Da “Vicious” a “M3GAN 2.0”, 5 film horror che ho recuperato in tv a inizio ottobre


Vicious: I tre doni del Male

Sai che, nonostante le sue imperfezioni, il film Vicious: I tre doni del male si è rivelata una piacevole sorpresa? In un’ora e quaranta, Dakota Fanning mette su un one woman show davvero niente male: la sua interpretazione ti tiene incollata allo schermo e ti fa alzare le palpitazioni, nonostante la premessa assurda da cui parte la trama e tutti i jumpscares da due soldi che costellano buona parte della pellicola…

Il concept di Vicious, per chi non lo sapesse, richiama in parte quello del film The Box, ma viene rielaborato in modo più originale e intrigante, con qualche contaminazione da “curse horror” più recenti tipo Smile o It Follows. Questo fa sì che la visione si trasformi in un’esperienza molto più claustrofobica e bizzarra, naturalmente…

Ma, a dire il vero, ciò che ho apprezzato maggiormente è stato il modo in cui l’opera di Bryan Bertino rappresenta il disturbo d’ansia: vale a dire, non soltanto come un aspetto della personalità della protagonista, un quirk o un tratto bizzarro da superare, ma come questa sorta di forza catastrofica, apparentemente onnipotente, che è in grado di stravolgere completamente la percezione della realtà di chi ne soffre.

Anche il finale, che potrebbe apparire sibillino a una prima lettura, mi è sembrato sorprendentemente positivo e intelligente. Soprattutto perché si tratta di una chiusura che lascia spazio all’interpretazione, sì, ma in realtà ha un significato molto forte: a volte, lasciare che i cattivi pensieri ti scorrano nella testa senza toccarti (e, soprattutto, senza reagire) è davvero l’unico modo per uscire dal tunnel…

I libri che ti consiglio di leggere se ti è piaciuto Vicious:

Diavola di Jennifer Thorne oppure La Scatola dei Bottoni di Gwendy di Stephen King e Richard Chizmar.


Until Dawn: Fino all’alba

until dawn fino all'alba - film

Per quanto io possa amare l’applicazione del trope del loop temporale al genere slasher, non posso fare a meno di domandarmi che senso abbia alterare così profondamente il plot di un videogioco di successo, quando il tuo obiettivo ultimo è comunque quello di ricavarne un film così sciatto e pieno di cliché…

Magari i fan più appassionati del survival horror in chiave teen saranno in grado di apprezzare alcuni aspetti di questa pellicola, diretta dallo stesso David F. Sandberg di Annabelle: Creation (e se non è un avvertimento questo…). In Until Dawn, alcune morti sono rese in maniera spettacolare e la trama si rivela abbastanza semplice da seguire. A patto, ovviamente, di accettare fin da subito che nessuno degli eventi in scena avrà un senso, e che la spiegazione dietro ai numerosi fenomeni sovrannaturali in atto è la prima cosa che verrebbe in mente a uno studente alle prese con il suo primo mese di corso di sceneggiatura.

Personalmente, ho odiato ogni singolo personaggio (ma proprio al punto che schioccavo la lingua in preda alla delusione ogni volta che uno di loro tornava in vita!) e credo fermamente che il direttore del casting, chiunque lui/lei sia, meriti una bella ramanzina per aver preso alcune delle peggiori decisioni nella storia dell’horror.

Insomma, fra tutti gli adattamenti di videogiochi che mi vengono in mente… Bè, diciamo che forse Until Down non è abbastanza cringe da riuscire a battersela con altri “capolavori” del genere quali Borderlands o Five Night’s at Freddie. Eppure riesce, secondo me, ad annoiare il pubblico addirittura più di entrambi…

I libri che ti consiglio di leggere se ti è piaciuto Until Dawn: Fino all’alba:

How to Survive Your Murder di Danielle Valentine o Le Sette Morti di Evelyn Hardcastle di Stuart Turton.


Final Destination: Bloodlines

final destination bloodlines

Esattamente come nel caso di Vicious: I tre doni del male, devo dire che non mi aspettavo moltissimo dal nuovo capitolo della saga Final Destination… E invece ho cambiato rapidamente idea!

Fin dalla sua scena d’apertura carica di adrenalina, Bloodlines dimostra che questo franchise potrebbe avere ancora molto da offrire ai suoi fan, regalando brividi intensi e un alto livello di intrattenimento, proprio come è successo con Scream.

La sceneggiatura del film si distingue per la sua straordinaria creatività, e non solo per la sua capacità di orchestrare una serie di dipartite esponenzialmente più brillanti e cruente. I registi Zach Lipovsky e Adam Stein riescono a catturare in maniera magistrale l’essenza del primo Final Destination – un film che ormai è riuscito a imporsi con prepotenza all’interno dell’immaginario pop dei millenial – rielaborandola in modo tale da renderla appetitosa non soltanto per gli appassionati storici della saga, ma anche per le nuove generazioni.

Un obiettivo che, chiaramente, viene facilitato dalla stessa natura del franchise: la paura della Morte, con il suo manto carico di potenziali fatalità e la sua falce rapida, indiscriminata e implacabile, rappresenta probabilmente la fobia più universale e trasversale che sia mai esistita…

Tuttavia, il rischio che questo nuovo film precipitasse nella banalità o, peggio ancora, in una sorta di autoreferenzialità forzata, era davvero molto alto. Bloodlines supera questi ostacoli in maniera brillante, e si candida a diventare una delle visioni più gustose di questo Halloween!

I libri che ti consiglio di leggere se ti è piaciuto Final Destination: Bloodlines:

My Heart is a Chainsaw di Stephen Graham Jones o Il Tristo Mietitore di Terry Pratchett


Hallow Road: Corsa contro il tempo

hallow road corsa contro il tempo

I film horror riescono a inquietarmi di rado. Ne ho visti troppi, immagino, e comunque ormai soffro di quel particolare tipo di deformazione professionale che scaraventa la mia mente in preda a una sorta di laborio incessante: Sì, okay, molto cool quell’effetto speciale, ma quali sono le motivazioni del villain? L’arco di quel personaggio, ha senso che si sviluppi in questa direzione? E non sarebbe stato meglio inserire quel particolare colpo di scena prima dell’inizio del secondo atto, anziché dopo? Eccetera, eccetera.

Ogni traccia di pensiero razionale è svanita mentre guardavo Hallow Road, una sorta di Locke in chiave folk horror che mi ha fatto rabbrividire fino al midollo delle ossa. E ringraziamo le stelle che non sono nemmeno un genitore!

Rosamund Pike e Matthew Rhys interpretano una madre e un padre in corsa nella notte, intrappolati in un incubo dal quale nessuno dei due sembra destinato a uscire: la loro adorata figlia, rimasta vittima di un incidente stradale, si è persa in un bosco illuminato dalle stelle. Disperati, i due si precipitano verso il luogo dello scontro ma, per quanto possano pigiare a tavoletta sull’acceleratore, sembrano del tutto incapaci di orientarsi su quel tortuoso sentiero avvolto da rami e foglie.

Fino a quando la figlia al telefono viene raggiunta da qualcuno. O… qualcosa.

Sensi di colpa e orrori ancestrali

Babak Anvari, regista iraniano che aveva già diretto, nel 2019, il travolgente e sottovalutato Under the Shadow, ci regala con Harrow Road un’altra preziosa, piccola gemma. Sfruttando la paura ancestrale del buio e di miti più antichi di qualsiasi croce o racconto dell’Agnello redentore, ci conduce lungo il filo rosso di una fiaba dalle sfumature sempre più oscure, stimolando la nostra immaginazione a ricostruire i mostruosi eventi…

E sfidando costantemente il nostro bambino interiore a non rifugiarsi sotto le coperte, gli occhi serrati, un peluche stretto al petto, nella speranza disperata che il mostro in agguato sotto al letto si riveli soltanto l’ennesima ombra proiettato dalla nostra mente!

I film che ti consiglio di leggere se ti è piaciuto Harrow Road:

The Twisted Ones di T. Kingfisher oppure The Watchers: Loro ti Guardano di A. M. Shine


M3GAN 2.0

megan 2 film horror

Abbiamo iniziato il post citando Vicious, ora è il momento di parlare di M3GAN 2.0.

Un sequel che ha floppato al box-office e ha acceso molte discussioni tra i fan, ma che personalmente a me non è dispiaciuto! Dopotutto, quando hai tra le mani una storia che parla di bambole ossessionate dall’istinto materno e IA assassine al servizio di una multinazionale malvagia, quante volte puoi sperare di realizzare una pellicola dalle tinte serie e cavartela senza problemi?

La strada dell'(auto)ironia, per quanto mi riguarda, era l’unica percorribile. Per questo ho apprezzato la scelta di Gerard Johnstone, che è riuscito a confezionare un film divertente e godibile malgrado l’estremo livello di caos della sua premessa.

Ha giocato a sfavore di M3GAN 2.0, con ogni probabilità, l’età anagrafica del target privilegiato del genere horror. Gli adolescenti sono quelli che si recano in sala a vedere questo tipo di film con maggiore frequenza. E si da’ il caso che i teenagers di oggi preferiscano il loro trash in salsa seria: il concetto di “campy horror” non fa assolutamente parte del loro bagaglio culturale.

Ah, ma cosa dico?! Nient’altro che la pura verità: non sanno nulla dei Gremlins, del film La Sposa di Chucky o di Slappy il Pupazzo Parlante, questi qui! XD

E così M3GAN 2.0, nel momento stesso in cui cerca di reinventare il suo neonato franchise come commedia (a tratti demenziale, come dimostra l’esilarante sequenza della canzone triste di Megan…), trova ad accoglierlo un pubblico tiepidino, se non addirittura adirato.

Ma se stai cercando una horror comedy leggera e divertente, animata da un’iconica protagonista ricca di “sassiness” e grinta da vendere… Complimenti, hai appena trovato la tua prossima visione!

I libri che ti consiglio di leggere se ti è piaciuto M3GAN 2.0:

Murderbot: I Diari della Macchina Assassina di Martha Wells oppure Klara e il Sole di Kazuo Ishiguro.


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