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5 (fantastici) retelling YA di libri classici che non hai ancora letto


Per come la vedo io, trovare dei buoni retelling YA ispirati a libri classici non è sempre un compito facile.

Fra i più titoli più conosciuti, spiccano sicuramente romanzi come “This Violent Delight” e sequel di Chloe Gong (entrambi liberamente ispirati al “Romeo e Giulietta” di Shakespeare) e “Splintered” di A. G. Howard, che richiama in gioco motivi e scenari dallo scoppiettante ‘”Alice nel Paese delle Meraviglie” di Lewis Carroll.

Nel novero delle storie per adulti si distinguono, invece, il seducente e misterioso “The Daughter of Doctor Moreau“, incentrato sulla figlia del famoso scienziato pazzo inventato da H. G. Wells, e il divertentissimo “The Strange Case of the Alchemist’s Daughter” di Theodora Goss, un mesh-up di tutti i più famosi personaggi della letteratura gotica, dal mostro di Frankenstein al Doctor Jekyll, passando per Carmilla (nel secondo volume della saga) e il padovano Rappaccini.

Quella che ti propongo oggi, invece, è un breve elenco di retelling YA di romanzi classici (ancora) relativamente poco noti al grande pubblico, ma non per questo meno amati da una piccola armata di affezionati lettori in tutto il mondo…


5 retelling YA di libri classici ancora da scoprire (o riscoprire): “Ruinsong” di Julia Embers

reteling YA di libri classici - ruinsong

Una libera reinterpretazione de “Il Fantasma dell’Opera” di Gaston Leroux.

In un mondo in cui la magia viene cantata, la potente maga Cadence viene ripetutamente costretta a usare i suoi doni per torturare la sventura nobiltà della sua nazione. A cantare i suoi incantesimi oscuri, al servizio di una regina che non conosce freni o misericordia.

Ma quando Cadence si riunisce con una sua vecchia amica d’infanzia, una nobildonna con dei legami nell’ambiente dei ribelli, la ragazza viene messa di fronte a una scelta disperata: prendere finalmente una posizione, e difendere il suo Paese dall’oppressione, oppure diventare un mostro a immagine e somiglianza della regina.

“Ruinsong” è la lettura ideale per chi ama le ambientazioni ispirate all’Europa del diciannovesimo secolo, gli archi di redenzione e i personaggi moralmente ambigui. Ma anche per tutti quei lettori che non sono disposti a lasciarsi spaventare da tematiche forti e vibes dai toni deliziosamente dark.

Su Amazon, l’autoconclusivo “Ruinsong” di Julia Embers è disponibile in lingua inglese.


“Tiger Lily” di Jodi Lynn Anderson

Nel 2012, questo passionale e convincente retelling di “Peter Pan” di J. M. Barry riscosse un considerevole successo, incantando i lettori soprattutto in virtù dell’indiscutibile forza della sua protagonista – una “Giglio Tigrato” assolutamente indimenticabile – e al fascino senza tempo dei suoi tropes.

La quindicenne Tiger Lily non ha mai creduto nelle storie a lieto fine. Ma quando incontra Peter Pan nei boschi proibiti dell’Isola-Che-Non-C’è, perfino lei si dimostra incapace di resistere al suo carisma magnetico. Così, cade immediatamente sotto il suo incantesimo.

Peter è diverso da chiunque altro abbia mai conosciuto. Impetuoso e coraggioso, Peter la spaventa e la attrae al tempo stesso. Ma Peter è il capo dei Bimbi Sperduti, gli abitanti più spaventosi dell’isola, e l’idea di una relazione fra loro appare assolutamente fuori discussione. Eppure, ben presto Tiger Lily si ritrova a rischiare ogni cosa – la sua famiglia, il suo futuro – pur di stare con lui.

La sua gente non ha dubbi: Tiger Lily deve sposare un uomo della sua stessa tribù. Eppure, mentre nemici di ogni tipo minacciano di separarla da Peter, è l’arrivo di Wendy Darling, una ragazza inglese che incarna tutto ciò che Tiger Lily non è e non sarà mai, a mettere bruscamente fine a ogni sogno a occhi aperti…

Perché, a volte, i nemici più pericolosi sono proprio quelli che si nascondono nel più fedele e affezionato dei cuori

Come avranno fatto i nostri editori a lasciarsi scappare un gioiellino del genere? A dire il vero, non sono mai riuscita a spiegarmelo. Nel dubbio, però, ti ricordo che su Amazon puoi ancora acquistare la tua copia di “Tiger Lily” in lingua inglese.


“Lucy Undying” di Kiersten White

retelling ya di libri classici - lucy undying

In realtà, ho iniziato a leggere da poco questa attesissima nuova uscita targata Kiersten White. Eppure, confido già di poter inserire questo titolo nella mia lista di retelling YA ispirati a libri classici da consigliare…

Beninteso, “Lucy Undying” non è il primo romanzo per ragazzi ispirati al “Dracula” di Bram Stoker che io abbia mai letto! Ma bisogna ammettere che la trama vanta un twist particolare: tanto per cominciare, la protagonista è Lucy Wensterna… un personaggio su cui – inspiegabilmente – pochissimi autori di fiction hanno finora concentrato l’attenzione.

In questa versione della storia, Lucy è diventata una vampira e ha speso gran parte della sua esistenza immortale nel tentativo di sfuggire dalle grinfie di Dracula. Lucy, infatti, vuole soltanto imparare a conoscere se stessa e a capire che cosa vuole davvero.

La sua vita subirà una brusca virata nel momento in cui, nella Londra del ventunesimo secolo, si imbatterà in Iris, una donna disperatamente alla ricerca di un modo per liberarsi dalle catene del suo passato. Fra le due si svilupperà un’intensa e salvifica amicizia, pronta a trasformarsi, ben presto, in qualcosa di più.

Ma se c’è una lezione che Lucy ha imparato a sue spese, è che Dracula non le permetterà mai di allontanarsi da lui senza ingaggiare una battaglia mortale

“Lucy Undying” è disponibile su Amazon per l’acquisto in lingua inglese. Già che ci sono, ne approfitto per ricordarti che Kiersten White ha firmato anche un altro notevole retelling YA ispirato a un grande classico della letteratura gotica: l’avvincente e catartico “La Buia Discesa di Elizabeth Frankenstein“, edito in Italia da Harper Collins.


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“The Society for Soulless Girls”: la recensione del dark academia di Laura Steven


the society for soulless girls recensione - laura steven

Dedichiamo l’articolo di oggi alla recensione di “The Society for Soulless Girls”, di Laura Steven.

Un divertente dark academia in salsa YA, che si presta a incarnare – almeno in parte – un retelling de “Lo Strano Caso del Dottor Jekyll e Mr Hyde” di Robert Louis Stevenson.

Con tanto di declinazione saffica e una sana, giustificatissima, irriverente dose di rabbia femminile


La trama

Dieci anni fa, quattro studentesse hanno perso la vita negli infami omicidi della Torre Nord, presso l’esclusivo collegio artistico Carvell.

Da quel giorno, la Carvell è stata costretta a chiudere i battenti.

Ma, dal momento niente è destinato a durare per sempre, adesso l’amministrazione ha deciso di riaprire le porte, e l’impavida studentessa Lottie è determinata a scoprire la verità che si nasconde dietro quegli atti criminosi.

Quando la sua compagna di stanza, Alice, si imbatte in un sinistro rituale in grado di dilaniare l’anima di una persona e di risvegliare i suoi istinti più bestiali, la Torre Nord reclama un’altra vittima.

Riuscirà Lottie a svelare i misteri della scuola, e a evitare che un passato così denso di ombre e di sangue possa ripetersi?

E Alice, potrà mai invertire il rituale, prima che il suo mostruoso alter ego la consumi completamente?

E sarà mai possibile, per tutte e due, smettere di flirtare impunemente per quindici secondi filati, e riuscire effettivamente a combinare una qualsiasi di queste cose?!



“The Society for Soulless Girls”: la recensione

Ho iniziato a leggere “The Society for Soulless Girls” senza grandi aspettative.

Non posso più negarlo: le parole “dark academia”, ormai, tendono a evocare nella mia mente soltanto immagini di polverose biblioteche dalle tonalità color seppia e di piagnucolosi ragazzini in toga segretamente innamorati del proprio migliore amico (grrr… azie, Rebecca Kuang!).

Dal momento che non ho ancora imparato a rinunciare a un libro gotico con componente f/f, ho deciso che avrei comunque concesso un’opportunità al romanzo della Steven.

Per appurare che il suo “The Society for Soulless Girls” non ha nulla a che spartire con questi elementi così temuti. E che i termini “polemico” e “lamentoso” non rientrano assolutamente nel novero degli aggettivi con cui potrebbe essere descritto.

Una felice scoperta, quindi, che ha avuto il potere di scaraventarmi fra le pagine di una storia grintosa, dark, ben strutturata e scritta con intelligenza.

Una narrazione ricca di verve e di macabro umorismo nero, quella della nostra Laura Steven. Corredata, fra l’altro, da una frizzante vena di nostalgia Anni Novanta e da un ritmo che tende a incagliarsi giusto un po’ in alcuni punti.

E se è vero – come è vero – che gli elementi ispirati al già citato classico della letteratura ottocentesca sono così sottili da rasentare quasi una pura eccentricità, l’originalità della storia riesce a livellare queste apparenti discrepanze con invidiabile disinvoltura.

E cos’è che tiene insieme così bene tutti questi tasselli del racconto?

Bè, sicuramente le tematiche.

Ribellione, lotta al patriarcato e repressione della rabbia si collocano in pole position. Anche perché, per citare l’autrice: «i tempi sembrano maturi, a questo punto, per parlare della dualità della natura umana anche dal punto di vista femminile

L’inquietante immaginario della Steven, dal canto suo, risulta squisitamente compatibile con questo obiettivo. E, già che ci sono, porrei l’accento anche sulla capacità dell’autrice di restare continuamente “sul pezzo”, senza scadere nella facile retorica o nella semplice banalità da pubblicità progresso tipica di altri autori.


Love your monster

Sull’altro piatto della bilancia, ci confrontiamo, invece, con due eroine gradevoli – ma tutt’altro che indimenticabili – e con un trope romantico (l’immortale “grumpyXsunshine”) che avrebbe potuto ambire a qualcosa di più.

Ho letto da qualche parte che, in occasione dell’imminente uscita USA di “The Society for the Soulless Girls”, Laura Steven sottoporrà il testo a un intenso giro di revisione. L’editing sarà finalizzato soprattutto al miglioramento dell’elemento romance e della qualità dei dialoghi (leggi: banter).

Un’ottima notizia, per quanto mi riguarda.

Per carità, Lottie e Alice sono due personaggi abbastanza “shippabili” così come sono…

Ma non c’è dubbio: l’aggiunto di scene e momenti “particolari” fra di loro potrebbe portare a dei grandi benefici, soprattutto dal punto di vista dello sviluppo dei rispettivi archi narrativi.


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