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Che cos’è un editor di romanzi? Superpoteri, miti e un paio di verità su questa misteriosa figura professionale

che cos'è un editor di romanzi

Che cos’è un editor?

Che cosa fa, che cosa non fa… ma, soprattutto, che cosa può fare per te?

Ancora oggi, quella dell’editor sembra essere una figura professionale ammantata da un certo alone di mistero.

C’è chi gli/le attribuisce un valore fondamentale, a volte perfino di stampo mistico/religioso.

«Un buon editor può fare la differenza fra un romanzo di successo e uno che non vedrà mai la luce del sole», sostengono costoro. «Un buon editor è la stella polare in grado di tracciare la rotta che permette a un autore di talento di sviluppare il suo potenziale e trasformarsi nell’astro brillante che è nato per diventare.»

All’altro capo dello spettro, invece, troviamo loro… Ebbene sì: i miscredenti, coloro che, all’alba dell’anno del Signore 2022, sono ancora convinti che l’arte di editare, pubblicare e sponsorizzare un libro possa essere considerata alla stregua di un lavoro da improvvisare, così, alla meno peggio.

Le stesse persone che, a quanto pare, continuano ad andare orgogliosamente fiere della loro incapacità di strutturare una trama, di gestire l’arco di un personaggio, di imparare le più basilari regole dello show, don’t tell

Loschi e inquietanti figuri pronti a sghignazzare e a torcersi i baffi, al pensiero di qualcuno, là fuori, realmente disposto a sottoporre il suo romanzo all’attenzione di questo o quell’altro book blogger di grido soltanto dopo essersi premurato di rimuovere ogni singola, infame “d” eufonica dal suo testo, o di averlo addirittura impaginato in un modo che non faccia venire voglia al lettore di cavarsi gli occhi.

Ma la verità è che, come per ogni leggenda che si rispetti, anche quella dell’editor tende ad accompagnarsi a una serie di frustranti e noiosissime dicerie da comari.

Perciò, prima di rispondere all’amletico interrogativo suggerito dal titolo del nostro post, suppongo che faremo meglio ad abbozzare un piccolo passo indietro, e a cercare di sfatare un paio di miti molto molesti.

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Come scrivere la scena di un romanzo: 5 “step” per non sbagliare


Il 95% degli aspiranti scrittori e dei giovani autori esordienti non è in grado di scrivere una scena.

Boom!

Cosa dico?

La tragica verità è che la stragrande maggioranza di costoro non sarebbe neanche in grado di spiegarti la differenza che passa fra un mucchio di parole a caso e una scena.

Figuriamoci se possiede gli strumenti necessari a capire che questa mancanza, con ogni probabilità, rappresenta il principale motivo per cui niente di quello che scrive ha la benché minima speranza di funzionare!

Ma tu non sei come loro, dico bene, amico mio? Tu VUOI migliorare.

E il tuo cuore è finalmente pronto a imboccare la strada che ti permetterà di sbloccare il tuo potenziale…

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Come strutturare la trama di un romanzo: il metodo “Save the Cat!”

Come forse saprai, il metodo “Save the Cat!” si pone alla base del processo di costruzione del 99% delle sceneggiature hollywoodiane di successo.

Bada, sto facendo riferimento a un “modello” super-collaudato, sviluppato dall’illustre educatore, autore e sceneggiatore statunitense Blake Snyder.

Sono certa che anche tu ne avrai sentito parlare.

Ma forse c’è qualcosa che ancora non sai…

Appena una manciata d’anni fa, l’autrice americana Jessica Brody ha pubblicato un manuale che offre anche agli aspiranti romanzieri una vera e propria “guida” alla costruzione della struttura di una buona storia!

Un libro che, ovviamente, è stato ufficialmente ispirato dai principi previsti dal metodo “Save the Cat!”.

Non starò qui a menar il can per l’aia: il manuale della Brody è semplicemente grandioso, e penso davvero che dovresti leggerlo!

Si tratta, peraltro, di una lettura all’insegna della piacevolezza e del coinvolgimento. Scommetto che lo divorerai in poche ore!

In questo articolo, cercherò intanto di proporti un breve compendio dei suoi punti principali.

Se stai scrivendo un romanzo, e non sogni d’altro che di riuscire a consegnare ai posteri una storia incalzante, dinamica, coinvolgente e ricca di emozioni… bè, fidati di me: lo schema che sto per fornirti ti permetterà di partire con una marcia in più! ;D

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Come sviluppare la trama di un romanzo: un semplice test per passare dall’idea al plot

Da che parte si comincia a sviluppare la trama di un romanzo?

Come si scrive un plot accattivante?

Che cosa significa lavorare sull'”architettura” di una storia?

Bè, ovviamente non esiste una risposta semplice a nessuna di queste domande.

La strada per l’inferno è lastricata di responsi banali a interrogativi intricati: ci avevi mai fatto caso? ;D

Tuttavia, esistono numerose strategie per affrontare la questione, e oggi ho intenzione di svelarti qualche piccolo trucchetto che, con un pizzico di accortezza, ti permetterà di avviarti sulla giusta strada.

Svilupperemo l’argomento nel corso dei post a seguire. Nelle prossime settimane, infatti, avremo modo di parlare della struttura in tre atti, del metodo “Save the Cat!“, e di parecchi altri spunti interessanti!

Ma, per il momento, preferirei concentrami su un paio di aspetti preliminari….

Come si fa a inventare una storia?

Partiamo dall’ABC. E supponiamo che tu sia stato appena folgorato dalla più brillante, originale e anticonvenzionale idea della storia della narrativa!

Immagino che ne sarai orgoglioso.

Ehi, hai tutto il diritto di esserlo: dopotutto, non è mica una cosa che capita tutti i giorni, e forse nemmeno a chiunque! 😀

Peraltro, ho una certa familiarità con il tipo di “brivido” che può derivare un’intuizione del genere: perciò so che si tratta di una delle più deliziose, entusiasmanti, appaganti, maledettamente intossicanti sensazioni che un autore possa sperimentare nel corso della sua giornata!

Mi rendo anche conto di un’altra cosa, però. Dietro l’estasi, spesso si nasconde, in agguato, l’inizio di un nuovo circolo vizioso.

Perché è probabile che, che, dieci o quindici minuti dopo essere stato travolto dalla tua idea geniale, tu abbia già ceduto alla tentazione di sederti alla scrivania e accendere il PC. Con il cuore a mille. E i palmi sudati.

Le tue dita si librano sulla tastiera, già pronte a comporre le fatidiche parole: “Capitolo 1 – Un incidente inaspettato”…

E, ascolta… so che forse non mi crederai, ma questo è proprio il genere di entusiasmo destinato a scagliarti incontro all’errore più grosso del pianeta!

Un po’ come chiedere a qualcuno di sposarti, dieci minuti dopo aver realizzato che condividete gli stessi interessi e che ti piace davvero tanto il suo profumo…

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Leggere molto ti aiuterà a diventare uno scrittore migliore?

«Se vuoi fare lo scrittore, devi fare due cose sopra le altre: leggere molto e scrivere molto. Non conosco stratagemmi per aggirare questa realtà, non conosco scorciatoie

Stephen King, On Writing

Leggere libri può aiutarti a scrivere meglio.

Abbiamo sentito tutti una variante o l’altra di questo consiglio, dico bene?

La prima volta, magari, sarà stato per bocca della tua insegnante delle scuole medie, magari addirittura delle elementari… e, forse, questo rappresenta una parte importante del motivo per cui non sei mai riuscito a crederci fino in fondo.

Perché ricordi cosa si premurava sempre di aggiungere, quella maestra benintenzionata?

«Bisogna leggere per farsi una cultura. Quindi, leggi per migliorare il tuo vocabolario. Leggi per imparare come funzionano la sintassi e la grammatica.»

E…

Ehi, ascolta: di sicuro, nulla di tutto questo era una bugia, okay?

Ma il punto è che, su di te che aspiri a diventare uno scrittore migliore, probabilmente la solita solfa da propinare agli studenti non sarà in grado di esercitare molto appeal.

Dopotutto, tu possiedi già un’invidiabile conoscenza delle regole che sostengono la lingua italiana. 

Saresti in grado di distinguere la differenza che passa fra l’uso di un congiuntivo e di un condizionale anche nel tuo giorno peggiore.

E non hai problemi a snocciolare una lista pressoché infinita di sinonimi e contrari… tanto più che hai imparato a usare la funzione Thesaurus di Word il giorno stesso in cui i tuoi genitori ti hanno regalato il primo computer.

Quindi, perché diavolo dovresti prenderti la briga di cominciare a leggere meglio, leggere di tutto, leggere di più?

Bè, la risposta breve (e più sincera) è che hai almeno un milione e mezzo di ottimi motivi per farlo!

E sospetto che, sotto sotto, tu lo sappia già.

Ma, forse, ti sei convinto di non avere abbastanza tempo per leggere (tesi che, in uno dei prossimi post, ti aiuterò a confutare).

Oppure, hai semplicemente bisogno di un piccolo incoraggiamento in più.

Quindi, adesso, rimbocchiamoci le maniche e proviamo a esaminare alcune di queste motivazioni da vicino…

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