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“Starling House”: la recensione del libro fantasy gotico di Alix E. Harrow


starling house recensione - alix harrow

Chi è pronto per la recensione di “Starling House“, il nuovo, straordinario romanzo fantasy gotico di Alix E. Harrow?

Un libro magico e suggestivo , che riesce a fondere romanticismo e inquietudine, small town horror e fiaba dark, urban fantasy e southern gothic

Il tutto, narrato dal punto di vista di due protagonisti che rifiutano di lasciarsi inscatolare da qualsiasi cliché, nel suadente, grintoso stile dell’autrice de “Le Streghe in Eterno” e “Le Diecimila Porte di January” …


La trama

Nessuno, a Eden, è in grado di ricordare quando sia stata costruita Starling House. Ma la città concorda su una cosa: è meglio lasciare che quella vecchia magione derelitta vada in rovina… insieme al suo ultimo occupante.

Dopotutto, voci e racconti sulla pessima reputazione della casa, con il suo carico di sfortuna, sono state tramandate in città di padre in figlio, di madre in figlia, per intere generazioni.

Opal, dal canto suo, non è abbastanza ingenua da lasciarsi coinvolgere in storie fantasiose di questo genere, e si rifiuta di avere a che fare con case infestate o uomini dall’aria particolarmente tormentata. Almeno fino a quando non le si presenta un’opportunità di lavorare a Starling House: l’occasione che aspettava, quella che le permetterà di salvare suo fratello dalla soffocante morsa di Eden.

Starling House è bizzarra e piena di segreti – esattamente come Arthur, il suo ultimo erede. Opal comincia a sentirsi stranamente attratta da entrambi. Ma non è lei l’unica interessata agli orrori e e alle meraviglie che giacciono sepolti sotto la casa…

Forze sinistre e minacciose si preparano, infatti, a convergere su Eden… e, all’improvviso, Opal realizza che, se vuole proteggere la casa, dovrà lottare per lei. Perfino se questo significasse dissotterrare uno scheletro famigliare o due, o quattro, o mille…



La ragazza che aveva due liste

Il nuovo libro di Alix E. Harrow racconta di porte segrete, case senzienti, bagagli invisibili e oscuri segreti di famiglia. La storia di una ragazza che, messa con le spalle al muro, impara a combattere per ciò che le è stato affidato – la sua intera famiglia, un’armata di uno  – usando le stesse armi che l’intera città ha sempre rivolto contro di lei: una slavina di inganni e mezze bugie, sotterfugi e provocazioni, sorrisi affilati e sottrazioni ingiustificabili.

Dopotutto, la vita di provincia non è sempre rose e fiori. Polvere, gomma bruciata e un vago aroma di sogni andati a male: oggigiorno, è la stessa aria che si respira un po’ dappertutto, certo… Ma soltanto chi è nato e cresciuto in un piccolo centro urbano ai confini del nulla, al centro del vuoto assoluto, può capire fino a che punto quel caratteristico e desolato senso di squallore esistenziale possa arrivare a intorpidire i tuoi sensi.

Non è facile continuare a credere nella magia, quando tutti intorno a te hanno già gettato la spugna, e sembrano averlo fatto una ventina d’anni prima della tua nascita. Rinunciare del tutto, però? Per certe persone, vorrebbe semplicemente dire strapparsi via un brandello d’anima dal petto.

Opal, la protagonista di “Starling House”, appartiene a quest’ultima categoria. Una giovane donna, cresciuta troppo in fretta, che è stata costretta a dividere gli elementi della sua vita in due grandi elenchi: una lista per le cose di cui ha bisogno, un’altra per quelle che potrebbero renderla felice.

Il primo elenco, da custodire come un vecchio cimelio di famiglia, una mappa da seguire scrupolosamente.
La seconda, da bruciare in uno sfrigolio di braci incandescenti…


“Starling House”: la recensione

Cosa posso dire? Ho amato moltissimo il libro di Alix E. Harrow! Sotto alcuni aspetti, il romanzo mi ha ricordato un po’ la saga di “Blackwatwer” di Michael McDowell.  Da un altro punto di vista, mi ha fatto pensare al delizioso “Gallant” di Victoria Schwab.

Ad ogni modo, l’atmosfera che emana dalle pagine di “Starling House” assume una qualità talmente avvolgente e intossicante da darti l’impressione di trovarti proprio lì, sulle nebbiose strade del Kentucky, assieme ai personaggi.

Con la spada di Damocle dello sfruttamento minerario e dell’inquinamento (dell’ambiente, del corpo, ma, soprattutto, dell’anima…)  che incombe ovunque e su chiunque.

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Premio Hugo: tutti i candidati dell’edizione 2023


I candidati al Premio Hugo del 2023 sono stati annunciati poche ore fa.

L’ottantunesima edizione della World Science Fiction Convention si terrà a Chengdu, in Cina, durante il mese di ottobre. In quell’occasione, i membri del comitato renderanno noti i nomi dei vincitori nelle rispettive categorie.

Ospiti d’onore saranno gli scrittori Cixin Liu, Sergey Lukianenko e Robert J. Sawyer.

Il Premio Hugo, per chi non lo sapesse, è il più antico e prestigioso riconoscimento a cui un autore di speculative fiction (fantasy, fantascienza o horror) possa aspirare.

Negli anni, la premiazione è stata al centro di parecchie controversie (vedi la recente petizione, organizzata da un gruppo di fan polacchi, per cercare di estromettere il russo Lukianenko dalla convention), senza mai arrivare a perdere il proprio prestigio.


Premio Hugo 2023: i sei candidati nella categoria “Miglior romanzo”

Premio Hugo 2023 candidati - miglior romanzo

  • The Daughter of Doctor Moreau” di Silvia Moreno-Garcia
  • The Kaiju Preservation Society” di John Scalzi
  • Legends & Lattes” di Travis Baldree
  • Nona the Ninth” di Tamsyn Muir
  • Nettle & Bone” di T. Kingfisher
  • The Spare ManMary Robinette Kowal

Chi vorrei che vincesse: “Nona la Nona” di Tamsyn Muir.

Chi credo che vincerà: “The Kaju Preservation Society” (disponibile in italiano per la Fanucci”) oppure “The Spare Man”. Non fosse altro che perché i lettori coinvolti nella votazione del Premio Hugo tendono a privilegiare SEMPRE la fantascienza, a discapito del fantasy…

Le mie opinioni

Per il momento, ho letto tre dei cinque candidati al Premio Hugo 2023, nella categoria miglior romanzo: le mie recensioni di “The Daughter of Doctor Moreau”, “Nona la Nona” e “Legends and Lattes” ti aspettano già fra le pagine blog, per cui ti basterà cliccare sul titolo in grassetto per farti un’idea delle rispettive trame e delle mie impressioni.

Si tratta – in breve – di tre titoli che ho amato moltissimo, malgrado le profonde differenze (tematiche, stilistiche e inerenti al proprio sottogenere di riferimento) che li contraddistinguono.

Non ho ancora letto “Nettle & Bone” (anche se ne possiedo già una copia). Eppure, al pari dei responsabili dell’assegnazione del Premio Hugo, confesso di nutrire una predilezione particolare nei confronti di T. Kingfisher: un’autrice brillante, ironica e straordinariamente grintosa, di cui ho recensito di recente il divertentissimo horror “A House With Good Bones”.

I fan di lunga data di Scalzi sembrano pronti a confermare che “The Kaju Preservation Society” potrebbe non essere esattamente il miglior romanzo che l’autore de “Le Brigate Fantasma” abbia mai scritto.

Come sai, sono una ghiotta lettrice di romanzi fantasy e horror… ma nei confronti della sci-fi, preferisco optare per un approccio abbastanza casual! Per cui, non avendo mai letto nulla di suo, mi asterrò dal dire la mia.

Di Mary Robinette Kowal, invece, devo ancora leggere “The Calculating Stars” (disponibile in italiano in edizione Mondadori). “The Spare Man”, comunque, promette grandi cose.

Voglio dire, un murder mistery ambientato nello spazio, con un pizzico di romance e una copertina che sembra uscita da un sogno a occhi aperti? Yeeeeees, please!


I sei candidati nella categoria “Miglior Romanzo Breve”

Premio Hugo 2023 candidati - miglior romanzo breve

  • Even Though I Knew the End” di C.L. Polk
  • Into the Riverlands” di Nghi Vo
  • A Mirror Mended” di by Alix E. Harrow
  • Ogres” di Adrian Tchaikovsky
  • What Moves the Dead” di T. Kingfisher
  • Where the Drowned Girls Go” di Seanan McGuire

Chi vorrei che vincesse: “Where the Drowned Girls Go” o “A Mirror Mended”

Chi credo che vincerà: “What Moves the Dead”

Le mie opinioni

Anche in questo caso, ho letto 3/6 dei titoli nominati.

L’anno scorso, la meravigliosa saga dei “Wayward Children” (in italiano, i “Bambini Irrequieti”) di Seanan McGuire si è aggiudicata un meritatissimo premio come miglior serie.

Più avanti, nel corso dell’estate, pubblicherà un articolo dettagliato su questo straordinario ciclo di storie, di cui “Where the Drowned Girls Go” costituisce il settimo volume. Posso già anticiparti che l’ottavo, “Lost in the Moment and Found”, rappresenta uno dei più struggenti e memorabili capitoli della saga.

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