Perché scrivere un romanzo fantasy è così difficile: le 5 scomode verità di cui nessuno ti ha mai parlato


perché scrivere un libro fantasy è così difficile

Scrivere un romanzo fantasy è difficile.

Se ci hai provato, o hai quantomeno progettato di scriverne uno, lo sai.

Se non lo sai…

Bè, qui entra in gioco il classico cane che si morde la coda, sei d’accordo con me?

Le persone (non del mestiere) a volte tendono a pensare che sia vero l’esatto contrario.

«Scrivere un libro fantasy è un giochetto da bambini», proclamano allegramente. «E che cosa ci vuole? Basta avere una fervida immaginazione e inventarsi un mucchio di cose che non esistono. Non è mica come cercare di buttar giù una storia seria!»

Se segui questo blog, o hai seguito quello che lo ha preceduto (il “Laumes’ Journey”), probabilmente non troverai difficile immaginare il mio livello di sconcerto. Anzi, magari, al pensiero della mia espressione sdegnata&disgustata, riuscirai anche a farti una bella risata ! 😆

Dopotutto, nel sistema di personalità individuate dal test di Myers-Briggs, sono un’INTJ accertata.

Sai cosa vuol dire?

Che l’ignoranza abissale della gente ha il potere di sconquassarmi il sistema nervoso come pochissime altre cose…


1. Perché scrivere un libro fantasy è difficile: la verità, tutta la verità, prego, sull’uso della parola “genere”

Da un punto di vista commerciale, il fantasy è sicuramente un genere.

Codificato, specifico, e in grado di rispondere a un certo tipo di esigenza da parte del pubblico.

Io amo il fantasy. Se qualcuno mi costringesse a scegliere un solo genere da leggere per il resto della mia vita, mi butterei sul fantasy senza colpo ferire.

E, se stai scorrendo questo articolo, ci sono ottime probabilità che lo stesso valga per te.

Ma sto per svelarti un piccolo segreto, e ho bisogno che tu adesso ascolti molto attentamente quello che sto per rivelarti, okay?

Perché, se hai intenzione di scrivere un libro fantasy, ho idea che potrebbe farti molto comodo tenere a mente queste parole:

Da un punto di vista STRUTTURALE, il fantasy non è un genere.

Dico sul serio.

Non c’è modello del Viaggio dell’Eroe che tenga.

In realtà, mentre sarai intento a sviluppare la trama della tua storia, “Fantasy” sarà solo una parola che ti aiuterà a capire se gli eventi si svolgeranno nel nostro mondo oppure in uno di tua completa (o parziale) invenzione.

Ho imparato questa preziosa lezione leggendo il manuale “The Story Grid” di Shawn Coyne.

Secondo il famoso editor americano, infatti, dal punto di vista strutturale il “fantasy” non può essere considerato alla stregua di un vero e proprio genere, perché gli unici suoi elementi SPECIFICI ed ESCLUSIVI (quelli in grado di differenziarlo da tutti gli altri) sono:

  • Il Worldbuilding
  • Il Sistema Magico

Mi segui?

Il punto è che non esiste un solo libro fantasy al mondo che riesca ad esimersi dall’appartenere ANCHE a un altro genere – uno di quelli che Coyne definisce i “generi primari”: action, love story, horror, thriller, storia di formazione ecc.

E, a livello di costruzione e sviluppo della trama, la storia fantasy in questione risponderà sempre alle “leggi” e alle convenzioni di quell’ALTRO genere.


Proviamo a considerare qualche esempio…

Il Signore degli Anelli” = Action + Fantasy (worldbuilding e sistema magico)

Twilight” = Love Story + Fantasy

Foundryside” = Heist Story (un sottogenere del Thriller) + Fantasy

Il Dottor Strange nel Multiverso della Follia” = Horror + Fantasy

Vita Nostra” = Storia di Formazione + Fantasy

Harry Potter e la Pietra Filosofale” = Action + Fantasy

Ecc.


Qual è, allora, la conseguenza naturale di questo ragionamento, e per quale motivo contribuisce a rendere così maledettamente complesso il processo di scrittura di un romanzo fantasy?

Perché, per riuscire nel suo intento, un autore di narrativa fantastica dovrà prima di tutto imparare a padroneggiare gli elementi strutturali imprescindibili, le convenzioni e le “scene obbligatorie” del genere primario su cui ha intenzione di poggiare il suo plot… ma, contemporaneamente, dovrà anche sviluppare un worldbuilding grandioso e un sistema magico a prova di bomba.

Vale a dire, un paio di sfide con cui nessuno scrittore di romanzi ambientati nel mondo reale sarà mai costretto a confrontarsi!


2. Una questione di… coerenza interna!

Non è finita qui, ovviamente.

Perché, sì: scrivere un romanzo fantasy vuol dire avere l’opportunità di rielaborare le regole che dominano il cosmo a proprio piacimento (complesso di onnipotenza, here we come!)… Ma non implica assolutamente la possibilità di far succedere o far fare ai personaggi tutto quello che ti pare e piace.

Che cosa significa?

Che il tuo compito, in quanto scrittore, sarà semplicemente quello di stabilire la REGOLE DELLA CREAZIONE.

Quattro lune? Forza di gravità raddoppiata? Draghi sommozzatori che possono farti esplodere la testa semplicemente cantando? Una società di ibridi pipistrello pronta a colonizzare l’Australia?

Accomodati pure – è il tuo superpotere e la tua prerogativa di autore fantasy – ma ricordati di tenere sempre in contro le conseguenze.

E cos’è che diceva sempre, Spider-Man?

«Da grandi poteri, derivano…»

Esatto, proprio così: responsabilità.

Responsabilità nei confronti dei tuoi lettori.

Che accetteranno fiduciosi di seguirti nel tuo mondo incantato, e leggeranno volentieri l’epopea di un ragazzo pronto a sterminare mostri gelatinosi a furia di lanciare palle di fuoco ectoplasmico.

Ti assicurò che non gli farà un baffo. Dopotutto, la sospensione dell’incredulità ha sempre fatto parte del rapporto fra autore e lettore.

Ma resterà in vigore se (e soltanto se) sul lungo periodo sarai in grado di (di-)mostrargli, con coerenza e senza traccia di contraddizioni interne, che cosa diamine sia il fuoco ectoplasmico, e per quale ragione il tuo eroe dovrebbe essere in grado di usarlo per uccidere i suoi nemici..


3. Evoluzione e attualità

Il fantasy è un genere che evolve più in fretta di tanti altri; ci hai mai fatto caso?

E’ come se il mondo dell’attualità fosse sempre dietro l’angolo. In fondo, basta seguire i lavori dei vincitori delle più recenti edizioni dei premi internazionali specializzati (Nebula, Locus, Hugo…) per capire a cosa mi riferisco.

Il pubblico è affamato di storie, oggi come ieri. Ne ha bisogno per ampliare i propri orizzonti, certo; ma anche per scendere a patti con le mille difficoltà della vita, e per cercare di attribuire un ordine e un senso a tutti quegli eventi spaventosi o frustranti che coinvolgono lui e il mondo che lo circonda.

Credi sia un caso, se l’85% dei libri fantasy di successo degli ultimi anni continua a trattare, in modo insistente e deliberato, il complesso tema della lotta al patriarcato?

Se argomenti come scoperta della sessualità, identità di genere, rapporto con la tecnologia, inquinamento e corruzione siano SEMPRE al centro delle trame più acclamate e chiacchierate del momento?

Il fantasy è un genere “pioniere”. Lo è sempre stato, per sua stessa natura: probabilmente perché il suo obiettivo primario è proprio quello di sfidare i limiti imposti dalla fattualità delle cose, alla ricerca della verità che si nasconde dietro i simboli, le allegorie e gli archetipi.

È questo che intendo, quando dico che scrivere un libro fantasy di successo significa anche imparare a “restare al passo con i tempi”.

Per questo devi continuare a leggere, leggere a più non posso.

Non mi basta che tu diventi un lettore forte. Voglio che tu diventi un lettore mostruoso!

Per recuperare i classici, certo, laddove possibile… ma anche per tenerti aggiornato sulle novità provenienti dal mercato italiano e dagli States, per imparare a capire cosa è “hot” e cosa è “flop”, e per trovare il giusto compresso fra le aspettative del pubblico e il tipo di storia che hai sempre avuto in mente di raccontare.


4. La maledizione della continuity

Negli articoli precedenti, l’avrai notato, ho sempre insistito molto sul concetto di “progettazione narrativa”.

Tornerò sull’argomento anche in questo frangente, semplicemente per sottolineare l’ovvio: checché ne dicano i piccoli editori italiani, i (buoni) libri fantasy autoconclusivi si contano sulle dita di una mano!

E scrivere una serie fantasy significa imparare a pianificare in anticipo; a pianificare INTERI LIBRI, con tanto di colpi di scena, climax e archi narrativi.

Significa anche continuare ad applicare il principio di coerenza interna ben oltre il limite imposto dalla fatidica ultima pagina del primo volume e accettare il fatto che la parola “continuity”, all’orecchio di un fan, rivestirà sempre un significato speciale!

«If you’re writing any sort of series, whether it be a series of short stories or a series of novels, you need a continuity guide. The format is up to you. The level of detail is up to you. But believe me, even if you somehow manage to forget that your hero has green eyes and turn them hazel, your readers won’t, and they will eat your soul

Seanan McGuire – “Seanan’s Fifty Thoughts on Writing

5. Scrivere un libro fantasy è difficile, ma il 95% delle persone che incontrerai non sarà disposto a prenderti sul serio

Ecco, l’ho detto: se hai intenzione di provare a diventare un autore di storie fantasy, questa è una realtà con cui, prima o poi, sarai costretto a fare i conti.

Quindi, meglio che tu parta preparato.

In Italia (anche nel resto del mondo, ma in Italia in modo particolare: è praticamente un tratto culturale condiviso…), i non-lettori possono manifestare tendenze spiccatamente snob nei confronti del genere fantastico.

«Se non può accadere in QUESTO mondo, esattamente come tu l’hai raccontato, allora non può succedere, e quindi non è reale. Se non è reale, allora non vale niente. Quindi, perché non smetti di sprecare il tuo potenziale e non cominci a scrivere qualcosa che conti davvero?»

Fun fact: anni fa, il proprietario di una piccola casa editrice mi ha rivolto questo questo incoraggiante discorsetto. La cosa peggiore? Sono assolutamente certa che lo intendesse a mo’ di complimento.

Ora…

Non ho intenzione di soffermarmi a dibattere sulla patetica ristrettezza di veduta di determinati soggetti.

Né sulla loro assurda, titanica, pantagruelica ignoranza: ché il 70% dei più grandi capolavori della letteratura mondiale, inclusi “La Divina Commedia” e “Sogno di una Notte di Mezza Estate”, sarebbero probabilmente stati liquidati come “operette” di scarso valore, fosse dipeso da “dotti letterati” del loro calibro!

Quello che mi preme farti capire è questo: se annuncerai al mondo la tua intenzione di diventare un autore di storie fantasy, la gente aprirà la bocca e darà aria alle trombe, cercando di scoraggiarti a ogni passo.

Perciò, se vorrai avere successo, dovrai ergerti al di sopra di queste str***ate, tirare dritto per la tua strada, e farlo a testa alta.

Lascia pure i miscredenti a macerare nella loro spocchia. Tanto, non riuscirebbero a decifrare il vero significato di un’opera letteraria, neanche se quest’ultima li colpisse sul naso con un gancio alla Mike Tyson!


In conclusione…

Scrivi di quello che ami, di ciò che ti rende felice. Scrivi di ciò che è in grado di entusiasmare il tuo pubblico.

E non mollare.

Soprattutto questo. Anche quando è difficile.

Sotto sotto, sai già che ne vale la pena! 🙂


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