro sulle fate di Heather Fawcett


la mappa dell'altrove di emily wilde recensione - heather fawcett

Chi è pronto per la recensione di “Emily Wilde e la Mappa dell’Altrove“?

La Mondadori, stavolta, ci ha tenuti con il fiato sospeso, ma il secondo volume delle avventure della studiosa di folklore più burbera e adorabile di sempre è, finalmente, arrivato anche qui da noi in Italia.

Ed è proprio ai fan de “L’Enciclopedia delle Fate di Emily Wilde che è dedicato questo articolo, totalmente privo di spoiler… Certo, a patto che tu abbia già letto il primo romanzo!

In questa nuova avventura firmata Heather Fawcett, Emily e Wendell dovranno affrontare una nemica d’eccezione – la perfida matrigna di Wendell – e spostarsi in un gelido villaggio sulle Alpi austriache.

Fra nuove specie fatate da catalogare, battibecchi esilaranti e l’arrivo di personaggi inaspettati, si dipana quindi il secondo capitolo di una trilogia destinata a conquistare tutti gli appassionati di narrativa fantastica a sfondo fiabesco…


La trama

Quando alcuni faeries misteriosi, provenienti da regni lontani, cominciano a materializzarsi nei corridoi della sua università, la professoressa Emily Wilde decide che è arrivato il momento di scoprire i loro segreti. E di farlo prima che sia troppo tardi!

Emily, adesso, è un’erudita di fama internazionale. La pubblicazione della sua Enciclopedia delle Fate le ha portato una notorietà senza pari nell’ambiente accademico. Nel corso delle sue avventure, ha imparato molte cose a proposito dei Nascosti… E anche sul conto del suo ex-rivale e compagno di avventure, il solare prof. Wendell Bambleby.

Perché Bambleby, in realtà, è un re delle fate in esilio, in fuga dalla sua matrigna assetata di potere. Wendell sta cercando una porta attraverso la quale fare ritorno nel suo regno. Ma, a dispetto dei sentimenti che prova per lui, Emily non si sente pronta ad accettare la sua proposta di matrimonio. Dopotutto, chi potrebbe saperlo meglio di lei? Amare un esponente del Piccolo Popolo non ha mai portato altro che lacrime e rimpianti a un essere umano!

E poi, Emily ha trovato un nuovo progetto a cui dedicarsi: realizzare una mappa di tutti i reami fatati. Mentre sta preparando la sua ricerca, però, Wendell la mette di nuovo nei guai, a causa di alcuni spietati assassini inviati dalla sua matrigna. Per risolvere la situazione, i due saranno costretti a imbarcarsi in un’altra impresa e a viaggiare fino alle pittoresche Alpi austriache: là dove Emily crede possa trovarsi una porta per il regno di Bambleby e, forse, la chiave per liberarlo dal suo oscuro passato


La Mappa dell’Altrove di Emily Wilde”: la recensione

Non c’è niente da fare: il secondo capitolo di una trilogia è (quasi) sempre il più fragile.

Si potrebbe definirla come una sorta di “maledizione” inerente al genere fantastico, se non fosse che esiste almeno una mezza tonnellata di ragioni, del tutto razionali, per cui questa tesi si rivela accurata in due casi su tre. Per citarne solo una, il fatto che il secondo volume svolge un delicato compito di “raccordo”, assumendosi, di fatto, una doppia responsabilità: collegare il passato con il futuro (riaccogliendo il lettore, a braccia spalancate, in un mondo a lui già familiare…) e, contemporaneamente, proiettare la narrazione incontro a un grande cliffhanger, ponendo le basi per lo showdown del libro finale.

La Mappa dell’Altrove di Emily Wilde” riesce a svolgere benino entrambe queste funzioni… ma, purtroppo, non senza inciampare qua e là in qualche vistosa imperfezione.

Non si tratta di errori gravissimi, sia chiaro. Anzi: in realtà, ci sono numerosi elementi di questo sequel che ho apprezzato profondamente. E devo dire che mi sono anche goduta il viaggio sulle Alpi insieme a Emily e Wendell!

I dialoghi, ad esempio, si confermano arguti, vivaci e divertenti. Le creature fantastiche – soprattutto Poe e Shadow – restano impareggiabili e continuano a farti provare il desiderio smodato di inoltrarti nel bosco dietro casa tua, alla ricerca di cerchi di funghi dai cappelli variopinti e alberi secolari dalle foglie vibranti. Lo humor, poi, è ancora il piatto forte della narrazione: il perfetto punto di equilibrio fra la solare leggerezza della light academia e il sense of wonder di un’avventura rocambolesca.

Tuttavia, c’è da ammettere che la trama di “La Mappa dell’Altrove di Emily Wilde” inizia a mostrare segni di cedimento già all’inizio del secondo atto. Penalizzata dal crescente peso delle asfissianti leggi del BookTok e dalle esigenze di mercato, che impongono al romance di giganteggiare (e gettare un’ombra fastidiosa) su tutti gli altri aspetti (in questo caso, sicuramente più autentici e originali…) della narrazione.

Una love story che, peraltro, inizia già a sollevare un dubbio allarmante. Perché non è che, a forza di cercare di strizzare due personaggi larger-than-life del calibro di Wendell e Emily all’interno della classica dinamica da romantasy strabordante di tropes, finiremo per ritrovarci alle prese con una versione ridimensionata e appiattita di queste due meravigliose creature, vero?

Wendell, in modo particolare, nell’arco di questo secondo volume riesce a perdere parecchi punti. Per come la vedo io, capita un po’ troppo spesso di vedergli indossare la sua armatura di cavaliere senza macchia e senza paura. Anzi, peggio: in un certo senso, è come se lui e Emily si alternassero continuamente in questo ruolo, rendendo, a tratti, la lettura abbastanza prevedibile e stucchevole


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“Qualcuno in cui fare il nido”: la recensione del “mostruoso” (ma bellissimo!) libro di John Wiswell


qualcuno in cui fare il nido recensione - fantasy - john wiswell

Se ti è capitato di leggere altre recensioni di “Qualcuno in cui fare il nido”, probabilmente sai già che si tratta di un libro un po’ matto.

E, tanto per mettere in chiaro le cose, non sarò certo io a smentire questa impressione: il romanzo del bravissimo John Wiswell è davvero qualcosa di eccentrico, peculiare, pazzesco… ma si dà il caso che sia anche dolcissimo, intimista, commovente, vagamente creepy e una testimonianza diretta della straordinaria sensibilità del suo autore.

Insomma, uno di quei rari libri che non leggi tanto perché la trama ti ispira, o per via dei tropes e delle vibes accattivanti, quanto perché sospetti che riuscirà a lasciarti in eredità un’emozione profonda e duratura


La trama

Shesheshen è una mutaforma, felice di vivere sotto le sembianze di un globo informe in fondo a un maniero in rovina. Soltanto quando il suo riposo viene interrotto da un gruppo di scortesi cacciatori di mostri, inizia a costruirsi un corpo usando i resti dei suoi pasti passati: una catena di metallo a mo’ di spina dorsale, delle ossa prese in prestito come arti, e una trappola per orsi come bocca extra.

A causa dei cacciatori, Shesheshen rimane gravemente ferita. Per fortuna, a prendersi cura di lei provvede Homily, un’umana dall’indole gentile e il cuore gigantesco. Nel giro di poco tempo, Shesheshen si rende conto che Homily potrebbe diventare una splendida co-genitrice; il suo corpo, caldo e accogliente, il “luogo” ideale in cui deporre le sue uova, in modo tale che i loro piccoli possano nutrirsi di Homily al momento della nascita.

Eppure, non appena le due cominciano ad avvicinarsi, Shesheshen si rende conto che divorare la sua ragazza non è un’opzione accettabile.

Ma proprio nel momento in cui Shesheshen sta per confessare la sua identità, Homily le rivela qualcosa di altrettanto sorprendente: anche lei si è messa a caccia di una creatura mutaforma… la stessa che, a quanto pare, in passato ha lanciato una terribile maledizione sulla sua famiglia e decretato la rovina della sua dinastia. Non è che per caso Shesheshen l’ha vista da qualche parte, vero?

Dal momento che Shesheshen non ha maledetto proprio nessuno, toccherà a lei scoprire perché l’abusiva famiglia di Homily pensa che l’abbia fatto. Ma mentre la caccia va avanti, e si fa sempre più letale, la sfida più grande di tutte rimarrà sempre la stessa: imparare, finalmente, a costruirsi una vita insieme – piuttosto che dentro – la donna che ama.


“Qualcuno in cui fare il nido”: la recensione

L’umanità, vista da fuori: da chi umano non è, non sarà mai e non è mai stato.

Quali sarebbero, secondo te, le prime idiosincrasie dell’umanità a saltare all’occhio?

Impossibile prevedere la risposta, ma qualcosa mi dice che potrebbe assomigliare, in maniera scandalosa, a quella punta di mostruosità che, ormai, facciamo sempre più fatica a ignorare perfino dall’interno.

Da parte di John Wiswell, affidare il punto di vista della narrazione alla “creatura mostruosa” Shesheshen – una sorta di “blob” mutaforma, fagocita-carcasse e dotato di uno spassosissimo black humor – si è rivelata senz’altro la scelta vincente.

Non per niente, la protagonista di questa storia è uno dei personaggi non-umani e sprovvisti di cuore più sensibili e umani di cui io abbia mai letto. E se ti sembra un po’ un ossimoro, bè, probabilmente è perché lo è, ma tu prova a leggere “Qualcuno in cui fare il nido” e capirai perfettamente che cosa intendo!

Ora…

Questa nuova pubblicazione targata Ne/oN Edizioni si avvale di una struttura characters-driven; il che vuol dire che non si tratta di una storia, necessariamente, adatta ai gusti del pubblico in senso più largo. Dopotutto, la storia affronta tematiche difficili e si concentra molto sul concetto di trauma, soprattutto nella sua variante generazionale.

I protagonisti, poi, non sono i tuoi classici, avvenenti e ammiccanti eroi da romantasy in cima alle classifiche di vendita del New York Times; sono, semmai, degli adulti complicati, danneggiati, dolorosamente consapevoli delle imperfezioni dei rapporti che ci legano.

Imperfezioni che, in realtà, rendono le nostre relazioni più forti e più autentiche, proprio perché non esiste strumento di guarigione più potente dell’empatia che risiede alla base di ogni (vera) storia d’amore…


Il cozy fantasy con… la pelliccia e i denti!

“Qualcuno in cui fare il nido” incarna l’essenza di un cozy fantasy, letto però dalla prospettiva di una (specie di) viverna: il che vuol dire che, assieme ai fuochi scoppiettanti, alle pozioni e ai cestini ricchi di vivande, potrai aspettarti di trovare al suo interno orde di corpi sventrati, grumi di frattaglie grigiastre pronte a trasformarsi in companion e accoglienti fonti sotterranee traboccanti di resti umani.

A mo’ di aggiunta, un paio dei miei archetipi da villain preferiti: la Madre Soffocante e due Sorelle Sadiche, accompagnate da un intero esercito di soldatini pusillanimi tutti-da-detestare.

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“The Phoenix Keeper”: la recensione dell’adorabile cozy fantasy di S. A. MacLean


the phoenix keeper recensione - s a maclean

The Phoenix Keeper” è il mio nuovo cozy fantasy preferito, e di gran lunga uno dei migliori libri fantasy letti/pubblicati nel 2024.

Lo so, potresti pensare che si tratti di una dichiarazione abbastanza estrema. Dopotutto, il mio amore per titoli come “Legends and Lattes” o “The Very Secret Society of Irregular Witches” è fatto noto e conosciuto in tutto il mondo.

Eppure, credo davvero che “The Phonix Keeper” abbia qualcosa di speciale. Non soltanto un cast di personaggi incredibili e una delle più spettacolari “found family” in cui mi sia mai capitato di imbattermi, ma anche delle tematiche ambientaliste importanti e una graditissima attenzione nei confronti della questione della “diversità” a 360 gradi.

E poi, ammettiamolo: il magico zoo di S. A. MacLean è il posto che occupa i miei sogni e nel quale vorrei ufficialmente andare a vivere… insieme alle magnifiche fenici, ai giocosi grifoni e a tutti gli altri, machiavellici volatili conosciuti attraverso le pagine di questo tenerissimo romanzo d’esordio!


La trama

Aila lavora in zoo destinato ad accogliere creature magiche in via d’estinzione provenienti da ogni angolo del mondo. In modo particolare, Aila si occupa di fenici, una specie gravemente minacciata dall’attività dei bracconieri, perennemente a caccia di un modo per mettere le mani sulle portentose piume fiammeggianti di questi animali.

Fin da bambina, Aila ha sempre coltivato il sogno di far ripartire il programma di ripopolamento e fare in modo che il suo zoo abbia la possibilità di ospitare le prime uova di fenice dopo oltre dieci anni. Così, quando alcuni loschi figuri riescono a rubare i piccoli nati in uno degli zoo vicini, Aila si mette in testa di rinnovare la decrepita struttura un tempo adibita agli scopi del programma e di candidare il suo zoo per una nuova nidiata.

Ma salvare un’intera specie dall’estinzione richiede qualcosa di più delle sue stellari capacità di gestione degli animali. Kelpie carnivori, falchi in grado di evocare i tuoni, draghi dispettosi… Alia non ha mai avuto problemi a trattare con le creature magiche del suo zoo.

Ma quando si tratta di racimolare il coraggio necessario a chiedere l’aiuto della bellissima custode dei grifoni, nonché responsabile dell’attrazione più popolare dello zoo? Missione impossibile.

Specialmente considerando il fatto che la bellissima custode di grifoni in questione è, in realtà, la più grande arci-nemesi di Aila fin dai tempi del college. Il suo nome è Luciana, e si tratta di un’irritante, scontrosa e insopportabile so-tutto-io che sembra sempre pronta a mettere il becco negli affari di Aila…


“The Phoenix Keeper”: la recensione

Per essere un cozy fantasy, con marcate venature da rom-com, “The Phoenix Keeper” è un romanzo piuttosto lungo. Il che spiega, probabilmente, il taglio iper-descrittivo e un pochino prolisso dei primi capitoli.

Per fortuna, provvedono i toni ironici e super-scoppiettanti della narrazione, insieme alla fortissima personalità della protagonista Aila, a rendere perfino questa manciata di scene “introduttive” coinvolgenti e immersive.

Aila, dal canto suo, rappresenta la perfetta incarnazione del concetto di “adorabile disastro”. La sua parte grumpy, che si sposa alla perfezione con la tematica dell‘introversione e dei disturbi d’ansia, emerge sempre nei momenti più esilaranti, ponendo la base per uno splendido e coinvolgente arco trasformativo.

Non che manchino le occasioni, per il lettore, di sentirsi “un tantino” frustrato dalla sua plateale incapacità di “leggere la stanza” intorno a lei e interpretare correttamente lo svolgersi degli eventi. Ma fa parte del gioco… Tanto più che, alla fine, ci si ritrova totalmente sopraffatti dalla fragile vulnerabilità e dalla dolcissima goffaggine con cui Aila si sforza di affrontare le relazioni (e le connessioni umane) che per lei contano di più.


Il grande cuore della custode di fenici

La trama di “The Phoenix Keeper” è piuttosto rocambolesca e la posta in gioco aumenta con lo scorrere delle pagine. Ti dico solo che, ora di arrivare il finale, ho cominciato ad avvertire delle serie palpitazioni e a preoccuparmi davvero per le sorti di Aila e dei suoi amici!

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“The Very Secret Society of Irregular Witches”: la recensione del cozy fantasy di Sangu Mandanna


The Very Secret Society of Irregular Witches - recensione libro

La recensione di “The Very Secret Society of Irregular Witches” ci porta ad accendere i riflettori su un’unica, eloquente espressione: “cottagecore“!

Una parola che riassume un’intera estetica e che ci permette di farci un’idea più precisa non soltanto del worldbuilding e delle vibes, ma anche dei contenuti e del tipo di personaggi che ci attende all’interno di questo popolarissimo bestseller.

Perché “The Very Secret Society of Irregular Witches” rappresenta, a mio avviso, la lettura fantasy perfetta per tutti i fan di autori come Travis Baldree, Lana Harper e T. J. Klune. Ma, a dire il vero, sospetto che anche gli estimatori di Terry Pratchett troveranno diverse parole buone da spendere nei confronti dell’opera della nostra Sangu Mandanna…


La trama

Mika Moon è una delle poche streghe rimaste in Gran Bretagna. Come tale, sa bene che le conviene nascondere la sua magia, tenere la testa bassa e tenersi alla larga dalle altre streghe, in modo tale che i loro poteri non si mescolino e non finiscano con l’attirare un quantitativo di attenzione indesiderata.

E, dal momento che è stata anche un’orfana, allevata da uno stuolo di servitori e governanti stipendiati, Mika è abituata a stare da sola e a seguire le regole… con un’unica eccezione: un account online, in cui Mika posta una serie di video in cui “finge” di essere una strega. Sfere di cristallo, alambicchi di vetro e lettura dei tarocchi: è tutto vero, certo, ma quale membro del popolo internettiano sarebbe mai in grado di dirlo?

Mika è convinta che nessuno prenderà mai sul serio i suoi video. Ovviamente, si sbaglia di grosso.

Un giorno, infatti, la donna riceve un inaspettato messaggio, in cui un cliente misterioso le chiede di viaggiare fino alla remota e misteriosa Nowhere House, per prendersi cura dell’educazione di tre giovanissime streghe.

La richiesta infrange ogni singola regola della congrega, ma Mika decide comunque di andare a dare un’occhiata. Ed è così che finisce invischiata nelle peripezie di un attore in pensione, un’archeologa introvabile, due custodi dalla pazienza apparentemente inesauribile… e di Jamie, un affascinante bibliotecario brontolone.

Tutte queste persone sembrano decise a fare l’impossibile, pur di tenere al sicuro le tre ragazzine e permettere loro di crescere all’interno di un ambiente sano e accogliente. Ma la magia non è l’unico pericolo presente nel mondo, e alla fine toccherà a Maika, contro ogni buon senso, decidere fino a che punto spingersi per proteggere l’unica famiglia che le bambine – e, forse, la stessa Maika – abbiano mai conosciuto…


“The Very Secret Society of Irregular Witches”: la recensione

Amico Lettore, sai che ho divorato il romanzo di Sangu Mandanna in meno di ventiquattro ore?

Un po’ perché si tratta, certo, di una lettura scorrevole e veloce per sua stessa natura, ricca com’è di dialoghi esilaranti e parentesi divertenti, inequivocabilmente scandite da una vena di tipico umorismo british.

Ma anche perché questo libro è riuscito a stregarmi, con la sua irresistibile galleria di personaggi eccentrici e il suo gigantesco cuore, depositario di un’umanità travolgente e di una dolcezza sconfinata.

In effetti, mi sembra giusto osservare che, per essere un libro incentrato sulla love story fra due personaggi etero (che più etero di così non si può), le pagine di “The Very Secret Society of Irregular Witches” risultano pervase da un’energia queer assolutamente prorompente.

Tutto merito della colonna portante della narrazione, l’adorabile trope della found family, ovviamente… ma anche un po’ di Ian, diciamocelo! ;D


“Witchcore” is the new “fairycore”

Il dolcissimo rapporto fra Mika e le tre vivacissime streghette poste sotto la sua tutela rappresenta uno degli elementi più riusciti e coinvolgenti della storia. C’è sicuramente qualcosa di “Mary Poppins” all’interno di questo libro… la stessa magia, lo stesso calore, la stesso tipo di immaginazione effervescente e contagiosa!

Tieni presente, però, che Sangu Mandanna scrive per il pubblico adulto contemporaneo.

E la sua mano leggera contribuisce a infondere un delizioso tocco di modernità, giovialità e allegria in un testo che, a conti fatti, non si sottrae dal tirare in ballo tematiche delicate e importanti quali pregiudizi razziali, abbandono genitoriale, solitudine ecc.

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“Bookshops and Bonedust”: la recensione del prequel di “Legends and Lattes”


bookshops and bonedust recensione - prequel legends and lattes

La recensione di “Bookshops and Bonedust” è qui per rispondere alla domanda che tutti i fan italiani del cozy fantasy si stanno ponendo: vale la pena leggere il prequel di “Legends and Lattes? Come se la cava Travis Baldree in questa nuova/vecchia avventura di Viv, l’orchessa gentile che abbiamo incontrato nel corso del primo libro?

Perché sappiamo tutti che “Legends and Lattes” ha praticamente fondato un (sotto)genere. E la posta in gioco, per i personaggi di un cozy fantasy, potrà anche essere bassina… Le nostre aspettative nei confronti di “Bookshops and Bonedust”, però?

Alte come le Montagne Nebbiose, e più svettanti della Torre di Mordor!


La trama

Viv è finalmente riuscita a unirsi alla rinomata compagnia di mercenari guidata dal leggendario Racksam. La sua carriera fra i Corvi, però, non si sta svolgendo esattamente secondo i piani.

Infatti, mentre il gruppo sta dando la caccia a una potente necromante, Viv subisce una ferita alla gamba ed è costretta a separarsi dal gruppo per cercare rifugio a Murk, una pacifica e sonnacchiosa cittadina costiera. L’orchessa ha il terrore che i Corvi non tornino più indietro a riprenderla, ma che alternative ci sono? La sua gamba malandata ha bisogno di molto riposo per guarire.

Lontana da quell’azione spericolata che tanto brama, Viv inizia a trascorrere le sue ore di ozio in compagnia di Fern, la proprietaria di una libreria sull’orlo del tracollo. A poco a poco, inizia quindi a lasciarsi coinvolgere nelle peripezie di Fern per salvare la sua attività, ritrovandosi a esplorare un mondo in cui non avrebbe mai pensato di avventurarsi… e che pure le fornisce, forse, esattamente l’occasione di cui aveva bisogno per imparare qualcosa di prezioso.

Perché, a volte, le cose giuste ci succedono nel momento sbagliato. Quello di cui abbiamo bisogno non è sempre quello che cerchiamo. E, qualche volta, può perfino capitare di riuscire a trovare noi stessi all’interno delle storie che abbiamo modo di sperimentare insieme…

Eppure, l’avventura non è lontana quanto Viv pensava. Un misterioso viaggiatore vestito di grigio, una gnoma dalla testa calda e un inaspettato romance estivo dimostreranno a Viv che perfino un posto come Murk può rivelarsi, all’occorrenza, ricco di eventi affascinanti e imprevedibili…


“Bookshops and Bonedust”: la recensione

Quando un autore che amo annuncia un prequel, non riesco mai a entusiasmarmi più di tanto. Per natura, e fatta eccezione per un paio di titoli in particolare (qualcuno ha detto “Buffy”, per caso?!) penso di essere una persona abbastanza immune al fattore nostalgia. Nella vita come nella lettura, mi piace guardare avanti, più che al passato.

E dico questo nonostante mi sia poi ritrovata, in più di un’occasione, ad apprezzare un prequel addirittura (quasi) più del romanzo originale.

Ma ti dirò la verità: la cosa che mi “preoccupava” di più, nel caso di “Bookshops and Bondust”, è che il personaggio di Tandri, stavolta, sarebbe rimasto inevitabilmente tagliato fuori dai giochi. E io, al pari di Viv, ho sempre nutrito un debole particolare per la succubus!

A lettura ultimata, però, posso confermarti che il prequel scaturito dalla penna e dall’immaginazione di Travis Baldree riuscirà a risvegliare in te un piccolo tsunami di dolcissime, calde emozioni! Anche perché nessuno degli ingredienti alla base del successo del primo manca all’appello – umorismo, magia, un pizzico di romance e tante, tantissime cozy vibes – e una buona metà dei nuovi personaggi introdotti meriterebbero uno spin-off a parte.

La trama risulta, forse, un po’ più dispersiva, meno “studiata” e incisiva rispetto a quella di “Legends and Lattes”. Ma c’è anche da dire che Baldree, in questo secondo volume, ha fatto ricorso a una dose di azione e a una progressiva crescita di tensione che rendono la lettura particolarmente coinvolgente e immersiva.

E poi, c’è tutto il fattore della libreria e del grande amore per le storie di cui tenere conto…

(insert: sospirone e due giganteschi occhi a cuoricino)


Il potere dei libri e il viaggio dell’orchessa

E, del resto, Travis Baldree non inserisce certo questi stupendi “bookish tropes” a caso, o soltanto per concedere una strizzatina d’occhio al suo lettore. Alzi la mano chi, fra noi, non ha mai sognato di aprire una pittoresca libreria! Meglio ancora se strabordante di volumi, per trascorrere i pomeriggi a catalogare, ordinare, consigliare…

La libreria di Fern, in effetti, costituisce un ottimo catalizzatore per l’arco trasformativo di Viv.

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“Emily Wilde’s Encyclopaedia of Faeries”: la recensione del libro fantasy di Heather Fawcett


Emily Wilde's Encyclopaedia of Faeries - recensione - heather fawcett

Dopo l’annuncio dell’uscita USA e quella italiana, ormai imminente, arriva la recensione di “Emily Wilde’s Encyclopaedia of Faeries”, libro fantasy sulle fate firmato dall’autrice canadese Heather Fawcett.

Un romanzo dolcissimo (ma tutt’altro che zuccheroso!), avventuroso e ricco di verve, al perfetto crocevia fra cozy fantasy e light academia.

Sai che ti dico?

Per una volta, voglio proprio sbilanciarmi: siamo ancora a febbraio, ma scommettiamo che “L’Enciclopedia delle Fate di Emily Wilde” sarà una delle mie letture preferite del 2023?


La trama

Emily Wilde è una rispettata accademica di Cambridge, una delle massime esperte di folclore e “driadologia”, la scienza che studia gli usi e i costumi delle varie specie fatate disperse ai quattro angoli del globo.

Una sorta di “zoologia” delle fate, insomma.

L’unica cosa che manca alla sua carriera?

Riuscire a firmare la primissima Enciclopedia interamente dedicata al mondo dei faery.

Per questo, Emily ha deciso di dedicare gli ultimi nove anni della sua vita alla stesura di un’immensa guida sul campo, a cui non manca ormai che l’ultimo capitolo… una sezione che Emily intende riservare ai “Nascosti”, una dispettosa razza fatata che vive solo nelle più gelide selve incontaminate dei Paesi del Nord.

La nostra eroina parte dunque alla volta dell’isolato villaggio di Hrafnsvik, determinata a consacrarsi alle sue ricerche e a tenersi alla larga dai curiosi abitanti locali.

In effetti, Emily ama considerarsi un vero e proprio “lupo solitario”. Burbera, goffissima e sorprendentemente incline a dire sempre la cosa sbagliata nel momento più inopportuno, non ha amici all’infuori del suo bizzarro e affettuoso cane nero, Shadow.

Emily non vede motivo di cambiare abitudini. Dopotutto, sta benissimo per conto suo… O così ha sempre pensato.

Almeno fino a quando Wendell Bambleby – il suo solare, esasperante e tragicamente comico rivale accademico – non decide di raggiungerla in città, pronto ad affiancarla nella ricerca sui Nascosti.

La presenza dell’uomo sul posto sortisce il doppio effetto di frustrare e confondere Emily. Anche perché, per la maggior parte del tempo, la studiosa non riesce a decidere se preferirebbe baciare Wendell, oppure strozzarlo con le sue mani.

Tuttavia, mentre si avvicina alla scoperta che le permetterà di svelare i segreti dei Nascosti, la nostra eroina si ritrova improvvisamente per le mani un altro mistero: chi diavolo è Wendell Bambleby, in realtà?

Da dove viene? E, soprattutto, che cosa vuole?

Perché è chiaro che l’affascinante collega le sta nascondendo qualcosa…

Eppure, per trovare le risposte che cerca, Emily stavolta dovrà risolvere il mistero più grande di tutti… il suo stesso cuore.



“Emily Wilde’s Encyclopaedia of Faeries”: la recensione

Nel remoto caso in cui non si fosse capito, nutro un debole irrazionale per i libri fantasy che parlano del Piccolo Popolo. Sempre stato così, da che sia in grado di ricordare.

Eppure, sulle prime, temevo che “Emily Wilde’s Encyclopaedia of Faeries” potesse rappresentare un’immersione un po’ troppo drastica nel regno del romance (anche se sapevo già che il trope romantico principale avrebbe ruotato attorno alla classica dinamica del “GrumpyXSunshine”, peraltro una delle mie preferite).

E Invece…!

Devo ammettere che, nel giro di pochissimi capitoli, il libro di Heather Fawcett è riuscito a rapirmi, regalandomi un intreccio avventuroso e vivace, un’incantevole ambientazione nordica e un’atmosfera degna di alcune delle mie storie fantasy preferite: mi vengono in mente “Cuore Oscuro” di Naomi Novik e “L’Orso e l’Usignolo” di Katherine Arden, tanto per cominciare; ma anche (e, forse, soprattutto…) l’adorabile “Legends and Lattes” di Travis Baldree.

Parte del mio livello di gradimento va senz’altro attribuito all’ottima costruzione dei personaggi. Emily è una protagonista meravigliosa, forte e al tempo stesso incredibilmente cocciuta, stravagante e piena di insicurezze.

Wendell Bambleby, dal canto suo, è probabilmente il più originale, esilarante e convincente interesse romantico maschile di cui abbia letto negli ultimi anni! Un eroe che ama cucire, riordinare la casa e poltrire sopra ogni cosa; ma che si rivela anche capace, all’occorrenza, di tirare fuori una grinta e un coraggio invidiabili.

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