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“L’Immortale”: Fazi annuncia l’edizione italiana di “Deathless” di Catherynne M. Valente


l'immortale - catherynne valente - fazi editore - deathless

L’Immortale” di Catherynne M. Valente arriverà in Italia a partire da giugno 2023, grazie a Fazi Editore (collana Lainya).

E so già che tanti lettori “casuali” non se ne renderanno conto, ma, per un appassionato di narrativa fantastica, questo è uno dei più importanti annunci dell’anno, ragazzi!

Rispetto al 95% degli scrittori di libri fantasy (per adulti, YA o middlegrade), Catherynne M. Valente opera semplicemente su un altro livello! Stilisticamente, tecnicamente e tematicamente parlando, l’autrice americana è considerata da molti alla stregua di un autentico “mostro sacro”.

E non sono in pochi a ritenere “Deathless: L’Immortale” il suo capolavoro. Tant’è che la rivista A. V. Club scrive: «Con questo libro, la Valente fa per la Russia ciò “Jonathan Strange e il Signor Norrell” riesce a fare per l’Inghilterra.»

Un romanzo autoconclusivo, ispirato al folclore russo, che rielabora abilmente la leggenda di Koschei l’Immortale, mescolando storia, romanticismo e mitologia.

Sulla scia di opere fiabesche intramontabili come “L’Orso e l’Usignolo” e “Spinning Silver”…


“L’Immortale”: la trama

Per il folclore russo, Koschei l’Immortale è sempre stato ciò che diavoli e streghe malvage hanno rappresentato per la cultura europea: una figura minacciosa, infida.

Il villain di infinite storie fantastiche, tramandate dal popolo di generazione in generazione.

Ma nessuno aveva mai guardato alla leggenda di Koschei con lo sguardo di Catherynne M. Valente. La sua prospettiva, moderna e trasformativa, trascina l’azione ai tempi moderni, abbracciando molti dei più grandi sviluppi della storia russa nell’arco del ventesimo secolo.

La storia segue la vita della giovane Marya Morevna, mentre si trasforma da brillante figlia della rivoluzione a sposa di Koschei, fino a scatenare quella che potrebbe essere la sua rovina.

Lungo la strada, case staliniane piena di elfi, avventure magiche, segreti e burocrazia, e infiniti giochi di lussuria e potere. Un connubio di storia magica e di storia fattuale, di rivoluzione e di mitologia, d’amore e morte, che riesce a restituire all’antico mito russo uno strepitoso carico di vitalità.



Il “mythpunk”

È stata la stessa Valente a coniare il termine “mythpunk“, a mo’ di battuta. Da allora, l’espressione ha preso piede e si è estesa a indicare un intero sottogenere del fantasy a sfondo mitologico.

Per citare l’autrice di “Deathless”, il “mythpunk” (o punk mitologico) è:

«un ramo della speculative fiction, che inizia nel foclore e nel mito per poi aggiungere elementi di tecniche postmoderne fantastiche: urban fantasy, poesia, storytelling non convenzionale, virtuosismo linguistico, worlbuilding e fantasy accademico.»

L’affidabile TvTropes aggiunge:

«Caratterizzato da un trend barocco multiculturale, da una sessualità alternativa/queer, da bizzarri retelling di fiabe tradizionali, da un mucchio di ansia pervasiva, dalla paura dell’inevitabile cambiamento, da un elaborato simbolismo e da una reinterpretazione radicale, il mythpunk è un movimento cross-mediale.

Sebbene sia stato largamente definito attraverso opere di stampo letterario come i lavori di Andrea Jones su Hook & Jill, dalla serie “Weetzie Bat” di Francesca Lia Block e dalla serie “The Orphan’s Tales” di Catherynne Valente, l’estetica del mythpunk si manifesta spesso anche nella musica (“The Decemberists“), nel cinema (“Il Labirinto del Fauno“), nell’ambito della gioielleria e in altri media.

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