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“Count Your Lucky Stars”: la recensione della rom-com di Alexandria Bellefleur


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Count Your Lucky Stars” è il terzo volume della serie di Alexandria Bellefleur iniziata con “Written in the Stars: Scritto nelle Stelle” (pubblicato in Italia dall’editore Fanucci).

Negli USA, il libro è uscito a febbraio 2022. Io, però, ho impiegato un po’ più tempo del previsto per metterci le mani sopra e riuscire a rimettermi in pari. Probabilmente a causa del secondo romanzo della trilogia, “Hang the Moon“, una delle rom-com più insipide e prevedibili che mi sia mai capitato di affrontare (devo ammettere che il fatto che fosse incentrato sull’irritante e stucchevole personaggio di Brandon non ha certo migliorato le cose….).

Count Your Lucky Stars“, invece, mi ha rapita fin dalle sue primissime pagine! Soprattutto perché le due protagoniste sono delineate in maniera eccellente e l’alchimia tra loro si rivela assolutamente esplosiva.

Inoltre, è impossibile non lasciarsi conquistare dall’energia della scrittura della Bellefleur e dalla sua perfetta padronanza di tutti i principali tropes e beat del genere romantico… un livello di maestria che deriva, senza dubbio, dalla sua approfondita conoscenza di ogni possibile rom-com mai prodotta a Hollywood!


Count Your Lucky Stars“: la trama

Margot Cooper ha un sacco di qualità, ma non ci sa proprio fare con le relazioni. Ci ha già provato in passato, ma le è andato tutto storto. Per cui, si è ripromessa di dedicarsi soltanto a qualche incontro occasionale, e niente più discorsi sui sentimenti o altra roba profonda, grazie mille!

Ma adesso che tutto il suo gruppo sembra felicemente “appaiato”, Margot inizia a sentirsi come il proverbiale terzo incomodo. E poi il destino (quel gran bastardo!) decide di metterci lo zampino.

Mentre visita una location per matrimoni insieme a Annie e a Brandon, i suoi due amici in procinto di sposarsi, Margot si ritrova faccia a faccia con Olivia Grant: la sua amica d’infanzia, il suo primo amore, il suo primo… beh, qualsiasi cosa, in realtà! Sono passati dieci anni dal loro ultimo incontro. Eppure, nel momento in cui i loro sguardi si incrociano, il cuore freddo e impassibile di Margot inizia a scalpitare come un tamburo.

Olivia, dal canto suo, sospetta quasi di avere le allucinazioni. Possibile che quella sia realmente Margot… la sua Margot, amata e perduta ai tempi del liceo? A quasi trent’anni, Olivia ha divorziato e ha trovato un lavoro come wedding planner a Seattle. Lo considera il suo nuovo inizio, la possibilità di inseguire finalmente i suoi sogni. Mai e poi mai si sarebbe aspettata che la testimone di nozze dei suoi primi, abbienti clienti sarebbe stata proprio la ragazza che le è sfuggita… e a cui non è mai riuscita a smettere di pensare.

Quando una serie di sfortunati eventi lascia Olivia senza un posto dove stare, Margot, malgrado tutto, decide di mettere a sua disposizione la propria stanza degli ospiti. Soltanto perché Margot è una bravissima persona, ovviamente. Nessun altro motivo.

E, sicuramente, nulla a che spartire con il fatto che Olivia sia ancora bella come il primo giorno, o che la scintilla tra loro riesca ancora ad accenderla dall’interno come i fuochi della notte di Capodanno…


Count Your Lucky Stars“: la recensione

La struttura di “Count Your Lucky Stars” non ha paura di appoggiarsi pesantemente a quelli che risultano essere i suoi tropes principali: second chance love, certo, ma anche forced proximity e miscommunication trope.

Come dicevo poc’anzi, la Bellefleur sa lavorare benissimo con questi (e altri) elementi tradizionali del genere romance. Si distingue anche per la sua abilità nel creare dialoghi frizzanti e nel dipingere atmostere vibranti di colori ed emozioni positive. Infatti, la Seattle che fa da sfondo alla trilogia emerge come una città moderna e dinamica, ma, al tempo stesso, anche “magica”, pittoresca e ricca di un fascino senza tempo.

Olivia e Margot, dal punto di vista caratteriale, sono l’esatto opposto l’una dell’altra. La naturale contrapposizione fra le loro personalità – in perfetto stile “grumpy x sunshine” – trova modo di esprimersi attraverso molte gag e situazioni divertenti, permettendo al lettore di godersi tutta l’energia e lo humor di un banter che riesce ad amplificarne perfettamente il senso di coinvolgimento.

E poi Margot, con la sua passione per le tinte scure e le sue (ostentate) arie da cinica donna di mondo, è stata una delle mie preferite fin dai tempi di “Count Your Lucky Stars“. Ma bisogna dire che mi ha fatto piacere imparare a conoscere anche Olivia, dolce, ironica e determinata a concedersi, finalmente, una storia degna d’amore di questo nome…


Un lieto fine per tutti?

Count Your Lucky Stars” è una rom-com frizzante e, senza dubbio, la mia preferita tra tutti i titoli di Alexandria Bellefleur che ho letto finora. Ha un ritmo incalzante, un’atmosfera effervescente e svariate scene steamy in grado di alzare la temperatura corporea… insomma, che cosa si potrebbe volere di più?

Ma c’è un altro buon motivo per cui dovresti assolutamente dare una chance a “Count Your Lucky Stars“.

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“Make the Season Bright”: la recensione della rom-com natalizia di Ashley Herring Blake


make the season bright recensione - ashley herring blake

Mi sarei mai decisa a leggere “Make the Season Bright“, se non avessi amato alla follia “Delilah Green Doesn’t Care” e il resto della trilogia ambientata a Bright Falls?

Probabilmente no: se esistono due tropes per cui ho sempre provato scarso interesse, sono il “second chance love” e il “childhood friend romance“… E si dà il caso che questa nuova commedia romantica a sfondo natalizio di Ashley Herring Blake tiri pesantemente in ballo entrambi!

Nel complesso, anche se non l’ho proprio divorato, mi sono comunque ritrovata ad apprezzare “Make the Season Bright” per quello che è. Vale a dire, una tenerissima coccola invernale, un classico feel-good book che non evita di macerare in un pizzico di angst, ma che sa anche concedersi tantissima ironia e una valanga di dialoghi brillanti!

Tutto merito dell’autrice, chiaramente, e della sua straordinaria abilità nel tratteggiare personaggi effervescenti e briosi, per cui si rivela sempre facilissimo tifare…


La trama

Sono passati cinque anni da quando Charlotte Donovan è stata mollata all’altare dalla sua fidanzata e, adesso, la nostra eroina se la cava alla grande! Certo, la sua distante madre continua a non chiamarla mai, ma Charlotte può comunque contare sul resto del suo quartetto d’archi, il Rosalind, e sul fatto che la sua vita a New York si sia trasformata in un sogno a occhi aperti.

Bè… più o meno.

Mentre le vacanze invernali si avvicinano, però, la sua amica e collega Sloane convince Charlotte – e il resto del quartetto – a trascorrere il Natale con lei e la sua famiglia in Colorado: un posto sicuramente più tranquillo e accogliente rispetto a Manhattan, che permetterà al gruppo di esercitarsi col violino in attesa di un importante tournée di concerti.

Ma non appena Charlotte arriva da loro, si rende conto che anche Adele, la sorella di Sloane, ha portato con sé un’amica da Nashville… e quell’amica è proprio Brighton, la sua ex storica!

Tutto quello a cui Brighton Fairbrook ambiva era la possibilità di trascorrere un allegro, colorato Natale – e provare a dimenticarsi, anche soltanto per qualche giorno, che la band che lei stessa ha creato ha appena deciso di sostituirla con un’altra cantante. Invece, è costretta a fingere di non aver mai incontrato Charlotte prima d’ora… cosa che si rivela particolarmente difficile, soprattutto quando la madre di Sloane e Adele sembra così determinata a iscriverle entrambe a una romantica competizione di Natale.

Charlotte e Brighton vengono presto risucchiate in una folle girandola di rocambolesche passeggiate a cavallo e fantasiose lezioni di cucina. Eppure, Charlotte si rifiuta ancora di parlare a Brighton. E, dopo quello che ha fatto, Brighton può a malapena biasimarla.

Dopo qualche giorno, però, alcune cose iniziano a tornare loro in mente. Ricordi. Musica. Il modo in cui erano solite suonare insieme – Brighton alla chitarra, Charlotte con il suo violino – e tutto diventa dolorosamente familiare.

Ma è tutto nel passato, adesso, e niente potrebbe sciogliere il ghiaccio che si è formato intorno ai loro cuori… giusto?


“Make the Season Bright”: la recensione

Abbandonare o essere abbandonati dal proprio partner all’altare: intere decadi di rom-com al cinema (e di sit-com in tv) ci hanno insegnato che non c’è davvero modo di tornare indietro da una cosa del genere, giusto? Insomma, una rottura così esplicita, così irrevocabile, deve per forza essere definitiva, no?

Mmm.

Non necessariamente, in realtà: almeno, è quello che prova a suggerirci il super-ottimista “Make the Season Bright” di Ashley Herring Blake; una commedia dai toni ironici e leggeri, che riesce a sfruttare in pieno le sue deliziose vibes invernali per ricordarci che, a Natale, ogni miracolo è possibile. Basta tenere la mente e il cuore aperti e, soprattutto, ricordarsi che la responsabilità della fine di una storia d’amore non risiede quasi mai esclusivamente sulle spalle della persona che decide di andarsene.

Insomma, il gioco di prospettive messo in gioco dall’autrice si è rivelato moooolto intrigante e devo ammettere che, se all’inizio mi aspettavo di biasimare Brighton e di parteggiare a spada tratta per Charlotte, la Herring Blake è riuscita a sfilarmi il proverbiale tappeto da sotto i piedi: perché, in realtà, mi è accaduto l’esatto contrario!

Cioè, non che non abbia afferrato il punto di vista di Charlotte, o che non sia riuscita a empatizzare con la sua backstory (anzi!). Ma, alla fine, è stato soprattutto il personaggio di Brighton, con la sua apparente solarità, le sue insicurezze nascoste e i suoi profondi rimpianti, a suscitarmi un grande senso di tenerezza e a risucchiarmi all’interno della trama…


Il Natale delle seconde occasioni

A livello di ritmo, “Make the Season Bright” è sicuramente affetto da una serie di problemi. O, forse, è soltanto che detesto i flashback in maniera viscerale, e la natura stessa di una trama del genere presuppone un uso massiccio di questa tecnica.

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