“The Monkey”: la recensione della commedia horror ispirata a un racconto di Stephen King


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The Monkey potrebbe tranquillamente essere il film più convenzionale e meno assurdo che Oz Perkins abbia mai diretto.

E questo la dice lunga, considerando lo spropositato livello di assurdità e nonsense previsto dalla sceneggiatura…

C’è da dire, comunque, che soltanto un individuo come Perkins – regista e sceneggiatore di piccoli, incomprensibili cult quali Sono la Bella Creatura che Vive in Questa Casa e Longlegs – poteva pensare di trasformare un inquietante e surreale racconto di Stephen King in una scombinata dark comedy a metà strada fra Megan e Final Destination


The Monkey: la trama del film

Un giorno, rovistando tra gli effetti del padre scomparso (Adam Scott), i gemelli Hall e Bill (Christian Convery) scoprono una buffa scimmietta dall’aspetto insolito e un po’ grottesco.

Spinto dalla curiosità, il più timido e riservato dei due decide di caricare la molla che mette in funzione il meccanismo dello strano oggetto. Ignora, però, che dietro il ghigno beffardo della scimmietta si cela una maledizione dai risvolti imprevedibili…

E così, dopo la scomparsa dell’amata madre (Tatiana Maslany), i due fratelli si trovano costretti a liberarsi del malefico artefatto…

Molti anni dopo, però, la scimmietta si prepara a fare il suo ritorno nella vita di Hall (Theo James), ormai adulto e alle prese con il complicato rapporto con il figlio adolescente Petey (Colin O’Brien).

Il loro organizzato (e un po’ deprimente) road trip si trasformerà, ovviamente, in un bagno di sangue


The Monkey: la recensione

Toy splatter

Nel bene o nel male, il miglior consiglio che posso darti è questo: non aspettarti che The Monkey assomigli troppo a Longlegs o February.

In effetti, le atmosfere surreali e i personaggi fuori dalle righe rimangono gli stessi. Tuttavia prevalgono, in The Monkey, uno spirito giocoso e una vena beffarda, ironica e sorniona, che si distanziano nettamente dagli horror precedenti della filmografia di Perkins.

Lo percepisci già dalla prima scena del film, con protagonista il sempre bravo e autoironico Adam Scott: un antefatto che promette numerosi jumpscare e una valanga di frattaglie. Il resto della pellicola mantiene esattamente questa promessa, offrendo agli spettatori non tanto un sottile brivido di inquietudine, quanto una risata nervosa e leggermente elettrizzata, quale soltanto i più esagerati effettacci splatter sono in grado di evocare.

Teste esplose, api assassine, viscere che si srotolano come salsicce…

Pur di intrattenere il pubblico con qualcosa di sconvolgente, insomma, Perkins sguinzaglio l’intero repertorio di incidenti fatali alla Final Destination e non sta lì a perdersi in dettagli che gli sembrano superflui: la psicologia dei personaggi e la mitologia della scimmia maledetta non gli interessano affatto.

L’unico obiettivo, a quanto pare, è far ridere lo spettatore, offrendogli, al contempo, un divertito quanto inesorabile memento mori


Un dito medio alzato contro il mondo

E il suo tentativo funziona… più o meno.

Nel senso che The Monkey si lascia guardare fino alla fine senza troppi problemi, strappando qualche sorriso qua e là e affidandosi (almeno nella prima parte) al sorriso smagliante di Tatiana Maslany e all’innata eccentricità di qualsiasi personaggio Elijah Wood abbia mai interpretato per riuscire a divertire il pubblico e assicurarsi il suo coinvolgimento.

Ma, a dirla tutta, aleggia anche, su tutto il progetto, una certa aria di compiacimento che stona un po’ con l’apparente leggerezza delle tonalità del film.

Mi è capitato di leggere una recensione di The Monkey sul Guardian, qualche tempo fa, in cui l’autore asseriva che: «Il film ha un atteggiamento infantile, da dito medio alzato, che tende a confondere la misantropia generale da “fanculo il mondo” con la vera irrequietezza: una cosa abbastanza fastidiosa da reggere per una singola scena, che diventa quasi insopportabile nel contesto di un film intero.»

Condivido in pieno questa descrizione; anche se, a conti fatti, credo che i dialoghi evanescenti in stile “fattone” e la notevole fotografia del film, che ricorda vagamente certa filmografia horror degli anni Settanta/Ottanta, contribuiscano a elevare leggermente il livello di The Monkey.


A quale libro di Stephen King è ispirato The Monkey?

Certo è che, per apprezzare The Monkey, devi dimenticarti completamente di Stephen King e accettare le numerose modifiche apportate alla sua opera originale (come , del resto, sembra che abbia deciso di fare lo stesso Re del Brivido).

Impresa che, probabilmente, avrei trovato più semplice, se soltanto Perkins si fosse astenuto dall’inserire all’interno del suo film qualche inutile riferimento ad altri libri del Maestro (pensiamo, ad esempio, al fatto che la babysitter dei due gemelli si chiama Annie Wilkes: lo stesso nome dell’infermiera psicopatica protagonista di Misery).

Nel caso in cui la virata comedy e il taglio ridicolo di The Monkey ti abbiano fatto storcere un po’ il naso, ti ricordo, comunque, che puoi sempre recuperare il sinistro racconto La Scimmia all’interno della raccolta Scheletri, pubblicata da Stephen King nel 1985 (l’edizione Sperling è disponibile su Amazon in formato economico).

In quanto al film, bè… Sicuramente non è il peggior adattamento di King che abbia mai visto. Tuttavia, si colloca probabilmente nella top ten dei più irrilevanti: e dico questo da autentica appassionata di dark horror comedy!


Cosa vedere dopo The Monkey?

  • Imaginary
  • Abigail
  • Ready or Not
  • Beetlejuice Beetlejuice
  • Annabelle
  • Drag Me to Hell

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